donald trump svizzera

I DAZI ALLA SVIZZERA SONO UNA PESSIMA NOTIZIA PER L’ITALIA – LE TARIFFE DEL 39%, CHE HANNO MANDATO NEL PANICO LA POLITICA DEI CANTONI E AFFOSSATO IL FRANCO, SONO UNA PUNIZIONE PER L’AVANZO COMMERCIALE FATTO SOPRATTUTTO DI FARMACI. IN QUEL SETTORE, TRUMP VUOLE RIPORTARE LA PRODUZIONE NEGLI USA, E FAVORIRE LE MULTINAZIONALI AMERICANE CONTRO QUELLE EUROPEE. PER L’ITALIA È UN GROSSO GUAIO: GLI STATI UNITI SONO IL PRIMO MERCATO EXTRAEUROPEO PER I PRODUTTORI TRICOLORE (IL TERZO SETTORE DI ESPORTAZIONI VERSO GLI USA) E BALLANO UNA DECINA DI MILIARDI ALL’ANNO…

1. DAZI, LA SVIZZERA SOTTO CHOC: COLPITI GLI OROLOGI DI LUSSO E CADE IL FRANCO

Estratto da www.lastampa.it

 

DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI

La Svizzera è nel panico. L’annuncio dell’amministrazione Trump di imporre un dazio del 39% sulle merci elvetiche ha colto di sorpresa governo e imprese, provocando immediate reazioni politiche e un contraccolpo sul mercato valutario: venerdì il franco ha registrato la peggiore performance tra le valute del G10, cedendo lo 0,4% sul dollaro e scendendo a quota 0,816.

 

«Non è chiaro cosa gli Stati Uniti vogliano da noi» ha dichiarato un parlamentare svizzero al Financial Times. «È giusto dire che il governo è in stato di shock».

 

svizzera

L’aliquota è persino superiore al 31% anticipato da Trump lo scorso aprile nel cosiddetto “giorno della liberazione” commerciale. La Svizzera, che nel 2023 ha esportato beni per 60,9 miliardi di dollari verso gli Stati Uniti, teme un impatto devastante. Il governo ha annunciato che analizzerà la situazione e deciderà «i prossimi passi», mantenendo aperti i contatti con Washington.

 

A preoccupare sono in particolare l’industria farmaceutica – con colossi come Novartis e Roche che avevano appena annunciato nuovi investimenti negli Usa – e il settore dell’orologeria di lusso. La Federazione dell’industria orologiera (Fh) parla di «minaccia per l’intera economia svizzera» e accusa: «Questi dazi non sono né comprensibili né giustificati».

 

orologi svizzeri

[…] Non va meglio per i produttori di macchinari e dispositivi di precisione. Swissmechanic parla di «misura pericolosa» e invita a sfruttare la finestra negoziale ancora aperta fino al 7 agosto. Swissmem, che rappresenta il settore manifatturiero, sottolinea che la Svizzera «vive delle sue esportazioni». […]

 

[…] Ora a Berna restano pochi giorni per tentare di riaprire il dialogo e scongiurare l’entrata in vigore dei dazi, prevista per il 7 agosto. «Ci aspettiamo che le autorità diano priorità assoluta alla questione», dice Fh. «Questi dazi rappresentano un pesante fardello per le relazioni economiche tra i due Paesi».

 

donald trump - dazi

IL NUOVO DISORDINE MONDIALE LA SVIZZERA COLPITA COME LA SIRIA IL LESOTHO PUNITO PER I JEANS

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/economia/2025/08/02/news/mondo_economia_situazione_dazi-424767272/

 

È il nuovo disordine globale. Quello in cui la ricchissima Svizzera e la disastrata Siria vengono tartassate allo stesso modo, in cui il Kenya la scampa e il Lesotho no, in cui per l'americano medio un'auto prodotta dall'altra parte del Pacifico rischia di costare più di una assemblata dai vicini canadesi.

METTI IL DAZIO TOGLI IL DAZIO - MEME SU TRUMP

 

Già, perché dopo l'ultima estrazione della lotteria dei dazi, tra i sommersi e i salvati delle tariffe reciproche, nel "nuovo ordine" di cui parla Trump non si vede logica. Un po' ribilanciamento commerciale, un po' urgenza di fare cassa, un po' aggressione politica. Un po' punizione per chi non ha supplicato e un po' sconto per chi ha ingoiato il deal, sperando che poi Trump lo rispetti.

 

[…]

 

Nel complesso, calcolano gli analisti di Bloomberg, le tariffe americane salgono al 15,2%. Non alte come il 2 aprile […]. Ma comunque sei volte più alte di quando Trump è tornato alla Casa Bianca, e al livello dei famigerati anni '30. Paradossalmente per compilare il tabellone del 2 aprile era stata usata una formula, per quanto assurda dal punto di vista economico. Ora neanche quella, con clamorosi colpi di scena.

 

IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI

La Svizzera per esempio, che proprio nel giorno della sua festa nazionale si becca in regalo un 39%, uno dei pochi trattamenti che peggiorano. Aspra punizione per il suo avanzo commerciale fatto soprattutto di farmaci, produzione che Trump vuole riportare negli Usa. E segnale inquietante per tutta l'industria, che a breve attende il verdetto sui dazi settoriali.

 

Berna spera che non sia l'ultima parola, solo una di quelle mosse con cui il grande negoziatore prova a metterti spalle al muro. In fondo con altri Paesi "alleati" e in avanzo commerciale, come Europa o Giappone, si è accontentato di un 15% che oggi assomiglia a un meno peggio.

 

Il problema è che la logica della rivalsa economica si intreccia sempre di più a quella politica. Vedere il 50% appioppato al Brasile di Lula, reo di aver messo sotto indagine il predecessore trumpiano Bolsonaro.

 

O il 35% per il Canada di Mark Carney, bastonato per non essersi genuflesso e per l'idea di riconoscere la Palestina, proprio mentre l'altro vicino messicano, molto più remissivo, ottiene altri tre mesi di tregua.

 

LE ENTRATE TARIFFARIE NEGLI STATI UNITI

[…] Stessa confusione per le manifatture emergenti dell'Asia. Vietnam e vicini hanno strappato un 20%, ora per l'India arriva un 25%, punita anche perché continua a comprare gas e petrolio russi. In tutto ciò la grande incognita, la principale per capire se Washington abbia ancora un senso strategico, riguarda il grande rivale cinese, l'unica potenza che abbia risposto dazio per dazio.

 

[…] Per alcuni dei Paesi più poveri al mondo, i cui cittadini semplicemente non possono permettersi di comprare beni americani, è comunque un colpo pesante. Prendete il Lesotho, che grazie a un vecchio accordo di libero scambio con gli Stati Uniti si era messo a produrre jeans e altri vestiti per il loro mercato. I dazi scendono dal 50 al 15%, ma rischiano comunque di mandare fuori mercato le imprese locali.

 

EMMANUEL MACRON - MARK CARNEY DONALD TRUMP - G7 KAnanaskis CANADA

Vero, queste tariffe dovrebbero almeno ridurre l'incertezza che negli ultimi mesi ha congelato gli investimenti. Non la cancellano però: arriveranno dazi settoriali su farmaci, chip e materie prime, manca una parola definitiva sulla Cina, e da manuale trumpiano ogni intesa può sempre essere ribaltata. Troppe incognite per capire come si riorganizzerà la produzione globale, chi ci perderà di più e chi di meno. […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini elly schlein giuseppe conte bonelli fratoianni

DAGOREPORT - LA SCONFITTA MARCHIGIANA SE LA SONO CERCATA I PARTITI DEL CENTROSINISTRA – GRAN PARTE DEL 50% DEGLI ASTENUTI SONO I DELUSI DEI VARI E AVARIATI SCHLEIN, CONTE, FRATOIANNI, RENZI - NON PERVENUTI ANCHE GLI EFFETTI NELLE URNE DELLA PROSSIMA NASCITA DELLA COSIDDETTA “TENDA” CENTRISTA E RIFORMISTA - IL RISULTATO DELLE MARCHE, SE GALVANIZZERÀ I SOGNI DI GLORIA DEI FRATELLINI DELLA MELONI, POTREBBE COMPORTARE IL RISCHIO DI UN’EROSIONE DI VOTI NELLE REGIONI APPANNAGGIO DEL CENTRO-SINISTRA (SOPRATTUTTO LA CAMPANIA, DOVE PERDURA LO SCAZZO CON DE LUCA) - LE MARCHE SONO L’ENNESIMA PROVA CHE L’APPEAL DELLA SIGNORINA ELLY NON FUNZIONA: LE CAPACITÀ RETORICHE E MEDIATICHE DELLA DUCETTA SE LA MANGIANO CON UN SOL BOCCONE - DOPO LE REGIONALI, CERCASI QUALCUNO DEL PD CHE POSSIEDA LA LEADERSHIP DI BUCARE IL VIDEO CON UNA ORATORIA POPOLARE E TRASCINANTE...

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO

roberto cerreto

DAGOREPORT – MA GUARDA CHE COINCIDENZA! ROBERTO CERRETO, IL CONSIGLIERE PARLAMENTARE FINITO SOTTO INCHIESTA DISCIPLINARE (ANCORA IN CORSO) CON L’ACCUSA DI ESSERE L’AUTORE DI ANONIME E CALUNNIOSE LETTERE PER BRUCIARE ALTRI PRETENDENTI AL RUOLO DI VICESEGRETARI DELLA CAMERA, DAL 2022 RICOPRE ANCHE IL RUOLO DI CONSIGLIERE DEL CDA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA – BENE: COME MAI IL VISPO CERRETO NON HA MAI MANIFESTATO, O QUANTO MENO INFORMATO, IL RETTORE DELL’ISTITUTO DEL VATICANO, ELENA BECCALLI, DI ESSERE PORTATORE DI INTERESSE SU UNA VICENDA GIUDIZIARIA CHE RIGUARDAVA LA SUA COMPAGNA, CHE HA CREATO QUALCHE IMBARAZZO ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICA? AH, SAPERLO…

corte dei conti sergio mattarella giorgia meloni nicola gratteri matteo salvini elly schlein giuseppe conte guido carlino

DAGOREPORT - CHI SONO I VERI OPPOSITORI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI? L'AMMUCCHIATA SCHLEIN-CONTE? I MISSILI DI RENZI, "BAGNATI" PER LE SPACCONATE DEL PASSATO? QUEL SINDACATO DI PENSIONATI DI LANDINI? L’”ODIO E VIOLENZA” DI IMMAGINARI SINISTRELLI? I QUOTIDIANI DE SINISTRA? LA7? - CERTO, UN FATTO CHE DESTABILIZZA LA STATISTA DI COLLE OPPIO È LA VANNACCIZZAZIONE DI MATTEO SALVINI. MA IL VERO OPPOSITORE ALL'AUTORITARISMO DEL GOVERNO MELONI È IL COSIDDETTO DEEP STATE (QUIRINALE, MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, RAGIONERIA GENERALE, MILITARI, ETC) – LO SCONTRO CON GLI APPARATI ADDETTI AL CONTROLLO E ALLA VIGILANZA DEGLI ATTI DELL'ESECUTIVO VA AVANTI DA TRE ANNI: DAI RILIEVI CONTABILI DELLA CORTE DEI CONTI SULLE SPESE DEL PNRR AL PONTE SULLO STRETTO, ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO CHE E' RIUSCITA A COMPATTARE TUTTE LE CORRENTI DELLA MAGISTRATURA - PURTROPPO LA DUCETTA E' NATA ALLA GARBATELLA E NON IN AMERICA, DOVE LA DEMOCRAZIA PERMETTE DI ELEGGERE UN TIRANNO CHE FA FUORI TUTTI COLORO CHE OSANO CONTRADDIRLO...