AGRICOLTURA IN FUMO - RITORNO ALL’AUTARCHIA E GRANDE RIPRESA DEGLI ORTI DI CITTÀ. MA ANCHE QUI, I TUTORI DELLA LEGGE SI CONFERMANO NEMICI DELLA LIBERA IMPRESA – LA FINANZA SEQUESTRA UNA INCREDIBILE SERRA DI MARIJUANA NEI SOTTERRANEI DI ROMA - COLTIVATI SETTE ETTARI NEL TUNNEL LUNGO UN CHILOMETRO SCAVATO NEGLI ANNI TRENTA PER UN PROGETTO DI METROPOLITANA - C’È L’OMBRA DELLA CAMORRA O DELLE COSCHE CALABRESI PER UN VALORE DI CIRCA 3 MILIONI DI EURO - VASCO: “CHI USA DROGHE NON VA CRIMINALIZZATO”…

1- ROMA, SERRA DI MARIJUANA SOTTO LA STAZIONE CASILINA
Raffaello Masci per La Stampa

Ritrovamenti nel sottosuolo di Roma. Ma non è quello a cui tutti state pensando: non archeologia e «anticaglie», ma droga. Per l'esattezza marijuana: quattromila metri quadri di coltivazioni più 340 chili di prodotto già essiccato e pronto per il mercato, dove - al prezzo di 7-8 euro a grammo - avrebbe fruttato all'incirca 3 milioni di euro. La scoperta dell'estate è stata fatta dalla Guardia di Finanza della capitale che ieri mattina, nella sede di via Nomentana, ha illustrato l'episodio.

Bisogna partire dagli anni Trenta, quando il governo fascista aveva pensato ad una metropolitana per collegare il quartiere di Centocelle - oggi periferia, allora periferia estrema - alla stazione Termini. Si allestì, alla bisogna, una galleria di oltre un chilometro che costeggiava la via Casilina. Ma poi le priorità furono altre, intervenne la guerra, e le opere furono abbandonate.

Il tunnel, nella zona oggi denominata Tor Pignattara e prossima alla stazione ferroviaria Casilina nonché a un caveau della Banca d'Italia, venne utilizzato come fungaia, e in quanto tale era conosciuto. L'accesso alla struttura era in un avvallamento sotto strada ed era protetto da una porta metallica d'ingresso con griglie di aerazione.

Ma in questi giorni di grande caldo, da quei sotterranei ombrosi, l'odore che usciva non era esattamente quello degli champignon, e gli abitanti di Tor Pignattara - come si dice a Roma - «hanno sgamato», si sono cioè insospettiti e hanno allertato le forze dell'ordine. La Guardia di Finanza si è mossa con estrema cautela per evitare di mandare a monte l'operazione con interventi troppo diretti, poi l'altro giorno - ha agito con un blitz.

Gli agenti sono scesi nella lunga spelonca e hanno sì trovato una generosa coltivazione di funghi ma, a seguire, nei meandri più riparati del tunnel, una distesa infinita, a perdita d'occhio, di piante di marijuana in piena maturazione, dalle quali promanava l'acre odore che la gente, in superficie, aveva percepito così nettamente da dare l'allarme.

Quattromila metri quadri di «erba» coltivati con le tecniche più moderne: impianti di illuminazione alogena che consentivano alla vegetazione di prosperare, sistemi automatizzati di irrigazione con cisterne ipogee, autoclavi e una rete capillare di tubi che dosava l'acqua secondo la necessità.

Sempre nei sotterranei, ma a una certa distanza, gli impianti di lavorazione, separati da un finto muro di mattoni con una porta basculante rivestita degli stessi mattoni: essiccatoi, strumenti di dosaggio, bilance di precisione, e poi il fornito magazzino dove le Fiamme Gialle hanno trovato il bottino che, posto sul mercato, avrebbe fruttato non meno di 3 milioni, come si diceva.

L'azienda - se così vogliamo chiamarla - si era sviluppata sotto la copertura di una attività agricola, intestata a un uomo di 57 anni, di cui sono state fornite finora solo le iniziali (C.O.) e che è stato - comunque - tratto in arresto. La quantità sia della coltivazione che del prodotto finito era tale da far pensare che «il tunnel della droga» (come è stato ribattezzato) servisse da rifornimento a tutta Italia e forse anche a spacciatori all'estero. Ora le Fiamme Gialle stanno cercando di scovare sia i complici dell'arrestato che la rete di distribuzione della marijuana.

Il tunnel è stato ora blindato con un intervento congiunto dei vigili urbani di Roma e da quelli del Fuoco. Tor Pignattara, nel frattempo, si è trasformata in un quartiere stranamente allegro: gli effluvi provenienti dal sottosuolo stanno producendo i loro effetti.

2- L'OMBRA DI CAMORRA E ‘NDRANGHETA SEQUESTRATI TRE MILIONI DI EURO
Massimo Lugli per Repubblica - Roma

C'è l'ombra della camorra o delle cosche calabresi dietro il ritrovamento della piantagione sotterranea al Mandrione e il sequestro di 340 chili di marijuana per un valore di circa 3 milioni di euro. Il cinquantasettenne che, da due anni, aveva preso in comodato la fungaia, C.O., ha precedenti per ricettazione e altri reati ma nessuno che riguardi la droga.

Le Fiamme gialle stanno passando al setaccio i tabulati del cellulare e dell'utenza fissa e le mail sul suo pc per cercare le prove di un'intuizione investigativa fin troppo immediata: solo una piccola parte dell' "erba" sarebbe finita sul mercato romano. Il grosso avrebbe preso un'altra direzione, quasi sicuramente verso sud.

Nella capitale, ormai da anni, si trova pochissima "erba" e quasi sempre proveniente dalle piantagioni clandestine artigianali, spesso per uso personale o poco più, sequestrate a intervalli regolari da polizia, carabinieri e finanza. Gli aficionados del tetracannabinolo, il principio attivo delle "canne" devono accontentarsi del "puzzone", hashish made in Marocco, quasi sempre di bassa qualità, che ha soppiantato anche le varianti più pregiate: libanese rosso, black Bombay, kift o l'ormai introvabile (e ricercatissimo) afgano.

L'"erba", più economica e più voluminosa, di solito si vende in grandi quantità a organizzazioni specializzate con la loro rete fiduciaria di spaccio all'ingrosso. «Un investimento di centinaia di migliaia di euro con almeno 20 persone al lavoro fa pensare a un'organizzazione criminale strutturata» riflette uno degli inquirenti. Una gang che di sicuro arrivava da fuori.

3- VASCO: "CHI USA DROGHE NON VA CRIMINALIZZATO"
La Stampa

«Nessuno ha il diritto di drogarsi e nessuno dovrebbe mai farlo. Io non incito certo alla droga, anzi invito chiunque a non farne esperienza e a non bere nemmeno alcool né cominciare a fumare sigarette. Nessun vizio che tolga libertà dando invece dipendenza può essere difeso. Solo "compreso" ...e NON criminalizzato!».

Vasco Rossi continua dalla sua pagina Facebook ad affrontare il tema della dipendenza dalle droghe. Risponde risentito a Serpelloni, capo del Dipartimento delle politiche antidroga sul tema della legalizzazione degli stupefacenti, dicendogli: «Io potrei benissimo, a questo punto della mia vita, evitare di impelagarmi in tematiche cosi impopolari e difficili, ma la questione droga, vista la mia esperienza personale (che - in un periodo della mia vita passata - mi ha visto farne consapevolmente e coscientemente uso), mi sta a cuore e ho deciso di affrontare una difficile battaglia per provare ad apportare un mio piccolo contributo alla lotta necessaria a far uscire la nostra civiltà da questo buio culturale medioevale e anti-etico».

«Sono certo - prosegue il rocker - che in un futuro non lontano questi anni del proibizionismo verranno ricordati come quelli nei quali venivano incarcerati gli omosessuali, come fossero criminali perversi». Quanto alle canzoni: «Posso vantarmi di avere aiutato i loro cuori e le loro anime a provare emozioni».

 

serra di marijuana a Romamarijuana serra di marijuana a Romaserra di marijuana a RomaMARIJUANAMARIJUANA serra di marijuana a Romaserra di marijuana a Romaserra di marijuana a RomaMARIJUANASmoking marijuana vasco rossi VASCO ROSSI E LAURA SCHMIDT SU FACEBOOK

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....