
FIBRA INCANDESCENTE PER PALAZZO CHIGI – L’AD DI FIBERCOP, MASSIMO SARMI, HA SPEDITO UNA LETTERA AL GOVERNO DENUNCIANDO “AIUTI DI STATO” A OPEN FIBER – LA SOCIETÀ DELL'EX RETE FISSA DI TIM, RILEVATA LO SCORSO LUGLIO DA KKR (E PARTECIPATA DAL MEF AL 16%) PREPARA “UNA SEGNALAZIONE ALLA COMMISSIONE EUROPEA PER “I 660 MILIONI DESTINATI A OPEN FIBER PER IL RIEQUILIBRIO DELLE CONCESSIONI NELLE AREE BIANCHE" PERCHE’ “ALTERA LE CONDIZIONI DI CONCORRENZA NEL MERCATO NAZIONALE DELLE INFRASTRUTTURE DI RETE A BANDA ULTRALARGA” – E TANTI SALUTI ALL'IPOTESI DI UNA FUSIONE A BREVE TRA LE DUE SOCIETA’ PER CREARE UNA RETE UNICA...
Estratto dell’articolo di Sara Bennewitz per “la Repubblica”
Fibercop, la società dell'ex rete fissa di Tim, rilevata lo scorso luglio da Kkr (e partecipata dal Mef al 16%), ha inviato una lettera a diversi esponenti del governo preannunciando la volontà di preparare "una segnalazione alla Commissione europea" sul "contributo pubblico di 660 milioni destinato a Open Fiber per il riequilibrio delle concessioni nelle aree bianche": fondi che configurerebbero gli estremi di un aiuto di Stato.
Oltre ai ministri (Adolfo Urso, Tommaso Foti e il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti) sono stati informati anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'innovazione Alessio Butti e il capo di gabinetto Gaetano Caputi.
La lettera, inviata mercoledì scorso e firmata da Massimo Sarmi, presidente e ad della società, nonché persona di garanzia eletta nel cda di Fibercop su indicazione del Mef, recita: "Con spirito di collaborazione istituzionale", l'azienda ritiene che i 660 milioni stanziati a favore di Open Fiber sarebbero "suscettibili di integrare gli estremi di un aiuto di Stato ove non notificato, circostanza rispetto alla quale si ritiene opportuno ricorrere al vaglio delle istituzioni Ue competenti".
La misura del "contributo" era stata decisa sulla base del contratto di concessione a Open Fiber per consentire il riequilibrio del piano economico e finanziario nelle aree bianche in concessione con Infratel, dopo una lunga interlocuzione tra periti e tecnici, vagliata dal Nars, e approvata il 21 gennaio scorso con un Dpcm.
Peraltro 50 milioni sono stati già pagati alla controllata di Cdp (che ha il 60% di Open Fiber), e i restanti 610 saranno divisi in tre rate da pagare nel 2027, 2028 e 2029.
Secondo Fibercop gli effetti del rimborso "sarebbero idonei ad alterare le condizioni di concorrenza nel mercato nazionale delle infrastrutture di rete a banda ultralarga". Fonti vicine a Fibercop precisano che «nessuna iniziativa è stata ancora presa e l'azienda rimane disponibile al dialogo per meglio approfondire il tema».
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giorgia meloni e alessio butti
Fonti vicine al Mef riferiscono invece «grande stupore», per le azioni poste in essere da Fibercop. Chi scommetteva in una fusione tra Fibercop e Open Fiber, in questo clima di tensioni, inizia ad avere seri dubbi sul fatto che si possa realizzare una rete unica in tempi brevi.