IL PEGGIO DI NOVELLA 2000 - MARZO 1976, SCOCCA L'ORA FATALE DI PADRE ELIGIO, DETTO DOM PERIGNON - CHAMPAGNE E MUTANDE ROSSE, DALLA PARROCCHIA ALLA PACCHIA, COINVOLGENDO GIANNI RIVERA, PER FINIRE POI IN GALERA PER 33 GIORNI.
Da Novella 2000
Marzo 1976. Novella pubblica una serie di articoli dedicati a Padre Eligio (all'anagrafe Angelo Gelmini), allora consigliere spirituale del Milan, con il compito di sostenere gli 11 calciatori nei momenti di crisi o depressione.A ricordare che bizzarro personaggio fosse, sottolineiamo la sua
filosofia di vita, o meglio, quella che gli avevano attribuito i giornali del tempo: "piatto ricco (o vecchio ricco) mi ci ficco". Come dire, dove c'erano quattrini c'era anche lui.
Peligio, come lo chiamavano gli intimi, o Dom Perignon, come lo soprannominavano quelli che invece lo detestavano, aveva sempre avuto uno spiccato gusto per le belle donne, cui pizzicava il didietro in pubblico senza pudori, il lusso sfrenato, le fuoriserie (sfrecciava
al volante di Mercedes, Jaguar, Bmw), i vestiti eccentrici. Non era raro, per esempio, vederlo arrivare di notte a una festa, in mutande rosse e stivaletti.
Padre Eligio fu abilissimo a coinvolgere nei suoi "traffici" vari personaggi famosi e della nobiltà. Amico personale del "golden-boy" rossonero dell'epoca, Gianni Rivera, lo tirò in un pasticciaccio economico che vedeva implicato anche un sedicente finanziere napoletano, Franco Ambrosio, detto "o' guaglione d'oro" (personaggio che già in precedenza era finito in galera per tentata truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico). Il trio Eligio-Rivera-Ambrosio fu al centro di un'inchiesta relativa alla società Ata, che aveva agito illegalmente. Rivera ne era presidente e Padre Eligio consigliere. Di quel periodo si ricordano le feste spendaccione nella villa a Portofino di Ambrosio (le cui porte avevano le maniglie d'oro), con fiumi di champagne, aragoste, caviale e ciondoli d'oro per le signore del jet set, fatti arrivare da un gioielliere amico del padrone di casa.I loschi traffici della Ata portarono padre Eligio in prigione per 33 giorni (il capo di imputazione per lui fu truffa e tentata estorsione). Gianni Rivera, invece, se la cavò, poiché le sue mansioni nella Ata erano solo "rappresentative".
Sempre nel 1976, Novella si occupò anche di un 'altra disavventura giudiziaria di padre Eligio, quella con il conte Lodovico Gallarati Scotti. Il nobile aveva concesso gratuitamente al frate (e per ben 12 anni) l'uso del suo castello di Cozzo Lomellina (Pavia), convinto che sarebbe servito per sponsorizzare le attività delle associazioni "benefiche" Mondo X e Telefono amico, fondate dal frate. Appurato che nel maniero si svolgevano solo party per il "belmondo", il conte chiese di annullare il comodato d'uso (cioè il prestito) concesso al frate che però domandò che gli fossero pagate le spese di ristrutturazione che aveva sostenuto.
Mondo X e Telefono amico esistono ancora oggi e sono ospitate in splendide dimore patrizie in tutta Italia.Il religioso, che ha compiuto 74 anni il 31 luglio scorso, è ancora un personaggio di primo piano, ma non per il suo comportamento "scandaloso". Segue le attività di varie comunità per il recupero dei tossicodipendenti. La più famosa è a Cetona (Siena), si chiama la Frateria, e vi si svolgono anche ritiri spirituali.
Dagospia 26 Agosto 2005
Marzo 1976. Novella pubblica una serie di articoli dedicati a Padre Eligio (all'anagrafe Angelo Gelmini), allora consigliere spirituale del Milan, con il compito di sostenere gli 11 calciatori nei momenti di crisi o depressione.A ricordare che bizzarro personaggio fosse, sottolineiamo la sua
filosofia di vita, o meglio, quella che gli avevano attribuito i giornali del tempo: "piatto ricco (o vecchio ricco) mi ci ficco". Come dire, dove c'erano quattrini c'era anche lui.
Peligio, come lo chiamavano gli intimi, o Dom Perignon, come lo soprannominavano quelli che invece lo detestavano, aveva sempre avuto uno spiccato gusto per le belle donne, cui pizzicava il didietro in pubblico senza pudori, il lusso sfrenato, le fuoriserie (sfrecciava
al volante di Mercedes, Jaguar, Bmw), i vestiti eccentrici. Non era raro, per esempio, vederlo arrivare di notte a una festa, in mutande rosse e stivaletti.
Padre Eligio fu abilissimo a coinvolgere nei suoi "traffici" vari personaggi famosi e della nobiltà. Amico personale del "golden-boy" rossonero dell'epoca, Gianni Rivera, lo tirò in un pasticciaccio economico che vedeva implicato anche un sedicente finanziere napoletano, Franco Ambrosio, detto "o' guaglione d'oro" (personaggio che già in precedenza era finito in galera per tentata truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico). Il trio Eligio-Rivera-Ambrosio fu al centro di un'inchiesta relativa alla società Ata, che aveva agito illegalmente. Rivera ne era presidente e Padre Eligio consigliere. Di quel periodo si ricordano le feste spendaccione nella villa a Portofino di Ambrosio (le cui porte avevano le maniglie d'oro), con fiumi di champagne, aragoste, caviale e ciondoli d'oro per le signore del jet set, fatti arrivare da un gioielliere amico del padrone di casa.I loschi traffici della Ata portarono padre Eligio in prigione per 33 giorni (il capo di imputazione per lui fu truffa e tentata estorsione). Gianni Rivera, invece, se la cavò, poiché le sue mansioni nella Ata erano solo "rappresentative".
Sempre nel 1976, Novella si occupò anche di un 'altra disavventura giudiziaria di padre Eligio, quella con il conte Lodovico Gallarati Scotti. Il nobile aveva concesso gratuitamente al frate (e per ben 12 anni) l'uso del suo castello di Cozzo Lomellina (Pavia), convinto che sarebbe servito per sponsorizzare le attività delle associazioni "benefiche" Mondo X e Telefono amico, fondate dal frate. Appurato che nel maniero si svolgevano solo party per il "belmondo", il conte chiese di annullare il comodato d'uso (cioè il prestito) concesso al frate che però domandò che gli fossero pagate le spese di ristrutturazione che aveva sostenuto.
Mondo X e Telefono amico esistono ancora oggi e sono ospitate in splendide dimore patrizie in tutta Italia.Il religioso, che ha compiuto 74 anni il 31 luglio scorso, è ancora un personaggio di primo piano, ma non per il suo comportamento "scandaloso". Segue le attività di varie comunità per il recupero dei tossicodipendenti. La più famosa è a Cetona (Siena), si chiama la Frateria, e vi si svolgono anche ritiri spirituali.
Dagospia 26 Agosto 2005