treno pavia sichuan

COMMERCIO SULL’ ORIENT-EXPRESS – PARTE DA MORTARA (PAVIA) IL PRIMO TRENO ITALIANO PER LA CINA: TRASPORTA MERCI PER 11 MILA KM. IMPIEGHERA’ 18 GIORNI, DECISAMENTE MENO DEI 40-45 CHE SERVONO IN NAVE. E VISTO CHE IL VIAGGIO E’ LUNGO, SI MUOVE CON 10 MINUTI D’ANTICIPO – ESPORTEREMO RISO AI CINESI, COME VENDERE GHIACCIOLI AGLI ESCHIMESI 

 

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

Alla fine, il treno è partito con dieci minuti d' anticipo rispetto all' orario annunciato ai giornalisti, 11,50 invece che mezzogiorno, e questa sarebbe già una notizia. Quella importante è che si tratta del primo merci dall' Italia alla Cina, per la precisione da Mortara a Chengdu, due località che da ieri in comune non hanno più solo la prevalenza delle risaie ma anche una linea ferroviaria diretta.

TRENO PAVIA

 

Diciotto giorni di viaggio per fare gli 11 mila chilometri che separano la Lomellina dal Sichuan, decisamente meno dei 40-45 che ci mette una nave. Anche e forse soprattutto nella logistica, il tempo è denaro. Per Mortara, 15 mila abitanti, nota soprattutto per il suo salame d' oca, è l' evento più eclatante da quando, a inizio Settecento, passò dagli spagnoli ai Savoia. La posizione è strategica, fra Milano, Torino e Genova, vicino alle autostrade e non lontana da un grande porto.

 

Del Polo logistico integrato è azionista al 99,85% la Fondazione Banca del Monte di Lombardia, che dal 2009 ci ha investito 87 milioni di euro, «ma arriveremo a cento», annuncia il suo presidente, Aldo Poli. La Regione Lombardia ha contribuito con un decimo della somma, 8,7 milioni, il governo di Roma, per ora, con una lettera di felicitazioni del ministro delle infrastrutture Graziano Delrio.

TRENO PAVIA 1

 

Dall' altra parte, i cinesi, che da quando hanno scoperto il capitalismo si sono abituati a fare le cose in grande. Quello della nuova Via della Seta, ricorda Poli, è un progettino da 800 miliardi di dollari che renderà la Cina molto più vicina all' Occidente di quanto lo sia mai stata. Del resto, non è che l' Italia sia stata proprio prontissima a cogliere l' attimo: questo da Mortara è il tredicesimo collegamento ferroviario merci diretto fra Europa e Cina.

 

La cerimonia d' inaugurazione, in ogni caso, promette bene, come se la vecchia cara provincia italiana si risintonizzasse sulla lunghezza d' onda della globalizzazione. Ci sono dappertutto bandiere italiane e cinesi, c' è la banda che suona gli inni e poi «'O surdato 'nnammurato» che fa sempre tanto Italia, ci sono le autorità civili e militari, i notabili locali, gli esperti internazionali di logistica, e si ringrazia di essere intervenuto sua eccellenza il prefetto di Pavia.

TRENO PAVIA2

 

Soprattutto, ci sono i cinesi, in primis il magnate Shijiu Bo, fondatore e presidente del colosso della logistica Changjiu, personaggio chiaramente molto importante e altrettanto compiaciuto dell' operazione. Cita l' immancabile Marco Polo e l' inevitabile proverbio cinese: «Una delle cose più belle della vita è incontrare amici che vengono da lontano». Applausi, flash, strette di mano, la soddisfazione è palpabile.

 

Plaudenti, e il dettaglio è interessante, anche i leghisti. Mortara è una delle loro città, il sindaco Marco Facchinotti al secondo mandato alla guida di un monocolore del Carroccio. Dalla Padania hanno sempre tuonato contro il dumping commerciale cinese, l' invasione delle merci taroccate, il pericolo giallo. Ma il capogruppo leghista al Senato, Marco Centinaio, di Pavia, spiega che l' occasione era troppo ghiotta, che se arriveranno delle merci dalla Cina ne partiranno però anche per la Cina e insomma, testuale, «business is business».

TRENO PAVIA 3

 

All' assessore alle Infrastrutture della Regione, Alessandro Sorte, di Forza Italia, la battuta è servita su un piatto d' argento: «Ancora una volta la Lombardia è la locomotiva d' Italia». Intanto la locomotiva, quella vera, parte con un grande striscione in ideogrammi sulla fiancata. Non a pieno carico, ma sono pur sempre una ventina di container zeppi di macchinari, mobili, piastrelle e automobili, insomma il solito «Made in Italy» che piace a tutti, figuriamoci ai cinesi. Approfittando della recente riduzione dei dazi doganali della Repubblica popolare, si esporteranno anche moda, vino, cibo e perfino il riso, che è un po' come vendere il ghiaccio agli eschimesi.

 

TRENO PAVIA SICHUAN

Però, spiega Poli, «il nostro riso è molto diverso dal loro» (e aggiungiamo pure: migliore). A regime, da gennaio, si parla di due coppie di treni settimanali, ma qui ogni intervenuto, cinese o italiano, fa previsioni diverse. Si tratta, in sostanza, di un esperimento: se funzionerà, sarà facilissimo potenziare i collegamenti. «Come ogni novità, il problema principale è far sapere che esiste e farlo capire al mondo imprenditoriale italiano. Ma il primo convoglio non è uno spot: è l' inizio di un rapporto», spiega Andrea Astolfi, presidente del Polo. Intanto l' Orient-Express dell' import-export è partito. Adesso si tratta di farlo fruttare.

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")