ORE DISPERATE PER FAZIO, ORA D'ARIA PER FIORANI - IL BIVIO DI LUCA-LUCA
QUELLA MAZZETTA VIA SMS DA 1,5 MILIONI DA FIORANI A RUOZI (MEDIOLANUM)
A CENA A CASA BASSANINI-LANZILLOTTA - SE RIPA DI MEANA MOLLA RICUCCI
QUELLA MAZZETTA VIA SMS DA 1,5 MILIONI DA FIORANI A RUOZI (MEDIOLANUM)
A CENA A CASA BASSANINI-LANZILLOTTA - SE RIPA DI MEANA MOLLA RICUCCI
1 - IL BIVIO DI LUCA: LA FIAT LICENZIA, L'INDUSTRIA CROLLA E L'ITALIA DEI SERVIZI BUSSA ALLA PORTA
Ieri Luchino di Montezemolo era in gran forma e ha presentato il rapporto congiunturale del Centro studi di Confindustria con battute pesanti nei confronti della politica. "Il Paese è da ricostruire - ha detto Luca-Luca - perchè abbiamo avuto 20 anni di decisioni mancate". Ma dentro il corpo del presidente degli imprenditori continuano a scontrarsi due anime, quella manufatturiera che si porta addosso come presidente della Fiat (Il governo è contrario a concedere aiuti alla Fiat sulla mobilità e il Lingotto licenzia), e quella che non può ignorare la crescita dell'Italia dei servizi, fotografata anche nell'incontro di ieri da Roger Abravanel, responsabile in Italia di Mc Kinsey. E oggi in un articolo sul "Sole 24 Ore", Franco Locatelli parla della ricetta Mc Kinsey e della metamorfosi che l'economia del nostro Paese sta subendo mentre si allontana il peso dell'industria tradizionale. In realtà su questo tasto picchiano da un anno settori importanti di Confindustria che chiedono di avere più peso. L'ingresso di Sarmi (Poste), delle grandi multiutilities, l'insistenza quasi ossessiva di Alberto Tripi (presidente di Federcomin e di Fita) stanno lentamente spostando l'asse della rappresentanza nell'associazione di viale dell'Astronomia.
L'altra novità di ieri è rappresentata non solo dalla presenza all'incontro di Salvatore Rossi, economista di Bankitalia, ma dalla nomina di Sandro Trento a capo del Centro studi di Confindustria. Dopo l'abbandono dell'incarico da parte di Paolo Garonna che adesso lavora a Ginevra, si sentiva il bisogno di una rapida sostituzione anche perchè era chiaro che il vice di Garonna, Giulio De Caprariis, con tutta la buona volontà non ce la faceva da solo ad alimentare il think-tank degli industriali. Il nuovo capo ufficio studi ha 43 anni, è stato ricercatore a Yale e Standford e ha lavorato anche lui nel pensatoio della Banca d'Italia che Luca-Luca sta lentamente svuotando.
2 - ORE DISPERATE PER FAZIO, ORA D'ARIA PER FIORANI
L'orrore e il colore camminano insieme il giorno dopo l'arresto di Gianpiero Fiorani. L'orrore è dipinto sul volto dei lodigiani che hanno perso i soldi e il mito; il colore è nelle righe dei giornali e nei commenti maliziosi che cominciano a girare. Si distinguono i deputati di Forza Italia che dicono: "Il banchiere ha perso 15 kg e ha pianto tutta la notte...la Forleo è brava ma pazzarellona". E mentre il direttore del "Cittadino di Lodi" dichiara che "se Gianpiero ha fatto tutte quelle cose, per i lodigiani ormai Fiorani è un uomo morto", il "Riformista" assicura che il Governatore è impallidito alla notizia dell'arresto ed è sembrato davvero preoccupato per il proprio futuro. E' un po' difficile immaginare che il Governatore sia impallidito di fronte a una notizia che girava da quando Fiorani in ottobre ha cominciato a vuotare il sacco, ma certamente l'aria di dimissioni a via Nazionale è fitta come la nebbia della bassa Padana. Intanto dall'infermeria del carcere il ragioniere di Codogno, che non può parlare con gli altri compagni di merenda, parla con i giornalisti, mentre impara da un giovane detenuto le regole della prigione e dice che alla fine l'arresto è stato quasi un sollievo. "Qui mi trattano molto bene, sono professionali, attenti...devo cercare di stare sereno e concentrarmi...non ne potevo più di quell'attesa". E assicura che non legge nessun giornale. La sua pena è davvero dolce.
3 - LO SGUB DI DAGOSPIA
Se ne va un altro pezzo storico dell'Eni. A dispetto della secca smentita che il 25 novembre l'ufficio stampa aveva fatto sulla notizia anticipata da Dagospia che Luciano Sgubini, il capo di EniGas & Power, se ne sarebbe andato, ieri sono arrivate puntuali le dimissioni. Sgubini appartiene alla vecchia guardia del cane a sei zampe; è entrato nel 1968 in Agip e come ingegnere minerario ha consumato le scarpe in giro per il mondo sulla scia della politica che fu inaugurata da Enrico Mattei. La sua storia è un po' simile a quella di Guglielmo Moscato, un altro top manager (chiamato Guglielmo l'egiziano per il volto bruciato dal sole) che Franco Bernabè aveva saputo valorizzare. Al posto di Sgubini arriva Domenico Dispensa, presidente di Snam Rete Gas. Cadono quindi le voci che volevano per la successione l'ex manager Enel, Vincenzo Cannatelli.
4 - PREMIOPOLI A MILANO (BUORA TRISTE)
Oltre agli arresti e ai panettoni, a Milano abbondano i premi. Non c'è sera in cui in qualche albergo non si celebrino eventi mondani e fastosi con riconoscimenti eccellenti. Lunedì è stata la volta del premio all'innovazione organizzato dalla società Enterprise che cerca di fare bella figura spendendo quattrini a piene mani. Ieri sera al Principe di Savoia 160 ospiti hanno partecipato a un charity dinner che ha conferito un premio a protagonisti dell'industria e del commercio per le migliori performance dell'anno. L'iniziativa era promossa da "Milano Finanza" che ha distribuito una pioggia di riconoscimenti ad aziende come Luxottica, Campari, Eni, Enel, Erg e TelecomItalia. I top manager erano quasi tutti assenti, ad eccezione di Roberto Poli, presidente dell'Eni e di Carlo Buora, il numero uno di Pirelli e numero due di Tronchetti Provera. Era un po' triste Buora perchè quest'anno non potrà incassare il solito pacco di stock options, ma dovrà accontentarsi dei 3,4 milioni di euro di stipendio che l'avaro Tronchetti Provera gli ha riconosciuto.
5 - METTI UNA SERA A CENA A CASA DELLA COPPIA BASSANINI-LANZILLOTTA
Lui, ex ministro della Funzione Pubblica e in odore di dicastero nel governo Prodi, ha la pessima abitudine di telefonare sempre al suo amico Luigino Abete di lobby-continua con il quale ogni domenica si incontra al caffè delle Belle Arti di villa Borghese. Lei, donna Belinda-Lanzillotta, star della Margherita, si muove tra i fornelli e inventa ricette bolognesi e sufflè alla francese (i due hanno casa anche a Parigi) che una volta in tavola sono disastrosi. La cucina è piccola e spartana come quella in cui Amintore Fanfani dopo aver cenato con i sette figli e la moglie scriveva i suoi illeggibili trattati di economia. Grande invece e a volte violenta la discussione che quasi ogni sera si accende tra i due che aspirano entrambi a un ministero nel governo di Romano Prodi. Non è la "Guerra dei Roses", non ci sono gatti e lampadari schiacciati negli scontri, ma Linda-Belinda vuole per sé un ministero, quello dell'Innovazione, pieno di poteri, mentre Franco Bassanini ritiene che le attività dell'attuale Dipartimento dell'Innovazione debbano essere accorpate al ministero della Funzione Pubblica dove il candidato ideale non bisogna cercarlo fuori, perchè è già in cucina.
6 - SE RIPA DI MEANA MOLLA RICUCCI NEL LABIRINTO DELLA MAGISTE
Vittorio Ripa di Meana non è solo un grande avvocato, ma in queste ore è anche un grande incazzato. Il balletto di numeri e di società che Stefano Ricucci sta conducendo con gli advisor e con i consulenti finanziari (Vitale & Associati) rischia di finire entro 24 ore in una rottura clamorosa. L'ex odontotecnico e immobiliarista non ha finora offerto una ricostruzione completa dei conti della Magiste e non ha alcuna intenzione di trasferire da Lussemburgo il cuore delle sue attività finanziarie. Per di più c'è la storia pasticciata della cessione dell'immobile di via Lima al pasticciere di Messina, Bignè-Billè, nella quale Ripa di Meana e gli altri avvocati stanno cercando di raccapezzarsi. Qualcuno con malizia comincia a dire che se l'avvocato romano mollerà il suo cliente saranno dolori.
7 - QUELLA MAZZETTA VIA SMS DA 1,5 MIL. DA FIORANI A RUOZI (MEDIOLANUM)
Dalle 52 pagine dell'ordinanza che ha portato all'arresto del banchiere di Lodi salta fuori un episodio curioso che chiama in causa un personaggio insospettabile. E' il "Corriere della Sera" a riferirlo, e riguarda una mazzetta da 1,5 milioni che sarebbe stata ordinata da Fiorani con un messaggino telefonico. Il disinvolto capo della Popolare avrebbe ordinato - così dice la testimonianza di Donato Patrini, dirigente della banca - di trasferire la somma da un conto denominato "Strozzi" a Bipielle Suisse. L'sms è partito il 21 novembre 2001 alle ore 16,16 e il diligente dirigente non l'ha mai cancellato conservando il messaggino sulla sim card ("per mia cautela"). Destinatario nientepopodimenoche un nome celebre a Milano, Roberto Ruozi, economista modesto, nato a Biella nel 1939, rettore della Bocconi dal '95 al 2000, e pieno di incarichi prestigiosi. E' stato presidente del Touring Club e del Piccolo Teatro, ha ricevuto la medaglia d'oro dei Benemeriti dal comune di Milano, e oltre ad essere molto vicino a Bankitalia, ha ricoperto l'incarico di consigliere di Mediaset. Oggi è presidente di Mediolanum, la compagnia assicuratrice presieduta da Ennio Doris, l'uomo berlusconiano che in televisione fa i cerchi nella sabbia con la bacchetta del rabdomante.
Dagospia 15 Dicembre 2005
Ieri Luchino di Montezemolo era in gran forma e ha presentato il rapporto congiunturale del Centro studi di Confindustria con battute pesanti nei confronti della politica. "Il Paese è da ricostruire - ha detto Luca-Luca - perchè abbiamo avuto 20 anni di decisioni mancate". Ma dentro il corpo del presidente degli imprenditori continuano a scontrarsi due anime, quella manufatturiera che si porta addosso come presidente della Fiat (Il governo è contrario a concedere aiuti alla Fiat sulla mobilità e il Lingotto licenzia), e quella che non può ignorare la crescita dell'Italia dei servizi, fotografata anche nell'incontro di ieri da Roger Abravanel, responsabile in Italia di Mc Kinsey. E oggi in un articolo sul "Sole 24 Ore", Franco Locatelli parla della ricetta Mc Kinsey e della metamorfosi che l'economia del nostro Paese sta subendo mentre si allontana il peso dell'industria tradizionale. In realtà su questo tasto picchiano da un anno settori importanti di Confindustria che chiedono di avere più peso. L'ingresso di Sarmi (Poste), delle grandi multiutilities, l'insistenza quasi ossessiva di Alberto Tripi (presidente di Federcomin e di Fita) stanno lentamente spostando l'asse della rappresentanza nell'associazione di viale dell'Astronomia.
L'altra novità di ieri è rappresentata non solo dalla presenza all'incontro di Salvatore Rossi, economista di Bankitalia, ma dalla nomina di Sandro Trento a capo del Centro studi di Confindustria. Dopo l'abbandono dell'incarico da parte di Paolo Garonna che adesso lavora a Ginevra, si sentiva il bisogno di una rapida sostituzione anche perchè era chiaro che il vice di Garonna, Giulio De Caprariis, con tutta la buona volontà non ce la faceva da solo ad alimentare il think-tank degli industriali. Il nuovo capo ufficio studi ha 43 anni, è stato ricercatore a Yale e Standford e ha lavorato anche lui nel pensatoio della Banca d'Italia che Luca-Luca sta lentamente svuotando.
2 - ORE DISPERATE PER FAZIO, ORA D'ARIA PER FIORANI
L'orrore e il colore camminano insieme il giorno dopo l'arresto di Gianpiero Fiorani. L'orrore è dipinto sul volto dei lodigiani che hanno perso i soldi e il mito; il colore è nelle righe dei giornali e nei commenti maliziosi che cominciano a girare. Si distinguono i deputati di Forza Italia che dicono: "Il banchiere ha perso 15 kg e ha pianto tutta la notte...la Forleo è brava ma pazzarellona". E mentre il direttore del "Cittadino di Lodi" dichiara che "se Gianpiero ha fatto tutte quelle cose, per i lodigiani ormai Fiorani è un uomo morto", il "Riformista" assicura che il Governatore è impallidito alla notizia dell'arresto ed è sembrato davvero preoccupato per il proprio futuro. E' un po' difficile immaginare che il Governatore sia impallidito di fronte a una notizia che girava da quando Fiorani in ottobre ha cominciato a vuotare il sacco, ma certamente l'aria di dimissioni a via Nazionale è fitta come la nebbia della bassa Padana. Intanto dall'infermeria del carcere il ragioniere di Codogno, che non può parlare con gli altri compagni di merenda, parla con i giornalisti, mentre impara da un giovane detenuto le regole della prigione e dice che alla fine l'arresto è stato quasi un sollievo. "Qui mi trattano molto bene, sono professionali, attenti...devo cercare di stare sereno e concentrarmi...non ne potevo più di quell'attesa". E assicura che non legge nessun giornale. La sua pena è davvero dolce.
3 - LO SGUB DI DAGOSPIA
Se ne va un altro pezzo storico dell'Eni. A dispetto della secca smentita che il 25 novembre l'ufficio stampa aveva fatto sulla notizia anticipata da Dagospia che Luciano Sgubini, il capo di EniGas & Power, se ne sarebbe andato, ieri sono arrivate puntuali le dimissioni. Sgubini appartiene alla vecchia guardia del cane a sei zampe; è entrato nel 1968 in Agip e come ingegnere minerario ha consumato le scarpe in giro per il mondo sulla scia della politica che fu inaugurata da Enrico Mattei. La sua storia è un po' simile a quella di Guglielmo Moscato, un altro top manager (chiamato Guglielmo l'egiziano per il volto bruciato dal sole) che Franco Bernabè aveva saputo valorizzare. Al posto di Sgubini arriva Domenico Dispensa, presidente di Snam Rete Gas. Cadono quindi le voci che volevano per la successione l'ex manager Enel, Vincenzo Cannatelli.
4 - PREMIOPOLI A MILANO (BUORA TRISTE)
Oltre agli arresti e ai panettoni, a Milano abbondano i premi. Non c'è sera in cui in qualche albergo non si celebrino eventi mondani e fastosi con riconoscimenti eccellenti. Lunedì è stata la volta del premio all'innovazione organizzato dalla società Enterprise che cerca di fare bella figura spendendo quattrini a piene mani. Ieri sera al Principe di Savoia 160 ospiti hanno partecipato a un charity dinner che ha conferito un premio a protagonisti dell'industria e del commercio per le migliori performance dell'anno. L'iniziativa era promossa da "Milano Finanza" che ha distribuito una pioggia di riconoscimenti ad aziende come Luxottica, Campari, Eni, Enel, Erg e TelecomItalia. I top manager erano quasi tutti assenti, ad eccezione di Roberto Poli, presidente dell'Eni e di Carlo Buora, il numero uno di Pirelli e numero due di Tronchetti Provera. Era un po' triste Buora perchè quest'anno non potrà incassare il solito pacco di stock options, ma dovrà accontentarsi dei 3,4 milioni di euro di stipendio che l'avaro Tronchetti Provera gli ha riconosciuto.
5 - METTI UNA SERA A CENA A CASA DELLA COPPIA BASSANINI-LANZILLOTTA
Lui, ex ministro della Funzione Pubblica e in odore di dicastero nel governo Prodi, ha la pessima abitudine di telefonare sempre al suo amico Luigino Abete di lobby-continua con il quale ogni domenica si incontra al caffè delle Belle Arti di villa Borghese. Lei, donna Belinda-Lanzillotta, star della Margherita, si muove tra i fornelli e inventa ricette bolognesi e sufflè alla francese (i due hanno casa anche a Parigi) che una volta in tavola sono disastrosi. La cucina è piccola e spartana come quella in cui Amintore Fanfani dopo aver cenato con i sette figli e la moglie scriveva i suoi illeggibili trattati di economia. Grande invece e a volte violenta la discussione che quasi ogni sera si accende tra i due che aspirano entrambi a un ministero nel governo di Romano Prodi. Non è la "Guerra dei Roses", non ci sono gatti e lampadari schiacciati negli scontri, ma Linda-Belinda vuole per sé un ministero, quello dell'Innovazione, pieno di poteri, mentre Franco Bassanini ritiene che le attività dell'attuale Dipartimento dell'Innovazione debbano essere accorpate al ministero della Funzione Pubblica dove il candidato ideale non bisogna cercarlo fuori, perchè è già in cucina.
6 - SE RIPA DI MEANA MOLLA RICUCCI NEL LABIRINTO DELLA MAGISTE
Vittorio Ripa di Meana non è solo un grande avvocato, ma in queste ore è anche un grande incazzato. Il balletto di numeri e di società che Stefano Ricucci sta conducendo con gli advisor e con i consulenti finanziari (Vitale & Associati) rischia di finire entro 24 ore in una rottura clamorosa. L'ex odontotecnico e immobiliarista non ha finora offerto una ricostruzione completa dei conti della Magiste e non ha alcuna intenzione di trasferire da Lussemburgo il cuore delle sue attività finanziarie. Per di più c'è la storia pasticciata della cessione dell'immobile di via Lima al pasticciere di Messina, Bignè-Billè, nella quale Ripa di Meana e gli altri avvocati stanno cercando di raccapezzarsi. Qualcuno con malizia comincia a dire che se l'avvocato romano mollerà il suo cliente saranno dolori.
7 - QUELLA MAZZETTA VIA SMS DA 1,5 MIL. DA FIORANI A RUOZI (MEDIOLANUM)
Dalle 52 pagine dell'ordinanza che ha portato all'arresto del banchiere di Lodi salta fuori un episodio curioso che chiama in causa un personaggio insospettabile. E' il "Corriere della Sera" a riferirlo, e riguarda una mazzetta da 1,5 milioni che sarebbe stata ordinata da Fiorani con un messaggino telefonico. Il disinvolto capo della Popolare avrebbe ordinato - così dice la testimonianza di Donato Patrini, dirigente della banca - di trasferire la somma da un conto denominato "Strozzi" a Bipielle Suisse. L'sms è partito il 21 novembre 2001 alle ore 16,16 e il diligente dirigente non l'ha mai cancellato conservando il messaggino sulla sim card ("per mia cautela"). Destinatario nientepopodimenoche un nome celebre a Milano, Roberto Ruozi, economista modesto, nato a Biella nel 1939, rettore della Bocconi dal '95 al 2000, e pieno di incarichi prestigiosi. E' stato presidente del Touring Club e del Piccolo Teatro, ha ricevuto la medaglia d'oro dei Benemeriti dal comune di Milano, e oltre ad essere molto vicino a Bankitalia, ha ricoperto l'incarico di consigliere di Mediaset. Oggi è presidente di Mediolanum, la compagnia assicuratrice presieduta da Ennio Doris, l'uomo berlusconiano che in televisione fa i cerchi nella sabbia con la bacchetta del rabdomante.
Dagospia 15 Dicembre 2005