BALLETTO PIRELLI - ATTESA DELL’ACCORDO TRONCHETTI-BANCHE PER SILURARE MALACALZA (60 MILIONI DI PLUSVALENZA)

1 - CAMFIN: NEGATIVA IN BORSA (-0,4%), PIRELLI MAGLIA NERA (-2%)
(ANSA) - Camfin, dopo una partenza in rialzo, a metà seduta azzera i guadagni (-0,41% a 0,85 euro). Il mercato resta in attesa dell'accordo per il divorzio tra Tronchetti Provera e i Malacalza e, dell'Opa. In mattinata Mtp, Clessidra, Intesa SanPaolo e Clessidra hanno indicato in nota che sono in corso di definizione gli accordi. Pirelli che aveva già invertito la rotta a metà mattinata, perde il 2,12% ed è la peggiore del listino principale. Il Ftse Mib sale dello 0,82% a 17.195 punti.

2 - CAMFIN: MTP E CLESSIDRA, IN CORSO DEFINIZIONE ACCORDI
(ANSA) - Marco Tronchetti Provera S.p.A., Lauro Cinquantaquattro S.p.A. (interamente controllata da Clessidra SGR per conto del Fondo Clessidra Capital Partners II), Intesa Sanpaolo e UniCredit comunicano che "sono in corso di completamento le attività per la definizione degli accordi" sull'operazione in Camfin. Lo si legge in una nota.

Si lavora su due tavoli contemporaneamente: da una parte gli advisor legali e finanziari cercano di chiudere l'accordo per lo scioglimento di Gpi e dall'altra Clessidra, il fondo guidato da Claudio Sposito lavora all'operazione di riassetto e alla costituzione della newco che accoglierà la nuova compagine azionaria di Camfin.

Le trattative in corso, spiega una nota sono volte " al riassetto della relativa struttura proprietaria, anche a seguito della ipotizzata cessazione della partnership tra le società Marco Tronchetti Provera & C. S.p.A., Marco Tronchetti Provera S.p.A. e Gruppo Partecipazioni Industriali S.p.A., da una parte, e Malacalza Investimenti S.r.l., dall'altra parte".


3 - IL GRANDE RIASSETTO TRONCHETTI-MALACALZA
Fabrizio Massaro per "Il Corriere della Sera"

Non è bastata l'intera giornata di ieri per chiudere la complessa trattativa tra Marco Tronchetti Provera e Vittorio Malacalza per separare i destini delle due famiglie di imprenditori nella catena di controllo che porta al gruppo della Bicocca.

Nonostante una sospensione dei titoli Camfin e Pirelli fin dalla mattina di ieri, l'annuncio della soluzione della disputa in tarda serata non c'era ancora. Ancora ieri sera i legali delle due parti erano riuniti per limare i dettagli di un'operazione molto articolata che dovrebbe portare alla fine alla separazione piena dei destini di Tronchetti e Malacalza.

Dal luglio 2010, dopo un avvicinamento partito un anno prima, Tronchetti e Malacalza sono soci nella holding Gpi, rispettivamente con il 57% e il 30,9%. Gpi a sua volta controlla il 41,7% della quotata Camfin, in cui Malacalza è anche socio diretto con il 12,3%. Da Camfin si arriva alla Pirelli, di cui la scatola controlla il 25% circa. Ora questo modello dovrebbe scomparire.

Dalla scissione di Gpi Malacalza otterrà il 13% di Camfin, che sommato alle azioni direttamente in mano porterà Malacalza Investimenti srl al 25% nella holding quotata, diventandone così secondo azionista dopo Tronchetti (al 29,5%). Secondo le indiscrezioni circolate ieri sera, l'imprenditore genovese potrebbe anche lasciare quel pacchetto di Camfin, aderendo all'opa che Tronchetti lancerà insieme con i soci di Camfin Carlo Acutis (8,6%) e Massimo Moratti (2,5%) e il supporto dei partner finanziari Clessidra, Intesa Sanpaolo e Unicredit.

A questo scopo sarà creata una newco in cui saranno conferite le azioni Camfin dei tre imprenditori, che tutti insieme saliranno al 40% circa, oltre la soglia del 30% che fa scattare l'opa obbligatoria su Camfin. Nei giorni scorsi era circolata anche l'ipotesi che Malacalza, più che a una monetizzazione di Camfin, puntasse piuttosto a uno scambio con il 7% circa di Pirelli, ma non ci sono state conferme in merito. Bocche cucite fino alla fine, dunque. Anche perché non è indifferente per l'ammontare complessivo dell'operazione che Malacalza resti o meno dentro Camfin.

Ieri la società è stata sospesa dalle contrattazioni a inizio mattina quando valeva 8,5 euro (+1,3%) pari a una capitalizzazione di 654 milioni, ovvero il 207% in più in un anno grazie alla spinta delle ipotesi di un riassetto della catena Camfin-Pirelli e allo scontro lungo un anno tra Tronchetti e Malacalza. Solo negli ultimi sei mesi il titolo è salito del 62%. A seconda di come andrà l'opa, Camfin potrebbe alla fine anche essere delistata. La newco che lancerà l'opa dovrebbe poi essere fusa con la stessa società acquisita, accorciando così la catena che porta a Pirelli.

Lo scontro tra l'imprenditore milanese e la famiglia di ex industriali siderurgici va avanti da oltre un anno, tra accuse reciproche, ricorsi al tribunale e code anche giudiziarie, per orientamenti differenti sulla conduzione finanziaria del gruppo e in particolare del debito da 400 milioni di Camfin. Clamorosa fu lo scorso agosto la pubblicazione sul sito Indymedia di un duro scambio di lettere tra i due imprenditori.

Malacalza era entrato in Gpi nel 2010 al posto di Carlo Puri Negri, con un investimento complessivo di circa 88 milioni che - come ha detto lo scorso 14 maggio Tronchetti all'assemblea Camfin (il cui bilancio è stato bocciato dai Malacalza) - ora «varrebbe circa 150 milioni. Si tratta di uno dei rendimenti migliori sui mercati negli ultimi anni».

 

tronchetti malacalzaVITTORIO MALACALZA E MARCO TRONCHETTI PROVERA IN TRIBUNA ALLO STADIO MEAZZA CLAUDIO SPOSITOENRICO CUCCHIANI GIOVANNI BAZOLI MASSIMO MORATTI NICCOLO GHEDINI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…