A MAGLIE STRETTE - CALDAROLA, SOCIALISTA IN RITARDO - L'AMOUR PER PRODI DIVIDE BONINO E CAPEZZONE - SOUTH PARK, TUTTI SI POSSONO TOCCARE TRANNE TOM CRUISE - COCA COLA PER TUTTI TRANNE GESÙ - SLEEPING IN NEW YORK.

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

Caro Dago, dice Peppino Caldarola che lascia i diessini perché lui è socialista. Lo capisco, altri hanno pensato la stessa cosa una ventina d'anni fa, sicuramente troppo presto, e ci andò male. Però lui oggi è sicuro di non essere un tantinello in ritardo?
Mi ci vorrà un cocktail apposito, ho in mente il titolo, As time goes by, la ricetta seguirà. Mgm

1 - BONINO SEMPRE PIÙ IN LOVE CON PRODI.
Stavolta non hanno litigato il "giovane" ex segretario Capezzone e il "vecchio leader" Pannella. Lo scontro al Comitato dei radicali è stato invece tra Daniele Capezzone ed Emma Bonino, trasformatasi nel ministro più allineato e zelante di Romano Prodi.
Il presidente della commissione Attività produttive ha infatti dovuto rispondere a un duro intervento del ministro, incentrato su una questione cruciale: "La Rosa nel pugno è un partito di governo, ha delle posizioni di responsabilità, partecipa all'esecutivo, e non è un Centro studi" ha spiegato la Bonino, aggiungendo che la componente radical-socialista "deve dunque fare i conti con i rapporti di forza, e visto che ha conquistato meno del 2,6 per cento alle elezioni, i rapporti di forza sono quelli che sono. Non basta avere ragione, bisogna anche avere la forza per averla. Sapevamo da prima che questa coalizione era quello che era, e dunque ora cosa vogliamo? Non si può tirare la corda fino a romperla, o altrimenti si deve passare all''e quindi': e quindi cosa si propone?".

Nel suo intervento il ministro ha anche fatto un chiaro riferimento all'esigenza che la linea del partito sia chiara, "altrimenti chiedo un congresso". Il riferimento era ovviamente alle posizioni espresse da Capezzone: "Io non sento il bisogno di dire tre volte al giorno che Prodi si deve dimettere", e "non penso che la nostra sia una posizione subalterna", ha concluso.

La risposta di Capezzone è arrivata poco dopo: "Io penso che occorra tirare un po' più la corda". Nel senso che "questa è stata la nostra campagna elettorale", perché "noi non abbiamo fatto la campagna elettorale per l'alternanza prodiana ma sullo slogan 'per alternanza per l'alternativa". "Non ero solo io, ma Pannella a chiamare 'corleonesi e palermitani' i due Poli", ha aggiunto Capezzone. E dunque "il bivio non è o siamo leali o usciamo, non possiamo permetterci gli scatti di nervi, ma come conduciamo una linea politica, il dibattito non è star dentro o star fuori. È capire se vogliamo - e c'è ancora tempo e modo - lanciare una sfida politica". O finire a ritrovarsi, magari in meno di un anno, nello scomodo posto di ultimi fedelissimi del governo Prodi. Vai, Daniele!

2 - LA MADONNA SI, TOM CRUISE NO.
Abbiamo saputo con dovizia di particolari che il cartoon South Park fa ancora scandalo. Questa volta la vittima è stata la regina d'Inghilterra Elisabetta. Da sempre la serie animata satirica è al centro delle critiche. Troppo scorretta politicamente e troppo volgare. L'episodio vede "The Queen" ordire un complotto per conquistare gli Stati Uniti. Primo passo, uccidere la candidata alla presidenza Hillary Clinton. Ma quando l'invasione fallisce, Elisabetta non vede altra soluzione che infilarsi una pistola in bocca e sparare, fra grottesche esplosioni, ovviamente, di sangue blu.



Gli autori di South Park, Trey Parker e Matt Stone, non sembrano colpiti dalle critiche ricevute. La serie, al suo undicesimo anno di programmazione, aveva già suscitato scandalo per aver preso in giro addirittura la Vergine Maria e il profeta Maometto, e aver fatto fare per tempo a Saddam Hussein la parte del diavolo. La regina d'Inghilterra, al confronto, è un obiettivo secondario. "Con noi nessuno è al sicuro - giurano Parker e Stone - non ci fermeremo nemmeno davanti ai limiti del buongusto". Poche settimane fa, la serie ha sdoganato l'appellativo razzista "nigger". Suscitando grande sdegno, sicuramente. Ma ottenendo anche un grande visibilità mediatica: per due settimane, l'episodio razzista è stato in cima ai video più visti su YouTube.

Quello che nessuno ha notato è che la vera maretta a South Park ce l'hanno in casa.
L'attore Isaac Hayes, la famosissima voce blues del personaggio "Chef", ha lasciato il team dei doppiatori. Il motivo? Come al solito, una presa in giro. Questa volta, di Tom Cruise e Scientology. "E' un attacco alle mie personali credenze spirituali - ha detto Hayes. Così non ci sto più. Me ne vado".

3 - COCA COLA PER TUTTI TRANNE GESÙ.
Pare che "7 km da Gerusalemme" sia un bel film. Ma a un certo punto il protagonista, Gesù, sorseggia una Coca Cola e l'altro gli dice «Che testimonial saresti!». Bene, la frase ha provocato la reazione della Coca-Cola Italia, il cui ufficio legale ha scritto alla produzione del film: «Chiediamo espressamente l'eliminazione di qualunque riferimento al marchio Coca-Cola dalla scena interessata. A nostro giudizio, infatti, si tratta di una scena che potrebbe avere un ritorno di immagine negativo per il marchio in questione». Negativo perché? Niente più Coca ai talebani, via le lattine dalle caverne di Al Qaida? Urge misuratore quoziente di intelligenza.

4 - SLEEPING IN NEW YORK.
Il primo Yelo, nick di yellow, giallo, nel senso del colore distensivo, ha appena aperto al 315 West 57th Street, dentro ci sono sette cabine con musica di Vivaldi , ma volendo anche Norah Jones, poltrona relax con massaggio, sveglia visiva che simula il sorgere del sole. Nick Ronco conta di aprirne entro l'anno altri 25, alcuni dei quali negli aeroporti. Prezzo 12 dollari, durata del nap, il sonnellino, venti minuti, rinnovabili a richiesta. Successone assicurato. Ah, New York..



Dagospia 02 Aprile 2007