donald trump vladimir putin benjamin netanyahu

“STEVE WITKOFF? VEDE LA PACE, IN UCRAINA E A GAZA, CON GLI OCCHI DI UN IMMOBILIARISTA, FATTA DI TERRITORI DA SPARTIRE, PALAZZI DA RICOSTRUIRE, E TANTI SOLDI DA FARE” - NATHALIE TOCCI COMMENTA L’INTERVISTA DI TUCKER CARLSON ALL’INVIATO SPECIALE DI TRUMP: “SI PARLA DI UNA “PACE” CHE NON CONOSCE LA STORIA, CHE IGNORA I DETTAGLI, CHE NON TIENE CONTO DELLE IDEOLOGIE. WITKOFF, E QUINDI TRUMP, È SCHIERATO A FAVORE DELLE PARTI CHE HANNO UN INTERESSE MANIFESTO A PROSEGUIRE LA GUERRA, OSSIA NETANYAHU A GAZA E PUTIN IN UCRAINA. IL PRIMO SI E’ RIFIUTATO DI ATTUARE LA SECONDA FASE DEL CESSATE IL FUOCO CONCLUSO A GENNAIO, IL SECONDO CONTINUA A BOMBARDARE IN BARBA AL CESSATE IL FUOCO DI TRENTA GIORNI VOLUTO DA TRUMP…”

Estratto dell’articolo di Natalie Tocci per “la Stampa”

 

nathalie tocci 9

Ho guardato con attenzione i 90 minuti dell’intervista di Tucker Carlson, ex giornalista di Fox News vicinissimo al presidente Usa Donald Trump (così come al suo omologo russo Vladimir Putin), a Steve Witkoff, ex immobiliarista trasformato in inviato speciale di Trump in Medio Oriente e in Russia.

 

Al netto delle ripetizioni e delle frequenti contraddizioni, traspare una visione chiara e apparentemente sincera. Ma emerge anche un’amministrazione mediocre, ignorante, servile nei confronti del capo narcisista, e incredibilmente facile da manipolare.

STEVE WITKOFF INTERVISTATO DA TUCKER CARLSON

 

Quattro punti salienti confermano questa valutazione.

 

Primo, Witkoff appare genuinamente interessato a perseguire quella che considera, o meglio che il suo capo considera, la “pace” – in Ucraina e a Gaza. Ma è una pace vista con gli occhi di un immobiliarista, fatta quindi di territori e risorse da spartire, palazzi da ricostruire, e soprattutto tanti soldi da fare.

 

STEVE WITKOFF - TUCKER CARLSON

È una “pace” che non conosce la storia, che ignora i dettagli, che non tiene conto delle ideologie; una pace in cui l’unico valore da perseguire è quello della ricchezza materiale. Tutto questo viene espresso e ripetuto con disarmante semplicità. Witkoff riconosce che le cose sono un po’ più complicate rispetto a come le immaginava prima di ricevere l’incarico dal presidente. Ma la fede religiosa nel suo capo lo convince che ce la farà.

 

nathalie tocci 2

Secondo, l’intervista rende […] evidente perché questa “pace” sia così lontana nella realtà della guerra in Ucraina o di quanto sta accadendo in Medio Oriente. Witkoff, e quindi il suo capo, è incondizionatamente schierato a favore delle parti che hanno un interesse manifesto a proseguire la guerra, ossia Benjamin Netanyahu a Gaza (ma anche in Cisgiordania) e Vladimir Putin in Ucraina.

 

Witkoff e Carlson sorvolano sul fatto che l’offensiva israeliana su Gaza abbia raggiunto nuovi picchi di distruzione. Dopo essersi rifiutato di attuare la seconda fase del cessate il fuoco concluso a gennaio, Netanyahu, con il disco verde di Trump, ha dato il via a una nuova operazione che in pochi giorni ha ucciso circa 500 palestinesi (oltre cento di loro bambini). […]

 

Steve Witkoff

Nel mondo fantastico di Witkoff tutto questo o non esiste o è solo un dettaglio nella marcia inesorabile verso la “pace” che egli crede Netanyahu voglia. Ancora più lusinghiere le parole di Witkoff nei confronti di Putin, tra gli assensi e incoraggiamenti di Carlson, che l’anno scorso aveva ossequiosamente intervistato il presidente russo a Mosca, il primo occidentale a farlo dal 2022. Secondo Witkoff (ovvero Trump), Putin è un grande leader che vuole la pace.

 

Anche qui, irrilevanti sembrano gli attacchi incessanti russi alle infrastrutture energetiche e civili ucraine, in barba al cessate il fuoco di trenta giorni voluto da Trump e teoricamente accettato da Putin. Tutto questo non esiste […]

Steve Witkoff e donald trump

 

Il terzo punto rigarda il servilismo imbarazzante di Witkoff nei confronti del suo capo; “l’uomo più forte” che lui abbia mai conosciuto e al quale vorrebbe tanto somigliare. […]

 

Witkoff, così come Carlson, si sperticano nelle lodi del capo perché sanno quanto siano efficaci. Ma lo sa anche Putin. Witkoff appare quasi commosso quando racconta che durante il suo incontro al Cremlino, il presidente russo gli ha consegnato un ritratto di Trump dipinto da un celebre artista, e gli ha confessato di aver pregato per Trump quando attentarono alla sua vita […]

 

Putin Trump

L’ultimo aspetto che mi ha colpito dell’intervista è la grande assenza dell’Europa, a cui non sono stati dedicati che isolati accenni. Agli occhi di Witkoff (ossia quelli di Trump), così come quelli di Putin, l’Europa è morente e irrilevante. Gli sforzi dei Paesi “volenterosi” che puntano a formare una coalizione a sostegno dell’Ucraina sono derisi […]

DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU video su gaza strip in trip creato con ai - netanyahu e trump

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…