ibrahimovic

CHE FARÀ IBRAHIMOVIC? NELLE ULTIME ORE SEMBRA CHE LA TRATTATIVA CON IL MILAN SI STIA SBLOCCANDO, CON UN ACCORDO A METÀ STRADA TRA LE RICHIESTE DEL GIOCATORE E QUELLE DELLA SQUADRA (QUINDI INTORNO AI 6 MILIONI) – ZLATAN SA DI VALERE NONOSTANTE L’ETÀ. HA PORTATO IL MILAN FUORI DAI GUAI E ORA PRESENTA IL CONTO...

zlatan ibrahimovic

1 - IBRA-MILAN CI SIAMO MA È THRILLER

Carlos Passerini e Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera”

 

Arrivati a questo punto, a cinque giorni dal primo allenamento fissato per martedì, convenienza reciproca e buon senso porterebbero a dare per scontata la permanenza di Ibra al Milan. Ed è possibile che nelle prossime ore sarà proprio così: rinnovo, stretta di mano, avanti insieme, accordo trovato a metà strada tra le richieste (7 milioni netti più bonus di 500 mila euro in caso di Champions) e l'offerta del club (5 milioni più bonus che fanno arrivare a 6).

 

zlatan ibrahimovic foto mezzelani gmt062

Il club è desideroso di accontentare Pioli, l'allenatore che ha appena confermato e che si è molto speso per il campione svedese; soprattutto è intenzionato a non intaccare in alcun modo l'alchimia e il meraviglioso equilibrio che si sono creati nella fase finale della stagione appena conclusa.

 

D'altra parte Ibra, per quanto trascinatore riconosciuto e autore di prestazioni più che convincenti, a quasi 39 anni non può trovare una squadra migliore (l'alternativa è pensionarsi al suo Hammarby in Svezia) né un ingaggio superiore a quello che prenderebbe in rossonero (anche se ridimensionato rispetto alle sue richieste).

 

Quindi, anche se con sfumature molto diverse a seconda che ci si avvicini più all'area tecnica o più alla proprietà - il Milan è una cosa sola, ma le diverse anime non si sono dissolte all'improvviso, Maldini e Massara hanno messo Ibra in cima ai loro desideri, Gazidis e la proprietà non vogliono fare follie - prevale un cauto ottimismo.

 

DILETTA LEOTTA E IBRAHIMOVIC

Ma siccome di mezzo non c'è solo il buon senso, è bene tenersi una percentuale di possibilità che possa saltare tutto: ci sono ragioni di orgoglio, per esempio, quelle che fanno dire ai Raiola che Ibra non ha niente da dimostrare, deve guadagnare più di tutta la rosa, quindi anche più di Donnarumma, assistito sempre da Raiola (a proposito: Gigio guadagna 6 milioni netti annui e andrà a scadenza fra meno di un anno.

 

ZLATAN IBRAHIMOVIC

A giugno 2021 può andare via gratis, quindi il suo rinnovo è fondamentale per il futuro del Diavolo, anche più di quello di Ibra. Chiaro quindi che le due vicende sono collegate. Una rottura sul dossier Zlatan potrebbe fatalmente ripercuotersi sul tema Donnarumma). Nell'intrigo Ibra c'è - sopra a tutto - il che potrà disturbare gli ultimi romantici, una distanza economica tutta da colmare.

IBRAHIMOVIC E DILETTA LEOTTA

 

La novità è che, ora, lo svedese ha in mano l'offerta del Milan. Finita, ritoccata, formalizzata: 5 milioni più bonus non impossibili da raggiungere che fanno arrivare a sei. Tocca allo svedese dare una risposta, attesa per le prossime ore, anzi la proprietà è già un po' seccata per il prolungarsi dei tempi.

 

ibrahimovic faceapp

Quindi aspetta un sì o un no entro la settimana. Ibra che ama le sfide («Con me dall'inizio avremmo vinto lo scudetto», è una delle sue frasi cult) potrà - è il ragionamento - mettersi in gioco con bonus a obiettivi. Si ripete che oltre i 6 milioni sarà difficile andare, perché si parla di un 38enne, perché i conti del club non consentono follie (il bilancio sarà chiuso con un -100), il progetto di risanamento avviato da Elliott è in corso (e la proprietà ricorda come il Milan non abbia debiti obbligazionari o con banche), il financial fair play va rispettato, il Covid ha già colpito e non è alle spalle, anzi rischia di intaccare anche le entrate della prossima stagione.

 

ibrahimovic pioli

Quindi sarà un mercato di pochi, meditati e selezionati innesti. L'allenatore ha avvallato la linea: «Non abbiamo bisogno di molti nuovi acquisti, ci servono pochi rinforzi ma nelle posizioni giuste» ha detto Pioli. Però qualcosa servirà.

 

Ad esempio a centrocampo: impensabile che Kessie e Bennacer giochino 50 partite fra campionato e coppe. L'obiettivo è riportare in rossonero Bakayoko, che fece bene due stagioni fa. La trattativa è avanzata, si dovrebbe chiudere a breve: il Milan offre 20-22 milioni, ora tocca al Chelsea. In difesa a destra serve un'alternativa a Conti, visto che Calabria verrà ceduto: Aurier del Tottenham è in prima fila, affare da 20 milioni. Rodriguez è stato ceduto al Torino a titolo definitivo.

IBRAHIMOVIC E DILETTA LEOTTA

 

Per Rebic si lavora a un rinnovo del prestito dall'Eintracht per un altro anno. Un punto di domanda riguarda però appunto l'attacco. Maldini è stato chiaro, con Ibra il Milan si sente a posto. «Abbiamo Rebic, Leao, tanti giovani che, con Zlatan, possono fare una crescita esponenziale». L'Ibra power non si discute. Anche dovesse restare, non sarà rischioso puntare solo e soltanto su di lui? Basterà un centravanti quasi 39enne, per una stagione così lunga e piena?

 

2 - GOSSIP, BUSINESS E AUTOSTIMA IL GRIDO DI ZLATAN: «IO SONO IO»

Carlos Passerini e Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera”

 

Ibra è sempre Ibra. Anche a 38 anni, anzi ancor più adesso che ha 38 anni. La verità è che per quelli come lui non contano gli anni, conta l'indole, il senso di sé, la consapevolezza. L'autostima. Che col tempo diventa solo più forte. Zlatan sa di valere. La sua è una questione di orgoglio, più ancora che di soldi.

IBRAHIMOVIC E DILETTA LEOTTA

 

Ha trascinato il Milan fuori dai guai, fino all'Europa, una meta che prima del suo avvento sembrava un miraggio, anzi lo era. Sa che senza di lui non sarebbe successo, sa che la luce in fondo al tunnel sarebbe rimasta ancor più lontana di quanto non sia ora. Ed è per questo che non intende fare sconti. Si sente un top, è un top, quindi vuole esser pagato da top. Zlatan non è più solo un grande attaccante, oggi è anche un avvedutissimo imprenditore di se stesso.

 

Tutto ciò che tocca, che sia un pallone, un chewing gum energetico o un'app per il fitness (di cui è testimonial con Diletta Leotta, particolare che ha scatenato il gossip più hot dell'estate: flirt o pubblicità?) diventa oro. Per lui tutto è slogan, tutto è business. «Se fossi arrivato a settembre e non a gennaio, avremmo combattuto per lo scudetto» ha detto qualche tempo fa. Per lo scudetto forse no, per un posto in Champions però sì.

 

DILETTA LEOTTA E IBRAHIMOVIC A CENA INSIEME

Con lui, è stato tutto un altro Milan. Ma più che i 10 gol in 18 partite, è stata la sua presenza stessa a cambiare volto al Diavolo. Alla squadra nel suo insieme, ma anche ai singoli. Leao, Rebic, Calhanoglu con lui accanto hanno svoltato. Ibra il campione, Ibra il motivatore, Ibra il potenziatore. Il valorizzatore di asset, per dirla in linguaggio finanziario. Zlatan l'allenatore in campo.

 

Come dice Pioli, il suo primo sponsor, che sa come gestirlo, come parlargli, come avvicinarlo: «La sua mentalità vincente ha contagiato tutti». Il timore diffuso, anche se silenzioso, era che il suo arrivo fosse solo una questione di marketing. Operazione nostalgia: il vecchio eroe tornato dal passato per salvare il presente.

 

zlatan ibrahimovic ritorno al milan

Qualche ragione per pensarlo c'era. L'età, gli anni trascorsi da giovane pensionato a Los Angeles, condizione che sapeva tanto di ultimo giro di pista, da Sunset Boulevard. Niente affatto. La classe e l'orgoglio del ragazzo del ghetto sono stati più forti. Forti come i messaggi mandati al mondo via social, dove fra un post strategicamente sibillino e l'altro mandati dallo yacht si diverte un mondo a giocare e guadagnare: «Io non sono come voi, io sono Zlatan, e mi sto solo riscaldando». Ma accanto agli slogan, ai post, «io sono Dio», ha dimostrato di essere ancora un giocatore formidabile. Un campione. Un leader. Che vuole essere riconosciuto come tale.

zlatan ibrahimovic arriva a milano 3zlatan ibrahimovic arriva a milano 2IBRAHIMOVIC E MINO RAIOLAibrahimoviczlatan ibrahimovic arriva a milano 1zlatan ibrahimovic arriva a milano

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)