DA GOOGLE A APPLE: IL CARTELLO DELLA SILICON VALLEY PER TENERE I SALARI BASSI - PFIZER OFFRE 101 MILIARDI DI $ PER ASTRAZENECA - COME DAGOANTICIPATO IL 15 APRILE, IL GENOA VALE ZERO PER LA HOLDING DI PREZIOSI FINGIOCHI

SILICON VALLEY, UN CARTELLO PER TENERE I SALARI BASSI
Da ‘La Stampa'

I giganti della Silicon Valley, da Google a Apple, da Intel a Adobe, sono nel mirino dei giudici, con l'accusa di aver trovato un accordo segreto, ai danni dei salari dei loro dipendenti. Sulla loro testa pesa una class action, che se avrà successo li costringerà a pagare un risarcimento record, di 3 miliardi di dollari.

Molti osservatori sono convinti che cercheranno un patteggiamento. Secondo l'accusa, i giganti dell'Hi Tech avrebbero stabilito una sorta di tregua per aggiudicarsi i talenti dei loro esperti: così risulta da alcune mail diffuse da un sito Pando.com.Materiale decisamente imbarazzante, come sottolinea Bloomberg, che getta sospetti anche sul fondatore di Apple, Steve Jobs: avrebbe scatenato questa corsa in combutta con il co-fondatore di Google Sergei Brin, che voleva soffiargli alcuni dipendenti. Facebook, invece, si rifiutò di aderire al patto salariale stretto dai suoi concorrenti.
[r. e.]

MASERATI, UNA QUATTROPORTE PENSATA PER IL MERCATO CINESE
Da ‘La Stampa'

Maserati sta pensando di sviluppare una nuova versione della Quattroporte «calibrata sul mercato cinese, che tenga conto anche della legislazione locale». Lo ha detto il Ceo Maserati Harald Wester durante un breve incontro allo stand della Casa del Tridente al Salone di Pechino. «La Cina si è confermata come il nostro secondo mercato, dopo quello degli Usa - ha detto Wester -. Per alcuni modelli, come la Quattroporte, è addirittura il primo.

Ci siamo affacciati su questo enorme e difficile mercato nel 2004, vendendo 20 automobili. Nel 2012 eravamo arrivati a 940 unità. Ma il vero boom l'abbiamo fatto nell'anno successivo quando, grazie all'arrivo dei nuovi modelli come la Ghibli e la Quattroporte, le vendite sono state di 3.800 vetture. Nel solo novembre 2013 abbiamo di fatto pareggiato il risultato di tutto l'anno precedente, vendendo 900 auto».
[r. e.]


PFIZER VUOLE ASTRAZENECA - OFFRE 101 MILIARDI DI DOLLARI
Da ‘La Stampa'

Il colosso farmaceutico americano Pfizer avrebbe allo studio un'offerta da 60 miliardi di sterline (l'equivalente di 101 miliardi di dollari) per acquistare la rivale britannica AstraZeneca: lo ha rivelato il quotidiano inglese Sunday Times, che cita fonti industriali e interne ad alcune banche di investimento. Se l'affare andasse in porto Pfizer consiliderebbe ulteriormente la sua leadership mondiale nel settore farmaceutico: prima per fatturato, per numero di molecole di cui detiene il brevetto, e per attività di ricerca.

Secondo le informazioni raccolte, tra i due gruppi ci sono stati soltanto contatti informali per l'accordo: non ci sono ancora tavoli aperti poiché Astrazeneca, secondo gruppo farmaceutico britannico, ha respinto la proposta. Entrambe le società non hanno voluto commentare l'indiscrezione. AstraZeneca ha una valutazione di mercato di circa 80 miliardi di dollari, mentre Pfizer è valutata intorno a 193 miliardi.
[r. e.]


PARTERRE
Da ‘Il Sole 24 Ore'

LE PULIZIE DI UBI DENTRO AL LIBRO SOCI
Finite le vacanze di Pasqua, partirà il riordino del libro soci di Ubi in vista dell'assemblea di maggio. In base a quanto deciso nei mesi scorsi dal Consiglio di Sorveglianza (non senza le proteste della minoranza, che ha votato contro) per restare in elenco adesso occorre avere almeno 250 azioni, e ieri scadeva il termine per integrare la propria quota e darne segnalazione alla banca.

Da martedì partirà la verifica da parte dell'ufficio soci, che verso la fine della settimana prossima dovrebbe comunicare la nuova composizione del libro: a rischio ci sarebbero circa 20mila posizioni (su un totale di circa 95mila soci), che l'anno scorso - allo stacco della cedola - risultavano inferiori alla fatidica soglia. Una volta "regolarizzata" la propria situazione, per poter prendere parte all'assemblea del 10 maggio che si terrà a Brescia sarà necessario comunque necessario richiedere in filiale la cosiddetta "comunicazione", cioè il biglietto per accedere: c'è tempo fino al 24 aprile. (Ma.Fe.)

ALITALIA E QUEL CAPITALE BRUCIATO IN UN LAMPO
Difficile, praticamente impossibile che accada. Ma se si tratta di Alitalia, allora non c'è pressochè nulla di impossibile. I grandi soci: da Intesa; a Colaninno con la sua Immsi; ai Benetton via Atlantia hanno chiuso i bilanci 2013 con un effetto da "partita doppia". Da un lato hanno iniettato capitale pro-quota per l'aumento di capitale da 300 milioni di dicembre. Dall'altro lato la metà e più di quel capitale si è bruciato nello stesso lasso di tempo. Atlantia ha messo 26 milioni in Alitalia e ne subito svalutati 13,7.

La Immsi di Colaninno ha sottoscritto i suoi 28 milioni di competenza e ha subito rettifiche per 14 milioni. Ancora più pesante l'effetto su Intesa: i 76 milioni di denaro fresco su Alitalia hanno visto rettifiche per ben 61 milioni. Di solito passa un po' di tempo tra l'iniezione di risorse e la loro eventuale svalutazione. In questo caso tutto è avvenuto contemporaneamente. Cento euro metti, 50 li perdi subito dopo. In fondo è Alitalia. Ci ha abituati a sorprese di ogni tipo. (Fa.P.)

PIMCO E IL SALVATAGGIO DELLA SLOVENIA
Il nome del fondo che ha salvato la Slovenia dal bail-out (sarebbe stato il sesto dell'eurozona, dopo Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro) è ora finalmente noto alle cronache: si tratta di Pimco, il più grande fondo obbligazionario del mondo, che ha acquistato l'emissione obbligazionaria sindacata di Lubiana del novembre scorso per 1,5 miliardi euro.

A rivelarlo è stato ieri il ministro delle Finanze sloveno. Il prestito obbligazionario è stato emesso a 3 anni con un rendimento del 4,7% meno di un mese prima che la Slovenia affrontasse un fondamentale stress test per le sue tre grandi banche statali in difficoltà a causa dei bad loans, uno stress test che avrebbe chiarito una volta per tutte se il piccolo Paese alpino poteva o meno evitare la richiesta di aiuti internazionali e vedersi arrivare la troika. Grazie all'intervento di Pimco, acquistato nel 2000 da Allianz, Lubiana è riuscita a superare il momento più critico, ricapitalizzare le banche per 4,8 miliardi di euro, creare una bad bank, lanciare un ambizioso piano di privatizzazioni. (V.D.R.)

YAHOO! SFIDA GOOGLE SUGLI SCHERMI IPHONE
Yahoo! prova a incalzare il dominio di Google nel settore delle ricerche online. Il numero uno di Yahoo, Marissa Mayer, vorrebbe rimpiazzare Mountain View nel ruolo di motore di ricerca preselezionato di Safari, il browser di Apple che viene utilizzato su iPhone e iPad. Safari consente di utilizzare come motore di ricerca sia Yahoo che il Bing di Microsoft, Cenerentola del settore, ma ad apparire di default agli utenti iPhone è Google.

Così, nonostante il miliardo di dollari all'anno che Mountain View versa nelle casse di Apple in commissioni per la presenza di Google sui suoi dispositivi, è anche vero che, spingendo i suoi clienti ad utilizzare Google, Cupertino procura ricchi fatturati pubblicitari a quello che è il suo arcirivale nella guerra degli smart phone, che vede il sistema operativo iOS arrancare con un a quota di mercato del 13% scarso dietro all'81% dell'Android di Google. Ed è esattamente questo il punto sul quale Yahoo intende premere per convincereApple ad abbandonare la partnership con Google. (R.Fi)

QUANTO VALE IL GENOA? ZERO PER ENRICO PREZIOSI
Quanto vale il Genoa la più antica squadra di calcio italiana? Per il suo presidente, nonchè azionista tramite Fingiochi con il 75% del capitale, Enrico Preziosi vale zero. Non un solo euro. La svalutazione totale è stata fatta nell'ultimo bilancio della Fingiochi, dopo che il Genoa ha chiuso con 15 milioni di perdite. Ma non è finita qui. L'azionista Fingiochi ha anche svalutato del 50% un credito verso il club calcistico per 11 milioni e pesano sul suo bilancio fidejussioni e garanzie per 72 milioni di euro.

Il Genoa è un bel rebus per il suo presidente che ha però ben altri grattacapi. La sua Giochi Preziosi ha appena chiuso un accordo per la ristrutturazione del debito e ha preso fiato, ma la situazione resta difficile. La società dei giochi ha visto azzerare nell'ultimo bilancio il Mol e ha chiuso con perdite per 179 milioni di euro, riverberatesi sulla holding che ha bruciato oltre 200 milioni. Se il "giocattolo" di Preziosi non riprende redditività allora anche il Genoa comincerà a costituire più di un rebus per Preziosi. (Fa.P)

BANCA MARCHE: INTESA PERDE 72 MILIONI
Alla fine Banca Marche, tra inchieste giudiziarie e maxi-perdite, un primo conto salato l'ha presentato ai suoi grandi soci. Intesa Sanpaolo ha già pagato dazio. Nell'ultimo blancio del 2013 la banca milanese guidata da Carlo Messina ha rettificato per 72 milioni il valore della banca marchigiana sotto gestione commissariale. Intesa aveva storicamente una quota di capitale del 5,84% nel piccolo istituto con 74 milioni di azioni e quella perdita riportata a bilancio da Messina segnala che è stato svalutato un euro per ogni singola azione.

Chissà a questo punto cosa faranno le tre Fondazioni grandi azioniste. Dalla Cassa di risparmio di Macerata; a quella di Pesaro fino a Jesi. Tutte e tre insieme hanno il 55% del capitale con a carico 711 milioni di azioni. Se anche le Fondazioni facessero come Intesa il conto è presto fatto. Oltre 700 milioni di perdite da dividere in tre. Un conto pesantissimo che le manderebbe a gambe all'aria. Per questo tenderanno, in qualsiasi modo, a minimizzare il disastro della banca.(Fa.P.)

ZALESKI FA ORDINE TRA LE PARTECIPAZIONI
È tempo di grandi pulizie per la Carlo Tassara di Romain Zaleski. Dopo aver concluso la vendita di alcune partecipazioni chiave, come l'1,17% di Mediobanca, e dopo aver avviato i colloqui per preparare l'uscita dalla Mittel, in cui figura tra i primi azionisti con il 15,2%, la società bresciana, secondo indiscrezioni, avrebbe deliberato nelle scorse settimane un piano di semplificazione della struttura e di "riordino" delle stesse partecipazioni tra le diverse controllate della holding.

I lavori sarebbero in corso e risponderebbero all'esigenza di una maggiore efficienza della società, proprio in vista dello smantellamento del portafoglio, che a questo punto, si profila molto rapido. In lista d'attesa, infatti, oltre alla finanziaria milanese in cui per anni Zaleski è stato vicepresidente, ci sarebbe la quota dell'1,7% di Intesa Sanpaolo, l'1,42% di Ubi Banca, il 2,5% di A2a, l'1,73% di Cattolica, lo 0,25% di Bpm e l'1,14% di Bmps. (Mar. Man.)

L'ADDIO D'ORO AD ALGERI DEI RUSSI DI VIMPELCOM
Il braccio di ferro è durato qualcosa come quattro anni. In Algeria dal 2010 la compagnia telefonica Djezzy, di proprietà dei russi di Vimpelcom (padroni di Wind in Italia) e il governo erano ai ferri corti. Le autorità contestavano presunti reati fiscali e tasse non pagate. Tanto da minacciare la nazionalizzazione della società di tlc. La querelle su Djezzy risale ai tempi in cui il proprietario era Naguib Sawiris, il magnate egiziano che aveva rilevato Wind dall'Enel.

Il governo algerino, spinto anche da attriti tra i due paesi magrebini, era andato giù pesante imponendo il divieto di trasferire all'estero i dividendi di aziende algerine. Visto che Djezzy, assieme a Wind, generava molta cassa, il colpo era duro per i conti di Sawiris. Lo stallo è durato anni, tanto che nel frattempo iWind ha pure cambiato proprietà: Sawiris nel 2011 ha venduto tutto a Vimpelcom. A Mosca si sono ritrovati in mano una patata bollente. Ma ieri il colpo di scena: l'Algeria compra Djezzy per 4 miliardi di dollari. In Russia esultano. (S.Fi.)

 

 

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