GUARGUAGLIONE, SIPARIO - OGGI IL PRESIDENTE LASCERÀ FINMECCANICA CON UNA BUONUSCITA DA 5 MLN € (NE CHIEDEVA 20): UN BEL PREMIO PER ESSERE UN PLURI-INDAGATO CHE HA VISTO SPROFONDARE IL TITOLO DAI 23 EURO DEL 2007 AI 3 EURO DI OGGI - IN POLE POSITION CANTARELLA E IL DIRETTORE GENERALE PANSA (CHE HA SEMPRE CONDIVISO LA “POLITICA” DI GUARGUA) - LE DIMISSIONI PERMETTONO DI NON AZZERARE IL CDA, LASCIANDO IN CARICA L’AD ORSI - PRESTO CI SARÀ ANCHE L’ADDIO DELLA MOGLIE MARINA GROSSI ALLA SELEX…

1- FINMECCANICA: GUARGUAGLINI LASCIA, SALE L'IPOTESI CANTARELLA - BUONUSCITA CIRCA 5 MLN. A BREVE ANCHE ADDIO DI MARINA GROSSI

Radiocor -E' stato raggiunto l'accordo per l'addio di Guarguaglini alla presidenza di Finmeccanica. Lo riferiscono a Radiocor diverse fonti molto qualificate, in vista del consiglio di amministrazione di domani pomeriggio della holding, che ha proprio la decisione sulle deleghe del presidente all'ordine del giorno. Salvo clamorose sorprese dell'ultim'ora, che le fonti interpellate non si attendono, domani verra' sancita dopo oltre nove anni la fine dell'era Guarguaglini in Finmeccanica.

Il tutto dovrebbe avvenire senza che il board sia costretto a sfiduciare il presidente, che di fatto e' stato travolto dalla bufera giudiziaria che sta investendo il gruppo di Piazza Monte Grappa. Bufera giudiziaria che ha convinto il neonato Governo Monti a prendere una posizione molto ferma sulla carica di Guarguaglini, cosi' come su quella della moglie, Marina Grossi, anche lei destinata a lasciare la guida di Selex Sistemi Integrati, riferiscono ancora le fonti, in tempi molto stretti.

Tra i punti qualificanti dell'accordo per cui domani il top manager toscano rimettera' il mandato, c'e' l'intesa sulla buonuscita: le fonti interpellate parlano di cifre drasticamente inferiori a quelle circolate in questi giorni, e che si aggirerebbero sui cinque milioni di euro lordi.

Le manovre per la successione a Guarguaglini sono gia' piuttosto avanzate. Le piste piu' battute in queste ore portano ad una soluzione interna. Due gli identikit principali: il primo e' quello del direttore generale Alessandro Pansa. Il secondo profilo, sul quale si riscontra un lavoro assai attivo, e' quella di Paolo Cantarella: l'ex amministratore delegato della Fiat, siede nel cda di Finmeccanica come indipendente dallo scorso maggio, e rappresenta, secondo alcune fonti, quel 'segnale di forte discontinuita' con il passato' di cui il gruppo ha un gran bisogno, sia dal punto di vista generazionale, sia per l'immagine che ha all'estero lo stesso Cantarella, vista la sua storia manageriale.

Non sembrano avere chance superiori a queste le candidature circolate nei giorni scorsi: il consigliere del gruppo ed ex Capo di Stato Maggiore della Difesa, Guido Venturoni, e l'attuale presidente di Alenia Aeronautica ed ex presidente di AgustaWestland, Amedeo Caporaletti.


2- FINMECCANICA FINISCE L´ERA GUARGUAGLINI
Luca Pagni per "la Repubblica"

Se è vero che ogni uomo ha un prezzo quello di Pierfrancesco Guarguaglini potrebbe essere molto alto. Tutto sta a vedere se nella trattativa che determinerà la sua liquidazione da Finmeccanica, sarà più bravo l´anziano manager di Castagneto Carducci o chi per conto del Tesoro - l´azionista di controllo - deve convincerlo a fare un passo indietro.
Perché quello che appare oramai certo è che oggi sarà l´ultimo consiglio di amministrazione di Guarguaglini quale presidente della conglomerata che vanta oltre 40mila dipendenti sparsi tra cinque continenti, e un giro d´affari da 18 miliardi di euro.

Sarà l´ultimo sia che accetti di dare le dimensioni «per dare un segnale di distensione», come ha chiesto il premier Mario Monti (intervenuto anche ieri sulla vicenda) sia che l´azionista sia costretto a un passo clamoroso che porterebbe allo scioglimento di tutto il consiglio di amministrazione. Nel primo caso Guarguaglini uscirà di scena - dopo il suo coinvolgimento nelle inchieste giudiziarie su Finmeccanica - ma con un conto in banca più sostanzioso.

Nel secondo otterrà una vittoria, ma la stessa del re Pirro sui Romani: da una parte costringerebbe tutto il consiglio a dare le dimissioni, aprendo la porta a imprevedibili esiti sulla riconferma anche dello stesso amministratore delegato Giuseppe Orsi - il suo acerrimo nemico di questi ultimi mesi - ma dall´altra lascerebbe Finmeccanica dopo 17 anni senza un sostanzioso fondo integrativo per la sua pensione.

Tutto fa pensare, alla vigilia della riunione decisiva, che la soluzione scelta dal dirigente che partito dalla controllata Oto Melara è arrivato ai vertici del gruppo sia la prima. Quella di dimissione rese meno amare da un assegno milionario. Ma di quanto? Nei giorni scorso sono girate cifre quanto mai distanti tra loro, dagli oltre 20 milioni (vicini alla richiesta del manager) ai non più di 5 della controfferta. Tra i due estremi, la cifra sarà più vicina a quest´ultima, considerando che nel 2010 come ad e presidente del gruppo Guarguaglini aveva guadagnato oltre 2 milioni e che doveva restare in carica altri due anni e mezzo.

Fonti vicine al manager ricordano come lui stesso abbia detto che si sarebbe rimesso alle indicazioni dell´azionista. Per cui domani ascolterà con attenzione quanto riferirà in consiglio il rappresentante dl Tesoro. Il quale, però, ribadirà, l´indicazione già espressa da Monti, favorevole a un passo indietro «per il bene dell´azienda». E il premier ieri ha ribadito la sua fiducia al cda: «Si è autoconvocato, rispetteremo le sue decisioni».

Ad ogni modo, se Guarguaglini dovesse difendere la sua posizione, secondo cui le dimissioni sarebbero un primo segnale di ammissione di responsabilità, è pronta la strada alternativa: l´ad Orsi è pronto a togliere le deleghe al presidente, così come del resto fa capire l´ordine del giorno con cui è stato convocato il consiglio. Estrema ratio, si arriverebbe alle dimissioni di tutto il cda con la convocazione fra 45 giorni di una nuova assemblea dei soci. Ma in un mese e mezzo potrebbe accadere di tutto.

 

guarguaglini I GUARGUAGLINIIL TITOLO FINMECCANICA NEGLI ULTIMI CINQUE ANNIMARINA GROSSI GUARGUAGLINI cantarella paoloAlessandro Pansaselex finmeccanicab

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....