ADDIO LONDRA, L’AD DI ENI DESCALZI SPOSTA LA RESIDENZA IN ITALIA - NELLE SOCIETA' PUBBLICHE E IN FIAT SI BALLA IL VALZER DEI COMUNICATORI - NEL CDA FINMECCANICA LA DALEMIANA DASSÙ - ANCHE IN TERNA (DOPO ENI E FINMECCANICA) NON PASSA LA CLAUSOLA DI ONORABILITA'

1.RUTIGLIANO E FABBRETTI NEL VALZER DEI COMUNICATORI
Da "il Giornale"

Possibili giri d valzer ai vertici della comunicazione dopo le nomine dei nuovi vertici di Enel, Eni, Poste, Terna e Fimeccanica. Federico Fabbretti, attualmente alle Fs, dovrebbe approdare in Finmeccanica al seguito dell'ad Moretti. In pole position per assicurarsi una poltrona di peso è Patrizia Rutigliano, oggi apprezzata capo ufficio stampa di Snam, anche grazie al suo sponsor Luigi Bisignani, che l'aveva caldeggiata pure per Intesa Sanpaolo.

Impresa poi fallita per l'improvvisa uscita dell'ad Cucchiani. Ma la concorrenza non manca e tra i nomi circolati c'è anche quello di Carlo Fornaro (ex Rcs, Vodafone e Telecom) e di Maria Elena Caporaletti, in passato già direttore delle relazioni esterne delle Poste.

2.CAMBIO DELLA GUARDIA AGLI UFFICI STAMPA DELL'AUTO
Da "il Giornale"

Antenne alzate nel settore comunicazione di Fiat Chrysler Automobiles. La nascita del nuovo gruppo porta infatti in dote una serie di novità, alcune delle quali sono già trapelate attraverso il sito www.crisalidepress.it .

La prima riguarda l'uscita di scena, da luglio, di uno dei pr storici e fedelissimi di casa Fiat, cioè Alfio Manganaro, il quale dopo 35 anni di servizio lascia il Lingotto per cogliere nuove opportunità (ad anticiparlo è stata un'altra veterana dell'ufficio stampa, Patrizia Griffa).

La seconda è una new entry. Nuova quota rosa nell'ufficio pr sarà Maria Conti, già responsabile di Mini per l'Italia e da poco a capo degli eventi del gruppo Bmw Italia. Ad attenderla, sembra, un incarico nel marchio Fiat.

3.ADDIO LONDRA, DESCALZI TRASLOCA (LA RESIDENZA) IN ITALIA
s.agn. per il "Corriere della Sera"

Dimissioni da Eni Uk e fascicolo già avviato per trasferire in tempi brevi la residenza da Londra all'Italia. Per il neoamministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, c'è stata anche questa «pratica» da affrontare con una certa rapidità, prima cioè di prendere in mano con decisione le redini del Cane a sei zampe, come potrebbe avvenire con il consiglio di amministrazione in calendario per domani, dal quale ci si attendono novità sul fronte del riassetto organizzativo.

Come accade per altri supermanager del gruppo, Descalzi ha avuto sino a ieri la residenza nella capitale britannica. Da una parte per tenere sotto controllo le attività e le joint venture (non solo nel Regno Unito) che fanno capo alla controllata Eni Uk, di cui, sempre sino a ieri, ha ricoperto la carica di chairman.

Dall'altra perché Londra è comunque uno dei principali crocevia mondiali del mondo del petrolio e del gas, non fosse altro per la presenza di «big» come Bp e Shell. Anche una parte rilevante della retribuzione 2012 di Descalzi (606 mila euro su 2,88 milioni totali) derivava proprio dalla presidenza della controllata britannica.

Dal 9 maggio scorso, però, cioè dal giorno in cui è diventato chief executive officer dell'Eni, Descalzi ha rassegnato le dimissioni da Eni Uk. Fiscalmente, quindi, tornerà a pagare tutte le sue tasse in Italia, e non solo per la parte (preponderante) che percepiva come direttore per l'esplorazione e produzione, unita ai bonus e agli incentivi (i dettagli sono ricavabili dalla «Relazione sulla remunerazione 2014» dell'Eni).

Iscritto all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, ora Descalzi starebbe ritornando sui suoi passi, non solo per quanto riguarda la residenza fiscale ma anche per quella «fisica». Lascerebbe cioè nel giro di qualche settimana (i tempi tecnici necessari) la residenza del quartiere londinese di Belgravia per fare ritorno a Milano e all'ufficio al dodicesimo piano dello storico grattacielo di Metanopoli, «abitato» più o meno volentieri da tutti gli ultimi amministratori delegati dell'Eni.

4.BONOMI VERSO L'OPA SUL CLUB MED
f.mas. per il "Corriere della Sera"

La scalata di Andrea Bonomi al Club Méditerranée assume contorni sempre più definiti. E a scendere in campo per contendere alla cordata franco-cinese di Fosun e Ardian (l'ex Axa private equity) non è solo il suo veicolo di famiglia, la Strategic Holdings sarl controllata dalla Bi-Invest, attualmente azionista con oltre il 10% del gruppo turistico francese, ma direttamente il fondo di private equity Investindustrial.

Ieri su richiesta della Amf (la Consob francese), che l'ha direttamente chiamato in causa, Investindustrial ha dovuto svelare le carte, precisando di avere attivato «i mezzi necessari per il possibile lancio di un'opa su Club Med». La dichiarazione è stata resa necessaria per le regole francesi che impongono il blocco delle attività di almeno sei mesi a chi non dichiara le proprie intenzioni relativamente a una società quotata, se richiesto in tal senso dalle autorità.

Investindustrial è stato chiamato in causa come soggetto collegato a Strategic Holdings, che è diventato in poco tempo il primo socio singolo di Club Med. Dal canto suo Strategic Holdings ha precisato che a un'eventuale opa di Investindustrial parteciperebbe come «socio di minoranza».

Tuttavia i giochi non sono ancora fatti: Investindustrial ha condizionato un'eventuale offerta - al rialzo rispetto ai 17,5 euro offerti dai soci franco-cinesi - a una due diligence sulla società che durerà almeno «cinque settimane». La decisione finale - sull'opa e sull'eventuale prezzo - è naturalmente legata ai risultati della due diligence.

Prima ancora, naturalmente, dovrà terminare l'opa attualmente in corso, la cui scadenza è stata prorogata ancora dal 23 maggio al 6 giugno in seguito a un contenzioso con la famiglia Benetton che si era rimangiata l'adesione all'opa franco-cinese. In questo lasso di tempo supplementare bisognerà vedere se il fondo Gallion - veicolo autore dell'opa controllato da Fosun e Ardian - alzerà o meno l'offerta a un livello più congruo, considerato che oggi Club Med vale attorno a 19 euro.

Tuttavia anche in questo caso sembra difficile che Investindustrial possa aderire all'opa franco-cinese. Secondo la stampa francese piuttosto Bonomi potrebbe lanciare la propria offerta a un prezzo tra 21 e 25 euro per azione.

5.NEL CDA FINMECCANICA L'EX VICEMINISTRO DASSÙ
G.D. per "il Sole 24 Ore"

«Il sottoscritto dichiara di non aver ricoperto negli ultimi dodici mesi le cariche di presidente del Consiglio, ministro, viceministro, sottosegretario (...)». La clausola è nel modulo che i candidati ai cda delle società pubbliche hanno dovuto firmare. Marta Dassù, viceministro degli Esteri nel governo Letta, poi candidata (e nominata) al cda Finmeccanica, ha cancellato la clausola, aggiungendo a mano: «Pur avendo ricoperto la carica di viceministro degli Esteri non ritengo sussistano motivi di incompatibilità.

Ma ritengo necessaria una verifica da parte di Antitrust, che ho richiesto». L'Antitrust ha dato luce verde a Dassù, ritenendo che non vi sia «connessione» né che Finmeccanica operi in «prevalenza» nel settore dell'ex viceministro. Un parere simile, 11 mesi fa, diede il via alla nomina a presidente di Finmeccanica di Gianni de Gennaro, ex sottosegretario ai servizi segreti. L'unico al quale l'Antitrust ha sbarrato le porte di Finmeccanica è l'ex ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola.

6.GLI HEDGE SCELGONO BLUEBELL PER L'AUMENTO MPS
C.Fe. per "il Sole 24 Ore"

A Londra tra gli hedge fund e gli investitori istituzionali nelle ultime settimane sta accelerando l'analisi di alcune situazioni complesse in Italia a partire dai prossimi aumenti di capitale delle banche: quello più corposo resta la ricapitalizzazione del Montepaschi da 5 miliardi di euro.

Così i grandi investitori esteri starebbero discutendo con i loro advisor per capire meglio la realtà senese e i vantaggi di un investimento. Uno degli interlocutori di questi grandi investitori istituzionali in questi giorni sarebbe, secondo le indiscrezioni, la Bluebell Partners, fondata a Londra da Marco Taricco e Giuseppe Bivona, due banker italiani con circa 50 anni di esperienza nel mondo dell'investment banking e una lunga militanza in Goldman Sachs, Morgan Stanley e Jp Morgan.

Taricco e Bivona hanno scelto un modello di consulenza in voga nella City tra gli hedge: quella del cosiddetto "chiosco" finanziario, cioè una struttura senza conflitti d'interesse e ancora più piccola di quella di una tipica boutique di advisory.

7.DATA ROOM SU UCCMB, OFFERTE PROROGATE
C.Fe. per "il Sole 24 Ore"

I possibili acquirenti sono al lavoro nel data room in corso per l'acquisto del controllo di Uccmb, la Credit Management Bank del gruppo Unicredit tra i leader nella gestione dei non performing loan (Npl). Si tratta di una fase complessa, gestita dall'advisor Ubs, basata sull'acquisizione di dati e informazioni e che vede protagoniste le cordate e i soggetti in gara. In campo il gruppo finanziario americano Fortress alleato all'italiana Prelios, ma anche un consorzio costituito dal private equity Usa Cerberus, da Cvc e da Jupiter, società del gruppo Cerved.

Infine, ci sarebbe un'ultima cordata formata da Goldman Sachs, Deutsche Bank e dal fondo Tpg. Tra gli altri gruppi sul dossier ci sarebbero Blackstone, Lone Star e Apollo. La fase sembra delicata: è probabile, secondo le ultime indiscrezioni, che la scadenza per le offerte sarà prorogata da fine giugno a metà luglio proprio per consentire agli acquirenti di acquisire tutte le informazioni possibili. E, nelle prossime settimane, la lista dei compratori potrebbe sfoltirsi.

8.SORU TORNA IN POLITICA E LA SUA TISCALI VOLA
S.Fi. per "il Sole 24 Ore"

Provate a spiegare come mai un'azienda che a metà 2014 ha rinviato sine die il bilancio dell'anno scorso (e pure la trimestrale), che non dà notizie dei suoi conti da sette mesi e la cui sopravvivenza è appesa alle banche, ieri si sia impennata del 12%. Non c'è una spiegazione finanziaria. Ma è tutta politica.

Tiscali rischia il dissesto: il debito, 131 milioni già rinegoziati cinque anni fa, oggi è di nuovo sul livello di allarme. Di motivi per venderem duhìnque, ce ne sono a bizzeffe.Ma Tiscali, ridotta a una penny stock (0,065 euro) sale. Perché il fondatore Renato Soru è stato eletto Europarlamentare.

Quanto più lontano dallo stereotipo del politico vincente oggi in voga in Italia, Soru, azionista di maggioranza e alla guida della internet company, era già sceso in campo dieci anni fa, diventando Governatore della Sardegna. Poi tornò, modello Cincinnati, in azienda scomparendo dalla scena. Ora ritorna in politica e il mercato specula che con un'azionista Europarlamentare, salvare Tiscali sarà più facile.


9.TERNA: L'ASSEMBLEA BOCCIA CLAUSOLA ONORABILITA' AMMINISTRATORI
Radiocor - Roma, 27 mag - Nuova bocciatura per la cosiddetta clausola di onorabilita' degli amministratori: il Tesoro incassa il terzo 'no' dai soci di Terna, dop o Eni e Finmeccanica e con l'eccezione del via libera ottenuto in Enel. L'assemblea degli azionisti di Terna infatti ha bocciato la proposta di inserire nello statuto dell'azienda la clausola sui requisiti di onorabilita'. Era richiesto il quorum dei due terzi dei presenti (66,6%) ed ha votato a favore il 60%.

Si tratta della clausola voluta dall'ex ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni all'epoca del governo Letta che prevede l'ineleggibilita' e la decadenza per giusta causa a seguito di una condanna, anche non definitiva, o una richiesta di rinvio a giudizio per una serie di reati amministrativi, fiscali, finanziari.

 

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