commerzbank unicredit andrea orcel friedrich merz

IL MURO DI BERLINO CONTRO ORCEL – IL CANCELLIERE MERZ TORNA A OPPORSI PUBBLICAMENTE ALLA SCALATA DI UNICREDIT A COMMERZBANK, SALITA AL 20% DELL’ISTITUTO BANCARIO TEDESCO: “IL MODO IN CUI VIENE TENTATA L’ACQUISIZIONE È OSTILE, SIA VERSO COMMERZ CHE ALLA REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA. E L'ISTITUTO CHE VERREBBE CREATO POTREBBE RAPPRESENTARE UN RISCHIO SIGNIFICATIVO PER IL MERCATO FINANZIARIO A CAUSA DELLA SUA STRUTTURA DI BILANCIO…” – UNA CREPA NEL RAPPORTO CHE MELONI STAVA CERCANDO DI COSTRUIRE CON MERZ...

FRIEDRICH MERZ

COMMERZBANK: MERZ, DA UNICREDIT APPROCCIO OSTILE CHE NON ACCETTIAMO

(LaPresse) - "Le mie riserve sull'acquisizione di Commerzbank hanno due ragioni. In primo luogo, il modo in cui viene tentata è ostile, sia verso Commerzbank che alla Repubblica Federale Tedesca. In secondo luogo, l'istituto che verrebbe creato potrebbe potenzialmente rappresentare un rischio significativo per il mercato finanziario a causa della sua struttura di bilancio. E finché questa questione non sarà sufficientemente chiarita, non ritratterò la mia opinione".

 

Lo ha detto il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, durante la sua prima 'conferenza stampa estiva' in cui ha tracciato un bilancio dei primi 74 giorni del suo governo, rispondendo ad una domanda sulla questione Commerzbank-Unicredit.

 

unicredit commerzbank

In merito alle lettere inviate dall'ad di Unicredit, Andrea Orcel, anche allo stesso cancelliere, Merz ha spiegato di "aver inviato il messaggio " di un approccio ostile "e lui lo sa non solo da me, ma anche da altri.

 

Lo sa dalla dirigenza di Commerzbank. Lo sa dal comitato aziendale. Lo sa dal ministro delle Finanze tedesco e lo sa da me. Anche la conversione dei derivati in azioni non è stata concordata con Commerzbank o con il governo federale. Questo è un approccio ostile che non accettiamo e non sosteniamo", ha concluso Merz.

 

 

MERZ CONTRO UNICREDIT ALZA IL TIRO: «LA SCALATA SU COMMERZ È OSTILE ALLA GERMANIA»

Estratto dell’articolo di Lisa Di Giuseppe per www.editorialedomani.it

 

ANDREA ORCEL FOTO LAPRESSE

«Rischi di mercato» ma soprattutto «un approccio ostile alla Germania che non accettiamo». Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ulteriormente affievolito le già tenui aspettative di Andrea Orcel di mettere le mani su Commerzbank.

 

Interpellato a proposito della fusione Merz – che pure si è dichiarato a più riprese un fan degli investimenti internazionali in Germania – nella tradizionale conferenza stampa estiva della cancelleria è stato durissimo.

 

E rischia di aprire una crepa nei rapporti per il resto buoni con Giorgia Meloni alzando il livello dello scontro e definendo il tentativo di scalata ostile nei confronti della repubblica federale. 

 

friedrich merz giorgia meloni conferenza per la ricostruzione in ucraina foto lapresse

«Le mie riserve sulla scalata della Commerzbank hanno due ragioni: innanzitutto, il fatto che si tratti di un’operazione ostile. Sia nei confronti di Commerzbank, sia nei confronti della repubblica federale di Germania. In secondo luogo c’è da considerare che l’istituto che si verrebbe a creare potrebbe rappresentare anche a causa della sua struttura di bilancio un rischio rilevante per il mercato finanziario. E prima che questa questione sia stata chiarita a sufficienza, non cambierò idea». 

 

[...] Dopo le proteste di dipendenti, consiglio d’amministrazione e della gran parte della politica tedesca – anche Merz aveva già preso posizione con una lettera indirizzata alla rappresentanza sindacale in Cda – la cancelleria respinge ancora le avance di Unicredit, che pure ormai tra azioni e derivati convertibili è arrivata a possedere il 20 per cento della banca tedesca. 

 

Commerzbank

L’impressione è che l’istituto di riferimento per il finanziamento del ceto medio tedesco di cui il governo di Berlino possiede il 12 per cento non sia in vendita, né ora né mai. Tanto che di fronte alla domanda su cosa Orcel potrebbe fare diversamente per conquistare la fiducia del governo tedesco, la risposta appare girare in tondo: «Gliel’ho fatto sapere personalmente e da parte di altri, come i vertici di Commerzbank e la rappresentanza sindacale o il ministro delle Finanze» ha detto il cancelliere. [...]

 

Il salto di qualità della polemica di Merz, che dal piano economico è passata a quello diplomatico, non è passato inosservato né a Milano né a Roma. Nell’ultimo incontro bilaterale ufficiale dei due, a maggio, Merz si era detto fiducioso che Unicredit non avrebbe voluto procedere all’acquisizione che secondo le norme tedesche scatta con il superamento del 30 per cento di capitale nell’azionariato.

 

friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse 6

«La quota in Commerzbank è inferiore a quella che richiederebbe un'offerta di acquisizione. Non è prevedibile che tale livello venga raggiunto o superato» aveva detto in quell’occasione il cancelliere. La vicenda rischia di aprire una faglia nei rapporti per lo più buoni tra Roma e Berlino, che collaborano su una lunga serie di temi su cui condividono posizioni simili, come la gestione dei migranti o la strategia da tenere con Donald Trump per risolvere la grana dei dazi. 

[...]

 

A raccogliere la palla il Pd: «Ma Meloni, Giorgetti e Salvini, in teoria tutti Nazione e Tricolore, non hanno nulla da dire in proposito?» scrive il responsabile economia Antonio Misiani su X. Effettivamente, la protezione della “sicurezza nazionale” sembra essere un tema solo per applicare il Golden power nei confronti di Unicredit per bloccare la scalata a Banco Bpm.

 

ANDREA ORCEL

A questo punto appare quasi un paradosso l’ipotesi che il governo e il ministero dell’Economia si possano trovare a dover difendere Unicredit dopo i trascorsi burrascosi con l’istituto guidato da Orcel.

 

Ma mentre per il momento il governo non sembra interessato a raccogliere le parole del cancelliere, Unicredit rischia di trovarsi nel giro di poco con due scalate fallite. Sul versante italiano, infatti, il tempo passa ma non sembra in vista né un rilancio da parte della banca di piazza Gae Aulenti, né una seconda sospensiva dell’Ops tirata in ballo da Paolo Savona durante la sua audizione in Senato.

 

UNICREDIT COMMERZBANK

Se i giuristi della Consob non dovessero riuscire a individuare al più presto l’appiglio giuridico a cui aggrapparsi per prolungare un’altra volta l’operazione, però, l’Ops andrebbe probabilmente a scontrarsi contro la scadenza del 23 luglio. Un secondo fallimento per Orcel, dopo la pietra tombale sulla scalata a Commerzbank.

andrea orcelCommerzbank

Ultimi Dagoreport

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”