FOSSATI CHIEDE CHE SIA L'ASSEMBLEA DI TELECOM A NOMINARE IL PRESIDENTE - ETRO, MEGLIO PIAZZA AFFARI DEGLI STRANIERI - INTESA E LE COOP DEVONO RICAPITALIZZARE EUROMILANO - IL PRINCIPE VON FURSTENBERG CONTINUA A VENDERE TITOLI BANCA IFIS

1. PRESIDENTE TELECOM AI VOTI IN ASSEMBLEA
A.Ol. per il "Sole 24 Ore" - Marco Fossati chiede che sia l'assemblea a nominare il presidente Telecom. Il board si riunirà d'urgenza già oggi per ratificare la richiesta, arrivata ieri, di integrare l'ordine del giorno dell'assemblea di bilancio, già convocata per il 16 aprile, quando sarà da rinnovare l'intero consiglio in scadenza. In una lettera inviata al board nelle settimane scorse, Fossati aveva chiesto un presidente di "garanzia" designato dalle minoranze.

Le "raccomandazioni" di governance del cda uscente non sono andate però in questa direzione che di fatto avrebbe consentito a Findim di esprimere la presidenza, dal momento che i consiglieri nominati dai fondi non possono assumere cariche. Rispettando lo spirito dello statuto Telecom - che prevede la nomina del presidente da parte del cda, ma se l'assemblea non ha provveduto già a nominarlo - il vertice sarà invece sicuramente di "maggioranza". Sarà da vedere se di Telco, dei fondi, o di una maggioranza più ampia del solo azionariato di riferimento.

2. NODO EUROMILANO PER INTESA E LE COOP
C.Fe. per il "Sole 24 Ore" - Che succede in Euromilano, società che ha tra i suoi soci Intesa Sanpaolo, Unipol, le coop bianche e rosse e il re dei supermercati Massimo Brunelli? La situazione è complessa perché il gruppo, che vuole essere protagonista in vista dell'Expo, è entrato in tensione finanziaria e necessita, dopo un primo aumento da 7 milioni, di un'iniezione per altri 13 milioni. Tra le coop è evidente il malumore: tanto che il capoazienda Alessandro Pasquarelli sembrava prossimo all'uscita.

Ma da gennaio è arrivato un nuovo presidente, voluto anche dalle banche: il professionista Giovanni La Croce. Il piano finanziario sarebbe pronto: viene chiesto un nuovo sforzo finanziario alle coop, mentre Intesa potrebbe convertire parte dei debiti (30 milioni) in capitale. Unipol potrebbe invece uscire dall'azionariato e Pasquarelli resterà al timone fino ad aprile, ma il vero salvataggio avverrà con la la vendita dell'area di Cascina Merlata (per circa 65 milioni) per la quale ci sono 4 interessati tra cui Prelios e i sauditi di Olayan.

3. BANCA IFIS E LA CASSA DI VON FURSTENBERG
Fa. P. per il "Sole 24 Ore" - Una corsa inarrestabile. Che dura ormai da un paio d'anni. Protagonista una piccola banca. C'è da rimaner sorpresi sapendo cosa è accaduto in Borsa sul settore negli ultimi tempi. Banca Ifis fa eccezione. Lo fa in Borsa, dove il titolo è passato da meno di 4 euro di due anni fa ai 13,75 euro di ieri. Lo fa sui conti, con margini e redditività in crescita e sofferenze in declino. In mezzo a tanta salute il principale azionista, il principe Sebastien Von Furstenberg ha ben pensato di alleggerire la sua posizione.

Ieri ha venduto con la sua Scogliera Spa il 4% del capitale a due investitori istituzionali, dopo che il 3 ottobre scorso aveva piazzato sul mercato un altro 11% a un valore di 9,1 euro. Von Furstenberg mantiene con il 52% il controllo e ha fatto cassa per se stesso per una quarantina di milioni. Non male per lui e non male per la banca che vede entrare due nuovi investitori. Certo Banca Ifis deve dire grazie soprattutto alla scelta di aver investito pesantemente in BTp quando nessuno ci credeva e di averci guadagnato. Una scelta coraggiosa che per ora ha ben pagato.

4. ETRO, MEGLIO PIAZZA AFFARI DEI CORTEGGIATORI STRANIERI
Da "il Giornale" - Etro non passa la mano, casomai pensa a mettere un piede in Piazza Affari. Famosa per l'esotica fantasia paisley, la maison è però italianissima, e tale vorrebbe restare, nonostante il pressing di molti aspiranti acquirenti, capitanati dall'immancabile Lvmh (ma ci sarebbe anche un investitore cinese).

Ma la famiglia Etro, stretta intorno al fondatore della griffe, Gimmo, pur lusingata dall'interesse, avrebbe altri progetti, che in futuro potrebbero anche comprendere la quotazione. La moda va di moda in Borsa: e l'azienda - 313 milioni di fatturato, 200 boutique in tutto il mondo- è stata inserita da Pambianco nella top ten delle quotabili del settore.

5. COSTA AL BIVIO: DEVE SCEGLIERE TRA INTESA E CASSA VENETO
R.E. per "la Stampa" - Giovanni Costa, vicepresidente del consiglio di gestione del gruppo bancario Intesa Sanpaolo, è al bivio. Entro aprile dovrà decidere se rinunciare alla carica - in scadenza - di presidente della controllata Cassa di Risparmio del Veneto o se invece dimettersi da consigliere di gestione della casa madre. In ogni caso non potrà mantenere entrambi gli incarichi, come è avvenuto finora.

Ad appena un anno dalla sua riconferma nel consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Costa incorre infatti in una fattispecie, quella del doppio incarico nella banca controllante e in quella controllata, che la Banca d'Italia ha deciso di evitare per limitare il rischio di potenziali conflitti d'interesse.

A dire il vero già al momento della riconferma nel consiglio di gestione di Costa - nel maggio scorso - e del suo collega Giuseppe Morbidelli, che è presidente della Cassa di Risparmio di Firenze, il consigliere di sorveglianza Pietro Garibaldi si era astenuto per sottolineare la sua contrarietà ai doppi incarichi. Ma la nomina era passata comunque. Ora le cose cambiano: dopo Costa anche Morbidelli, quando il prossimo anno scadrà il mandato di presidente della Cassa fiorentina, dovrà decidere dove stare.

ACEA PRONTA A INVESTIRE 2,4 MILIARDI IN ENERGIA E RIFIUTI
L. For. per "la Stampa" - Il 2013 si è chiuso con risultati in crescita per Acea, che vara un piano industriale 2014-2018 che mette sul piatto investimenti per 2,4 miliardi di euro su acqua, energia e ambiente, puntando a diventare il terzo operatore nazionale nella gestione dei rifiuti. I numeri arrivano proprio mentre la municipalizzata attraversa una fase delicata nei rapporti con l'azionista di maggioranza Comune di Roma.

Ieri Acea ha risposto al sindaco Ignazio Marino chiedendo «le necessarie informazioni previste dalla legge» prima di procedere a convocare l'assemblea dei soci. Nel frattempo Acea ha chiuso il 2013 con un rialzo dell'utile di oltre l'80%, un Ebitda cresciuto di più del 10% a 766 milioni di euro, ricavi stabili (a 3.570,6 milioni), e una proposta di dividendo di 0,42 euro ad azione. Nei prossimi 5 anni, Acea prevede una crescita media annua dell'Ebitda del 5,2%. Il l Cda ha infine deliberato l'adozione di un programma di emissioni obbligazionarie fino a 1,5 miliardi di euro con l'obiettivo di ridurre ulteriormente gli oneri finanziari ed allungare la durata media del debito.

 

 

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