LA CINA FRIGGE TELECOM COME UNO SPRING-ROLL: O CONTROLLIAMO, O NIENTE

1 - LA CINESE H3G VUOLE IL CONTROLLO DI TELECOM
Sara Bennewitz per "la Repubblica"

Gli azionisti affiancano il management per esplorare la possibilità di un matrimonio tra Telecom e il quarto operatore di telefonia mobile 3 Italia, che è condizionato al fatto che Hutchinson Wampoa diventi il socio di riferimento dell´ex monopolista. Entro un paio di settimane il presidente esecutivo Franco Bernabè insieme a un comitato composto da Julio Linares di Telefonica, Gabriele Galateri di Generali, dal presidente del comitato per il controllo interno Elio Catania e dal capo degli indipendenti Luigi Zingales dovranno verificare se ci sono i presupposti per una trattativa con H3g che potrebbe al conferimento o alla fusione per incorporazione della attività di 3 Italia.

L´idea di affiancare un comitato al management sarebbe stata avanzata da Galateri e Bernabè l´avrebbe accolta con favore per dare un segnale che l´azienda e i soci forti sono compatti in questa decisione che riguarda entrambi, anche se a livelli diversi.

H3g vorrebbe infatti scambiare le sue attività italiane per un quota di Telecom, a patto che gli azionisti di Telco siano disposti a fare una passo indietro permettendo a Li Ka-Shing di diventare il primo azionista. Pertanto Bernabè e un comitato composto da azionisti e consiglieri indipendenti dovrà verificare che il prezzo dell´operazione sia interessante per Telecom, anche perché questa stessa Telecom in passato ha già declinato altre due offerte di Li Ka-Shing. Una volta appurato che i termini, i tempi e i modi di un´integrazione con 3 Italia sono interessanti, sarà convocato un nuovo cda.

A quel punto toccherà ai soci di Telco dire se hanno voglia di fare un passo indietro a favore di Li Ka-Shing, oppure se non sono interessati e in questo caso tutta l´operazione verrebbe meno (salvo che Hutchinson non cambi idea). In via preliminare i soci spagnoli sembrerebbero riluttanti a cedere a H3g la loro quota in Telco (che equivale al 10,4% di Telecom), mentre i soci italiani ovvero Generali, Intesa e Mediobanca sarebbero scettici sull´effettiva consistenza della proposta.

Certo finché Li Ka-Shing non metterà nero su bianco un´offerta per Telco è difficile fare previsioni su come si comporteranno i quattro soci della finanziaria che ha il 22,4% di Telecom. Inoltre gli italiani, che hanno azioni "A" di Telco, sono legati insieme da un prelazione e in mancanza Telefonica, che ha azioni "B", ha una prelazione sui titoli di Generali, Intesa e Mediobanca.

Se poi gli azionisti di Telco avessero visioni diverse, e nessuno volesse esercitare la prelazione a pari condizioni, si potrebbe arrivare a una scissione della finanziaria e a quel punto ognuno sarebbe libero di decidere a modo suo. Tutto questo senza tenere conto della golden share, che lo stato potrebbe esercitare nei confronti di Li Ka-Shing.

Infine ieri il cda ha incaricato il management a procedere allo studio di fattibilità per scorporare la rete di Telecom, operazione delicata che necessiterà di tempi lunghi e che è molto più complessa da realizzare rispetto a un´integrazione delle attività di 3 Italia. E nell´attesa di probabili e improbabili operazioni straordinarie, ieri Telecom è salita dell´1,7% a 0,61 euro.


2 - MA I SOCI DI TELCO RESTANO FREDDI "OPERAZIONE CON TANTI OSTACOLI"
A.Gr. per "la Repubblica"

Laicismo. Quasi scetticismo: «Verifichiamo la realizzabilità dell´operazione, purché in fretta». I grandi soci di Telecom Italia, che nell´avventura hanno perso il 70% dell´investimento e si ritrovano con un capitale che non ripaga i suoi debiti, non credono più al lieto fine. Hanno ascoltato la rapida prolusione del presidente Franco Bernabè sulla "soluzione cinese".

Non era la prima volta che la ascoltavano: negli ultimi tre anni s´è già arrivati almeno due volte a considerare l´opportunità di incorporare 3 Italia. Ma il dossier si è sempre arenato, per una troppo elevata valutazione della controllata italiana di Hutchison Whampoa - che in 10 anni di vita non ha mai guadagnato un euro - e di alcune sue singole componenti. Come l´effetto bara fiscale - 300 milioni di rosso per 3 Italia nel 2012, ma sarà realmente deducibile? -, il portafoglio clienti dopo strategie commerciali parecchio aggressive, le frequenze (se c´è una cosa che a Telecom non difetta sono le bande).

Gli stessi problemi sussistono ora. Anzi, ne vanno risolti di nuovi. Come lo scorporo della rete fissa, da cedere alla Cassa depositi (ma non sarà operazione breve, o semplice, specie senza un inquilino stabile a Palazzo Chigi). Poi c´è il veto dei grandi soci di Telco, che hanno visioni diverse.

Gli spagnoli di Telefonica, forti del veto spuntato nel 2007 in caso di nuovo "soci industriali", sembrano restii a vendere: meno che mai a un colosso cinese, che gli farebbe una concorrenza feroce in Brasile. Ieri gli spagnoli hanno preferito concentrarsi sulla gestione, per criticare il primo trimestre di Telecom, che saranno deludenti.

Quanto a Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, restano scettiche sul dossier. Sospettano che il management Telecom vi cerchi un "puntello", e con questa dirigenza la loro luna di miele è finita da mesi (già starebbero ipotizzando soluzioni alternative). Tuttavia nessuno ha voglia di rinunciare a un´opzione, magari sonante. «Franco, procedi con la valutazione - ha detto qualche consigliere italiano a Bernabè - purché si faccia presto. Se c´è valenza industriale per Telecom saremo tutti felici se il gruppo potrà rafforzarsi».

Siccome la fiducia non è soverchia, i consiglieri hanno anche eretto un loro quadruplice "comitato di saggi" attorno al presidente, per presidiare la gestione del dossier. Il primo nodo sarà la valutazione: i 2 miliardi di euro che circolano su 3 Italia sono considerati «prezzo di fantasia», e comunque non dovrà corrispondere a più del 10% di Telecom per Li Ka-Shing (c´è anche il debito da contare).

Poi, quadrata la fusione, andrà affrontato il problema di spesare Telco. «Ma si parte da sotto, non da sopra», s´è detto ieri; comunque anche al piano superiore non sarà un giochetto convincere a vendere chi ha in carico a 1,2 euro un´azione che in Borsa vale la metà.

 

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