vladislav surkov vladimir putin volodymyr zelensky

“L’UCRAINA SARÀ SMEMBRATA. CI POTRANNO ESSERE RALLENTAMENTI, MA L’OBIETTIVO SARÀ RAGGIUNTO” – VLADISLAV SURKOV, IDEOLOGO AUTOPROCLAMATO DEL PUTINISMO ED EX “MAGO DEL CREMLINO”, È CONVINTO CHE LA SCONFITTA DI KIEV SARÀ INEVITABILE: “L’UCRAINA È UN’ENTITÀ POLITICA ARTIFICIALE, INSIEME DI TRE REGIONI. IL CONFLITTO FINIRÀ CON LA LORO DIVISIONE E IL CONFINO DEGLI 'ANTI-RUSSI' NEI LORO TERRITORI STORICI. FORSE UN GIORNO L’UCRAINA SARÀ UN VERO STATO, MA SOLO ALL’INTERNO DEI SUOI CONFINI NATURALI, E QUINDI MOLTO PIÙ PICCOLO…”

Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per www.repubblica.it

https://www.repubblica.it/esteri/2025/03/22/news/futuro_ucraina_tentazione_russia-424078350/

 

Vladislav Surkov vladimir putin

Moderno Rasputin. L’eminenza grigia dietro ai piani di annessione dell’Ucraina. Vladislav Surkov è stato consigliere del presidente russo dal 2013 al 2020, l’ideologo autoproclamato del putinismo che ha ispirato il Mago del Cremlino del romanziere Giuliano da Empoli.

 

Per anni è rimasto in disparte. Dal suo presunto allontanamento cinque anni fa - che molti hanno sospettato essere una montatura - ha rilasciato solo rari e lapidari commenti. È emerso dal suo silenzio con una lunga intervista a L’Express. E che non siano parole a vanvera lo dimostra il fatto che il “testo originale in russo” sia stato ripubblicato dal sito vicino al Cremlino, Aktualnye Kommentarii, “per preservare tutte le caratteristiche e le sfumature dello stile creativo” di Surkov che, tra le tante cose, è anche uno scrittore di fantascienza dietro pseudonimo.

 

DONALD TRUMP E VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

[…]  si dilunga sull’obiettivo a lungo termine dell’offensiva contro Kiev. Finirà, dice, soltanto con la “sconfitta militare o militare-diplomatica dell’Ucraina. La divisione di questo quasi-Stato artificiale nelle sue parti naturali. Ci potranno essere manovre, rallentamenti e persino battute d’arresto lungo il percorso. Ma l’obiettivo sarà raggiunto”.

 

[…] Surkov lo ha sempre teorizzato e lo ribadisce: “L’Ucraina è un’entità politica artificiale”, l’insieme di “tre regioni molto diverse tra loro: il Sud e l’Est, russi; il Centro, russo-non russo e l’Ovest, anti-russo”. Il conflitto […]  finirà con la loro divisione e il confino degli “anti-russi” nei loro territori storici. “Forse un giorno l’Ucraina sarà un vero Stato, ma solo all’interno dei suoi confini naturali, e quindi molto più piccolo”.

 

vladislav surkov 6

Un’idea, quella dello smembramento ucraino, avanzata in passato già da altre voci all’interno del cerchio magico di Vladimir Putin. Già nell’aprile 2022, l’ex segretario del Consiglio di Sicurezza Nikolaj Patrushev, intervistato da Rossiskaja Gazeta, ipotizzò “la disintegrazione dell’Ucraina in più Stati”.

 

E l’ex leader Dmitrij Medvedev, un anno fa, tenendo una lectio all’Università Sirio nell’ambito del Festival della Gioventù di Sochi, mostrò una mappa dove i confini della Russia si estendevano fino a includere gran parte dell’Ucraina orientale e centrale e la sua costa orientale e meridionale sul Mar Nero, mentre all’Ucraina non restava che una porzione di territorio attorno a Kiev, senza sblocco sul mare, e infine parte dell’Ucraina occidentale era invece divisa tra Polonia, Romania e Ungheria.

 

I QUATTRO LIVELLI DI PROTEZIONE DELL UCRAINA IN CASO DI CESSATE IL FUOCO

Lo stesso Vladimir Putin ha detto più volte che l’Ucraina è composta da terre russe, polacche, rumene e ungheresi. Perciò Surkov pensa che “una divisione equilibrata dell'Ucraina dovrà includere una parte” anche per l’Unione Europea anche se non ne ha una grande opinione. […]

 

L’Ucraina è però soltanto uno degli obiettivi delle mire russe. Surkov, che anche nell’intervista rivendica di aver creato “l’ideologia ufficiale basata sul concetto di “mondo russo” che non ha confini”, sostiene che il Russkij Mir, il “mondo russo” “è ovunque ci sia un’influenza russa, in una forma o nell’altra: culturale, informativa, militare, economica, ideologica o umanitaria... Perciò ci espanderemo in tutte le direzioni”.

 

DONALD TRUMP FANTOCCIO DI PUTIN - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

[…]

 

Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, si è scatenata “una vera e propria tempesta verbale sull’Europa”. Ma Surkov resta cauto: “Per il momento, si tratta soltanto di provocazioni e di chiacchiere. La cosa più importante deve ancora venire. Washington sta uscendo dalla stagnazione. Deve ancora passare attraverso la perestrojka [ricostruzione], la glasnost [trasparenza] e un nuovo pensiero. La perestrojka sovietica ha portato al crollo del blocco orientale. La Nato e l’Unione Europea crolleranno sulla scia della perestrojka americana? La domanda rimane. Sta a voi decidere”.

 

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

Su Trump, in ogni caso, Surkov non si fa illusioni. “Non mi sembra una persona che voglia fare alleanze”. Il suo arrivo al potere, afferma, “non cambia nulla”: la Russia è destinata alla “solitudine geopolitica”, “l’idea che possiamo contare solo su noi stessi e che quindi dobbiamo armarci di pazienza, pane e armi”.

 

[…]

 

E che la Russia non punti molto su Trump per ottenere una risoluzione pacifica in Ucraina lo confermerebbero anche i negoziatori nominati per trattare con gli Stati Uniti lunedì a Riad, in Arabia Saudita. Accanto al senatore Grigorij Karasin, ex viceministro degli Esteri, ci sarà anche Sergej Beseda, il colonnello generale dei servizi di sicurezza Fsb, ex Kgb, che aiutò a pianificare l’aggressione russa contro Kiev, ma che diventò anche il capro espiatorio del fallimento dell’offensiva lampo. «Un uomo che ha sempre portato problemi all’Ucraina», disse di lui il capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov nel 2023. Di certo non un pacificatore.

Vladislav Surkov

 

soldati ucraini a chasiv yar

[…]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…