la danza matisse

L’ARTE SPIEGATA DALLE SCIMMIE - L’ETOLOGO 85ENNE DESMOND MORRIS, STUDIOSO DEI PRIMATI, SCRIVE UN SAGGIO PER SPIEGARE LE ORIGINI DELL’ARTE, PER CAPIRE DOVE NASCE E PERCHE’ SI RITROVA DA SEMPRE IN OGNI CIVILTÀ

Tommaso Labranca  per "Libero Quotidiano"

 

La scimmia artistica di Desmond Morris La scimmia artistica di Desmond Morris

Fino a non molti anni fa i testi divulgativi di storia dell'arte avevano titoli come Mentore o Cicerone oppure erano complessi come l'affascinante opera di Gombrich padre. Negli ultimi tempi il panorama è cambiato, sdoppiandosi. Da una parte la storia dell'arte si è rivestita di pop, con le librerie invase da compilation che illustrano i Cento Quadri Famosi, tutti prevedibili, con la Gioconda, i girasoli di Van Gogh, la ragazza con l'orecchino di perla di Vermeer, la danza di Matisse e le Marylin di Warhol accompagnate da striminzite didascalie.

 

Dall'altra parte si pubblicano testi che cercano di raccontare l'arte attraverso nuove ottiche. L'ultimo esempio di sperimentazione nel campo della storia dell'arte è il volume La scimmia artistica di Desmond Morris (Mondadori, 35,00 euro). L'inglese Morris è un esordiente straordinario: pubblica questo suo primo libro dedicato all'arte a 85 anni, dopo una vita che l'ha portato a essere una figura di primo piano nell'etologia. E anche un celebre divulgatore televisivo, avendo scritto e condotto per anni trasmissioni in cui parlava degli animali.

 

picasso guernicapicasso guernica

Più vicino ad Angelo Lombardi che a Piero Angela, per tentare un parallelo che potrà capire solo chi ha più di 50 anni. Scrivere un testo sull'arte a 85 anni non è un capriccio senile, ma lo sbocco naturale di una carriera che lo scienziato ha portato avanti per tutta la vita, quella di pittore surrealista. Iniziata nel 1948, la sua attività artistica venne poi trascurata per vent'anni, da quando nel 1968 fu pubblicato un suo testo fondamentale, La scimmia nuda, in cui, studiando i primati Morris cercava di capire la nostra natura di esseri umani.

 

Una categoria che l'autore ha sempre detestato, sino da quando, ancora bambino, perse il padre in guerra. Da allora Morris, entrato in una fase di ribellione perenne, non ha mai perso occasione di preferire le scimmie ai loro discendenti. Folgorante e tranciante l'incipit del suo celebre testo: esistono 193 specie di scimmie, tutte ricoperte di pelo, tranne una, l'uomo, che si vanta di avere il cervello più grosso di tutta la famiglia.

desmond morris la scimmia artisticadesmond morris la scimmia artistica

 

Ora la scimmia di Desmond fa un passo avanti e prende in mano un pennello per farci capire come si comporta l'essere umano quando si trova davanti carta e colori. In realtà Morris aveva già affrontato superficialmente il tema in un libro di 50 anni fa, The Biology of Art. Oggi però il suo sguardo scende più in profondità e cerca di capire come nasce quella strana attività umana che si chiama «arte» e che si ritrova da sempre in ogni civiltà. Nel libro vengono esaminati gli ultimi tre milioni di anni della storia umana, ossia lo spazio di tempo che ci separa dal più antico oggetto artistico oggi conosciuto.

 

desmond morris la scimmia artistica desmond morris la scimmia artistica

Spiega Morris che la vera fatica affrontata nello scrivere questo libro è stata decidere cosa tenere e cosa eliminare. Altrettanto arduo deve essere stato scrivere usando un linguaggio non settoriale, perfetto per la divulgazione, arte in cui gli anglosassoni eccellono, mentre i nostri autori preferiscono lo sfoggio di gerghi tecnici spesso inutilmente presi in prestito dalla filosofia. Secondo Morris, l'arte è uno stimolo che spinge tutti gli esseri umani a esprimersi in un modo o nell'altro.

 

desmond morris la scimmia artistica  desmond morris la scimmia artistica

A volte basta una parola per tradire l'insospettata vicinanza all'arte anche in personaggi al di sopra di ogni sospetto. Lo stesso Morris rimase molto colpito quando, scrivendo un libro sul calcio, sentì il più rozzo degli hooligan definire «bellissimo» un goal che sarebbe stato più idoneo definire «efficace». Segno che quella «bellezza» oggi citata continuamente, è un concetto insito naturalmente nell'essere umano, anche in assenza di una cultura artistica o di una educazione al bello. Il bello, inutile, inafferrabile, inesprimibile, affascina la «scimmia nuda» più del concreto.

 

Nel quadro evolutivo dipinto da Morris gli uomini (non gli «esseri umani», proprio i «maschi») non fanno una bella figura. Secondo l'autore su 100 grandi artisti solo uno è donna. Mantenendo le proporzioni, al mondo ci sono più uomini imbecilli che donne sciocche. Perché le femmine della specie sono sempre più convinte a raggiungere l'eccellenza.

 

desmond morris in africadesmond morris in africa

Questo nel campo della grande arte universale. Se poi si osservano i dati sulle arti minori, sui manufatti etnici, il numero di donne-artiste è schiacciante. C'è un concetto espresso da Shakespeare nel Re Lear e ripreso da Morris nella sua introduzione al libro: l'arte consiste nel prendere cose banali e volgari per renderle oggetti degni di ammirazione. Un concetto condivisibile, nonostante molti artisti abbiano impiegato gli ultimi cinquant'anni cercando di fare il contrario.

 

Ovvero dissacrando la bellezza classica in un impeto di ribellione contro la presunta ipocrisia borghese. Morris persegue proprio il contrario e da vero ribelle preferisce la visione idealizzata della vita attraverso l'arte piuttosto che la tragica supponenza di quella scimmia che, nel corso dell'evoluzione, si è spogliata del pelo.

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