borghi 8

"IL CALCIO E IL SESSO SONO UGUALI: TUTTO IL MONDO CREDE DI FARLO BENE, MA NESSUNO PUÒ DIMOSTRARLO" - CHI LO HA DETTO E’ STATO UNO DEI GRANDI ‘TALENTI INCOMPRESI’ DEL CALCIO ITALIANO ANNI ’80. PLATINI' LO DEFINI' IL "PICASSO DEL CALCIO" - I SUCCESSI DA ALLENATORE - DI CHI SI TRATTA?

Da gianlucadimarzio.com

 

borghi

"Il calcio e il sesso sono uguali: tutto il mondo crede di farlo bene, ma nessuno può dimostrarlo". Così Claudio Daniel Borghi rispose alle critiche durante una conferenza stampa, quando nel 2010 sedeva sulla panchina del Boca Juniors. Banale mai, in campo come nella vita. Sempre alla ricerca della giocata, forse anche esagerando. El Bichi, soprannome datogli dal padre, in pratica è diventato il suo nome, visto che Claudio lo chiama solo sua moglie.

 

L'ex trequartista del Milan, oggi 55enne, si trova a Santiago del Cile, città in cui vive da circa trent'anni. "Da cinquanta giorni sto a casa e cerco di passare questo momento nel modo migliore. La situazione sta peggiorando, ci sono sempre più morti e la gente non si è resa conto della realtà" racconta a

Berlusconi unico, Sacchi esigente

 

Nato a Castelar in Argentina e cileno d'adozione, in Italia ha giocato una stagione, alla fine degli anni ‘80. Sarebbe dovuto tornare quest'estate, per visitarla con suo figlio. "Ho dei bei ricordi. In quegli anni era difficile arrivare in Europa, perché potevano essere tesserati solo due stranieri. Sono arrivato in un club potente come il Milan, in un momento complicato".

 

borghi 8

Famoso per la rabona, il gesto tecnico che usava per evitare di calciare col sinistro, Borghi è stato a lungo il pupillo del presidente Berlusconi. "Non mi ha mai fatto notare la sua preferenza nei miei confronti. Ricordo che stava molto attento a dei piccoli, ma grandi dettagli, come la cura per i denti o l'abbigliamento. L'immagine che dava un giocatore del Milan era molto importante per lui. Si preoccupava di tutti i giocatori. Non mi era mai successo con altri presidenti". 

 

 

In quel Milan però non c’era spazio per lui, anche per una questione di regolamento, e i rossoneri decisero di mandarlo in prestito. A Como, in un club che doveva lottare per non retrocedere.  Ma guai a considerarlo un fallimento. "Quando arrivai al Milan mi dissero che se avessi giocato bene il Mondialito sarei rimasto e così è stato. Venni nominato miglior giocatore del torneo. Sacchi poi fece benissimo con Gullit e Van Basten: mi sono trovato a competere con due grandi campioni e quindi sono dovuto andare via". In biancoblù poche presenze e sulle rive del lago si sente incompreso. “Il problema è che non ero il giocatore che serviva al Como: io pensavo solo ad attaccare e loro solo a difendere". 

gullit sacchi berlusconi

 

 

L'allenatore di quel Milan era Arrigo Sacchi. Un rivoluzionario che ha influenzato anche il suo modo di allenare. "Era particolare nei modi e nello stile. Ho letto un'intervista poco tempo fa in cui Van Basten disse che amava Milano ma non Sacchi (sorride, ndr). Era molto esigente, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto fisico. Chissà, forse non avendo giocato a calcio non capiva che a volte esagerava. Però i risultati gli hanno dato ragione. Ha rivoluzionato il calcio italiano e vinto tutto". Una realtà molto lontana da quella attuale, con il club rossonero fuori dalla Champions da sei stagioni. "I nuovi proprietari devono decidere se lottare per le prime posizioni o per metà classifica. In questo momento ho la sensazione che l'Inter stia lavorando molto meglio".

 

Il ritorno in Sud America e la carriera da allenatore

Dopo la conclusione dell'esperienza in Italia si è trasferito in Svizzera e ha giocato in Brasile, Argentina, Messico e Cile. In un calcio con meno tatticismi. Nel 1999, a 33 anni dice basta e si ritira con la maglia dei Santiago Wanderers, dove ha condiviso lo spogliatoio con un giovanissimo David Pizarro che qualche anno dopo rifiuterà la convocazione in nazionale proprio con lui come ct.

sacchi berlusconi

 

 

Nel 2002 la prima esperienza in panchina, all’Audax Italiano. Al Colo Colo è stato eletto miglior allenatore del Sud America nel 2006. Poi l'esperienza fugace all'Independiente (lui tifoso dei rivali storici del Racing), Boca e Argentinos Juniors, la nazionale cilena e la LDU di Quito. "Preferisco la carriera da giocatore che quella in panchina. Ho vinto campionati in Argentina e in Cile, ma io preferivo giocare: sono mestieri differenti".  Probabilmente i successi del Mondiale '86  e della Libertadores con l'Argentinos Juniors, la squadra in cui è cresciuto, hanno un peso diverso. 

 

 

In carriera ha potuto allenare grandi talenti. Da Aléxis Sanchez a Vidal, da Riquelme a Palermo fino a Paredes. "Nella mia top 3 il migliore è stato Riquelme, un giocatore molto dotato tecnicamente e intelligente. Poi Mati Fernandez, nella stagione 2006 fu spettacolare. Al terzo metto Valdivia, eccezionale nell'ultimo passaggio. Giocatori simili adesso stanno scomparendo. I top club cercano altre caratteristiche. In Sud America ci sono molti giocatori tecnici, ma influenzati dal calcio europeo. In Europa pagherei il biglietto per vedere Messi e Ronaldo o per il Barcellona, che gioca bene di squadra. Gli allenatori giovani copiano gli stili dei grandi, ma molte volte non hanno gli interpreti per replicarli".

 

berlusconi arrigo sacchi

L'elogio di Platini, Dybala e Lautaro

Differenze di stili e di culture calcistiche tra Europa e Sud America diminuite negli ultimi anni, per quanto il divario tecnico ed economico sia aumentato. Una volta non era così. Basti pensare alla  Coppa Intercontinentale 1985, quando l'Argentinos Juniors si arrese solo ai rigori contro la Juventus a Tokyo. Fu il primo vero impatto di Borghi con il calcio italiano e in quell'occasione Platini lo definì 'Il Picasso del Calcio'. "Quella partita non l'ho più rivista, nonostante venga trasmessa spesso in tv. Fu una finale atipica, con un bel calcio e dei bei gol: il risultato rimase in bilico fino agli ultimi minuti" ricorda El Bichi, ripensando a una prestazione che attirò l’attenzione di tanti grandi club. 

 

 

A metà anni ‘80 Claudio Borghi era una stella argentina inseguita dai top club. Oggi due suoi connazionali sono i top player di Inter e Juve: Lautaro e Dybala. “Martinez è un centravanti che non fa solo gol. Si parla del Barcellona, ma non so se sia pronto. Suarez inizia ad avere un'età, può darsi che ci sia bisogno di un ricambio. Andare al Barça per lui potrebbe essere attraente, ma avrebbe maggiori pressioni. Ci penserei bene prima di trasferirmi, anche se il calcio spagnolo in Sudamerica è molto più seguito”.

 

platini

Discorso diverso per l'attaccante della Juventus, che un po' come Borghi con Maradona, in nazionale fatica a giocare con Messi: "Con l’Argentina non riesce a mantenere il livello che ha nel club. Gli pesa tanto la camiseta. Forse però ci aspettiamo troppo da lui. Quando giochi con grandi giocatori può essere difficile avere la stessa velocità di pensiero. A me con Maradona succedeva questo: è più facile giocare con compagni meno talentuosi per mettersi in luce". Oggi El Bichi fa l’opinionista per la tv cilena. Le sue parole sono come rabone. Puntuali e sfrontate. Come pennellate di Picasso.

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)