T'AMO PIO BOVI - QUESTA MUSICA NON MI E' NUOVA: CACCIA AL PLAGIO - CHI COPIA CHI NELLA STORIA DELLA MUSICA POP? TUTTI, LE NOTE SONO SOLE SETTE - SANREMO COPIONI.
Estratto da "ANCHE MOZART COPIAVA - Cover, somiglianze, plagi, cloni" di Michele Bovi - Auditorium Edizioni
Il Festival di Sanremo nelle sue ultime edizioni ha visto nascere ed alimentarsi una gara nella gara. A quella canora si è aggiunta quella della caccia al plagio: una pratica che appassiona non soltanto i professionisti al seguito della manifestazione (musicisti, discografici, giornalisti specializzati) ma anche una sempre più vasta fascia di radioascoltatori e telespettatori che si divertono a segnalare a quotidiani, rubriche televisive, siti internet, le somiglianze - vere e presunte - dei brani in passerella con composizioni già esistenti.
"La caccia al plagio per molti è un gioco, per altri è un interesse preciso - dice l'avvocato Giorgio Assumma - Ho seguito di persona numerose edizioni del Festival perché incaricato da diversi editori di tutelare le loro opere. Sono due le insidie principali: la denuncia di plagio, finalizzata a concorrere alla spartizione dei diritti-profitti, e la contestazione di brano non inedito, ovvero già eseguito in pubblico in precedente occasione, diretta ad invalidare la partecipazione alla gara che per regolamento ospita esclusivamente brani inediti".
Insomma il Festival di Sanremo molto prima che si sviluppasse questa sorta di sport per appassionati di musica leggera era già bersaglio consueto di denunce da parte di autori che si ritenevano vittime di plagi.
Il primo esposto risale al 1953 : Sanremo è al suo terzo anno di vita. Contro "Tamburino del reggimento" (Deani), cantata da Gino Latilla e Giorgio Consolini, si scagliano gli autori di "Sagra di Giarabub" (Ruccione-De Torres-Simeoni).
Il boom del disco esplode nel 1958 con Domenico Modugno e la sua "Nel blu dipinto di blu". Un anno dopo, Sanremo 1959, Modugno fa il bis con "Piove". Nel 1960 è Renato Rascel ad aggiudicarsi il Festival, con "Romantica". Sia "Piove" che "Romantica" subiscono denunce per plagio. I testi di ambedue le canzoni portano la firma di uno fra i più poliedrici autori italiani, scomparso all'inizio del 2004: Dino Verde
"A quell'epoca denunciare per plagio la canzone vincitrice di Sanremo era un investimento, spregiudicato ma redditizio - ha raccontato Dino Verde - Il brano che si piazzava tra i primi tre posti in classifica rendeva moltissimo, perché oltre ad essere eseguito secondo il regolamento di allora da due diversi interpreti, veniva poi inciso da tutti gli altri concorrenti. Pertanto gli editori piuttosto che affrontare una causa per plagio che poteva congelare il flusso di denaro derivante dai diritti, preferivano tagliar corto proponendo al denunciante un risarcimento soddisfacente a prescindere dalla fondatezza del reclamo. Nel 1959 Modugno ed io fummo denunciati da un cantautore di nome Enzo Aita che aveva inciso una canzone con lo stesso titolo della nostra nel lontano 1936. Quella "Piove" aveva venduto pochissime copie già allora. Ma Aita, 23 anni dopo, sosteneva che l'omonimia lo stava danneggiando, perché tutti coloro che in un negozio di dischi andavano ad acquistare la sua canzone ricevevano per errore la nostra. La storia non stava in piedi, eppure gli editori scelsero la via della transazione economica, pur di toglierselo di torno. L'anno dopo altro Festival, altra vittoria ed altra denuncia. Protagonista un medico veterinario con l'hobby della composizione: asseriva che la linea melodica di "Romantica" era stata copiata da una sua canzone mai pubblicata, dal titolo "Angiulella". Una prima sentenza gli dette addirittura ragione e
Un particolare tutt'altro che trascurabile della causa di "Romantica" riguarda la straordinaria autorevolezza dei periti. L'esperto nominato da Nicola Festa, il denunciante, era uno dei compositori più importanti del melodramma italiano, Ildebrando Pizzetti. Il perito di Rascel un'autentica superstar: Igor Stravinsky.
Nel 1963 nel mirino finisce nuovamente il vincitore del Festival, Tony Renis (che esegue il pezzo in coppia con Emilio Pericoli): la sua canzone "Uno per tutte" (Renis-Mogol-Testa) secondo i firmatari dell'esposto somiglia troppo ad altri due brani "Noi siam quelli dello sci-sci" (Frustaci-Garinei) e "Silenzioso slow: abbassa la tua radio" (D'Anzi-Bracchi).
Nel 1970 "Pa' diglielo a ma'" (Fontana-Gigli-Migliacci) eseguita da Rosalino Cellamare (futuro Ron) e da Nada, stando all'accusa, somiglia a "Fogli di quaderno" (Intra-Boldrini) un pezzo del 1969 del complesso beat I Califfi.
Nello stesso anno prende corpo una delle rare cause per plagio che hanno premiato il denunciante. L'azione viene intrapresa da una signora di Gualdo Tadino, Maria Pia Donati Minelli, insegnante di lettere e musicista per diletto, contro il brano portato al festival da Antoine ed Anna Identici: "Taxi", firmato da Mario Panzeri, Daniele Pace, Corrado Conti e Gianni Argenio. L'autrice sostiene che la canzone è identica ad un pezzo da lei scritto nel 1948, depositato con il titolo di "Valzer brillante" e più volte eseguito da diversi artisti in concorsi canori in giro per l'Italia. I giudici le danno ragione in pretura, in tribunale ed in corte d'appello. "La causa è durata ben quattordici anni - racconta Maria Pia Donati Minelli - nel corso dei quali almeno un paio di volte la controparte ha proposto transazioni che ho rifiutato. Volevo a tutti i costi il pieno riconoscimento del plagio. Così è andata e sono stata risarcita nel 1984 con centodieci milioni, oltre al saldo delle spese sostenute in tutti quegli anni di processi".
Nel
Nel 1987 sotto accusa cade "Pigramente signora" scritta e cantata da Patty Pravo: somiglia a "To the morning" (1972) del musicista statunitense Dan Fogelberg. Nella stessa edizione il compositore Antonio Cocchini giura che il ritornello di "Canto per te" (Eliop-De Sanctis-Miro) di Flavia Fortunato è gemello di un suo brano registrato alla SIAE nel 1979 e il compositore napoletano Bruno Lanza (popolare sotto il Vesuvio per essere l'autore di "Maradona è meglio 'e Pelé", l'inno ufficiale del calcio partenopeo per il calciatore argentino) denuncia Nino Bonocore, per non averlo citato nei crediti del suo brano "Rosanna".
Nel 1992 la canzone vincitrice nel girone Novità , "Non amarmi" (Baldi-Albini-Falagiani), eseguita da Aleandro Baldi e Francesca Alotta, viene accusata di essere la copia di "Se finisce qui" (Francesco Oliviero), ma somiglia ancora di più a "The winner takes it all" (Anderson-Ulvaeus, 1980) degli Abba.
Nel 1995 vince Giorgia, con "Come saprei" (Cogliati-Ramazzotti-Todrani-Tosetto). L'accusa: somiglia alla colonna sonora del fim "Aladdin" (Menken). Nella stessa edizione un esposto per plagio colpisce anche la canzone di Massimo Ranieri, "La vestaglia"(Marrocchi-Artegiani), per la somiglianza con "Un'ora insieme a te" della cantante toscana Giovanna. In realtà il brano di Ranieri ricorda sicuramente - per melodia ed atmosfera - un successo di Charles Aznavour: "Tu t' laisses aller", tradotto nel 1970 da Giorgio Calabrese in "Ti lasci andare".
Sempre l'edizione del 1995 registra altre due accuse di plagio: "Gente come noi" (Spagna-Valsiglio) di Ivana Spagna, ritenuta troppo simile a "Last Christmas" degli inglesi Wham! e "Dentro di me"(Riva-Civaschi) cantata da Mara. Questo secondo caso sfiora il paradosso: i discografici della cantante annunciano di essere destinatari di una denuncia per plagio del cantautore Mario Castelnuovo che in un primo momento era stato incaricato di comporre il brano sanremese per Mara. Ma Castelnuovo smentisce e disconosce anzi radicalmente quella canzone che a suo giudizio non ha più nulla a che spartire con il suo progetto originario.
Nel 1996 la canzone vincitrice "Vorrei incontrarti tra cent'anni", scritta da Ron ed eseguita dall'autore assieme a Tosca viene sbeffeggiata per via del testo, che si richiama ad opere di William Shakespeare. All'atto della premiazione nessuno se ne accorge. Ma sette mesi dopo il Corriere della Sera denuncia il plagio dei sonetti intitolati "Lascia che quelli" e "Quando deciderai", pubblicati per la prima volta nel 1609. Questa la sequenza incriminata: Shakespeare scrive "Combatterò dalla tua parte / (...) tale è il mio amore / (...) che per il tuo bene / mi accollerò ogni male"; il cantautore risponde così: "Combatterò dalla tua parte / perché tale è il mio amore / che per il tuo bene / sopporterei ogni male...". E se il poeta continua, scrivendo: "E dunque felice me / che amo e sono amato / da chi non posso cancellare / e cancellarmi non può", Ron
non è da meno e intona: "Sarò felice in mezzo al vento / perché amo e sono amato / da te che non puoi cancellarmi / e cancellarti non posso". La cosa finisce nel motteggio ironico ("In fondo - commenta Tosca, che ha duettato con Ron sul palco dell'Ariston - meglio Shakespeare che Peppino
Resta casomai qualche ombra sulla validità della vittoria sanremese. Il regolamento del Festival, infatti, ammette alla gara canzoni del tutto inedite, sia nella partitura musicale che relativamente al testo.
Nel 1997 tocca ai Jalisse: vincono Sanremo ma finiscono sotto la video-gogna di "Striscia la notizia", perché la loro "Fiumi di parole" (Ricci-Di Domenico-Drusian)
somiglia a "Listen to your heart" (Gessle-Persson, 1989) degli svedesi Roxette.
Nella stessa edizione Gianni Bella denuncia "Laura non c'è" (Neviani-Varini-De Sanctis) di Nek, che ritiene identica nell'attacco al suo cavallo di battaglia del 1974 "Più ci penso".
Nel 2001 è ancora il programma di Antonio Ricci a vestire i panni del pubblico ministero, con due denunce: la prima contro la canzone dei Sottotono "Mezze verità" (Dagani-Cellamaro), simile a "Bye,bye,bye" eseguita un anno prima dai N'Sync; la seconda contro Syria per "Fantasticamenteamore", scritta da Biagio Antonacci, per affinità melodiche con "Sì, viaggiare" (1977) di Lucio Battisti. In verità il brano di Syria somiglia sorprendentemente a "Wait for the magic" (Urbanos, 1994) di Al Jarreau.
Nell'edizione 2002 nel mirino di "Striscia" finiscono tre canzoni: in testa "Primavera a Sarajevo" di Enrico Ruggeri, accostata a "'O sarracino" (1958) di Renato Carosone; le altre due segnalazioni sono ancorpiù azzeccate: "Tracce di te" di Francesco Renga ricorda sicuramente la melodia di "Due grosse lacrime bianche" (Soffici-Daiano, 1969) e di "I'll be there" (Gordy-Davis-Hutch-West, 1971) che il programma attribuisce a Michael Jackson (per l'esattezza il pezzo fu inciso dai Jackson 5); così come "Ora che ho bisogno di te"(Berlincioni-Tosetto-Leali) eseguita dalla coppia Fausto Leali-Luisa Corna somiglia effettivamente a "Do that to me one more time" scritta ed interpretata nel 1979 dal duo americano Captain & Tennille.
Sfuggono però agli autori della trasmissione di Canale 5 gli autentici riferimenti originari delle due canzoni, alle quali gli stessi compositori dei brani citati come fonti si erano a loro volta verosimilmente ispirati: "Tracce di te", "Due grosse lacrime bianche" e "I'll be there" discendono infatti tutti da una pietra miliare melodico-armonica creata nel 1955 da Gilbert Becaud , "Je t'appartiens" , divenuta successivamente con il titolo inglese "Let it be me" un successo di numerosi cantanti, dagli Everly Brothers a Cher, da Elvis Presley a Bob Dylan, da James Brown a Sam & Dave, fino agli italiani New Trolls e perfino Gino Paoli in coppia con Ricky Gianco (con il titolo "Come un bambino"). Mentre sia "Ora ho bisogno di te" che "Do that to me one more time" nascono dalla strofa di "Magic moments" (Bacharach-David, 1956) di Perry Como.
Ma la storia di Sanremo è ricca di altre somiglianze fra brani, non rimarcate da istanze giudiziarie o telegiornali satirici, ma non per questo meno confutabili.
Nel 1963 Cocki Mazzetti canta "Giovane giovane" (Donaggio-Testa) che ricorda "Prendi una matita" scritta un anno prima da Pino Massara e Mogol per Mina.
1965: vince Bobby Solo con "Se piangi, se ridi" un brano composto dal cantante romano assieme a Gianni Marchetti e a Mogol. La compromettente influenza che Elvis Presley esercita su Bobby affiora anche in questa circostanza: la canzone somiglia a "It hurts me" (Byers-Daniels) incisa pochi mesi prima dal re del rock & roll.
A Sanremo 1966 Caterina Caselli canta un brano destinato a diventare un evergreen, "Nessuno mi può giudicare": è firmato da Mario Panzeri, Daniele Pace e i due parolieri del Clan di Celentano, Luciano Beretta e Miki Del Prete. Ma alla composizione lavora soprattutto Lorenzo Pilat, che fa parte del Clan con lo pseudonimo Pilade e che con Pace e Panzeri formerà in seguito un trio di autori di solida popolarità. Ed è proprio Pilat a confessare oggi che la canzone della Caselli nacque copiando l'inizio di "Fenesta ca' lucive", pezzo storico del repertorio napoletano attribuito al compositore catanese Vincenzo Bellini (1801-1835). Una curiosità: l'attacco di "Fenesta ca' lucive" si ritrova anche nel poema sinfonico "Moldava" composto dal violinista cecoslovacco Bedrich Smetana nel 1874; insomma, Pilat può risparmiarsi eventuali sensi di colpa: c'è chi ha copiato la "Fenesta" molto prima di lui.
Nell'edizione 1967 Don Backy propone (in coppia con Johnny Dorelli) "L'immensità": le prime battute ricordano nitidamente un successo dell'inglese Alan Price: "I put a spell on you" (Hawkins, 1966). Nella stessa edizione il francese Antoine, per molti anni beniamino del pubblico italiano, ottiene uno straordinario successo personale con il brano "Pietre", scritto da Ricky Gianco e Gian Pieretti, che somiglia parecchio ad una canzone di Bob Dylan, "Rainy day women 12 & 35" (1966). L'anno dopo Antoine porta a Sanremo "La tramontana", firmata Pace-Panzeri: il ritornello è identico a quello di "Eddy" un brano scritto ed eseguito due lustri prima dal trombettista Gastone Parigi.
Nel 1970 la canzone-protesta di Adriano Celentano "Chi non lavora non fa l'amore" (Celentano-Beretta-Del Prete) ricorda "Give peace a chance" (1969) dell'ex beatle John Lennon.
Sanremo 1981: "Roma spogliata" di Luca Barbarossa somiglia a "Cavalli alati" (Foresi-Longo) canzone del Festivalbar 1979 eseguita da Alberto Cheli.
Tiziana Rivale vince il festival del 1983 con "Sarà quel che sarà" (Ferri-Fabrizio): il ritornello somiglia al refrain della colonna sonora del film "Ufficiale e gentiluomo", s'intitola "Up where we belong" (Nitzsche-Jennings-Sainte Marie, 1982) ed è eseguito da Joe Cocker e Jennifer Warnes.
Ancora 1983 :"Vacanze romane"(Golzi-Marrale) dei Matia Bazar sembra ispirata a "Sentimental" (Frustaci) canzone maestra di Wanda Osiris nella rivista musicale di Garinei e Giovannini "Grand Hotel"(1948).
Sempre 1983: "Margherita non lo sa" (Avogadro-Prudente) cantata da Dori Ghezzi ricorda "Johnny & Mary" (1980) di Robert Palmer.
I Ricchi e Poveri si aggiudicano l'edizione 1985 con "Se m'innamoro" (Farina-Minellono) che somiglia ad un brano scritto da Paul Anka nel 1971 per Tom Jones, "She's a lady".
Ancora 1985: la melodia del ritornello della canzone di Zucchero, "Donne", sembra risalire a "Gelosa cara" (1980) di Lucio Battisti.
Sempre 1985: "Una storia importante" (Ramazzotti-Cassano-Cogliati) di Eros Ramazzotti ricorda "Like a hurricane" (1975) di Neil Young.
Nel 1987 vince il trio Morandi-Ruggeri-Tozzi con "Si può dare di più": la musica è firmata da Umberto Tozzi con Raf, ma il giro di accordi delle strofe è sfruttatissimo e il ritornello ricalca "Are you lonesome tonight" (Handman-Turk, 1960) di Elvis Presley.
Tozzi torna a Sanremo nel 1991 con "Gli altri siamo noi" scritta assieme a Bigazzi: il brano ricorda "La voglia di sognare" (Lopez-Vistarini) cantata da Ornella Vanoni nel 1974.
Grazia Di Michele a Sanremo nel 1990 canta un suo brano, "Io e mio padre": somiglia a "Hungry like the wolf" (1982) firmata ed eseguita dai Duran Duran.
Nell'edizione 1991 trionfa Riccardo Cocciante con "Se stiamo insieme ci sarà un perché": nel ritornello sembra di riascoltare le note della colonna sonora che Franco Micalizzi compose nel 1973 per "L'ultima neve di primavera".
Nel 1993 Mia Martini e la sorella Loredana Berté cantano "Stiamo come stiamo" (Piccoli-Berté): un brano che appare influenzato da "Una notte in Italia" (1986) di Ivano Fossati.
Giorgia a Sanremo 1994 canta "E poi" (Todrani-Calabrese-Rinalduzzi): somiglia a "E non si finisce mai" (Cogliati-Cassano) che Dori Ghezzi propose sullo stesso palcoscenico sanremese nel 1987.
Nel 1997 Patty Pravo vince Sanremo con "E dimmi che non vuoi morire" scritta da Vasco Rossi. Il passaggio più suggestivo della canzone è lo stesso di un brano eseguito esattamente 30 anni prima dagli americani Association : "Never my love" (Addrisi).
Ancora Sanremo 1997: "Senza tu", la canzone di Francesco Baccini rivela senza dubbio l'eredità di un successo del 1961 di Elvis Presley, "Can't help falling in love with you" (Wess-Peretti-Creatore).
Terza somiglianza del 1997, il brano scritto da Claudio Mattone per Syria "Sei tu": ricorda in parte "E quel giorno non mi perderai più" (Berlincioni-Fasano) eseguita otto anni prima fra le proposte sanremesi da Franco Fasano, in parte "Sheriff" (Guido e Maurizio De Angelis, 1979) la colonna sonora del film "Uno sceriffo extraterrestre" cantata dagli Oliver Onions.
Nell'edizione 2000 spiccano cinque somiglianze : "Un giorno senza fine" scritta ed eseguita da Fabrizio Moro con "Va bene, va bene cosi'" (1984) di Vasco Rossi; "Con il tuo nome" scritta e cantata da Spagna con "Song instead of a kiss"(Myles-Simmonds-Priest, 1992) di Alannah Myles; "Brivido caldo" (Cassano-Golzi)
dei Matia Bazar con "I've seen that face before - Libertango" (Piazzolla-Teynolds-Wilkey-Delon, 1981) di Grace Jones ; "Che giorno sarà" scritta e cantata da Alfonso Maria Parente con "Smells like teen spirits" (Kurt Cobain, 1991) dei Nirvana e "In bianco e nero" di Carmen Consoli, che ricorda la versione mix di "My ever changing moods" (Weller, 1986) degli Style Council.
A Sanremo 2001 anche Gianni Bella, abituale bersaglio di saccheggi, scivola nei ricordi: il passaggio armonico che regala un guizzo alla sua "Il profumo del mare" è stato scritto e cantato nel 1962 da Otis Redding in "These arms of mine".
Sempre 2001: "Tu che ne sai"(D'Alessio-D'Agostino) di Gigi D'Alessio ricorda un po' "Uomini persi" (1985) di Claudio Baglioni e un po' "Circle of life"(1994) di Elton John.
Nella stessa edizione i Gazosa si affermano tra le nuove proposte con "Stai con me (forever)" (Borzi-Caterini-Nasuti): sono troppo giovani per conoscere i Led Zeppelin ed apprezzare le similitudini fra il loro pezzo e "Kashmir", scritto nel 1975 da Robert Plant e Jimmy Page.
Sanremo 2002: "Salirò" di Daniele Silvestri ricorda "Che cosa ti farei" (Besquet-Minellono, 1979) di Adriano Celentano; "Casa mia" dei Timoria somiglia a "While my guitar gently weeps" composta nel 1968 dal beatle George Harrison. Altre affinità si riscontrano nel brano delle Lollipop "Batte forte" (Rana-Giorgini-Blescia) con "I will survive" (Fekaris-Perren, 1979) di Gloria Gaynor, in quello di Nino D'Angelo, "Marì"(D'Angelo-Tortora-Leon), che comincia con la frase armonico-ritmica di "Sinué" (Esposito-Licastro-Di Franco) proposta a Sanremo nel 1987 da Tony Esposito, ed in "Fotografia" (Novi-Pilato-Serafini-Dionigi-Monticelli) dei 78 Bit che ripropone l'atmosfera di "Se ci sarai" dei Lunapop..
Dagospia 03 Dicembre 2004