I MERCATI FINANZIARI SPERNACCHIANO RENZI - IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE, PIOGGIA DI VENDITE SUI TITOLI DI STATO DI TUTTI I PAESI "PERIFERICI". MA SULL'ITALIA DI PIU' PERCHE' L'ECONOMIA NON CRESCE (ANZI, ARRETRA)

Maximilian Cellino per "Il Sole 24 Ore"

Domina ancora il nervosismo sui mercati finanziari, stretti fra i dati non incoraggianti sulla ripresa europea, lo spauracchio delle elezioni e le attese per gli interventi della Bce. Delle tensioni, e anche del desiderio di portare a casa un po' di guadagni da parte degli investitori, finiscono ancora una volta per fare le spese i bond sovrani (BTp in primis), un po' meno le Borse (ieri Piazza Affari ha addirittura chiuso in progresso dello 0,3%) e l'euro, che resta ancorato a 1,37 dollari.

Il passo indietro dei titoli del Tesoro inizia a farsi consistente e soprattutto a destare preoccupazione. Prendendo come base di calcolo il BTp decennale, ieri i rendimenti si sono assestati al 3,26%, ovvero 191 punti base in più rispetto al Bund con pari scadenza (1,35%).

In meno di una settimana (da quando cioè è stato diffuso il dato deludente sul Pil italiano del primo trimestre) sono in pratica andati in fumo quasi un terzo dei progressi compiuti da inizio anno dai bond di casa nostra in termini di tassi e oltre il 60% della riduzione dello spread nei confronti della Germania.

Che ci sia una correzione in atto, insomma, è ormai difficile da negare. Così come è altrettanto evidente che i movimenti riguardano un po' tutti i «periferici», ma anche che in questo momento l'Italia occupa una sedia più scomoda rispetto alla Spagna: il decennale del nostro metro di paragone più vicino è salito in termini di rendimenti, ma non quanto il BTp (3,09% per il Bono ieri, spread a 174). Ben 17 centesimi separano quindi Roma da Madrid, non accadeva da fine gennaio (tensioni sul Governo Letta) ed è un segnale da non sottovalutare.

L'handicap accusato dall'Italia in queste ultime quattro sedute è probabilmente determinato da più cause, fra le quali l'ultra-citato dato sul Pil, il calendario piuttosto pesante delle aste di titoli pubblici la scorsa settimana, ma anche le possibili ripercussioni del voto europeo di domenica sul futuro del Governo Renzi.

C'è però chi manifesta ottimismo: in uno studio pubblicato ieri, Barclays rimane «costruttiva» sul BTp e su una compressione dello spread favorita dall'atteggiamento espansivo della Bce e da un compito meno impegnativo per il Tesoro nei prossimi mesi (a oggi sono stati già emessi il 54% dei bond a medio termine stimati per il 2014).

«Il recente incremento della volatilità sui mercati offre un avvertimento "salutare" sul fatto che l'umore del mercato potrebbe cambiare improvvisamente» aggiunge però Barclays: un monito quindi a non fare eccessivo affidamento sulla benevolenza degli investitori e ad accelerare il passo sulle riforme.

Nell'immediato c'è intanto da superare lo «scoglio» elettorale e l'insidia degli anti-europeisti: in teoria il rinnovo del Parlamento europeo non sarebbe un market mover per gli analisti, ma nella pratica gli operatori si comportano come se lo fosse e preferiscono restare alla finestra (se non vendere) in questi giorni.

Bofa Merrill Lynch, altra banca d'affari che non ritiene che le svendite delle ultime sedute sui «periferici» siano destinate a durare a lungo, prima di darsi di nuovo agli acquisti preferisce attendere che si allenti la tensione del voto e che si diradi la nebbia sulle mosse Bce.

Ciò che potranno decidere Mario Draghi e soci il prossimo 5 giugno è l'ulteriore fattore che in questo momento tiene appesi i mercati. Le reazioni delle ultime settimane (inclusa la parziale marcia indietro dell'euro) mostrano più o meno chiaramente come gli operatori diano ormai per scontato un taglio dei tassi (rifinanziamento e depositi) e anche qualche altra misura straordinaria.

Per sorprenderli in positivo, arrestando le vendite sui titoli di Stato e permettendo all'euro di indebolirsi ancora, l'Eurotower dovrà concedere qualcosa in più, magari anche semplicemente spiegando nel dettaglio come e quando intenderà intervenire. L'impressione è che il compito non sarà poi così semplice.

 

GABRIELE BASILICO FOTOGRAFA CATTELAN IN PIAZZA AFFARI MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE BANK OF AMERICA MERRILL LYNCH mario draghi EUROTOWER BCEBARCLAYS

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO