
FINANZIARE I DITTATORI, PRIMA O POI, PRESENTA IL CONTO – BNP PARIBAS TRACOLLA IN BORSA (-11%) DOPO CHE NEGLI USA UNA GIURIA L’HA CONDANNATA PER AVER SOSTENUTO IL REGIME DI OMAR AL-BASHIR IN SUDAN, APRENDO LA STRADA A UN POSSIBILE RISARCIMENTO MULTIMILIONARIO – PER GLI ANALISTI, NON È TANTO IL RISCHIO DI UNA SANZIONE A PESARE, MA IL DANNO REPUTAZIONALE - AL-BASHIR, AL POTERE DAL 1989 È ACCUSATO DI GENOCIDIO E CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ PER IL CONFLITTO IN DARFUR…
Estratto dell'articolo di Elena Dal Maso per www.milanofinanza.it
Il titolo Bnp Paribas affonda alla Borsa di Parigi, lunedì 20 ottobre, dove perde fino all’11% prima di ridurre il calo all’8,4% a 68,62 euro alle ore 14:15 circa, per una capitalizzazione di 76,6 miliardi. La banca francese arriva a lasciare sul terreno oltre 7 miliardi di market cap. Da inizio anno il titolo resta comunque in rialzo del 15,6%.
[…] La raffica di vendite è scattata dopo che una giuria di New York ha ritenuto la banca francese responsabile di aver sostenuto il regime di Omar al-Bashir in Sudan, aprendo la strada a un possibile risarcimento multimilionario. Secondo stime di Bloomberg Intelligence, l’esito del processo potrebbe tradursi in un accordo oneroso, anche se la banca ha definito «sbagliata ogni speculazione» sui possibili importi.
Bnp Paribas, guidata dall’amministratore delegato Jean Laurent Bonnafé, ha precisato che il verdetto riguarda solo tre querelanti e che sarà impugnato in appello, ribadendo di non subire alcuna pressione per chiudere la controversia con un patteggiamento.
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Per gli analisti, però, l’impatto reputazionale pesa. «Un verdetto di questo tipo aumenta sensibilmente il rischio legale per Bnp», scrive Laurent Lamagnère di Alphavalue, aggiungendo che la notizia «si aggiunge al downgrade a sorpresa del rating sovrano francese da parte di S&P, peggiorando il sentiment sul comparto bancario».
«Il tonfo del titolo Bnp, seppur probabilmente ingiustificato, è un promemoria dei rischi legali che le banche portano con sé anche per attività ormai cessate», il commento di Roberto Scholtes, strategist di Singular Bank. […]
Omar al-Bashir è un militare e politico sudanese. Al potere dal 1989 in seguito a un colpo di Stato attuato da ufficiali vicini al Fronte islamico nazionale, nel 2004 il governo presieduto da al-Bashir ha concesso una limitata autonomia alle regioni del Sud del Paese, ponendo fine alla guerra civile. Il conflitto però è proseguito nel Darfur.
Dal 2009 nei confronti di al-Bashir pende un mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale dell’Aia che lo ha incriminato per genocidio e crimini di guerra e contro l’umanità per il conflitto in Darfur. Vincitore nel 2010 delle prime elezioni multipartitiche tenutesi nel Paese da oltre vent’anni, è stato riconfermato nella carica presidenziale per un quarto mandato nell'aprile 2015.
Nell'aprile 2015 al-Bashir, al potere da oltre 25 anni, è stato confermato presidente del Sudan, ottenendo il 94% delle preferenze. Negli anni successivi è andato però aumentando il malcontento popolare per la durata lunghissima del suo mandato e per il peggioramento delle condizioni economiche del Paese, culminando dal dicembre 2018 in una serie di proteste che hanno aperto una crisi del regime, sfociata nell'aprile 2019 nella destituzione del politico a seguito di un colpo di stato militare.