FONSAI O NON LO SAI? - DOPO IL COLPO DI SCENA DEL CUSTODE DELLE AZIONI PREMAFIN CHE HA CHIESTO DI RICONVOCARE L’ASSEMBLEA, LA PROCURA PRECISA: “SIAMO NEUTRALI TRA UNIPOL E SATOR”. MA LA MOSSA RISCHIA DI MANDARE ALL’ARIA TUTTE LE RICAPITALIZZAZIONI E L’OPERAZIONE TANTO CARA A MEDIOBANCA - ARPE E MENEGUZZO TORNANO ALLA CARICA, CUCINOTTA DELL’ISVAP NON FIRMA, LA CONSOB NON SI ESPRIME: NUOVI OSTACOLI SULLA STRADA DISEGNATA DA NAGEL E DALLE COOP…


1 - FONSAI: DA 2 LUGLIO RAGGRUPPA AZIONI, DA 100 VECCHIE 1 NUOVA
(ANSA) - Fonsai annuncia in una nota che il 2 luglio, dopo le autorizzazioni necessarie, darà corso al raggruppamento delle azioni ordinarie e risparmio nel rapporto di una nuova ogni 100 possedute. L'operazione è stata deliberata ieri dall'assemblea degli azionisti.

2 - FONSAI: PROCURA NEUTRALE TRA UNIPOL E SATOR-PALLADIO
(ANSA) - Nella contesa per il controllo di Fonsai in corso tra Unipol e Sator-Palladio la Procura di Milano é neutrale e, a differenza di alcune interpretazioni di stampa, non tifa per nessuno. E' quanto si apprende dopo la richiesta del custode dei trust di Premafin di riconvocare l'assemblea della holding dei Ligresti.

Ovviamente, viene riferito, il custode giudiziale dei trust ha informato il pm Luigi Orsi, titolare dell'indagine sul gruppo Ligresti, della propria iniziativa. E la richiesta sarebbe stata giudicata condivisibile e plausibile nelle sue motivazioni da Orsi che, con la sua inchiesta, ha provocato il sequestro delle azioni Premafin in mano ai trust offshore riconducibili a Salvatore Ligresti.

Tuttavia, viene spiegato, alla base della decisione del custode Alessandro Della Chà ci sono esclusivamente valutazioni di merito legate al dovere del pubblico ufficiale di massimizzare il valore di un asset (le azioni Premafin) affidato alla sua custodia che, qualora come appare probabile venisse confiscato, entrerà nella disponibilità dell'Erario. L'interesse di Della Chà, quindi, è verificare se offerte alternative a quella di Unipol possano creare più valore per i soci di Premafin.

Una possibilità fino ad ora preclusa dal vincolo di esclusiva che la holding ha ritenuto sussistere con Unipol. Viene invece escluso in modo categorico che la mossa del custode sia stata dettata da timori sulle solidità patrimoniale di Unipol, messa in discussione dalle relazioni degli advisor di Fonsai, peraltro non condivise dalle valutazioni dei consulenti di Unipol. Come è destituita di fondamento l'ipotesi che la Procura abbia mosso il custode giudiziale, dotato di una sua autonomia nella tutela del bene affidatogli, per reagire ad un presunto 'sgarbo' di Premafin che aveva approvato l'aumento di capitale riservato ad Unipol proprio alla vigilia della decisione del Tribunale di Milano sul fallimento delle holding personali dei Ligresti Sinergia e Imco.


3 - FONSAI VA AVANTI CON L'AUMENTO - NUOVA OFFERTA DI SATOR E PALLADIO
Vittoria Puledda per "la Repubblica"

Il secondo atto della stessa rappresentazione - l'aumento di capitale Fonsai nuovamente approvato dall'assemblea - va in scena mentre non si sono ancora sopiti gli echi della clamorosa mossa decisa nella notte precedente dal custode giudiziario del 20% di Premafin intestato fiduciariamente nei paradisi fiscali.

Ieri, l'attenzione era divisa tra le vicende della holding e l'assise che si svolgeva nella sede Fonsai. Dove, pure, non sono mancati gli annunci. A partire dall'intervento di Sator e Palladio, che hanno anticipato «nei prossimi giorni» una nuova offerta e il ricorso al Tar contro la delibera Isvap di autorizzazione dell'operazione Unipol- Sai. I fondi hanno anche ventilato un'azione di responsabilità verso gli amministratori, colpevoli di aver avuto un atteggiamento di chiusura immotivato verso le loro precedenti offerte (sebbene l'ad in assemblea abbia sostenuto che i fondi non hanno dato seguito sostanziale alla disponibilità fornita dal cda Fonsai).

Ma se la votazione (resasi opportuna visto il patto parasociale non dichiarato, a giudizio della Consob, tra Premafin e Unipol) sull'aumento di capitale è filata via senza scosse, ben altra è stata la tensione legata agli avvenimenti della holding Premafin. Per la prima volta, erano assenti tutti i membri della famiglia Ligresti ed era decimata anche la rappresentanza dei consiglieri storici.

Ma il sommovimento più profondo riguarda la prossima convocazione (che appare inevitabile, visto che la richiesta parte dal custode giudiziale) della nuova assemblea per l'approvazione dell'aumento di capitale, da parte di Premafin. Quell'aumento approvato il 12 giugno, riservato a Unipol e ora messo in discussione dal custode, che vuole verificare se questa sia la soluzione migliore per il gruppo.

E' probabile che la nuova assemblea venga convocata dal cda di Premafin che si terrà domani; se così fosse, il primo momento utile sarebbe all'inizio di agosto, trenta giorni dopo. La conseguenza diretta è che anche i tempi dell'aumento di capitale Fonsai si allungano, quantomeno ai primi di settembre. Il che significa a sua volta che i prospetti, già consegnati in Consob, come minimo devono essere aggiornati con i dati semestrali.

I tempi slittano, insomma, e la stessa Commissione di vigilanza ha reso noto che fino a quando il quadro non sarà chiarito non provvederà a sua volta ad esprimersi, su prospetti e possibile esenzione dell'Opa sulla Milano. Vero è che per Fonsai l'obiettivo resta la ricapitalizzazione e il cda continua a lavorare per muoversi in «modo tempestivo», ha confermato ieri il numero uno Emanuele Erbetta; ma ha anche aggiunto che se i tempi di Premafin si allungassero eccessivamente «la società si attiverà senza indugio al fine di verificare soluzioni alternative che consentano di perseguire l'obiettivo di ripatrimonializzazione chiesta dall'Isvap », senza tuttavia spiegare in quale direzione intende muoversi.

Nel frattempo si stanno interrogando anche le banche creditrici: ieri il numero uno di Mediobanca Alberto Nagel ha relazionato sullo stato dell'arte il cda di Piazzetta Cuccia e poi ha avuto un incontro con il numero uno di Banca Leonardo, Gerardo Braggiotti, advisor di Premafin, per discutere la situazione.


4 - QUELLO STOP DELLA PROCURA A UNIPOL
Giovanni Pons per "la Repubblica"

La mossa a sorpresa del custode giudiziale di azioni Premafin, con la richiesta di riconvocazione dell'assemblea per l'aumento dedicato a Unipol, a ben vedere non può che essere interpretata alla stregua di uno stop imposto dal Tribunale e dalla procura a tutta l'operazione. Al palazzo di giustizia di Milano da diversi mesi si segue l'intera vicenda, avendo aperto un'inchiesta per aggiotaggio sui titoli Premafin e dichiarato il fallimento delle holding dei Ligresti.

Dunque è impensabile non si sappia che il rinvio anche solo di un mese di quell'assemblea Premafin significa lo slittamento dopo l'estate di tutte le ricapitalizzazioni e il rischio concreto di mandare a monte tutta l'integrazione che per sei mesi Mediobanca, Unicredit e Unipol hanno promosso con determinazione. È lecito pensare che la procura, anche in base all'inchiesta che sta conducendo, si sia fatta un'opinione non positiva della fusione a quattro Premafin-Unipol-Fonsai-Milano. I passaggi al limite della legalità nel percorso fin qui, in effetti, sono stati diversi.

Dall'interpretazione della clausola di esclusiva nel contratto tra Premafin e Unipol all'approvazione di rapporti di concambio giudicati iniqui dai tre consiglieri indipendenti, dalla mancata perizia su Unipol banca alla non pervenuta rinuncia della manleva legale da parte dei Ligresti, fino al clamoroso incontro tra Alberto Nagel, Gerardo Braggiotti e Jonella Ligresti due ore prima dell'assemblea che ora si chiede di revocare. Tutti fatti oggetto di esposti da parte di Sator e Palladio.

Forse è stato anche l'atteggiamento delle authority in campo, Consob e Isvap, a non convincere del tutto. Alcuni funzionari sono stati sentiti dal pm Luigi Orsi poco prima della richiesta di fallimento per le holding Sinergia e Imco. Poco prima s'era dovuto assistere alla imbarazzante visita di Giuseppe Vegas negli uffici di Mediobanca, propedeutica a un cambio in corsa dell'operazione.

Infine è arrivata la clamorosa spaccatura in seno all'Isvap dove il responsabile della divisione Vigilanza 1, Giovanni Cucinotta, non ha firmato il via libera essendo stato ingiustamente emarginato dall'analisi del dossier. Così non ha potuto esaminare le perizie ai fini dei concambi, effettuate per conto di Fonsai da Citi, Goldman Sachs ed Ernst & Young, tutte con interpretazione delle poste dell'attivo assai diverse da quelle di Lazard e Jp Morgan, advisor di Unipol.

Alcuni riferiscono che sia stato proprio il clamoroso gesto di Cucinotta, emerso con evidenza solo sabato scorso, a far scattare il cartellino giallo della procura. Anche se non si sa, con precisione, quali fossero i suoi dubbi sulla compagnia bolognese. Qualche elemento in più potrà emergere con le relazioni semestrali, a questo punto imprescindibili per procedere a qualsiasi operazione.

 

SALVATORE LIGRESTI E MASSIMO PINI LUIGI ORSIGiulia Salvatore e Jonella Ligresti MATTEO ARPE PALLADIO MARCO DRAGO ROBERTO MENEGUZZOLAD DI UNIPOL CARLO CIMBRI alberto nagel3 lapgerardo braggiotti e moglie GIUSEPPE VEGASGiancarlo Giannini

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