massimo ambrosini silvio berlusconi

“QUANDO SONO ENTRATO IN OSPEDALE CON MIO FIGLIO NON AVEVO IDEA DI COSA SAREBBE SUCCESSO” - MASSIMO AMBROSINI, EX CENTROCAMPISTA DEL MILAN, PARLA DI ALESSANDRO, 3 ANNI, A CUI POCHI MESI FA È STATO DIAGNOSTICATO IL DIABETE DI TIPO 1: NESSUNO TI SPIEGA COME AFFRONTARE LA MALATTIA DI UN FIGLIO, IN QUEL MOMENTO ANDAVO ISTRUITO ANCH’IO” – LO SCUDETTO VINTO CON ZACCHERONI, GUARDIOLA CHE “VIVE DI OSSESSIONE” E IL SUO SALUTO A BERLUSCONI...

 

Estratto dell’articolo di Marco Lombardo per “il Giornale”

 

massimo ambrosini

«La partita che ora voglio vincere è contro il diabete di mio figlio» Ex calciatore, oggi è commentatore tv. Qualche mese fa la diagnosi per il piccolo Alessandro: «Far conoscere la malattia aiuta a combatterla» Un sospiro, una pausa, una risposa. Mai banale. Come quando gestiva il centrocampo del Milan e vinceva, vinceva, vinceva.

 

[…] Ma oggi Massimo gioca anche un’altra partita, più difficile, una sfida che non dà certezze di un successo, non ancora almeno: quella della malattia di suo figlio Alessandro. È successo qualche mese fa, qualche segnale preoccupante, gli esami e la diagnosi: diabete di tipo 1, a quasi 3 anni. Un’ingiustizia. […]

 

massimo ambrosini e la moglie

Cosa è cambiato da quando Ambro era un semplice ragazzo di Pesaro?

«Tutto. Per i giovani d’oggi la situazione è molto diversa: in generale il mondo mette molta più pressione, e l’ansia a tutti i livelli sui bambini è cresciuta in maniera esponenziale. A scuola i ragazzi sono portati a una tendenza prestazionale che non li fa vivere bene». […]

 

Eppure certa gente non cambia mai.

«In questa stagione abbiamo visto situazioni in cui intere squadre sono andate sotto la curva a subire rimproveri e insulti. Dobbiamo essere in grado di far capire che ci sono dei limiti che non vanno superati. Quello che ha fatto Claudio Ranieri a Bari, zittendo i suoi tifosi che irridevano gli avversari battuti, è giusto: non si deve mai superare il confine in termini di sfottò e di umiliazione […]».

massimo ambrosini

 

Torniamo al Milan: quando si capisce che, per una squadra, è l’anno giusto?

«Devo dire che io ho avuto poche esperienze di situazioni negative e di stravolgimenti. Di sicuro ci sono stagioni in cui la chimica di squadra permette di avere la consapevolezza della propria forza. Che poi consente la sopportazione dei difetti dei compagni. L’anno nel quale abbiamo vinto lo scudetto con Zaccheroni fu particolare: abbiamo capito le nostre possibilità di trionfare cammin facendo. E, alla fine, ci siamo appunto sopportati. Tra virgolette s’intende».

 

Lo scudetto vinto da Pioli l’anno scorso è sembrata quasi una storia simile.

«In realtà penso sia stato un Milan un po’ diverso. In questo caso ho percepito una squadra di talento che ha utilizzato tutto quello che aveva. E che è stata grandiosa nel rimanere attaccata alle sue certezze nei periodi decisivi del campionato. Ho visto tanta unità, che ha prodotto un risultato eccezionale».

 

massimo ambrosini

[…] Ancelotti è un numero uno.

«Carlo fa parte di una generazione diversa di tecnici, che a differenza di quelli arrivati dopo di lui ha dovuto aggiornarsi per stare al passo. Ha usato personalità e intelligenza, e i risultati si sono visti. Ha saputo rimanere con le sue convinzioni umane, aumentando le sue conoscenze calcistiche e tecniche».

 

E Guardiola?

«Lui vive di ossessione, che lega tutto il suo lavoro e porta all’eccellenza. Ha incanalato la sua ossessione per far giocare al massimo livello estetico le sue squadre. Ha cercato, studiato, provato, trovato soluzioni, sempre con l’obbiettivo di avere un dominio del gioco. La sua modalità didattica lo ha portato a scegliere sempre soluzioni nuove e a darle ai giocatori. Provandone, a volte, direttamente sul campo».

 

massimo ambrosini con la moglie

Parliamo di famiglia. Di tua moglie Paola. Colpo di fulmine?

«In realtà c’eravamo già incrociati in un paio di situazioni, quando ancora eravamo entrambi impegnati. Io però ricordo nitidamente la prima volta che l’ho vista e quel brivido che ti fa capire di essere davanti a qualcosa di diverso rispetto al resto. Poi ci siamo rivisti più avanti ed è successo».

 

Un legame forte che in questo periodo è, forse, una salvezza.

«I momenti di difficoltà si superano grazie a rapporti come il nostro. Non c’è un manuale e nessuno ti spiega prima come affrontare la malattia di un figlio: per forza di cosa devi aiutarti vicendevolmente. Un’esperienza come quella che stiamo vivendo impone un crollo e una risalita obbligatoria.

 

Devi avere la fortuna che questo percorso non combaci, perché poi devi essere capace di tirare fuori qualcosa di più che magari non hai. Le unioni come la nostra aiutano ad aggrapparsi alle difficoltà della vita».

 

MASSIMO AMBROSINI CON IL FIGLIO ALESSANDRO

Alessandro soffre di qualcosa sui cui in molti equivocano. Francesca Ulivi della Fondazione Italia Diabete dice che forse bisognerebbe cambiare il nome, perché molti pensano che avere il diabete di tipo 1 sia colpa di una vita esagerata e non del fatto che sia una malattia autoimmune.

«Non so se cambiarle il nome servirebbe, ma alla base di sicuro c’è una mancata conoscenza. E lo dice uno che è entrato in ospedale con suo figlio e non aveva ben chiaro cosa sarebbe successo. In quel momento andavo istruito anch’io. Il fatto è che si tratta di una problematica che, non si sa perché, sta aumentando. E una conoscenza più diffusa aiuterebbe le famiglie e le persone a risolvere i dubbi sui sintomi e non tardare poi a correre ai ripari».

 

MASSIMO AMBROSINI SILVIO BERLUSCONI

[…] La prevenzione, insomma, può evitare guai peggiori.

«I rischi di una diagnosi ritardata sono grandissimi: il problema principale è evitare che i propri figli arrivino in ospedale in condizione già critiche. Poi, è vero, la non conoscenza dei motivi che portano a una malattia del genere porta anche a dei problemi nella raccolta fondi».

 

MASSIMO AMBROSINI DIEGO abatantuono

Come sta Alessandro? Ora ha compiuto 3 anni.

«La vita di mio figlio? Come posso definirla... Siamo fortunati che viviamo in un’era tecnologica che permette a un malato di diabete di andare avanti senza privarsi di troppe cose. Ma è una vita diversa, in cui devi avere un’attenzione diversa sull’alimentazione, e hai meno libertà. Ma grazie alla tecnologia almeno si può avere una percezione di poter vivere una quotidianità che altre malattie purtroppo non consentono». […]

massimo ambrosini robi baggio al concerto di bruce springsteen

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