SE L’IMPRENDITORE NON VA IN GALERA, LA GALERA VA DALL’IMPRENDITORE! - A LONDRA E’ TUTTO PRONTO PER LA PRIVATIZZAZIONE DELLE CARCERI - ANCHE GLI OSPEDALI SUL MERCATO: IL BUSINESS DELL’OUTSOURCING VALE 5 MILIARDI DI STERLINE - IL BACK OFFICE DELLE STAZIONI DI POLIZIA IN APPALTO ESTERNO IN LINCOLNSHIRE, ALTRE DIECI CONTEE SONO GIA’ PRONTE - VENDIAMO LO STATO! CAMERON RISPOLVERA LA RICETTA DI MARGARET THATCHER…

Leonardo Maisano per il "Sole 24 Ore"

«Se le idee politiche avessero un copyright, quelle di Margaret Thatcher sarebbero un imbattibile best seller». A metà anni Ottanta era questa la battuta che circolava fra commentatori inclini ad omaggiare il governo conservatore. S'adattava a tante realtà quante potevano essere raggiungibili dalla compiacenza dei media filo Tory, ma nessuno può contestare che la "Vendita dello Stato", come la definì un giovane economista, Cento Veljanovski, porti le stigmate della signora premier. Margaret Thatcher ha teorizzato, elaborato e qualche volta esagerato la cessione dei beni pubblici per cambiare le regole del gioco sociale, ridando centralità all'individuo e forza al ceto medio.

Una storia che ha tagliato tre decenni, fenomeno trasversale della scena politica britannica esportato nel mondo. Fino al 2008. La crisi del credito è, infatti, lo spartiacque di una dinamica che si va ora correggendo. Non solo perché le banche inglesi sono state di fatto (quasi) tutte nazionalizzate, ma anche per l'apparente inversione di marcia sulle liberalizzazioni, quella deregulation che da decenni porta per mano la cessione del patrimonio dello stato. Certe liberalizzazioni, almeno.

Il light touch alla regolamentazione dei servizi finanziari è considerato concausa del credit crunch. Recuperare le briglia sciolte su un cavallo che è stato prima potentissimo creatore e successivamente distruttore di ricchezza, continua a non essere facile. Le cronache dell'allegra gestione del tasso Libor per volontà di Barclays, Rbs e compagni, lo confermano. Insieme con l'"errore" da nove miliardi di dollari sui derivati del desk londinese di Jp Morgan. Per questo la Banca d'Inghilterra tornerà a prendere le funzioni delegate alla Fsa in una stretta che sembra andare contro la storia del Regno Unito.

UNA LINEA DI CONTINUITÀ
È in realtà un abbaglio. Londra si corregge e corregge le esagerazioni della City, ma l'impegno sulle privatizzazioni e sulle liberalizzazioni è immutato. Dopo aver venduto tutta l'argenteria di famiglia, come si doleva l'ex premier Harold McMillan molto prima che il "misfatto" si fosse compiuto, si mette mano agli ultimi capisaldi della gestione pubblica: ospedali, polizia, carceri.

Una prigione non sarà mai Bp, né un ospedale potrà essere British Gas, o un ufficio di Scotland Yard macinare gli utili di British Telecom. E infatti non si ragiona su improbabili Ipo, ma sulla frontiera individuata da David Cameron per dare sostanza al fumo della Big Society, impronta ideologica che stenta a lasciare il segno.
La "scoperta" è l'uso estremo dell'outsourcing, ovvero del travaso di funzioni dello Stato a enti privati. Secondo una stima diffusa da analisti di Hsbc, da oggi al 2015 il mercato del lavoro in concessione raggiungerà i 5 miliardi di sterline sulla spinta dei ministeri di Giustizia, Difesa e Lavoro.

La polizia del Lincolnshire ha indicato la via a una decina di altre contee pronte a dare in appalto esterno (20 milioni all'anno per dieci anni il contratto firmato da G4S con le autorità del Lincolnshire) funzioni di back office per concentrare le risorse professionali nel controllo del territorio. Nelle prossime settimane nove prigioni saranno assegnate a società private come Serco che dallo scorso anno si occupa del penitenziario di Doncaster. Un business che genererà revenue superiori al miliardo di sterline entro tre anni secondo la stima dell'investment bank, Jefferies.

Non troppo diverso il caso di Circle società di servizi che, primo caso nel Regno di Elisabetta, gestirà un ospedale per dieci anni, la struttura di Hinchingbrooke dove il personale rimarrà in carico al servizio sanitario nazionale, ma diverrà anche azionista del progetto.

AUTOSTRADE E POSTE
La politica cerca di aggirare antichi retaggi ad esempio il divieto storico, più che ideologico, di far pagare agli automobilisti le autostrade. David Cameron ha deciso che il pedaggio arriverà per le nuove infrastrutture mentre per le vecchie sarà concesso agli enti pubblici proprietari di dare la manutenzione in appalto. Stanno cadendo anche le ultime resistenze a tutela della Royal Mail, il servizio postale è infatti in marcia verso la privatizzazione con il 10% delle azioni ai dipendenti.

L'economia aperta inglese s'affida dunque alla politica di sempre, aggiornata e corretta, per cercare la crescita in epoca d'austerity. Si riduce lo Stato per i tagli alla spesa e cresce l'iniziativa privata in un'osmosi che dovrebbe moltiplicare i posti di lavoro.
Il mantra è due impieghi privati per ogni poltrona cancellata nel pubblico. Ma per ora l'aritmetica non torna e la disoccupazione sale. Per questo sono state avviate tre iniziative dirette a rilanciare la deregulation tagliando il cosiddetto "red tape", l'impasse burocratico che rallenta lo sviluppo dell'iniziativa privata.

LA LOGICA DI «ONE IN, ONE OUT»
La prima misura impone per legge il cosiddetto "One in one out" ovvero ogni nuova norma inserita nel quadro regolamentare di un'attività deve corrispondere all'eliminazione di una già esistente con un saldo positivo del 5% nei costi per l'impresa.
È partita due anni fa e, fra qualche difficoltà, avanza mentre strutture ministeriali ad hoc sotto la guida di Vince Cable responsabile di Industria e Business hanno il compito esclusivo di controllare ciclicamente le norme sollecitando l'eliminazione di quelle desuete.

La seconda misura è un sito web - redtapechallenge- dove pubblico e imprese sono invitati a fare proposte e dare suggerimenti con l'obbiettivo esclusivo di liberalizzare l'economia. Il sistema è efficace: ogni settimana il governo sceglie un tema, ad esempio il commercio al dettaglio, pubblica le regole esistenti e sfida i cittadini a snellire il contesto normativo.

L'ENFORCEMENT E IL «FATTORE» COALIZIONE
Il terzo passaggio si chiama enforcement, ovvero applicazione concreta delle misure. «Si è rivelato essenziale - precisano al ministero dell'Industria e del Business - perché in molti casi non è l'articolo di legge a complicare la vita, ma il modo in cui è applicato dal personale incaricato». Abusi, forzature, cattive interpretazioni sono così portati in superficie, discussi e, occasionalmente, risolti.

Le misure sono in vigore, ma non è ancora stata fatta una valutazione sull'impatto dopo le polemiche dello scorso anno quando il governo fu accusato di lanciare idee senza riuscire a darvi seguito. È vero, almeno in parte ed è conseguenza di una dinamica sconosciuta nella vita parlamentare britannica: la coalizione. La convivenza fra LibDem e Tory costringe a compromessi sconosciuti a Londra. Gli inceppi e le polemiche sono inevitabili come quelle che hanno accompagnato la proposta ultraliberista di Adrian Beecroft, munifico mecenate del Tory party sostenitore dell'assoluta libertà di licenziamento a fronte di un compenso pecuniario. LibDem e imprese, ma anche esponenti conservatori hanno ripudiato l'idea. Ma mister Beecroft, si sussurra, ha anche molti sostenitori.

 

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