MPS, ALLARME A BRUXELLES E IN EUROPA - DOPO IL RINVIO DEL PIANO, LA COMMISSIONE UE TACE MA E’ PREOCCUPATA – IN FRANCIA PARLA “LES ECHOS”: “RISCHIO DI UNA VENDITA A PEZZI DELLA BANCA”

Federico Fubini per ‘La Repubblica'

Rassicurato dalle banche centrali, quello di questi mesi è un mercato che non giudica e non sanziona. Non lo ha fatto quando ha saputo che Angela Merkel teme che l'euro prima o poi "esploda". Non c'è motivo di pensare che lo faccia, fuori dai titoli interessati, perché Mps rinvia un aumento di capitale dopo lo stop imposto dalla sua fondazione azionista che non vuole perdere di influenza.

Gli analisti non prevedono che la battuta d'arresto nel rafforzamento di Mps sollevi un'onda d'urto questa mattina fra gli investitori. Non di questi tempi. Il titolo della banca può sì scivolare, schiacciato dall'incertezza e dall'orizzonte della nazionalizzazione o di un aumento ancora più pesante tra pochi mesi. Ma non si prevede certo uno choc nello spread fra Bund tedeschi e Btp, il termometro di base della fiducia del resto del mondo nell'Italia La tranquillità dei mercati di questi giorni non è però una sentenza definitiva.

Non significa che gli eventi attorno a Siena passino inosservati o non interessino il resto d'Europa come cartina tornasole sull'affidabilità di un intero Paese. Portare in sicurezza Mps con capitali privati evitando di far salire il debito pubblico per salvarlo, dargli una gestione e governo moderni sono visti oggi all'estero come un test per capire l'Italia. In gioco ci sono la sua capacità di contenere il debito, rafforzare per tempo le banche, emanciparle dalla politica e riattivare il credito dopo un crollo di 50 miliardi nei prestiti alle imprese solo nell'ultimo anno.

Su tutto questo, per il momento, Bruxelles tace. Dopo aver pressato Mps a raccogliere risorse fresche sul mercato, molte e presto, ieri la Commissione europea non si è lasciata sfuggire una parola di fronte allo stallo. Ma a Londra, Bruxelles o Francoforte i commenti della stampa internazionale saranno senz'altro sui tavoli di tutti. In Francia Les Echos parla del «pasticcio del salvataggio di una banca zombie» con il rischio che tutto «finisca con la vendita a pezzi della terza banca italiana sotto l'egida del Tesoro».

Il quotidiano di Parigi non manca peraltro di far propria una domanda, attribuendola al presidente di Mps Alessandro Profumo: «La priorità delle autorità è di assicurare la sopravvivenza del sistema delle fondazioni o di mettere in sicurezza il sistema bancario italiano?»

L'International New York Times ricorda che i dubbi degli osservatori esteri vanno ben oltre Siena: «Alcuni vedono la disputa fra i manager della banca e il suo primo azionista (la fondazione Mps, ndr) come lo scontro fra quelli che vogliono portare il sistema bancario italiano nel ventunesimo secolo e chi vuole invece preservare un antico mondo clientelare». Il riferimento, neppure velato, è al modo in cui la fondazione di Siena ha gestito la banca come un veicolo per garantire il consenso degli elettori sulla politica locale.

Anche il Financial Times vede un messaggio più generale nel rinvio in una ricapitalizzazione di Mps che diluiva l'antico ente azionista. «La mossa - scrive il quotidiano della City di Londra - mette in evidenza le divisioni nel settore bancario italiano nell'imminenza degli stress test europei del 2014». Con l'esame sui bilanci prima del passaggio della vigilanza alla Bce, vari istituti probabilmente dovranno rafforzare il capitale aprendosi a nuovi soci; ma Siena ora ricorda a tutti che non sarà facile, né scontato: le fondazioni controllate dalla politica si dimostrano ancora in grado di bloccare gli aumenti di capitale pur di non perdere la presa. Diventa dunque difficile escludere che lo Stato debba fare la sua parte per rafforzare certe banche. Per Mps il rischio adesso non è certo più lontano di quattro giorni fa.

Ma uno scenario del genere su vari istituti piccoli e medi porterebbe un aumento del debito pubblico. Inoltre, con le regole europee in vigore, gli obbligazionisti delle banche sarebbero esposti a perdite sui bond prima che il governo possa intervenire: una prospettiva che già ora grava su Mps stesso se l'esame di bilancio europeo nel 2014 rivelerà carenze di capitale.

Tutto ciò può scoraggiare gli investitori dal prestare alle banche italiane, facendo salire il loro costo di finanziamento e aggravando la stretta al credito per le imprese. Un mercato che non ama le sorprese ne ha dunque avute due. C'è stato lo stop al piano di Profumo, benché non fosse stato facile trovare investitori pronti a mettere tre miliardi in una banca che ne vale solo due e viene da anni di perdite.

Ma l'altra è stata l'interferenza della politica su Mps, mai rintuzzata da nessuno anche quando il sindaco di Siena Bruno Valentini si pronunciava sull'ipotesi dimissioni di Profumo. È il segno di un'Italia che non cambia, secondo molti fuori dai confini. Ce n'è quando basta per motivare l'irritazione di Tesoro e Bankitalia, che vigilano su fondazioni e banche. Entrambi per mesi avevano chiesto all'ente Mps di non portare lo stallo a questo punto, ma nel Paese dei mille campanili neanche la moral suasion di Roma basta più. Se l'Italia aveva bisogno di incoraggiare i capitali esteri a sostenere la ripresa nel 2014, l'anno nuovo inizia decisamente sul piede sbagliato.

 

MANSI E PROFUMObruno valentini monte-dei-paschi-di-siena-sedeantonella mansi profumo d d b b a d Antonella Mansi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...