DA ENI A ENEL, BERLUSCONI "CONFERMA" I VERTICI - RYANAIR: ALITALIA BAMBINO VIZIATO - TESORO SOLLEVA DUBBI SUI CONTI 2007 DI ENAV - YAHOO SENZA SPRINT - I TIFOSI, ORA SENZA TRENI, CI HANNO FATTO GUADAGNARE.

1 - RYANAIR: ALITALIA COME BAMBINO VIZIATO, NON SOPRAVVIVE DA SOLA.
(Agi)
- Alitalia e' come un "bambino viziato", abituato a ricevere troppe attenzioni. Per questo non e' riuscita a superare la prova del mercato. E' duro il giudizio di Peter Sherrard, responsabile europeo delle comunicazioni di Ryanair sulla vicenda Alitalia e la sua gestione politica. "Il Governoha fatto troppo negli ultimi 10 anni per la compagnia di bandiera, che e' come un bambino viziato - accusa Sherrard - mentre Alitalia avrebbe avuto bisogno esattamente del contrario cioè essere piu' autonoma".

E' per questo motivo che "ora non puo' sopravvire da sola". Secondo il dirigente di Ryanair "in Europa ci sono diversi esempi di compagnie che prima volavano in regime di monopolio come Alitalia - British Airways, Lufthansa, la stessa Air France - e che sono cambiate per adeguarsi al mercato. Solo per due compagnie, quella greca e quella italiana, non e' stato cosi' e sono le due compagnie che falliscono".

2 - RYANAIR ACCUSA GOVERNO ITALIANO: BLOCCA CONCORRENZA, UE LO SANZIONI.
(Agi) - La Commissione Europea intervenga a salvaguardia della concorrenza nei cieli italiani "privilegiando la tutela dei consumatori e non dei governi corrotti". Ryanair, la piu' grande compagnia low cost d'Europa, fa appello alle autorita' dell'Unione perche' fermino "i tentativi illegali del Governo italiano di negare ai consumatori tariffe basse e scelta". Finora, e' la critica del responsabile delle comunicazioni della compagnia irlandese, Peter Sherrard, la Commissione "non ha fatto alcun passo contro i tentativi sfacciati delle autorita' italiane di eliminare la concorrenza a tariffe basse ad Alitalia".

Parallelamente Ryanair ha presentato diversi ricorsi al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato. Al momento, al centro del contendere il numero di slot assegnato ai vettori della low cost irlandese nello scalo di Ciampino per questa estate, giudicato insufficiente. Ma la battaglia che vede contrapposti la compagnia aerea ed il governo italiano dura ormai da anni.

3 - DA ENI A ENEL, BERLUSCONI "CONFERMA" I VERTICI.
Dal "Corriere della Sera"
- «Sulla conduzione di Eni, Enel, Finmeccanica e Terna c'è un generale giudizio positivo». Così il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, durante un forum al quotidiano Il Tempo ha risposto sulla questione delle nomine dei vertici delle società a maggioranza pubblica. «Mi pare che questi enti siano egregiamente condotti. Vale per Eni, Enel, Finmeccanica e Terna. Anche per questo il governo attuale non è intervenuto, proprio perché c'è un generale giudizio, anche delle Borse, sulla condizione positiva di queste importanti società».
Berlusconi, riferendosi quindi al presidente dell'Eni, Roberto Poli: «Pare che abbia deciso di lasciare». Le assemblee delle varie società sono in programma per la fine di aprile. E si va quindi verso una conferma degli attuali vertici. Mentre a proposito delle nomine del Tesoro il senatore di Forza Italia, Giuseppe Vegas, invita il governo a non occuparsi del dicastero sostenendo che «sarebbe molto grave se questo esecutivo procedesse a nuove nomine in piena campagna elettorale».

4 - IL TESORO SOLLEVA DUBBI SUI CONTI 2007 DI ENAV.
Da Finanza & Mercati
- I dubbi del Tesoro pesano sull'approvazione del bilancio dell'Enav. Ieri il cda della società controllata al 100% dal ministero dell'Economia ha reso noto di aver approvato il progetto di bilancio 2007. Ma secondo quanto risulta a Finanza & Mercati l'approvazione dei conti non è avvenuta all'unanimità in quanto il rappresentante del ministero dell'Economia che siede nel consiglio di amministrazione della società guidata da Guido Pugliesi ha chiesto un approfondimento in merito alle modalità di applicazione del cost cap (la limitazione dei costi imposti) previsto dalla legge sui requisiti di sistema e dal contratto di programma dell'Enav. Fonti ufficiali dell'Enav fanno notare che: «l'unica divergenza ha riguardato l'applicazione del cost cap».

Il problema dei costi riguarderebbe l'aumento delle spese per il personale, che sarebbero passate dai 329 milioni del 2006 ai 357 milioni del 2007, portando di conseguenza il costo medio di ciascun dipendente a oltre 111.000 euro. Adesso la palla passa al collegio sindacale che dovrà redigere la propria relazione prima dell'assemblea per l'approvazione del bilancio 2007 di Enav prevista per il 29 aprile.

5 - L'ITALIA A BANDA LARGA DIVISA IN TRE: SVANTAGGI PER 23 MILIONI.
(Adnkronos) - L'Italia della banda larga e' divisa in tre e a subire gli svantaggi del digital divide sono ben 23 milioni di connazionali. Gli italiani che non possono avere l'Adsl sono 3,4 milioni, ma la sfida si gioca sulla seconda generazione, sui 20 Megabit oggi, sui 50 domani. E a rimanere indietro e' il Centro-Nord. Lo riferisce il "Corriere della Sera" sottolineando che "in Italia il problema del digital divide si presenta in forme originali". "Ad essere sfavorito, come risulta dall'ultimo rapporto dell'Osservatorio Banda Larga di Between, in questo caso non e' solo 'il Mezzogiorno' ma anche il Nord".



6 - I TIFOSI, ORA SENZA TRENI, CI HANNO FATTO GUADAGNARE.
Lettera a "la Repubblica" di Federico Fabretti, Dir. centrale Media delle Fs
- Le Ferrovie dello Stato da oltre un anno, per propria iniziativa, condivisa dal ministero dell'Interno, non effettuano più treni speciali per i tifosi. Ci fa piacere comunicare che dopo le prime 33 giornate dell'attuale campionato, a confronto con quello dello scorso anno, da un passivo di 1.962.527 euro si è passati ad un attivo di 570.673 euro. I tifosi trasportati sono scesi del 59%, da 40.263 a 16.462. I treni speciali da 83 a zero. I danni subiti si sono ridotti del 74%. La percentuale dei paganti è oggi del 100%.

7 - FUGA DA LONDRA.
Luca Pagni per "la Repubblica" - Al momento della fusione erano i primi soci con il 28% del capitale complessivo. Ma nel giro di meno di un anno il gruppo degli azionisti italiani della società che gestisce il London Stock Exchange e Borsa Italiana spa sta perdendo i pezzi. Ha cominciato il Monte dei Paschi nel novembre scorso, quando si è liberato del suo 2,9% per una plusvalenza di 150 milioni. Nei giorni scorsi, si è scoperto che anche altre banche hanno diminuito il loro peso.
Lo ha fatto Banca Sella che ha venduto circa l´1% dell´Lse, mantenendo soltanto uno 0,45%, e contribuendo così a portare a 120 milioni l´utile netto 2007. Stesso discorso per Banca Intermobiliare il cui risultato positivo per 96 milioni è determinato anche dallo 0,88% di Lse ceduto sul mercato (le rimane l´1%) e per Credem che ha ceduto tutto il suo 0,6%. Il che dimostra che una ricca plusvalenza, di questi tempi, vale più dell´italianità.

8 - CRISI MUTUI: KROES INDAGA SU SALVATAGGIO NORTHERN ROCK.
(Agi)
- Bruxelles vuol vederci piu' chiaro sul salvataggio della banca britannica Northern Rock ed apre un'indagine formale sugli aiuti alla ristrutturazione concessi dal Governo britannico. La decisione e' stata presa al fine di "garantire sicurezza giuridica, in particolare tenuto conto dell'importanza degli aiuti, del contesto attuale del mercato finanziario e dei rischi di distorsione della concorrenza", ha spiegato la Commissaria Neelie Kroes secondo quanto si legge in un comunicato, assicurando di voler procedere in "stretta collaborazione con le autorita' britanniche e con le altre parti interessate".

9 - YAHOO SENZA SPRINT.
Arturo Zampaglione per "la Repubblica" - Yahoo è stata tra le poche società americane a non approfittare della improvvisa fiammata delle quotazioni azionarie che ha coinciso (scherzi a parte) con il primo aprile. Dopo aver chiuso il primo trimestre con i risultati peggiori degli ultimi cinque anni e mezzo - l´indice Dow giù di 7,6 per cento, l´S&P 500 di quasi il 10 e il Nasdaq di più del 14 - Wall Street ha invertito ieri la tendenza negativa grazie alla flessione delle commodities e soprattutto alla ricapitalizzazione per 4 miliardi della Lehman Brothers. Ma mentre i titoli delle finanziarie trainavano in alto tutto il mercato, Yahoo ha perso terreno. La ragione?

La Microsoft non ha intenzione di ritoccare l´offerta presentata due mesi fa per l´acquisto del motore di ricerca per 44,6 miliardi di dollari. Yahoo aveva respinto quella proposta dicendo che non rispecchiava il vero valore della società. E mentre sperava in un rialzo, avviava negoziati alternativi con la Time Warner e la News corp. di Rupert Murdoch. Ma secondo voci raccolte dal Wall Street Journal la multinazionale del software si prepara a "un lungo assedio": da un lato è convinta che il tempo giochi a suo favore, dall´altro che le prospettive di recessione e le instabilità borsistiche rendano ancora più attraente la sua offerta iniziale. Del resto quei 44,6 miliardi (ridottisi a 42 perché nel frattempo le quotazioni della Microsoft sono calate), sono di più dei 39 miliardi di capitalizzazione di Borsa di Yahoo.

10 - SVENDITE IMMOBILIARI VERSO FINE STAGIONE.
R.Fi. per "Il Sole 24 Ore"
- Forse in futuro molti americani si pentiranno di essersi venduti la casa di famiglia per quattro soldi. Forse no. Anzi, è sempre possibile che un'ulteriore caduta dei prezzi delle case renda addirittura conveniente svendere la propria villetta monofamiliare, magari per soli 100mila dollari.
Si segnala tuttavia che qualcuno a New York inizia a dubitare che la stagione dei saldi nell'immobiliare Usa sia destinata a durare. Anzi, mentre il settore è in difficoltà, c'è chi si appresta a costituire dei fondi di private equity per approfittare dei prezzi stracciati. E la cosa più interessante è che nel caso di Blackstone riesce a farlo raccogliendo fondi. Insomma, il colosso del private equity americano, proprio nel mezzo della crisi di liquidità è riuscito a raccogliere 10,9 miliardi di dollari per un fondo che investirà sul mercato immobiliare.

11 - LA DREGULATION ABBANDONA WALL STREET.
G.Bal. per "Il Sole 24 Ore"
- La bufera di Wall Street non stupisce nessuno. Incuriosisce, invece, scoprire chi sono i "censori" che invocano «regole più stringenti » per l'economia Usa. Un coro di voci che unisce il Tesoro, parlamentari e trader. Nessun dubbio: le regole non funzionano, il mercato ha troppa libertà. Peccato che solo pochi mesi fa gli stessi "censori" spiegavano: «Negli Stati Uniti l'eccesso di regole minaccia la crescita ».
Lo dicevano gli intervistati da Mc Kinsey in un report sostenuto da Mike Bloomberg e dal senatore Charles Schumer, oggi in prima fila tra quanti vogliono più regole e subito. Bloomberg e Schumer spiegavano che la regolamentazione costa alle imprese americane 15 volte più che a quelle inglesi: addirittura 25,5 miliardi nel 2005, senza parlare dell'aggravio per l'introduzione della Sarbanes-Oxley.La soluzione? Ridurre le regole per difendere l'economia, salvo poi chiedere un'immediata stretta per fronteggiare la nuova crisi.


Dagospia 02 Aprile 2008