PRODI: BALLOTTAGGIO ROYAL-SARKOZY? ME L'ASPETTAVO - AMATO: ORA SEGOLENE DEVE ALLEARSI COL CENTRO DI BAYROU - MELANDRI: CE LA PUÒ FARE - FINI: È UN SUCCESSO DEL CENTRODESTRA "EUROPEO" - LO STORICO LE GOFF: CONTENTO DI AVER FERMATO LE PEN.

1 - PRODI "NON SORPRESO" DA BALLOTTAGGIO ROYAL-SARKOZY.
(Dire) -
"Non e' un esito a sorpresa". Il premier Romano Prodi, a Bologna per tenere una lezione alla Johns Hopkins University, commenta cosi' l'esito del primo turno della elezioni presidenziali in Francia, che ha visto andare al ballottaggio Segolene Royal e Nicolas Sarkozy". "E' l'esito- dice Prodi- piu' aderente alle attese e ai sondaggi che ci potesse essere".
Secondo il presidente del Consiglio, l'esito di questo primo turno "era quello che pesando tutte le previsioni si poteva pensare". Per il secondo turno, pero', dice Prodi, diventa piu' difficile prevedere il risultato, "perche' bisogna vedere quali sono le posizioni politiche che vengono prese dagli elettori di Bayrou", ma "il primo turno", ribadisce il premier, "e' andato come ci dicevano i sondaggi e gli esperti".

2 - AMATO: ORA SEGOLENE DEVE ALLEARSI CON IL CENTRO.
(Adnkronos) -
''Ho sempre pensato che la chiave del successo o dell'insuccesso di Nicolas Sarkozy stesse nella capacita' di attrarre i voti della destra lepenista. Dai primi risultati che vengono da Parigi la sensazione e' che sia riuscito a far breccia, anche se parzialmente, in quell'elettorato ma in parallelo non abbia avuto la forza di sfondare al centro. Lo testimonia l'ottima performance di Bayrou''. E' quanto ha affermato in una intervista al 'Corriere della sera' il ministro degli Interni Giuliano Amato, commentando le elezioni presidenziali in Francia. ''Il candidato dell'Ump e' un personaggio efficace, vitale, che puo' piacere a piu' di qualche intellettuale della 'gauche'. I francesi lo percepiscono quasi antropologicamente come un uomo di destra''.

''La chiave della rimonta e del successo della Royal sta nella proposta Rocard, associare il suo voto a quello per Bayrou - ha precisato ancora Amato - Un raggruppamento di centro e sinistra pare la carta piu' promettente per Segolene. I congressi di Ds e Margherita si sono chiusi sostenendo l'ipotesi di un'alleanza con il Pse e, se Segolene e Bayrou facessero l'abbinata, cio' faciliterebbe il discorso di un'alleanza in Europa tra socialisti e democratici''. A proposito del futuro comunitario del Continente ha precisato ancora Amato: ''Entrambi i candidati finora sono stati cauti sull'Europa ma anche Sarkozy sembra essersi convinto delle necessita' di un Trattato semplificato da approvare in breve tempo, per produrre successivamente qualcosa di piu' impegnativo da sottoporre a referendum popolare. Bayrou - ha concluso - ha il pregio di essere un sincero europeista''.

3 - FINI: DA CENTRODESTRA RISPOSTE FORTI A PROBLEMI COMUNI A PAESI EUROPEI.
(Adnkronos) -
''Sarkozy ha ottenuto un grande risultato, anche alla luce dell'altissima affluenza e dunque dell'aumento del numero dei votanti. E' stata la vittoria anche del bipolarismo. Assistiamo al confronto tradizionale tra il 'rassemblement' gollista e il partito socialista''. E' quanto ha affermato in una intervista al 'Corriere della sera' il leader di An Gianfranco Fini, a proposito delle elezioni francesi e del prossimo 'duello' tra Nicolas Sarkozy e Segolene Royal. ''E' la conferma che possono venire risposte molto forti e convincenti dal centrodestra a problemi comuni a molti paesi europei'', ha aggiunto.

''Alcuni temi centrali nella politica di Sarkozy sono ineludibili. L'identita', la sicurezza, la giustizia sociale. Bayrou e' un candidato piu' vicino al centrodestra che al 'centro' come lo intendiamo in Italia - ha precisato Fini - Per questo sono abbastanza convinto che la maggior parte di loro sceglieranno Sarkozy al secondo turno. Le Pen non e' cresciuto. Un po' perche' non e' piu' vissuto come una novita' per il voto di protesta, molto perche' su temi a lui cari come identita' nazionale, sicurezza, merito, lotta alla criminalita' Sarkozy ha costretto gli altri a inseguirlo ed e' stato comunque molto piu' incisivo di lui''. ''Sarkozy - ha sottolineato ancora - e' innovatore anche rispetto a Chirac, che parlava alle gerarchie, alla nomenklatura, che aveva il mito della Francia dell'Ena. Sarkozy e' diretto e popolare, ha carisma personale''. A proposito dell'immigrazione ha spiegato ancora il leader di An: ''Sarkozy parla di un'immigrazione di qualita'. Chiede integrazione, che significa parlare la lingua, rispettare le leggi del Paese in cui si vive. Tutto cose che io dico da anni''.

4 - MELANDRI: SEGOLENE PUO' FARCELA.
(Adnkronos) -
"Segolene all'Eliseo sarebbe una grande cosa. Mi sembra un bellissimo successo per una donna socialista coraggiosa. Adesso Segolene deve fare il Partito democratico". Lo ha dichiarato Giovanna Melandri, ministro dello per lo Sport e Politiche giovanili, in un'intervista al quotidiano 'Il Messaggero' inmerito ai primi risultati delle elezioni presidenziali francesi. "Io penso che oggi ci sia un asse, politico ma anche culturale - ha detto la Melandri - nel senso del rinnovamento della cultura politica del progressismo europeo, che passa attraverso l'incontro tra un liberismo democratico e le tradizioni della sinistra storica democratica. Significa piu' mercato, ma anche un welfare riformulato rinnovato. Bayrou e Segolene incarnano queste due anime e guardando i dati di oggi, dico che questo incontro e' assolutamente essenziale anche nella sinistra francese".

"Si apre anche in Francia - ha continuato il ministro - la prospettiva di un centrosinistra che non elimini le culture piu' critiche e piu' radicali. Che le coinvolga in una strategia e in un progetto di governo. L'allenaza con il partito di Bayrou non deve necessariamente corrispondere a una schematica distinzione tra riformisti e radicali". "C'e' qualcosa di storico nella possibilita' duplice di una donna all'Eliseo e di un partito socialista che esce dal suo perimetro stretto - ha concluso la Melandri - C'e' una sfida culturale e politica di altissimo valore per il Partito socialista francese: fare l'accordo con Bayrou significa anche far partire una nuova storia per la sinistra francese".



5 - BRESSO: UNA DONNA AL POTERE ANCHE PER L'ITALIA.
(Adnkronos) -
"Segolene ha dimostrato che l'avanzata delle donne in politica e' inarrestabile. In Italia anche il Partito democratico dovra' tenerne conto, e' evidente che una presenza femminile non potra' mancare ai vertici del nuovo partito, o come segretaria o come candidato premier". Questo quanto dichiara in un'intervista a 'La Stampa', il Presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso. "Segolene ha dimostrato che non facciamo perdere voti e, anzi, in un testa a testa possiamo fare la differenza". "La Royal ha introdotto delle novita' nella politica francese: le primarie e la possibilita' di votare usando internet, che probabilmente le ha permesso di superare le resistenze interne dei socialisti - continua - poi ha usato la politica dell'ascolto partecipativo, introdotta per la prima volta da Prodi con il pullman. Di certo ha fatto tesoro dell'esperienza italiana".

"Il suo avversario punta molto sulla sicurezza, impersona l'uomo forte che risolve le paure inconsce - aggiunge la Bresso - La Royal, che si e' dimostrata accessibile e disposta ad ascoltare i francesi, ora deve puntare sull'autorevolezza, deve rendere evidente che e' capace di trasformare in ordini, in azioni, la sua concretezza e il suo pragmatismo". La Bresso conclude: "Sarkozy sostiene l'idea di un mini-trattato sul modello di Tony Blair. Royal e il segretario del Ps Hollande hanno guidato i socialisti francesi nella battagli per il si al trattato. Per il bene dell'Ue e' meglio una vittoria della Royal".

6 - DE LA BROSSE (DIRETTORE COMUNICAZIONE SARKOZY): COSI' FACCIO VINCERE NICOLAS.
(Adnkronos) -
"Abbiamo puntato sull'identita' di Sarkozy, che e' molto marcata, e su un argomento forte: il valore lavoro. Lo scopo: convincere i francesi che liberando le energie del paese, oggi compresse dalle 35 ore, l'economia poteva ripartire. Poi abbiamo insistito sui temi correlati: la lotta alla disoccupazione, il potere d'acquisto, la casa. E abbiamo avuto ragione". Lo ha dichiarato in un'intervista a 'Il Giornale' Francois de la Brosse, direttore della comunicazione di Nicolas Sarkozy. "Non abbiamo evitato il confronto sui contenuti - ha affermato de la Brosse - anzi spesso siamo stati noi stessi a lanciarlo come sull'identita' nazionale. Abbiamo pero' rifiutato la polemica personale, che peraltro e' estranea alle tradizioni della Francia".
"Oggi tutti, giovani e vecchi, di destra e di sinistra, riconoscono che la Francia e' in difficolta' e che deve cambiare". "La domanda che porremo con insistenza e' la seguente - ha aggiunto de la Brosse - Chi ha maggiori chances di risollevare la Francia? Chi e' piu' coraggioso, piu' soldo, il piu' dinamico? Non tutti condividono le idee di Sarkozy, ma e' innegabile che abbia molta piu' leadership e personalita' di Se'gole'ne". "La Francia e' un Paese serio. Non chiede un candidato che sorride, ma un presidente autorevole, determinato e competente. Per questo - ha concluso - il 6 maggio vinceremo".

7 - LO STORICO LE GOFF: SONO CONTENTO CHE ABBIAMO FERMATO LE PEN.
(Adnkronos) -
"Il fatto che ancora si trovino personaggi come Le Pen fa parte della tradizione politica francese, lo stesso direi dei candidati dell'estrema sinistra. Mi riferisco a quei trotzkisti che, tuttavia non hanno mai avuto il successo di Le Pen. Grazie allo scongiurato pericolo Le Pen, e' stata proprio una bella domenica". Lo afferma in un'intervista a 'La Repubblica' lo storico francese Jacques Le Goff. "Sono a favore della signora Se'gole'ne Royal sin dall'inizio di questa campagna elettorale, e lo sono oserei dire, in modo accanito: da tifoso". Sull'eventualita' di un primo presidente donna afferma: "Non cambierebbe granche'. E' ormai una consuetudine nelle societa' democratiche occidentali trovare delle donne alle leve del comando - e aggiunge - In Europa il potere e' rosa da tempo, basta pensare alla signora Thatcher in Gran Bretagna e, piu' recentemente, alla cancelliera Angela Merkel in Germania. Credo che in Francia accadrebbe la stessa cosa che altrove. Ne' piu' ne' meno. Se la signora Royal venisse eletta, avrebbe dei nemici e dei sostenitori, come ovunque. Ma nessuno oserebbe sproloquiare sul sesso del presidente".

"Questa campagna elettorale mi e' sembrata indecisa - commenta Le Goff - E' stata sicuramente meno faziosa, ha prodotto meno proposte e idee meno forti che in precedenza. Ma nella campagna in corso ho tuttavia riscontrato toni abbastanza appassionati da parte dei contendenti all'Eliseo, talvolta addirittura veementi - e conclude - Non solo: si direbbe che sta volta i cittadini francesi siano piu' interessati che in passato al voto presidenziale. Lo dimostra il gran numero di nuovi iscritti alle urne e l'affluenza record che si e' registrata in questa prima tornata elettorale".

8 - IL SOCIOLOGO TOURAINE: LA CHIAVE E' NEL CENTRO MODERATO.
(Adnkronos) -
"Alzare il telefono e chiamare Francois Bayrou. E' lui l'ago della bilancia. In quel centro di cui si e' appropriato si gioca la vittoria alle presidenziali. Segolene ci deve almeno provare, e' la sua unica possibilita'". Lo afferma in un'intervista a 'La Repubblica' il sociologo francese Alain Touraine, aggiungendo che "Per non perdere i voti dell'estrema sinistra, inizialmente l'alleanza con Bayrou e' stata scartata, e questo ha funzionato. I partiti radicali della 'gauche' sono stati ridimensionati da questa elezione". "Molto bravo e' stato Sarkozy - aggiunge - che e' stato criticato per i suoi ammiccamenti all'elettorato di estrema destra. Eppure il suo progetto, sfilare voti a Le Pen, e' riuscito. Ieri e' stato sancito il crollo del Fronte Nazionale, e questa e' senz'altro una buona notizia, ma e' scomparsa la destra moderata che finora ha governato la Francia".
Sul ruolo di Bayrou al ballottaggio: "Sono gli altri a cercare un'alleanza, non lui. Bayrou, credo, continuera' a voler costruire un centro autonomo dai due schieramenti. A meno che la Royal non lo convinca. Fino a pochi mesi fa, il partito di Bayrou praticamente non esisteva. E' trainato fino a questo risultato soprattutto dalla voglia di rinnovamento della classe politica". Conclude il sociologo: "In tutta la mia vita non ho mai fatto una fila cosi' lunga per andare a votare. E' stato un fatto eccezionale. Si', i cittadini si sono messi in moto per cambiare le cose. Il popolo e' davanti alla classe dirigente".


Dagospia 23 Aprile 2007