giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

DAGOREPORT

philippe donnet 4

La mossa con cui Philippe Donnet ha deciso di creare una joint venture tra Generali e la società francese Natixis, e far nascere un colosso da 2mila miliardi di asset, dimostra come la gestione del risparmio gestito dalle polizze è l'asset più redditizio in questa fase storica (sono lontani i tempi in cui l’ex ad di Unicredit, Jean Pierre Mustier, (s)vendeva Pioneer ai francesi di Amundi).

 

Nonostante la redditività dell’operazione, sono in molti a masticare amaro. I primi a essersi indispettiti sono i tre caballeros Giorgetti-Milleri-Caltagirone, che già stanno mettendo a punto la pratica del Golden Power per bloccare la campagna di Francia dell’ad del Leone di Trieste.

 

giancarlo giorgetti 1 voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Nel fronte degli irritati, però, pare che sia  anche l’ad di Unicredit, Andrea Orcel. Il motivo? In una fase in cui il Mef sta istruendo la pratica del Golden Power per bloccare il suo assalto a Banco Bpm, la mossa di Donnet, agli occhi del “Cr7 dei banchieri”, non fa che gettare benzina sul fuoco, aumentando la tensione in quel risiko di cui si parla da anni e che ora sembra aver subito un’accelerazione improvvisa.

 

A fare eco ai malumori di Orcel c’è anche l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel: piazzetta Cuccia, infatti, è azionista al 13% di Generali e deve già fronteggiare le turbe dei due dioscuri Milleri e Caltagirone, soci sia di Mediobanca che della compagnia assicurativa di Trieste. Il timore di Nagel è che i due paperoni, di fronte alle mosse espansionistiche di Donnet, possano incattivirsi ulteriormente e rompere ancora di più i cabasisi.

andrea orcel

 

A maggio, infatti, si rinnova il consiglio d’amministrazione di Generali, con Caltagirone e Delfin che avranno un ruolo sempre più importante, per via della nuova legge Capitali (spinta dal duplex Caltagirone-Fazzolari), e già minacciano di far saltare la presentazione della lista unica del cda uscente.

 

La decisione di Donnet, per quanto contestata nelle tempistiche, coglie un’opportunità che avrebbe potuto non tornare. Donnet sfrutta un’occasione per avvantaggiare Generali nel ricco mercato del risparmio gestito: un win-win che inevitabilmente scontenta i suoi avversari…

 

GENERALI, IL PIANO CON NATIXIS RIACCENDE LE TENSIONI TRA I SOCI

Estratto dell’articolo di Andrea Greco e Giovanni Pons per “la Repubblica”

FRANCESCO MILLERI

 

Sale di nuovo la tensione tra i soci Generali, Mediobanca da una parte, Caltagirone e Delfin sul fronte opposto. La materia del contendere ora è Natixis, un’operazione di joint venture tra la compagnia di Trieste e la società di gestione del risparmio francese, messa a punto dal team guidato da Philippe Donnet e che sarà sottoposta domenica al Comitato investimenti e lunedì al cda.

 

I contorni non sono ancora ben chiari ed è possibile che alcuni passaggi siano stati interpretati da alcuni soci alla stregua di un trasferimento di attività assicurative da mani italiane a quelle dei francesi.

 

philippe donnet 3

Eventualità che, se fosse vera, farebbe scattare la tagliola del golden power […]. Qualcuno ha perfino parlato di cambiamento dell’oggetto sociale di Generali, che farebbe scattare un’assemblea straordinaria con la richiesta di recesso da parte dei soci.

 

[…] Il dossier francese, che ha riacceso antiche diffidenze tra gli azionisti Caltagirone e Delfin e i manager in carica a Trieste (e a Milano in Mediobanca), ha anche effetti sul tentativo di ripresentare una “lista del cda” uscente alla prossima assemblea che l’8 maggio rinnova i vertici dell’assicuratore. In senso stretto, la scelta se rifare o meno la lista dei candidati degli uscenti è solo vincolata alle accresciute prescrizioni della nuova Legge capitali, e al suo più incerto quadro; e non a un’operazione industriale, che sia ben preparata e condotta o meno.

 

francesco gaetano caltagirone philippe donnet

Tuttavia, e malgrado la volontà mostrata da molti azionisti negli incontri preparatori delle ultime sei settimane con il presidente di Generali, Andrea Sironi, permangono ancora rischi giuridici elevati: e il caso Natixis non aiuta ad appianarli.

Risulta che qualche giurista interpellato dal Leone abbia fatto notare che la nuova norma potrebbe essere aggredita in un contenzioso, o perfino cassata.

 

Né la Consob, finora, ha sgombrato il campo dai contorni problematici della norma, segnalati dagli operatori nella prima consultazione sul mercato di novembre. L’Authority allora concluse il sondaggio accogliendo i due nodi critici segnalati da tutti gli astanti: il no a far votare la “lista del cda” al secondo turno ai soci che non la votanoo nel primo (per evitare l’esclusione selettiva di alcuni di nomi); la richiesta di limitare il metodo proporzionale di nomina ai soli seggi assegnati alle minoranze (cui la legge riserva almeno un 20% dei seggi).

 

giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Il governo, però, preso tra la legge di bilancio e le festività natalizie, non si è mosso per rifilare le misure. E Consob ha ritardato la chiusura della seconda consultazione, che dal 19 dicembre doveva terminare a metà gennaio e ora arriverà fino al 31. I tempi tecnici per fare le “liste del cda”, secondo fonti finanziarie, non vanno oltre la prima settimana di febbraio. Ma tra la fretta e il fosso che si riapre tra i grandi soci privati e i manager capitanati da Philippe Donnet e Alberto Nagel, la lista del cda Generali è diventata una chimera. Più probabile, ormai, che Mediobanca compili una propria lista di maggioranza, e i soci critici la sfidino con una loro lista, cui potrebbe affiancarsi quella di Assogestioni.

GENERALI caltagironeANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSENATIXIS NATIXIS FRANCESCO MILLERI

PHILIPPE DONNETLE LISTE DEI CANDIDATI PER IL CDA GENERALI philippe donnet 1philippe donnet

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…

volodymyr zelensky vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – TRUMP HA FRETTA DI CHIUDERE LA GUERRA IN UCRAINA: OGGI HA CHIAMATO PUTIN - IL PIANO USA PER LA PACE: ZELENSKY DEVE CEDERE ALLA RUSSIA LA ZONA DI KURSK. PUTIN MANTERRÀ IL CONTROLLO DELLA CRIMEA MA SOLO UNA PARTE DEL DONBASS. LA RESTANTE ZONA ORIENTALE, ORA OCCUPATA DAI RUSSI, DIVENTERÀ UN’AREA CUSCINETTO PRESIDIATA DA FORZE DI INTERPOSIZIONE. L'INGRESSO DI KIEV NELLA NATO? NELL'IMMEDIATO E' IRREALIZZABILE. E IN FUTURO? SI VEDRA' - TRUMP INGORDO: GLI USA HANNO DATO 340 MILIARDI A KIEV MA VUOLE 500 MILIARDI IN TERRE RARE DALL'UCRAINA (DIMENTICA CHE ANCHE L'UE HA SGANCIATO 170 MILIARDI. E INFATTI ANCHE GLI EUROPEI SARANNO AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE...) 

francesco milleri andrea orcel goldman sachs

"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL LORO 2,7% DI UNICREDIT? I BENINFORMATI PUNTANO IL DITO SU GOLDMAN SACHS: LA BANCA AMERICANA E' ADVISOR DI COMMERZBANK, CHE TRA DUE GIORNI TERRÀ IL SUO “INVESTOR DAY”, E HA TUTTO L’INTERESSE A VEDER SVALUTARE IL TITOLO DELLA BANCA ITALIANA, CHE VUOLE PAPPARSELA – ORCEL TIRA DRITTO E ANNUNCIA CHE UNICREDIT "HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 5% IN GENERALI”. E NON ESCLUDE UN RILANCIO SU BPM"