federica pellegrini

“MI INGOZZAVO DI CIBO E LA SERA VOMITAVO” - FEDERICA PELLEGRINI RACCONTA IN UNA AUTOBIOGRAFIA LA BULIMIA E LA LOTTA CONTRO IL SUO CORPO: “PIÙ MI VEDEVO GRASSA E PIÙ MANGIAVO. ERO UN AMMASSO DI CICCIA, MI VEDEVO UN MOSTRO” IL PIANTO PER L’ARGENTO MONDIALE NEL 2005 – “AVEVO 17 ANNI. NON PROVAVO ALCUNA INDULGENZA NEI MIEI CONFRONTI. NELLE FOTO ERO GONFIA, BRUFOLOSA, I CAPELLI LUNGHI CHE NON HO PIÙ AVUTO E NEANCHE MI PIACEVANO. MIA MADRE SE NE ACCORSE, SI SPAVENTO’ E…” – VIDEO

federica pellegrini

 

Estratto di “Oro”, l’autobiografia di Federica Pellegrini in uscita per La Nave di Teseo, pubblicato da “la Repubblica”

 

Ai Mondiali di Montréal del luglio 2005 mi ero presentata con il miglior tempo stagionale. Ad aprile avevo fatto 1’57”92 nei 200, dunque ero la favorita. Sono i Mondiali nei quali Filippo Magnini vince l’oro nei 100 stile libero e diventa una star, quelli in cui Laure Manaudou vince i 400. Il fenomeno era però Michael Phelps: cinque ori, tra cui i 200 stile libero e i 200 misti, e l’argento nei 100 farfalla.

 

Avevo investito tutto su quei Mondiali, dopo un anno schifoso. Volevo l’oro. Solo l’oro mi avrebbe ripagato della fatica, del dolore, dell’angoscia e della solitudine. Sarebbe stato il mio risarcimento. Purtroppo però ho un ritardo nelle mestruazioni pur prendendo la pillola, ero un casino in quel periodo, e il mio corpo non risponde, è fiacco, non esplode. Faccio 1’58”73: argento. Vince la francese Solenne Figuès con 1’58”60.

 

federica pellegrini

Placcata per un’intervista in televisione scoppio in un pianto a dirotto. Tanto ero stata felice per l’argento olimpico di Atene, quanto questo argento mondiale mi brucia. Al giornalista dico: «Questa medaglia è da buttare. Non ho ancora capito perché la finale mi sia venuta così male. Non trovo risposte a un crono così deludente». Mia mamma, che mi guarda alla televisione, si spaventa. Mi conosce, indovina come sto dal modo in cui le rispondo al telefono, già se la chiamo mamma e non mami si preoccupa. Mi ha detto che ero irriconoscibile, gonfia come non mi aveva mai vista.

 

Tutti mi attaccano perché ho pianto per un argento mondiale invece di essere felice. Nessuno capisce. Ma come avrebbero potuto se neppure io capivo? Mi dibattevo come un pesce preso all’amo, avrei voluto soltanto scomparire. Invece ero lì, davanti agli occhi di tutti, incapace di gestire lo stress. Avevo diciassette anni, che è già abbastanza un casino di per sé anche se non devi nuotare in una gara mondiale. Non provavo alcuna indulgenza nei miei confronti. Ero rigida, non vedevo via d’uscita. Nelle foto ho gli occhi completamente spenti. E sono gonfia, brufolosa, i capelli lunghi che non ho più avuto e neanche mi piacevano.

 

federica pellegrini

Da qualche mese, poco dopo essermi trasferita a Milano, avevo cominciato a ingozzarmi di cibo. Ero capace di far fuori chili di gelato seguiti da svariate tazze di cereali una dietro l’altra. Una volta mia mamma era venuta a trovarmi e se n’era accorta. Le avevo detto ho fame, facciamo merenda? E avevo divorato due buste di prosciutto crudo e tre pacchetti di cracker. Lei mi aveva guardato perplessa.

 

La sera, dopo aver mangiato tutto quello che potevo durante il giorno, vomitavo. Lo facevo sistematicamente, ogni sera prima di andare a dormire, quando il ricordo di tutto il cibo ingurgitato aumentava il senso di colpa. Vomitare era un po’ come ripulirsi la coscienza e anche la mia maniera di metabolizzare il dolore. Si chiama bulimia ma io non lo sapevo. La bulimia per me non era il problema, era la soluzione. Il mio modo di dimagrire senza sacrifici mangiando tutto quello che volevo. 

 

 

 

(...)

 

Cosa c’era di sbagliato in me? Perché davo agli altri un’immagine così diversa da quella che ero? Forse ero troppo formosa, non avevo un corpo da atleta? Tradotto nel mio linguaggio della disperazione, ero un ammasso di ciccia? In quel caso avevo quindi ragione: dovevo vomitare tutto. La mia medicina per smettere di essere la donna che gli altri vedevano e che non ero io.

 

federica pellegrini cover

Eppure avevo sempre avuto un rapporto sano con il cibo. Non mi sono mai fatta seguire da un nutrizionista, uno di quelli che ti dà la dieta al milligrammo. Mangio tutto, tranne la besciamella e la trippa che non mi piacciono. Negli anni mi sono accorta che non avevo bisogno di fare grosse rinunce, anche quando mi allenavo. Senza abbuffarmi, ma se avevo voglia di un tiramisù me lo mangiavo. O di un bicchiere di vino. Sono cresciuta in Veneto in una famiglia di bartender. Sono cresciuta pensando che bere con moderazione fosse una cosa naturale. Fin da bambina sapevo cosa fosse uno spritz, perché i miei genitori me lo avevano fatto assaggiare. Così quando arriva il tramonto sento il bisogno di fermarmi e bere qualcosa, per scaricarmi. È quasi una questione genetica. Ovviamente quando nuotavo non lo facevo tutte le sere, ma il fine settimana mi capitava.

 

Negli ultimi anni della mia carriera agonistica, quando non mangiavo abbastanza, un bicchiere di vino mi aiutava addirittura a sbloccare lo stomaco. Nelle fasi di carico di allenamento pesante ero talmente stanca che non avevo fame, ma dovevo mangiare per recuperare. Non che mi imponessi qualcosa o avessi qualche forma di rifiuto per il cibo.

 

federica pellegrini 3

Era proprio il mio corpo che chiudeva completamente i boccaporti, si metteva in standby e l’unica cosa che desiderava era riposare, dormire. Succedeva che al pranzo prima della finale non riuscissi neppure a finire un piatto di spaghetti. Di solito prima delle gare si mangia pasta in bianco, zuccheri assimilabili in maniera veloce. Eviti cose come la lasagna o la parmigiana, che richiedono una lunga digestione.

 

Pasta in bianco, un po’ di prosciutto e grana, bresaola, tonno. Ma nemmeno quello mi andava giù. Quando ero tesa, non mi passava neanche uno spillo. Con gli anni ho imparato a integrare per via solubile. Nei giorni di stanchezza eccessiva mi ingozzavo di bibitoni di proteine e carboidrati.

 

Ma questo è normale per un atleta. Quello che invece mi è successo a diciassette anni a Milano era un’altra cosa. Era saltato tutto. E in più il mio corpo era diventato pubblico. Gli atleti hanno corpi fuori standard, perché il loro obiettivo non è la bellezza ma la potenza. E ogni sport pretende una disposizione di muscoli, leve, vuoti e pieni diversa. Nel nuoto vengono fuori soprattutto le spalle. E io fin da piccola avevo queste spalle larghe, robuste, che mi imbarazzavano se esposte in abiti eleganti. Cercavo di evitare canottiere, top e qualsiasi cosa le mettesse in evidenza. Crescendo ci ho fatto pace. Ho imparato a vestirmi in maniera da far diventare le mie spalle un pregio e non un difetto. Ma non erano le spalle: in quegli anni io mi vedevo un mostro.

 

federica pellegrini

Dismorfia. È la malattia per cui non riesci a vederti come sei davvero. Lo specchio riflette l’immagine prodotta dal tuo inconscio, dalle tue ossessioni. Quella che vedi non sei tu, ma la proiezione della tua paura, della tua insicurezza.

FEDERICA PELLEGRINI 8FEDERICA PELLEGRINI 2federica pellegrini matteo giunta a pechino express

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…