conte lippi

“MI SAREBBE PIACIUTO ALLENARE LA ROMA. PECCATO. LA SUPERLEGA? SOMMO FASTIDIO, PER NON DIRE RIPULSA” - MARCELLO LIPPI PRENDE LE DISTANZE DA AGNELLI MA NON VUOLE PARLARE DI JUVE: “È STATA CASA MIA PER 8 ANNI, PER ELEGANZA E STILE NON MI PARE SIA IL CASO DI DIRE ALCUNCHÉ - POI INCORONA L’INTER, ESALTA LA NAZIONALE DI MANCINI CHE HA PUNTATO SUI GIOVANI. GLI EREDI? JURIC, DE ZERBI E ITALIANO

Antonello Piroso per la Verità

 

«Purché non si parli della Juventus».

marcello lippi foto mezzelani gmt 58

Non lo si scambi per reticenza, omertà o, per dirla con eleganza, «paraculismo», questo voluto silenzio di Marcello Lippi - che può vantare un palmares unico: ha vinto tutto quello che si poteva sia come allenatore di squadre di club, in Italia, in Europa e in Cina, sia come ct della nazionale italiana, con i mondiali del 2006 - sulla stagione «particolare» (l' aggettivo è l' unica concessione sul tema) dei bianconeri.

Lippi ne fa esclusivamente una questione di buongusto: «La Juve è stata casa mia per 8 anni, ma proprio per questo - per eleganza e stile - non mi pare sia il caso di dire alcunché».

 

Lippi, quanto le manca il calcio visto dalla panchina, finita nel settembre 2019 l' esperienza in Cina, anche lì come allenatore di club e della nazionale?

«Mi manca quando lo guardo in tv, perché scatta il riflesso condizionato, e mi ritrovo a dirmi: io farei così, adesso farei un cambio, mi appunto delle riflessioni, mi segno dei nomi. Ma, in tutta onestà, a 73 anni compiuti lo scorso 12 aprile, oggi di andare sul campo a lavorare non avrei più voglia. Quello che dovevo fare l' ho fatto».

 

Giovedì sera c' è stato lo psicodramma della Roma contro il Manchester United.

MARCELLO LIPPI A SANTO DOMINGO

«Le partite da sempre cominciano in un modo, si svolgono in un altro, finiscono in un altro ancora. La Roma è stata molto sfortunata: ha giocato un primo tempo di livello, concedendo poco agli avversari, e ritrovandosi in vantaggio. Dopo di che, caso senza precedenti, in meno di 40 minuti ha dovuto operare tre sostituzioni per infortuni, avendo già gli uomini contati. Così, l' errore potrebbe essere stato giocare il secondo tempo come il primo: cioè molto "alti", esponendosi però al rischio di lasciare spazi al Manchester per infilzarti in modo più pesante di quanto meritassi».

 

Al posto di Paulo Fonseca potrebbe arrivare Maurizio Sarri.

gianni agnelli marcello lippi evelina christillin

«Ho letto. Guardi, Fonseca come allenatore mi è piaciuto, credo abbia fatto del suo meglio e se andrà via potrà di dire di farlo con la coscienza a posto, avendo scontato diversi problemi e infortuni. Sarri è garanzia di qualità di gioco e qualità di lavoro. Con la Juve ha comunque vinto uno scudetto, a Napoli ha fatto quello che sappiamo. Mi pare abbia le carte in regola per affrontare la sfida del rilancio».

 

Sfida che in altre epoche avrebbe accettato anche lei, o ricordo male?

LIPPI MANCINI

«Assolutamente sì. Del resto, mio nipote è nato a Roma, è romanista, e conserviamo ancora il gagliardetto che gli dedicarono quando è nato: "Ar maggico Lorenzo nato nel maggico 2001 l' anno del maggico scudetto da 'a maggica Roma". Sì, mi sarebbe piaciuto allenarli, i giallorossi. Peccato».

 

Quando ha sentito che le magnifiche 12 del calcio europeo (ma senza le tedesche e le francesi) volevano dar vita alla Superlega qual è stata la sua reazione?

«La stessa di tutti gli sportivi, italiani e non, addetti ai lavori e non: sommo fastidio, per non dire ripulsa. Poi, riflettendoci, ho messo a fuoco una circostanza: a parte due o tre, la più parte dei proprietari dei 12 club promotori, sono arabi russi, americani, cinesi, non del tutto consci di come viviamo carnalmente il calcio, la nostra viscerale cultura sportiva, quindi non potevano immaginare le barricate dei tifosi.

MANCINI LIPPI

 

Loro sono imprenditori e finanzieri, che per avere un calcio stellare sono andati in rosso, e hanno ragionato su come riuscire a rientrare da quei debiti mantenendo il livello spettacolare delle sfide. Perciò, dal loro punto di vista, il progetto aveva un senso. Per noi invece la differenza c' era, eccome: le competizioni non sarebbero state più le stesse. Per fortuna hanno fatto dietrofront».

 

L' Inter di Antonio Conte ha più di metà scudetto già cucito sul petto. Bravissimi i nerazzurri, o c' è anche la complicità del demerito di qualche avversario?

«I nerazzurri vincono per meriti loro. Dopo di che, certo, il Milan ha fatto più della metà della stagione ad altissimi livelli. Solo che a un certo punto l' Inter non ha più avuto distrazioni, si è ritrovata fuori dall' Europa ma anche dalla coppa Italia, potendo così concentrarsi sull' obiettivo scudetto, facendo registrare un miglioramento costante che l' ha portata ad essere indubbiamente la squadra più forte che c' è. Per dirla tutta: se anche le avversarie fossero state migliori, con la crescita degli ultimi quattro mesi mostrata dall' Inter, comunque non ci sarebbe stata partita».

lippi con la moglie

 

In passato era contrario al Var. Ha cambiato idea?

«Sì. Si è rivelato uno strumento decisivo per fare chiarezza su tantissimi episodi che hanno portato a una maggiore giustizia sul campo».

 

Gli azzurri allenati da Roberto Mancini sembrano aver acquisito consapevolezza dei propri mezzi.

«La Nazionale di Mancini è una delle cose più belle nel calcio degli ultimi due anni.

Schemi, spirito di squadra, senso di appartenenza, entusiasmo, e per di più in un momento in cui in campionato il 70% dei giocatori non è italiano (quando il ct ero io la proporzione era esattamente l' inverso). Mancini è stato bravo perché ha individuato e convocato giocatori ancora prima che esordissero in serie A, tipo Nicolò Zaniolo, veicolando così un messaggio alle società: fateli giocare i giovani, perché sono forti, perché sono bravi».

 

lippi

So che la domanda sull' erede di Lippi le provoca l' orticaria, e conosco la sua stima incondizionata per Carlo Ancelotti, ma chiudendo non posso non chiederle se ci sono stati, in questo campionato, allenatori che l' hanno colpita favorevolmente.

totti lippi

«Le farò tre nomi. Roberto De Zerbi del Sassuolo: inizialmente aveva atteggiamenti che non mi piacevano, adesso è cresciuto e maturato, anche perché quando una squadra gioca bene indipendentemente dalle singole individualità che schieri, vuol dire che la mano dell' allenatore ha il suo peso e fa la differenza. Ivan Juric, che è una conferma. E poi Vincenzo Italiano, dello Spezia, squadra arrivata dalla B che ha portato a casa risultati importanti con un bel gioco propositivo, sempre in avanti. Certo, se la dovrà ancora giocare per mettere in sicurezza la permanenza in A, ma intanto: chapeau!».

l estate di bobo vieri con marcello lippi 4davide lippidavide e marcello lippidavide e marcello lippidavide e marcello lippibuffon lippilippi tottilippi bearzot

 

davide marcello lippilippi totti1LIPPILIPPILIPPI GALLIANILIPPIevelina christillin marcello lippilippi

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...