ursula von der leyen donald trump

UN BEL DAZIO IN CULO ALL’EUROPA – L’UE È RIMASTA SPIAZZATA DALLA LETTERINA CON CUI TRUMP ANNUNCIA TARIFFE AL 30% SU TUTTI I BENI IMPORTATI NEGLI USA DAL VECCHIO CONTINENTE, DA DOVE LA SETTIMANA SCORSA ERANO SICURI DI ESSERE VICINI A UN’INTESA – A BRUXELLES S’AVANZA LA LINEA MORBIDA DEL TRATTARE CON IL TYCOON. COME SE SI POTESSE TRATTARE CON UNO CHE TI BULLIZZA E CAMBIA IDEA OGNI CINQUE MINUTI – PRONTA LA LISTA DEI CONTRODAZI DA 72 MILIARDI: CI SARANNO IL BOURBON, LA CARNE, I PICK-UP E ALCUNE COMPONENTI AERONAUTICHE DI BOEING. SAI CHE PAURA…

LISTA CONTRODAZI UE DA 72 MILIARDI,BOURBON E BOEING DENTRO

DONALD TRUMP CONTRO L EUROPA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

(ANSA) - La Commissione Ue ha messo ufficialmente sul tavolo dei Paesi la lista di controdazi da 72 miliardi di euro pronti a scattare in risposta alle tariffe Usa cosiddette reciproche e sulle auto.

 

Dopo la consultazione pubblica chiusa il 10 giugno, il pacchetto iniziale da 95 miliardi è stato ridimensionato, ma - stando all'elenco visionato dall'ANSA - conserva i pezzi forti dell'export a stelle e strisce: carni bovine e suine, suv, pick-up e componenti aeronautici legati a Boeing.

 

Nel mirino anche il simbolico bourbon del Kentucky. L'elenco è ancora suscettibile di modifiche, precisa una fonte diplomatica, confermando che l'esame dei Ventisette porterà "a nuovi aggiustamenti" prima del via libera.

 

donald trump e ursula von der leyen dopo il bilaterale al g7 in canada

GLI USA: SUI DAZI CI DERUBATE LA UE INSISTE NEL TRATTARE FRANCIA PER LA RAPPRESAGLIA

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/economia/2025/07/15/news/dazi_europa_usa_trump-424731493/

 

Credo ci sia ancora il potenziale per continuare il negoziato», dice il Commissario europeo al commercio Maros Sefcovic, dopo l'incontro con i ministri dei 27 Paesi. Pur con qualche distinguo, i governi hanno tutti avvallato la linea "morbida" adottata dalla Commissione di fronte al nuovo affondo di Trump: continuare a cercare un accordo entro il primo agosto, quando scatterebbero i dazi al 30%, e solo dopo varare ritorsioni.

 

Così in serata il negoziatore Sefcovic ha sentito i suoi omologhi americani per iniziare a capire come riprendere il dialogo bruscamente interrotto dalla lettera del loro capo. «Ma - ha anche aggiunto - servono due mani per applaudire».

 

sefcovic trump

Non c'è dubbio che il colpo della Casa Bianca sia stato sentito a Bruxelles, dove nei giorni precedenti si riteneva un'intesa addirittura vicina. I dazi al 30% sono una prospettiva «inaccettabile» ha spiegato Sefcovic, che renderebbe «praticamente impossibile» continuare a commerciare tra le due sponde dell'Atlantico. Un vero e proprio divorzio economico.

 

Ma proprio per questo la lettura prevalente […] è che si tratti di una delle tipiche sparate negoziali del presidente americano. E in fondo ieri questa lettura è stata avallata anche dai mercati finanziari, che sia in Europa che negli Stati Uniti si sono mossi sulla parità.

 

GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI

Lo stesso Trump nelle ultime ore è sembrato mandare messaggi ambivalenti. Se da un lato infatti è tornato a prendersela con i Paesi che «da anni derubano gli Stati Uniti», accusa spesso rivolta all'Europa, dall'altro ha aggiunto che se quei Paesi «vogliono parlare, noi siamo aperti».

 

Ma aperti a cosa? Per quanto voglia a tutti i costi evitare una guerra commerciale, l'Europa ha bisogno di un accordo equo. Nell'ipotesi tutt'altro che remota che non arrivi, Bruxelles lavora quindi al secondo binario, quello delle ritorsioni.

 

A fianco al primo pacchetto di controdazi su 21 miliardi di beni americani, già approvato da mesi e ora rinviato fino al 6 agosto, ieri la Commissione ha presentato ai ministri la versione definitiva di un secondo pacchetto da 72 miliardi, per quanto la lista di merci che i governi dovranno approvare non sia ancora stata trasmessa.

 

[…]

 

guerra commerciale tra usa e ue

Parigi vorrebbe che l'Europa minacciasse già da ora l'utilizzo della sua arma più potente, lo strumento contro la coercizione economica che permetterebbe di colpire le aziende americane e addirittura di escluderle dal mercato comune. «In questo rapporto di forza voluto dagli Usa l'Europa deve dimostrare la sua capacità di risposta», ha ribadito ieri il ministro per il Commercio estero Laurent Saint-Martin.

 

Per ora è una posizione minoritaria. Le divisioni però potrebbero esplodere se nelle prossime due settimane e mezzo la linea morbida non portasse ad alcuna intesa: «Tutto è sul tavolo», ha detto Sefcovic a domanda su questo bazooka, «ma procediamo passo per passo».

 

FARMACI, AEREI E AUTO LE TARIFFE SETTORIALI LO SCOGLIO PIÙ GRANDE

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/economia/2025/07/15/news/dazi_negoziato_europa_stati_uniti-424731497/

 

DONALD TRUMP CON HOWARD LUTNICK ANNUNCIA I DAZI RECIPROCI A TUTTO IL MONDO

[…]  Uno degli scogli più importanti, a dispetto dell'attenzione che si sono presi i dazi orizzontali di Trump, riguarda le tariffe settoriali, quelle che si basano sulla cosiddetta Sezione 232: un rischio per la sicurezza nazionale americana motivato con una indagine approfondita del dipartimento del Commercio.

 

Sono di questo tipo - più solido dal punto di vista legale - i dazi al 25%, poi aumentati al 50, imposti su acciaio e alluminio. Così come quelli al 25% su auto e componenti. Per l'industria europea hanno un costo elevatissimo (13,7 miliardi i primi, 18 i secondi, stima la Commissione) ed è soprattutto sotto la spinta di Germania e Italia che Bruxelles deve cercare di abbassarli, quantomeno ottenendo (come il Regno Unito) una quota di merci esentate dall'imposta.

 

usa ue guerra commerciale

Ma le tariffe settoriali sono anche un ostacolo alla vera grande priorità europea, cioè ottenere un'intesa solida che disinneschi una volta per tutte l'incertezza che Trump impone al mondo.

 

Dopo acciaio e auto infatti, l'amministrazione sta conducendo indagini "Sezione 232" anche su altri sette campi strategici, per il momento esclusi dalle tariffe: aerei, motori a reazione, farmaci, chip, minerali essenziali, rame, legno e componenti per camion.

 

Il rischio è che, anche dopo un accordo, l'amministrazione americana imponga maxi dazi pure su questi prodotti, portando così la quota di importazioni europee colpite dall'attuale 70 al 97%. Uno scenario di instabilità permanente che Bruxelles deve scongiurare e lo sta provando a fare negoziando delle esenzioni, in alcuni casi - per esempio gli aerei - proponendo di azzerare i dazi, e in altri - come i chip o i minerali critici - di cooperare in chiave anticinese.

LE ENTRATE TARIFFARIE NEGLI STATI UNITI

Tutto questo fa passare quasi in secondo piano i cosiddetti dazi reciproci applicati da Trump su tutti gli altri prodotti, anche se dopo la sua minaccia di portarli al 30% è evidente come il 10 a cui puntava l'Europa […] non sia per nulla facile da strappare. Ieri alcuni analisti, tra cui quelli di Barclays hanno iniziato a ipotizzare che il punto di caduta sia più alto, nell'ordine del 15%. Un boccone più difficile da mandare giù.

 

Fin qui le incognite di natura più tecnica, già notevoli. Se non fosse che nei corridoi di Bruxelles, e tra le parole con cui Sefcovic annuncia il suo tentativo di riprendere i contatti con gli omologhi americani se ne coglie una altrettanto pesante tutto politica: «Qualsiasi proposta di accordo i suoi negoziatori gli porteranno sul tavolo c'è sempre il rischio che a Trump non piaccia e lo faccia saltare, in questa partita decide da solo», dice Bernd Lange, socialista tedesco che al Parlamento europeo presiede la commissione per il Commercio internazionale.

 

LETTERA DI DONALD TRUMP A URSULA VON DER LEYEN CHE ANNUNCIA DAZI AL 30% ALL UE

È proprio per contrastare la perenne tentazione trumpiana di ribaltare il tavolo che secondo molti l'Europa dovrebbe reagire con più aggressività, e magari iniziare ad attivare le prime ritorsioni: «Il negoziato e le contromisure non sono in contraddizione, ma due lati della stessa medaglia», dice Lange.

 

Per il momento Bruxelles non cambia strada. Riparte lungo il "doppio binario" che - sotto la pressione dei governi, timorosi per una escalation - ha seguito fin dall'inizio: prima cercare un accordo, solo nel caso questo non arrivi reagire. Fra 16 giorni si capirà se ha ragione.

I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

 

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