LE MANI LIBERE DI MARINI FANNO ARRABBIARE MUSSI (CHE LANCIA "SINISTRA DEMOCRATICA") E I COMUNISTI - COSSIGA E MASTELLA PER SARKO - CLEMENTONE: CRISI SE PASSA LO SBARRAMENTO ELETTORALE - BLAIR SU PRODI, GAFFE O STOCCATA?...
1 - PERÒ.
Jena per "La Stampa" - Siamo senz'acqua, però facciamo il Partito democratico.
2 - SGOBIO: PD NON PENSI DI FARE BARATTI CON BERLUSCONI.
(Apcom) - "Il Partito democratico non pensi a fare baratti sulla legge elettorale con Berlusconi. Il conflitto di interessi e la riforma del sistema radio-televisivo, come da patto assunto con gli elettori, vanno condotti in porto in maniera seria e rigorosa". E' quanto afferma in una nota Pino Sgobio, capogruppo del PdCI alla Camera dei deputati.
"I nascituri partiti unici, presenti e futuri - sottolinea Sgobio - non pensino di imbavagliare le forze politiche minori mascherando l'operazione con il richiamo alla governabilità. La governabilità non è messa in pericolo dalle forze politiche minori - che, nella maggioranza dei casi, sono rappresentanti politici delle classi sociali più deboli - ma proprio da chi pensa di espellerli dal Parlamento, violentando in questo modo la democrazia del nostro Paese".
3 - MUSSI: DA DS SILENZIO ASSORDANTE SU PAROLE MARINI.
(Apcom) - Le parole di Franco Marini sulle 'mani libere' del Pd in materia di alleanze non sono piaciute a Fabio Mussi. L'ex leader della sinistra accusa i Ds di aver taciuto sull'intervento del presidente del Senato al congresso della Margherita.
"La formula delle mani libere di Marini - sostiene Mussi in una intervista a Repubblica - lascia intuire nelle intenzioni un Pd che tende a esercitare la funzione che fu della Dc, con alleanze ora di qua ora di là". Ma Mussi polemizza soprattutto con i suoi ex compagni dei Ds: "Che ne pensano? Chi lo sa. Un silenzio assordante. Nessun commento, neanche una parola sull'intervento di Marini. Eppure Fassino era seduto in prima fila, al congresso dielle di Cinecittà".
Al quotidiano romano Mussi conferma l'intenzione di costituire gruppi parlamentari autonomi, e la sua idea di chiamare il nuovo movimento politico che nascerà il 5 maggio 'Sinistra democratica'. Un movimento che d'ora in poi dovrà essere chiamato al tavolo dell'Unione: "Siamo una parte del centrosinistra, e al tavolo dobbiamo esserci. Non voglio che sia un seggio permanente, perché lavoriamo a un movimento più grande", precisa, "ma è certo che avendo un ruolo parlamentare rilevante, dovremo poter dire la nostra".
4 - GIORDANO A MARINI: NON VI SOGNATE NUOVE MAGGIORANZE.
(Adnkronos) - "Se qualcuno aveva dei dubbi sulla natura moderata del Pd, dopo aver sentito le parole di Marini e' accontentato. Sono affermazione che mi hanno colpito molto e ricordoa tutti che questo e' il governo dell'Unione, con un programma comune sottoscritto dagli elettori". Lo ha dichiarato Franco Giordano, segretario di Rifondazione Comunista, in un'intervista al quotidiano 'La Stampa'. "Se qualcuno pensa di imporre una gerarchia, o peggio, di determinare nuove alleanze, sbaglia di grosso - ha detto ancora Giordano - Se le parole di Marini sono un'opinione personale non ci sono rischi. Ma se si traducono in un mutamento di politiche concrete, si'. Ma dubito che il movimento sindacale possa accettare questa politica che viene prospettata, un'operazione di questo tipo contrasterebbe con le attese della maggioranza del popolo dell'Unione". Secondo Giordano il Pd "sembra inseguire un modello di tipo americano. L'importante - ha sottolineato - e' non rinunciare ai temi sociali". Riguardo alla 'guida' il segretario di Rifondazione comunista afferma che "una donna sarebbe novita' positiva, ma prima i programmi".
5 - COSSIGA: MARGHERITA NON PUO' ELUDERE RAPPORTO CON PSE.
(Adnkronos) - ''Sarebbe un grande errore se la Margherita non comprendesse che solo nel socialismo e' la vita e il futuro del partito democratico e se i cattolici democratici, gli ex liberali e i tardo-radicali che la compongono non comprendessero il carattere storico di questa per loro grande opportunita' di riacquistare un ruolo nella vita politica del paese e dell'Europa e del carattere di svolta democratica da partito di governo della sinistra storica, che guarda caso sembra essere stata compresa specularmente da Silvio Berlusconi e da Forza Italia''. E' quanto scrive su 'Il Riformista' il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, commentando la nascita del partito democratico. Per il senatore a vita e' ''un problema'' il ''rifiuto'' della Margherita ''di considerare l'ipotesi che il Pd entri nel Partito socialista europeo e nell'Internazionale socialista''. Secondo l'ex capo dello Stato ''la formazione del Pd e' avviata come processo organizzativo ed e' ormai realizzata come valore'', e ne ha preso ''decisamente la guida il Partito dei democratici di sinistra''.
6 - COSSIGA: SCELGO SARKOZY CONTRO ROYAL PASTICCIONA.
(Adnkronos) - ''Se avessi votato in Francia, al primo turno avrei scelto Bayrou, almeno per il fatto che e' un vecchio ragazzo dell'Mrp e dei primi tempi gloriosi dell'Unione dei democratici cristiani e poi del Partito popolare europeo. Se dovessi votare adesso, voterei Sarkozy perche' voterei contro la Segolene Royal socialista e pasticciona''. Lo dice all'ADNKRONOS il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga. ''Mi sembra del tutto naturale che Romano Prodi inviti a votare Segolene Royal, poiche' -spiega- il Partito democratico o sara' membro del Pse o non sara'''.
7 - MASTELLA: CRISI SE PENSANO DI DECAPITARCI.
(Apcom) - L'Udeur è pronto ad andare alla crisi di governo se i partiti maggiori cercheranno di "decapitare" i partiti più piccoli con una legge elettorale su misura o con il referendum: lo conferma il leader centrista Clemente Mastella, in un intervento pubblicato dal Corriere della Sera.
Mastella accusa il Partito democratico di favorire la frammentazione del centrosinistra, di indebolirne i consensi, di aprire spazi eccessivi alla "sinistra antiliberale e pacifista".
Per il leader dell'Udeur "La sostanziale rinuncia alla competizione al centro e l'attivazione di una fase di convulsa competizione fra le due sinistre, che sono gli effetti concreti e immediati della fusione Ds-Margherita, difficilmente possono essere considerati fattori di stabilità del quadro politico".
Ma è la legge elettorale il punto più critico, secondo il ministro della Giustizia: "Se a questo si aggiunge - scrive - la tentazione, non ancora abbandonata, di realizzare l'auspicata semplificazione del sistema politico non attraverso la costruzione paziente di grandi partiti e grandi aggregazioni, ma attraverso la scorciatoia della decapitazione delle forze minori per via di una riforma o di un referendum elettorale ad usum delphini, il quadro da preoccupante diventa addirittura fosco. E per quanto mi riguarda, voglio ribadirlo con forza, qualora si verificasse il passaggio verso questa tentazione, per noi sarà crisi di governo, senza alcuna esitazione, e senza alcun timore".
8 - MASTELLA: 'SE FOSSI A PARIGI VOTEREI SARKOZY'.
(Adnkronos) - "Se io fossi un cittadino francese, chiamato a scegliere tra Nicolas Sarkozy e Segolene Royal, non avrei dubbi: voterei Sarkozy". Lo ha dichiarato in un'intervista alla 'Repubblica' Clemente Mastella ministro della Giustizia, aggiungendo che "con tutti i limiti che ha, sia chiaro, lo trovo piu' uomo di Stato. La Royal non e' ancora pronta". "Non amo il doppio turno - ha poi continuato Mastella riferendosi alla legge elettorale francese - Ti porta a dover per forza puntare su uno dei due candidati, a dover scegliere tra il male minore, rispetto alle esigenze dello Stato, al ruolo del tuo paese in Europa. E, per me, che in questo caso ho un approccio alla Montanelli, il male minore e' Sarkozy.
So che in molti lo accusano di essere strafottente, antipatico. Io, al contrario, penso che sia stata la Royal a peccare di arroganza quando, di fronte all'ipotesi, lanciata dall'ex primo ministro Michel Rocard, di creare un nuovo laboratorio della politica, unendo le forze di sinistra a quelle centriste di Bayrou, ha scelto di fregarsene". "Non c'e' dubbio che le presidenziali francesi - ha proseguito - sia pur nella differenza del sistema elettorale, confermino quello che noi andiamo dicendo da tempo: del centro non si puo' far a meno, se lo mettano in testa. Sia Sarkozy che la Royal sono costretti a inseguire gli elettori di Bayrou, quella Francia rurale e artigiana che lo ha sostenuto e lo ha portato allo straordinario risultato del 18%". Mastella ha poi concluso:"La sinistra italiana continua a pensare di poter governare senza centro. Ma e' una velleita'. Se l'Italia va nella direzione che penso io, dopo la costruzione del partito democratico che, a Firenze, e' stato definito esplicitamente di sinistra, assisteremo alla nascita di un centro alla Bayrou".
9 - PARISI: FIRMO REFERENDUM, PER IL CAMBIAMENTO.
(Dire) - Il ministro della Difesa Arturo Parisi firma il referendum sulla legge elettorale "per mantenere l'impegno preso con gli elettori", per "mettere pubblicamente a verbale la mia domanda di cambiamento". In un dichiarazione, Parisi ricorda che "un anno fa, cosi' come tutti i candidati dell'Ulivo, mi son presentato agli elettori assicurando tra i miei primi impegni quello di sostenere l'abrogazione della legge che la stessa Cdl definiva una porcata. Sono qua per mantenere quell'impegno". Il ministro, poi, ricostruisce la vicenda: "Fin da quando nello scorso autunno abbiamo depositato il quesito in Cassazione ho detto che l'iniziativa referendaria era per me solo una sollecitazione alle forze politiche per dar seguito a quell'impegno: un modo per metterci una scadenza. Come abbiamo detto fin dall'inizio, 'un minuto dopo che una nuova legge fosse approvata l'iniziativa referendaria si fermera''. Come si puo' vedere, son passati sei mesi dal deposito della richiesta di Referendum in Cassazione, ma purtroppo non e' successo quasi nulla. L'iniziativa del ministro Chiti, laboriosa e personalmente generosa, ha dovuto infatti registrare solo la comune impotenza, la prevedibile comprensibile impotenza del ceto politico ad intervenire su se stesso senza la guida di un forte chiaro indiscutibile mandato popolare. Ad oggi non disponiamo ancora di alcun testo riconoscibile e, per riuscire a mettere d'accordo tutti, dobbiamo inventarci norme che contrasterebbero la frammentazione partitica in corso solo nel 2016". "Nonostante questo, continuo personalmente- continua Parisi- non solo a sperare che quello che adesso sembra impossibile divenga possibile, ma dichiaro da parlamentare il mio impegno perche' si possa trovare in Parlamento la risposta alla domanda che sentiamo crescere tra i cittadini. Ma per questo ritengo necessario che i riformatori, mentre continuano a impegnarsi per il cambiamento in parlamento, comincino a raccogliere la domanda dei cittadini".
10 - BALDASSARRI (AN): DAL GOVERNO DOPPIO FALSO IN COMUNICAZIONE SOCIALE
(Asca) - ''In realta' si tratta di un doppio falso in comunicazione sociale, nel senso che il deficit pubblico nel 2006 era gia' sceso sotto il 3% ed era al 2,3%''. Lo afferma Mario Baldassarri, capogruppo di An in Commissione Bilancio del Senato ed ex viceministro dell-Economia, intervistato da Gr Parlamento sui dati Istat riguardo il deficit 2007. ''Il dato statistico al 4,4% del 2006 - continua Baldassarri - e' solo a causa di due una tantum che fanno riferimento a debiti pregressi non del 2006 e relativi alla nota sentenza europea sull'Iva delle auto e allo spostamento del debito dalla societa' Ispa allo Stato per quanto riguarda il finanziamento della Tav. Inoltre il dato del 2007 - conclude Baldassarri - fa riferimento ai dati ufficiali comunicati dal governo che nascondono il falso in bilancio che il governo ha fatto sul Bilancio dello Stato 2007''.
11 - BLAIR SU PRODI, GAFFE O STOCCATA?
Paolo Panerai per "Milano Finanza" - È stata una gaffe involontaria o una decisa e voluta stoccata, quella che Tony Blair ha lanciato verso il presidente del consiglio, Romano Prodi, alla fine della bella intervista concessa da: leader inglese al Corriere della Sera di venerdì 20? I lettori possono giudicare da soli.
Ha detto Blair, rispondendo alla penultima domanda: «...Quello d cui abbiamo bisogno è una visione politica condivisa... Non dimentichiamo che come Europa dovremo misurarci economicamente e politicamente con la Cina, la Russia, l'India. L'Europa ha cominciato a capirlo grazie anche all'opera del presidente José Manuel Barroso, che sta facendo la differenza».
Domanda dell'intervistatore: «La differenza rispetto a cosa? Romano Prodi è andato così male come presidente della Commissione?». Risposta di Blair, evidentemente ora consapevole di parlare con un giornale italiano «No, no. Sto solo dicendo che Barroso è efficace, come lo è stato Prodi...». Per carità... Come se tutti si fossero dimenticati dei giudizi inglesi sulla presidenza Ue di Prodi... Ma Blair sta per lasciare il potere e quindi in extremis cerca l'armonia.
Non vi è dubbio, tuttavia, che la presidenza Ue di Barroso può essere molto importante per il futuro del mondo.
Dagospia 24 Aprile 2007
Jena per "La Stampa" - Siamo senz'acqua, però facciamo il Partito democratico.
2 - SGOBIO: PD NON PENSI DI FARE BARATTI CON BERLUSCONI.
(Apcom) - "Il Partito democratico non pensi a fare baratti sulla legge elettorale con Berlusconi. Il conflitto di interessi e la riforma del sistema radio-televisivo, come da patto assunto con gli elettori, vanno condotti in porto in maniera seria e rigorosa". E' quanto afferma in una nota Pino Sgobio, capogruppo del PdCI alla Camera dei deputati.
"I nascituri partiti unici, presenti e futuri - sottolinea Sgobio - non pensino di imbavagliare le forze politiche minori mascherando l'operazione con il richiamo alla governabilità. La governabilità non è messa in pericolo dalle forze politiche minori - che, nella maggioranza dei casi, sono rappresentanti politici delle classi sociali più deboli - ma proprio da chi pensa di espellerli dal Parlamento, violentando in questo modo la democrazia del nostro Paese".
3 - MUSSI: DA DS SILENZIO ASSORDANTE SU PAROLE MARINI.
(Apcom) - Le parole di Franco Marini sulle 'mani libere' del Pd in materia di alleanze non sono piaciute a Fabio Mussi. L'ex leader della sinistra accusa i Ds di aver taciuto sull'intervento del presidente del Senato al congresso della Margherita.
"La formula delle mani libere di Marini - sostiene Mussi in una intervista a Repubblica - lascia intuire nelle intenzioni un Pd che tende a esercitare la funzione che fu della Dc, con alleanze ora di qua ora di là". Ma Mussi polemizza soprattutto con i suoi ex compagni dei Ds: "Che ne pensano? Chi lo sa. Un silenzio assordante. Nessun commento, neanche una parola sull'intervento di Marini. Eppure Fassino era seduto in prima fila, al congresso dielle di Cinecittà".
Al quotidiano romano Mussi conferma l'intenzione di costituire gruppi parlamentari autonomi, e la sua idea di chiamare il nuovo movimento politico che nascerà il 5 maggio 'Sinistra democratica'. Un movimento che d'ora in poi dovrà essere chiamato al tavolo dell'Unione: "Siamo una parte del centrosinistra, e al tavolo dobbiamo esserci. Non voglio che sia un seggio permanente, perché lavoriamo a un movimento più grande", precisa, "ma è certo che avendo un ruolo parlamentare rilevante, dovremo poter dire la nostra".
4 - GIORDANO A MARINI: NON VI SOGNATE NUOVE MAGGIORANZE.
(Adnkronos) - "Se qualcuno aveva dei dubbi sulla natura moderata del Pd, dopo aver sentito le parole di Marini e' accontentato. Sono affermazione che mi hanno colpito molto e ricordoa tutti che questo e' il governo dell'Unione, con un programma comune sottoscritto dagli elettori". Lo ha dichiarato Franco Giordano, segretario di Rifondazione Comunista, in un'intervista al quotidiano 'La Stampa'. "Se qualcuno pensa di imporre una gerarchia, o peggio, di determinare nuove alleanze, sbaglia di grosso - ha detto ancora Giordano - Se le parole di Marini sono un'opinione personale non ci sono rischi. Ma se si traducono in un mutamento di politiche concrete, si'. Ma dubito che il movimento sindacale possa accettare questa politica che viene prospettata, un'operazione di questo tipo contrasterebbe con le attese della maggioranza del popolo dell'Unione". Secondo Giordano il Pd "sembra inseguire un modello di tipo americano. L'importante - ha sottolineato - e' non rinunciare ai temi sociali". Riguardo alla 'guida' il segretario di Rifondazione comunista afferma che "una donna sarebbe novita' positiva, ma prima i programmi".
5 - COSSIGA: MARGHERITA NON PUO' ELUDERE RAPPORTO CON PSE.
(Adnkronos) - ''Sarebbe un grande errore se la Margherita non comprendesse che solo nel socialismo e' la vita e il futuro del partito democratico e se i cattolici democratici, gli ex liberali e i tardo-radicali che la compongono non comprendessero il carattere storico di questa per loro grande opportunita' di riacquistare un ruolo nella vita politica del paese e dell'Europa e del carattere di svolta democratica da partito di governo della sinistra storica, che guarda caso sembra essere stata compresa specularmente da Silvio Berlusconi e da Forza Italia''. E' quanto scrive su 'Il Riformista' il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, commentando la nascita del partito democratico. Per il senatore a vita e' ''un problema'' il ''rifiuto'' della Margherita ''di considerare l'ipotesi che il Pd entri nel Partito socialista europeo e nell'Internazionale socialista''. Secondo l'ex capo dello Stato ''la formazione del Pd e' avviata come processo organizzativo ed e' ormai realizzata come valore'', e ne ha preso ''decisamente la guida il Partito dei democratici di sinistra''.
6 - COSSIGA: SCELGO SARKOZY CONTRO ROYAL PASTICCIONA.
(Adnkronos) - ''Se avessi votato in Francia, al primo turno avrei scelto Bayrou, almeno per il fatto che e' un vecchio ragazzo dell'Mrp e dei primi tempi gloriosi dell'Unione dei democratici cristiani e poi del Partito popolare europeo. Se dovessi votare adesso, voterei Sarkozy perche' voterei contro la Segolene Royal socialista e pasticciona''. Lo dice all'ADNKRONOS il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga. ''Mi sembra del tutto naturale che Romano Prodi inviti a votare Segolene Royal, poiche' -spiega- il Partito democratico o sara' membro del Pse o non sara'''.
7 - MASTELLA: CRISI SE PENSANO DI DECAPITARCI.
(Apcom) - L'Udeur è pronto ad andare alla crisi di governo se i partiti maggiori cercheranno di "decapitare" i partiti più piccoli con una legge elettorale su misura o con il referendum: lo conferma il leader centrista Clemente Mastella, in un intervento pubblicato dal Corriere della Sera.
Mastella accusa il Partito democratico di favorire la frammentazione del centrosinistra, di indebolirne i consensi, di aprire spazi eccessivi alla "sinistra antiliberale e pacifista".
Per il leader dell'Udeur "La sostanziale rinuncia alla competizione al centro e l'attivazione di una fase di convulsa competizione fra le due sinistre, che sono gli effetti concreti e immediati della fusione Ds-Margherita, difficilmente possono essere considerati fattori di stabilità del quadro politico".
Ma è la legge elettorale il punto più critico, secondo il ministro della Giustizia: "Se a questo si aggiunge - scrive - la tentazione, non ancora abbandonata, di realizzare l'auspicata semplificazione del sistema politico non attraverso la costruzione paziente di grandi partiti e grandi aggregazioni, ma attraverso la scorciatoia della decapitazione delle forze minori per via di una riforma o di un referendum elettorale ad usum delphini, il quadro da preoccupante diventa addirittura fosco. E per quanto mi riguarda, voglio ribadirlo con forza, qualora si verificasse il passaggio verso questa tentazione, per noi sarà crisi di governo, senza alcuna esitazione, e senza alcun timore".
8 - MASTELLA: 'SE FOSSI A PARIGI VOTEREI SARKOZY'.
(Adnkronos) - "Se io fossi un cittadino francese, chiamato a scegliere tra Nicolas Sarkozy e Segolene Royal, non avrei dubbi: voterei Sarkozy". Lo ha dichiarato in un'intervista alla 'Repubblica' Clemente Mastella ministro della Giustizia, aggiungendo che "con tutti i limiti che ha, sia chiaro, lo trovo piu' uomo di Stato. La Royal non e' ancora pronta". "Non amo il doppio turno - ha poi continuato Mastella riferendosi alla legge elettorale francese - Ti porta a dover per forza puntare su uno dei due candidati, a dover scegliere tra il male minore, rispetto alle esigenze dello Stato, al ruolo del tuo paese in Europa. E, per me, che in questo caso ho un approccio alla Montanelli, il male minore e' Sarkozy.
So che in molti lo accusano di essere strafottente, antipatico. Io, al contrario, penso che sia stata la Royal a peccare di arroganza quando, di fronte all'ipotesi, lanciata dall'ex primo ministro Michel Rocard, di creare un nuovo laboratorio della politica, unendo le forze di sinistra a quelle centriste di Bayrou, ha scelto di fregarsene". "Non c'e' dubbio che le presidenziali francesi - ha proseguito - sia pur nella differenza del sistema elettorale, confermino quello che noi andiamo dicendo da tempo: del centro non si puo' far a meno, se lo mettano in testa. Sia Sarkozy che la Royal sono costretti a inseguire gli elettori di Bayrou, quella Francia rurale e artigiana che lo ha sostenuto e lo ha portato allo straordinario risultato del 18%". Mastella ha poi concluso:"La sinistra italiana continua a pensare di poter governare senza centro. Ma e' una velleita'. Se l'Italia va nella direzione che penso io, dopo la costruzione del partito democratico che, a Firenze, e' stato definito esplicitamente di sinistra, assisteremo alla nascita di un centro alla Bayrou".
9 - PARISI: FIRMO REFERENDUM, PER IL CAMBIAMENTO.
(Dire) - Il ministro della Difesa Arturo Parisi firma il referendum sulla legge elettorale "per mantenere l'impegno preso con gli elettori", per "mettere pubblicamente a verbale la mia domanda di cambiamento". In un dichiarazione, Parisi ricorda che "un anno fa, cosi' come tutti i candidati dell'Ulivo, mi son presentato agli elettori assicurando tra i miei primi impegni quello di sostenere l'abrogazione della legge che la stessa Cdl definiva una porcata. Sono qua per mantenere quell'impegno". Il ministro, poi, ricostruisce la vicenda: "Fin da quando nello scorso autunno abbiamo depositato il quesito in Cassazione ho detto che l'iniziativa referendaria era per me solo una sollecitazione alle forze politiche per dar seguito a quell'impegno: un modo per metterci una scadenza. Come abbiamo detto fin dall'inizio, 'un minuto dopo che una nuova legge fosse approvata l'iniziativa referendaria si fermera''. Come si puo' vedere, son passati sei mesi dal deposito della richiesta di Referendum in Cassazione, ma purtroppo non e' successo quasi nulla. L'iniziativa del ministro Chiti, laboriosa e personalmente generosa, ha dovuto infatti registrare solo la comune impotenza, la prevedibile comprensibile impotenza del ceto politico ad intervenire su se stesso senza la guida di un forte chiaro indiscutibile mandato popolare. Ad oggi non disponiamo ancora di alcun testo riconoscibile e, per riuscire a mettere d'accordo tutti, dobbiamo inventarci norme che contrasterebbero la frammentazione partitica in corso solo nel 2016". "Nonostante questo, continuo personalmente- continua Parisi- non solo a sperare che quello che adesso sembra impossibile divenga possibile, ma dichiaro da parlamentare il mio impegno perche' si possa trovare in Parlamento la risposta alla domanda che sentiamo crescere tra i cittadini. Ma per questo ritengo necessario che i riformatori, mentre continuano a impegnarsi per il cambiamento in parlamento, comincino a raccogliere la domanda dei cittadini".
10 - BALDASSARRI (AN): DAL GOVERNO DOPPIO FALSO IN COMUNICAZIONE SOCIALE
(Asca) - ''In realta' si tratta di un doppio falso in comunicazione sociale, nel senso che il deficit pubblico nel 2006 era gia' sceso sotto il 3% ed era al 2,3%''. Lo afferma Mario Baldassarri, capogruppo di An in Commissione Bilancio del Senato ed ex viceministro dell-Economia, intervistato da Gr Parlamento sui dati Istat riguardo il deficit 2007. ''Il dato statistico al 4,4% del 2006 - continua Baldassarri - e' solo a causa di due una tantum che fanno riferimento a debiti pregressi non del 2006 e relativi alla nota sentenza europea sull'Iva delle auto e allo spostamento del debito dalla societa' Ispa allo Stato per quanto riguarda il finanziamento della Tav. Inoltre il dato del 2007 - conclude Baldassarri - fa riferimento ai dati ufficiali comunicati dal governo che nascondono il falso in bilancio che il governo ha fatto sul Bilancio dello Stato 2007''.
11 - BLAIR SU PRODI, GAFFE O STOCCATA?
Paolo Panerai per "Milano Finanza" - È stata una gaffe involontaria o una decisa e voluta stoccata, quella che Tony Blair ha lanciato verso il presidente del consiglio, Romano Prodi, alla fine della bella intervista concessa da: leader inglese al Corriere della Sera di venerdì 20? I lettori possono giudicare da soli.
Ha detto Blair, rispondendo alla penultima domanda: «...Quello d cui abbiamo bisogno è una visione politica condivisa... Non dimentichiamo che come Europa dovremo misurarci economicamente e politicamente con la Cina, la Russia, l'India. L'Europa ha cominciato a capirlo grazie anche all'opera del presidente José Manuel Barroso, che sta facendo la differenza».
Domanda dell'intervistatore: «La differenza rispetto a cosa? Romano Prodi è andato così male come presidente della Commissione?». Risposta di Blair, evidentemente ora consapevole di parlare con un giornale italiano «No, no. Sto solo dicendo che Barroso è efficace, come lo è stato Prodi...». Per carità... Come se tutti si fossero dimenticati dei giudizi inglesi sulla presidenza Ue di Prodi... Ma Blair sta per lasciare il potere e quindi in extremis cerca l'armonia.
Non vi è dubbio, tuttavia, che la presidenza Ue di Barroso può essere molto importante per il futuro del mondo.
Dagospia 24 Aprile 2007