artom cottarelli

TROVA IL BUCO NEI BILANCI PUBBLICI - IL ''GRILLINO'' ARTOM SOLLEVA IL CASO DELLO ''SPREAD'' TRA DEBITO PUBBLICO E DEFICIT: DECINE DI MILIARDI CHE NON SONO CONTATI NELLE SPESE DELLO STATO MA CHE INGROSSANO IL DEBITO. ''CI SI POTREBBE FINANZIARE LA FLAT TAX'' - RISPONDE COTTARELLI: IN EFFETTI SUL PUNTO C’È TROPPA OPACITÀ, SERVIREBBE UN’OPERAZIONE TRASPARENZA. MA POI…''

Tobia De Stefano per ''Libero Quotidiano''

 

cenacolo arturo artom,carlo cottarelli,paolo pardini,marco gualtieri

Terminata la luna di miele, combattuta con vigoria la battaglia sugli immigrati e placata la corsa dello spread, da qui a qualche giorno il programma economico del governo tornerà al centro del dibattito pubblico. C’è da preparare la nota di aggiornamento al Def, la base intorno alla quale costruire la legge di Bilancio, e i numeri relativi a entrate e uscite, diventeranno il nuovo terreno di scontro. Insomma, vale la pena fare un passo indietro e tornare a metà maggio. Alle 39 pagine del contratto che ha messo insieme Lega e M5S.

 

In quell’accordo c’erano flat tax, reddito e pensione di cittadinanza e abolizione della Legge Fornero, tanto per citare i capitoli più importanti. Ma mancavano le coperture.

Secondo l’Osservatorio sui conti pubblici guidato da Carlo Cottarelli erano previste spese oscillanti tra i 108,7 (previsione ottimistica) e i 125,7 miliardi di euro (previsione pessimistica), contro un misero mezzo miliardo di “entrate”. E a oggi, a parte gli introiti, abbastanza incerti, legati alla cosiddetta pace fiscale, non si scorgono nuove voci che vadano a rifocillare le esangui casse dello Stato.

 

LE COPERTURE?

DEBITO PUBBLICO

Eppure il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha un obiettivo ben preciso: per rassicurare i mercati finanziari vuole continuare ad abbassare il rapporto deficit/Pil portandolo dall’1,6-1,7% di quest’anno all’1,4%. Come se ne esce?

 

Arturo Artom, da tempo vicino all’anima imprenditoriale del Movimento Cinque Stelle e a Gianroberto Casaleggio (è il fondatore di Confapri, un’associazione di piccole imprese del Nordest) ha gettato un sasso nello stagno. Ha posto all’attenzione pubblica un problema non secondario. «Siamo qui –spiega a Libero – a discutere animatamente sullo 0,1% di Pil in più o in meno, ma nessuno evidenza con la giusta enfasi le decine di miliardi di scostamento che ci sono tra il deficit accumulato dallo Stato e il debito pubblico.

 

CARLO COTTARELLI

Dal 2011 a oggi, il debito pubblico è passato da 1.900 a 2.300 miliardi circa, ma nello stesso arco temporale la somma cumulata dei deficit, che include anche gli interessi che paghiamo sul debito, è di soli 290 miliardi. Come si spiega? Giusto per chiarire. Nella contabilità pubblica, il deficit indica la differenza tra il totale delle entrate annuali (in gran parte tasse) e la spesa sostenuta nell’esercizio (stipendi della Pa, pensioni, sanità, investimenti, interessi passivi ecc). In sostanza ogni anno il debito dovrebbe crescere allo stesso modo del deficit. Ma evidentemente non è così. E non sarà così anche nei prossimi, almeno stando ai numeri del Mef.

 

LA FORBICE

«Secondo le ultime previsioni del ministero dell’Economia – continua Artom - nei prossimi tre anni, dal 2018 al 2020, questa differenza sarà di circa 55 miliardi (al netto delle entrate previste da privatizzazioni). Bisognerebbe aprire un dibattito per analizzare le varie voci che vanno a comporre questa forbice».

 

arturo artom saluta virginia raggi (1)

Anche perché con 55 miliardi sarebbe possibile finanziare la flat tax.

«Ci sono alcune poste di bilancio – evidenzia l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli a Libero – che per motivi contabili non vengono incluse nel deficit ma vanno comunque ad incrementare il debito pubblico. Per esempio il cuscinetto di liquidità sotto forma di depositi che lo Stato mantiene presso Bankitalia, che varia anno su anno, e che nel 2017 è stato ridotto di 15 miliardi e che nei prossimi anni dovrà essere ricreato. Negli ultimi 20 anni, comunque, la differenza tra deficit e variazione del debito è stata di circa lo 0,7% del Pil, quindi vale una decina di miliardi a esercizio. Ma negli ultimi anni alcune di queste voci sono aumentate e così si spiega l’allargamento della forbice che è diventata di un punto di Pil».

 

PREVISIONI MEF

Di quali poste di bilancio stiamo parlando? «Sicuramente sono cresciute le spese per i derivati con i quali il Tesoro si copriva dal rischio di aumento dei tassi di interesse e certamente hanno avuto un grande peso gli stanziamenti per i diversi fondi di salvataggio (solo per la Grecia l’Italia ha speso più di 40 miliardi) che sono stati erogati in sede europea».

DRAGHI TRIA

 

Voci consistenti. Eppure nelle previsioni del Mef non c’è alcun dettaglio sulla composizione di questa nuova forma di spread. Perché nei prossimi tre anni il debito aumenterà per circa 55 miliardi più del deficit? «Sicuramente su questo punto c’è troppa opacità sottolinea Cottarelli - Avevamo sollevato la questione in una nota dell’Osservatorio alcuni mesi fa. Servirebbe un’operazione trasparenza che ci dica capitolo per capitolo quali sono le spese che affrontiamo e che vengono contabilizzate nel debito ma non fanno parte del deficit. Penso che siano operazioni del tutto valide e difficilmente comprimibili, ma occorre più trasparenza. Anche perché diversi partiti elaborano i loro piani di finanza pubblica partendo dal presupposto di non avere scostamenti tra deficit e incremento del debito. Il che dà una quadro più ottimistico della realtà sui conti pubblici».

 

«Non solo – chiosa Artom – Perché un’operazione del genere potrebbe innescare un circolo virtuoso. Potrei chiedermi, per esempio, se è stato giusto spendere così tanto in derivati o se non è il caso di ridurre la liquidità detenuta dal Tesoro presso Bankitalia. Ma fino a quando non sarà fatta chiarezza, qualsiasi proposta in tal senso risulterà velleitaria».

matteo salvini luigi di maio

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…