chiara poggi genitori alberto stasi marco poggi andrea sempio garlasco delitto giuseppe rita preda

“ALBERTO STASI NON CI DISSE MAI: ‘NON HO UCCISO CHIARA’” – I GENITORI DI CHIARA POGGI, GIUSEPPE E RITA, PARLANO CON SELVAGGIA LUCARELLI DELLA NUOVA INDAGINE SUL DELITTO DI GARLASCO: “VERIFICHINO TUTTO. NON È CHE NOI NON VOGLIAMO LA VERITÀ. PER NOI LA VERITÀ È QUELLA STABILITA DALLA LEGGE. DA MARZO SIAMO STATI CATAPULTATI IN UNA SITUAZIONE PEGGIORE DI QUELLA DI 18 ANNI FA” – LA DIFESA DEL FRATELLO DI CHIARA, MARCO, DOPO CHE IL SETTIMANALE “GIALLO” HA MESSO IN DUBBIO CHE FOSSE IN TRENTINO IL GIORNO DEL DELITTO: “QUALCUNO E' ARRIVATO AD ACCUSARE NOSTRO FIGLIO DI AVER UCCISO LA SORELLA. ABBIAMO DOVUTO CERCARE LE FOTO DELLA MONTAGNA E DARLE ALLA TV PER DIMOSTRARE CHE MARCO ERA CON NOI” – GLI “ATTEGGIAMENTI STRANI” DI STASI E LA BORDATA ALL’AVVOCATO DI SEMPIO, MASSIMO LOVATI: "NON CI PIACE LA SUA STRATEGIA. ABBIAMO L'IMPRESSIONE CHE..."

GENITORI CHIARA POGGI,STASI NON CI DISSE MAI 'NON L'HO UCCISA'

Giuseppe Poggi e Rita Preda - genitori di chiara poggi

(ANSA) - ROMA, 01 LUG - "Fino al suo arresto andavamo insieme al cimitero. Mi aspettavo sempre che ci dicesse: mi stanno indagando ma non ho ucciso Chiara. Invece non lo diceva mai. Era strano". A dirlo, in un'intervista al Fatto Quotidiano, Giuseppe Poggi, il papà di Chiara uccisa a Garlasco 18 anni fa. Che aggiunge: "Noi non lo abbiamo mai chiamato 'assassino'.

 

Quanto alle nuove indagini dice: "Verifichino tutto così non riaprono di nuovo l'indagine tra qualche anno. Non è che noi non vogliamo la verità. Per noi la verità è quella stabilita dalla legge". Poi spiega: "Noi in TV ci andiamo solo per difenderci, per smentire le bugie. Come le foto della montagna, le abbiamo dovute cercare e darle alla TV per dimostrare che Marco quel giorno fosse con noi".

 

droni fuori dalla villetta di garlasco in cui fu uccisa chiara poggi

Mentre Rita, la mamma di Chiara, spiega: "L'albergatore che avrebbe detto che Marco quell'anno non era con noi in realtà ci ha affittato la stessa stanza per 10 anni. E Marco c'era sempre, fino al 2005 anche Chiara. Ma poi ha detto a 'Giallo' che si ricorda che quando è arrivata la telefonata dei carabinieri, io ero in piscina. Ma io ero a San Vigilio di Marebbe!".

 

"Vorremmo un po' più di silenzio - aggiunge - noi da marzo siamo stati catapultati in una situazione perfino peggiore di quella di 18 anni fa. Spero che finisca tutto". E Giuseppe sottolinea: "A me gli innocentisti stanno bene, ma c'è modo e modo di sostenere l'innocenza di Stasi. Quando per salvare lui metti in mezzo altre persone, tra cui mio figlio, le sbatti in prima pagina e gli rovini la vita, cosa stai facendo? Assolvi lui e ne condanni altri cinque?".

 

GARLASCO, I POGGI: «LA “DOPPIA VITA” DI CHIARA, LE ACCUSE A MARCO, IL RISARCIMENTO: ECCO PERCHÉ VORREMMO SILENZIO»

Estratto dell’articolo di Alessandro D’Amato per www.open.online

 

Giuseppe Poggi e Rita Preda - genitori di chiara poggi

La figlia Chiara uccisa nel villino di via Pascoli a Garlasco. E il figlio Marco accusato sui social network di essere assassino o complice. Giuseppe Poggi e Rita Preda parlano oggi in un’intervista al Fatto Quotidiano firmata da Selvaggia Lucarelli. Partono dall’ultima accusa: ovvero quella di aver fornito un alibi falso al figlio nel giorno dell’omicidio della figlia.

 

Secondo il settimanale Giallo Marco Poggi non era in hotel con i genitori a Falzes in Trentino. Loro hanno consegnato ai media le foto-ricordo che lo ritraggono per smentire. E accusano: «Sono arrivati ad accusare nostro figlio di aver ucciso la sorella. Ma Alberto Stasi non ci ha mai detto “io non l’ho uccisa”».

 

La lettera dell’albergatore

MARCO POGGI - ANDREA SEMPIO - ANGELA TACCIA

Al Fatto i Poggi mostrano anche una lettera del 31 agosto 2007. La firmava Arthur Mutschlechner, il proprietario del rifugio “Fodara Vedla” sulle Dolomiti in cui Giuseppe e Marco Poggi, il giorno della tragedia, attesero il soccorso alpino. L’uomo ricorda «gli occhi di un marito e un figlio in pena per la salute della mamma e moglie, non ancora consapevoli della dolorosa notizia che sarebbe stata comunicata loro poco dopo».

 

La lettera, spiega Giuseppe Poggi, «dimostra che io e Marco quel giorno eravamo insieme in montagna con amici. Eravamo saliti fino a Croda del Becco, poi scesi giù superando il rifugio Biella, i telefoni non prendevano. Nel frattempo mia moglie aveva saputo della morte di Chiara e tentava di mettersi in contatto con noi». [...]

 

Alberto Stasi con Rita Preda, Giuseppe e Marco Poggi (alle loro spalle Ermanno Cappa, padre delle gemelle Paola e Stefania

«Poi il soccorso alpino ci ha presi, ho chiamato subito Rita e mi ha detto che Chiara era morta. “È caduta in casa lungo la scala” ci avevano raccontato», conclude Giuseppe. Il quale dice che le accuse al figlio Marco sono la conseguenza di «giornalisti che sono mele marce. A me gli innocentisti stanno bene, ma c’è modo e modo di sostenere l’innocenza di Stasi.

 

Quando per salvare lui metti in mezzo altre persone, tra cui mio figlio, le sbatti in prima pagina e gli rovini la vita, cosa stai facendo? Assolvi lui e ne condanni altri cinque? Perché ora stanno dicendo che sono venuti in cinque a uccidere Chiara eh…Ho perso il conto». Mentre l’albergatore «che avrebbe detto che Marco quell’anno non era con noi, in realtà ci ha affittato la stessa stanza per 10 anni. E Marco c’era sempre, fino al 2005 anche Chiara».

 

La doppia vita di Chiara

SETTIMANALE GIALLO - MARCO POGGI NON ERA IN ALBERGO CON I GENITORI IL 13 AGOSTO 2007

Lucarelli ricorda che gli avvocati di Stasi hanno parlato di possibili doppie vite di Chiara. «Quello che mi stupiva era che Alberto consentisse loro di dire quelle cose. Soprattutto nell’appello bis, quando l’avvocata Bocellari fece una requisitoria per cui perfino il giudice poi la richiamò per la cattiveria con cui parlava di Chiara», dice Giuseppe.

 

Fino al suo arresto, ricorda il padre di Chiara, «andavamo insieme al cimitero. Mi aspettavo sempre che ci dicesse: ‘Mi stanno indagando, ma non ho ucciso Chiara’. Invece non lo diceva mai. Era strano. Che poi a proposito di cose strane, oggi stanno dicendo che Sempio è un assassino per tre telefonate di pochi secondi quella mattina, ma Stasi che ha fatto tutte quelle telefonate dalle 10 alle 13, allora? Chiara non rispondeva e lui non è andato a vedere cosa fosse successo per ore! E della bicicletta nera di cui Stasi non ha parlato? Di queste cose De Rensis non vuole discutere in tv».

 

L’avvocato De Rensis

SOPRALLUOGO DEI CARABINIERI DEL RIS ALLA VILLETTA DI GARLASCO DEI POGGI

Giuseppe Poggi punta il dito contro l’avvocato di Stasi Giuseppe De Rensis e sulle Iene. Poi precisa: «Non è che noi non vogliamo la verità. Per noi la verità è quella stabilita dalla legge». E Rita: «Non ce lo ha detto solo la legge, noi abbiamo seguito tutti i processi. Sappiamo come si è arrivati alla condanna».

 

E ancora: «Dicono che la procura abbia in mano qualcosa, ma per ora di nuovo non vedo niente. Magari hanno qualcosa che non sappiamo». Poi c’è Massimo Lovati, avvocato di Sempio, che parla di un sicario che ha ucciso Chiara Poggi: «La sua strategia non mi piace. Ho l’impressione che lui creda che se dice che Stasi è innocente, lascino in pace anche Sempio».

 

L’ex maresciallo Marchetto

MASSIMO LOVATI A QUARTO GRADO

Infine c’è l’ex maresciallo Marchetto, che depistò e che parla di indagini fatte male: lui deve ancora dei soldi ai Poggi. «Non ce li ha ancora dati… ma lasciamo stare. Punta sulle gemelle, dice sempre che bisogna indagare a 360 gradi… Per ora mi sembra che la procura indaghi a 180. Sono andati a prendere Marco, sono andati a perquisire gli amici di mio figlio… Forse potrebbero sentire gli amici di Stasi», dice Giuseppe.

 

Il risarcimento

C’è chi dice che i Poggi non vogliano l’innocenza di Stasi perché poi dovrebbero restituire il risarcimento. Giuseppe sfata la pista: «Non abbiamo neanche chiesto tutto il risarcimento ma molto meno, noi non volevamo rovinare i signori Stasi. A oggi abbiamo avuto circa la metà della cifra con cui abbiamo pagato avvocati e altro. Il resto è rateizzato e non lo vedremo mai da vivi, ma non ci importa.

 

rifiuti e oggetti trovati a casa di chiara poggi dopo l'omicidio

E se dovremo restituire tutto, lo restituiremo». L’ultimo appello è per i giornalisti: «Vorremmo un po’ più di silenzio, noi da marzo siamo stati catapultati in una situazione perfino peggiore di quella di 18 anni fa. Spero che finisca tutto presto, abbiamo diritto a vivere tranquilli».

MARCO POGGI

Rita Preda e Giuseppe Poggi - genitori di chiara poggi

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…