giuseppe conte angela merkel lufthansa alitalia

UN WÜRSTELONE PER ALITALIA – A PALAZZO CHIGI, DOPO L’INCONTRO CON LA MERKEL, SI PORTA MOLTO LA PISTA LUFTHANSA PER IL SALVATAGGIO DI ALITALIA. DELTA NON DÀ PIÙ LE GARANZIE NECESSARIE E AI BENETTON, POSTO UN ACCORDO SULLE CONCESSIONI, ANDREBBE BENE PERCHÉ I TEDESCHI VOGLIONO PUNTARE SU FIUMICINO – MA DA COLONIA VOGLIONO SUL PIATTO ALMENO 3-4MILA ESUBERI E…

1 – ALITALIA, AVANZA LUFTHANSA PARACADUTE PER GLI ESUBERI

Umberto Mancini per “il Messaggero”

 

alitalia

Alitalia riparte da zero. Anzi da quattro. Tante sono le soluzioni allo studio del governo. La prima, la più gradita ai 5Stelle, prevede il matrimonio con Lufthansa dopo una sostanziosa cura dimagrante a carico dello Stato, con esuberi da collocare in una società ad hoc con nuovi ammortizzatori sociali, e una newco snella in cui inserire la parte volo e una piccola porzione dei dipendenti di terra.

 

LUFTHANSA

Scure invece sui dirigenti. Una nuova Alitalia ripulita di almeno 3-4 mila dipendenti, che sarebbero comunque tutelati attraverso Cig e altre soluzioni provvisorie per accompagnare alla pensione il maggior numero di hostess e piloti. Tutto questo, secondo fonti sindacali, dovrebbe essere gestito da un commissario ad hoc con pieni poteri. Una ipotesi che al Mise stanno vagliando visto che Delta non dà le garanzie richieste sul fronte dei futuri ritorni reddituali.

Benetton fiumicino

 

E, soprattutto, che Atlantia è disposta a ritornare sui propri passi solo se il colosso tedesco, che tra l'altro vuole valorizzare Fiumicino facendolo diventare il terzo hub del gruppo, sarà della partita. Difficile capire se questa idea abbia dei margini per potere viaggiare rapidamente visto che ristrutturare la compagnia di bandiera, azzerare i commissari attuali e impostare tutta l'operazione richiede tempo e una serie di via libera politici.

 

LA RISPOSTA

ENRICO LAGHI

Di certo oggi i commissari guidati da Enrico Laghi si aspettano dal Mise una risposta su come procedere. Visto che i termini per la presentazione dell'offerta vincolante sono scaduti e il prestito da 400 milioni è legato indissolubilmente alla creazione del consorzio. Ieri c'è stata una call tra i tre commissari guidati da Enrico Laghi per definire la strategia e mettere in guarda il governo dai rischi che si corrono in questa fase. Senza il consorzio, svanito con il no di Atlantia, c'è il rischio concreto che la Ue accenda un faro sul prestito da 400 milioni, accusando il governo di aiuti di Stato.

 

patuanelli conte

Non è un mistero che i commissari siano molto irritati per come la situazione si sta evolvendo. E che alla fine, in mancanza di una soluzione giuridicamente sostenibile, decidano di portare i libri in tribunale. O comunque di spingere l'esecutivo a decidere. Se la prima ipotesi è quella di consegnare Alitalia ai tedeschi dopo la ristrutturazione, la seconda opzione prevede la liquidazione tout court.

 

Carsten Spohr CEO LUFTHANSA

Nel mezzo ci sono altre due strade. Meno traumatiche delle prime due, difficilmente sostenibili per l'impatto sociale che avrebbero dopo le promesse fatte dal governo rosso giallo sul fronte occupazionale. Ovvero una proroga più lunga dei 15-20 giorni previsti. Per riportare al tavolo Atlantia e convincere Delta a fare qualcosa di più sul fronte delle rotte nord americane. L'ipotesi Lufthansa escluderebbe infatti altri partner, affidando tutta Alitalia al colosso tedesco.

 

giuseppe conte angela merkel

Ovviamente sul tavolo del Mise ci sono anche altre varie articolazioni della possibile alleanze, tutte richiedono però negoziati non certo rapidi, autorizzazioni governative, il varo di decreti ad hoc. Insomma, una partita complessa, quasi inestricabile che si gioca sulla pelle di oltre 11 mila dipendenti diretti (circa 30 mila con l'indotto). A Palazzo Chigi, soprattutto dopo l'incontro con la Merkel si tifa per la soluzione tedesca.

 

Lufthansa sciopero

Se non altro perché è l'unica che farebbe tornare in pista Atlantia e darebbe una prospettiva industriale seria. Soprattutto toglierebbe ogni alibi alla holding dei Benetton che non ha mai visto di buon occhio Delta, troppo attenta ai propri interessi e poco disposta a cedere rotte e profitti al consorzio. Ora, come detto, la palla passa al Mise. C'è tempo fino a marzo, poi i soldi in cassa finiranno e lo spettro del fallimento diventerà concreto. Per la verità, e i commissari lo riferiranno all'esecutivo, una soluzione va trovata entro la fine dell'anno. Perché mettere a punto la nuova alleanza richiede molti passaggi burocratici, il consenso del sindacato, l'ok della Ue e, soprattutto, la fattibilità industriale dell'operazione.

 

2 – ALITALIA FRA SUPERCOMMISSARIO E FALLIMENTO E IL GOVERNO SI PRENDE ANCORA UN PO' DI TEMPO

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

ALITALIA

Ancora qualche giorno di tempo per cercare di metter assieme una cordata oppure la nomina di un supercommissario col mandato di ristrutturare la compagnia e poi venderla? In alternativa c' è il fallimento. Il governo, che ha appena tamponato la crisi dell' Ilva frenando per ora la fuga di ArcelorMittal, si trova alle prese con un' altra patata bollente, il rebus-Alitalia. Di qui il pressing innanzitutto sulle Fs, a cui l' esecutivo ha assegnato il ruolo di capocordata, per cercare di trovare un aggiustamento magari con Atlantia, che per ora - come è noto - non ha intenzione di finalizzare l' adesione al consorzio di salvataggio ed anzi è data sempre più distante visto i dissidi col partner industriale scelto nei mesi passati, gli americani di Delta.

battisti ferrovie

 

Dopo sette rinvii dei termini e dopo che anche la scadenza del 21 novembre è passata senza che venisse presentata ai commissari la tanto attesa offerta irrevocabile di acquisto, Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo e il ministro dello Sviluppo avrebbero dovuto vedersi oggi o forse domani per fare il punto della situazione.

 

Stando a fonti del Mise, però, ancora ieri sera l' appuntamento non figurava nell' agenda del ministro. Patuanelli, che ha già incontrato i tre nei giorni scorsi, continua però a mantenersi in stretto contatto con loro e a monitorare la situazione. E a questo punto non è escluso che lasci passare ancora qualche giorno in attesa che possa maturare qualche novità, sul fronte Delta o sul fronte Lufthansa.

DELTA AIRLINES

 

Inutile dire che la situazione che si è creata allarma sempre di più i sindacati. E tanto per gradire per oggi dalle 13 alle 17 è previsto uno sciopero che costringerà Alitalia a cancellare ben 130 voli. «Non è più possibile perdere tempo. Dopo la rinuncia al consorzio da parte di Delta, Lufthansa, Atlantia e la mancata offerta vincolante di Ferrovie, il governo convochi i sindacati e indichi la strada da seguire per salvare Alitalia e tutti i suoi dipendenti» ha dichiarato ieri il presidente dell' Associazione nazionale piloti, Marco Veneziani. Identica richiesta avanza la Uiltrasporti, preoccupata per il profilarsi di «soluzioni alternative alla vendita della compagnia che prevedono migliaia di potenziali fuoriuscite e lo spacchettamento della società».

 

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)