NULLA SARÀ COME PRIMA CON L’ACCOPPIATA RODOLFO DE BENEDETTI-MONICA MONDARDINI - “CARO GIORNALISTA, LE SUGGERISCO DI INDOSSARE L'ELMETTO. IL 2013 SARÀ UN' "ANNO DURO” – LA DURA ANALISI DELL’AD DEL GRUPPO L'ESPRESSO DIVENTA REALTÀ: A “REPUBBLICA” SONO 40 I GIORNALISTI A RISCHIO PREPENSIONAMENTO E 12 AL SETTIMANALE - L'ALTRA GRANDE SFIDA DI KAISER MONDARDINI È RADDRIZZARE LA ROTTA DI SORGENIA…

Andrea Montanari per MF/Milano Finanza

"Caro giornalista, le suggerisco di indossare l'elmetto. Il 2013 sarà un
anno duro per tutti. E la vostra categoria non sarà da meno». Stringata,
diretta e dura l'analisi che Monica Mondardini, amministratore delegato del
Gruppo L'Espresso (e dal prossimo aprile anche della controllante Cir), ha
snocciolato al cronista di MF-Milano Finanza durante la festa milanese di
fine settembre per il lancio dell'Huffingtonpost.it.

D'altronde nel mercato editoriale e nel mondo finanziario è questa la sua
fama: manager senza fronzoli, risoluta e dai modi decisi, che sa far tornare
i conti e che quando è ora di prendere in mano le forbici lo fa senza
pensarci troppo. Un esempio? La 52enne cesenate, arrivata ai vertici della
casa editrice nel gennaio 2009, ha subito dimostrato tutto il suo
pragmatismo.

L'Espresso ha visto scendere drasticamente il giro d'affari ma
è stata una delle poche società editoriali a chiudere sempre in utile, anche
in questi ultimi anni. Perché al calo del fatturato (da 1,025 miliardi del
2008 agli 890 milioni del 2011) è corrisposta una robusta riduzione dei
costi, in particolare quelli per il personale: dai 330,7 milioni del 2008 ai
276,7 milioni dello scorso anno.

L'organico dell'Espresso è sceso dai 3.344
dipendenti del 2008 ai 2.673 del 2011 e poi ai 2.584 del 30 settembre
scorso: 760 persone in meno in tre anni e mezzo. Una cura che ha provocato
qualche protesta (come per il trasloco nella prima periferia milanese delle
redazioni di Repubblica e L'Espresso), qualche sciopero, ma gestita con la
massima trasparenza. E che ha permesso all'azienda di distribuire dividendi
negli ultimi due esercizi e anche di ridurre il debito dai 279 milioni del
2008 ai 105,1 milioni dell'ultima trimestrale. Segno che la strategia era
quella giusta.

Ora Mondardini, pressoché l'unica manager-donna con pieni
poteri a Piazza Affari, ha davanti a sé una grande sfida. Dopo aver
conquistato la fiducia di Carlo De Benedetti (traguardo non facile da
raggiungere visto che l'Ingegnere in precedenza aveva lavorato per 24 anni
solo con Marco Benedetto), adesso ha il sostegno dell'intera famiglia. A
partire da Rodolfo, che quattro anni fa la segnalò al padre Carlo pescandola
da Generali Espana e tra qualche mese l'avrà al suo fianco in Cir.

Un nuovo
tandem, come già era successo negli anni Ottanta con l'accoppiata Carlo De
Benedetti-Corrado Passera, che piace agli investitori stranieri, i quali
hanno in mano più del 30% del capitale della holding. E se Mondardini
porterà il suo stile di gestione anche in Cir, sono convinti gli analisti,
le cose non potranno che migliorare. I problemi da risolvere sono molti,
soprattutto nelle due aziende del gruppo che operano in Italia, ossia
L'Espresso e Sorgenia (energia).

Migliore appare la situazione di Sogefi
(automotive), che dopo l'acquisizione di Systeme Moteurs sta viaggiando a
ritmi sostenuti grazie al focus sui mercati esteri (Brasile, Cina e Usa), e
di Kos, che opera in un business anticiclico come quello sanitario. Vista la
congiuntura particolarmente negativa, l'attenzione maggiore sarà concentrata
sull'editoria.

Il gruppo L'Espresso non sarà venduto, ma sarà oggetto di un
nuovo piano di razionalizzazione. La società lo ha annunciato in occasione
della presentazione dei conti dei nove mesi 2012, benché chiusi con un utile
di 26,4 milioni. Siccome le prospettive, soprattutto per l'anno prossimo,
sono pessime, i vertici si sono già messi all'opera: dopo essere intervenuti
su Agl, l'agenzia di stampa del gruppo che lavora per i quotidiani di
Finegil (a breve si aprirà un tavolo con Fieg e Fnsi per la gestione degli
esuberi), è probabile che Mondardini, sotto la supervisione dell'Ingegnere
(l'incarico di presidente esecutivo dell'Espresso è l'unico che ha
mantenuto) metterà mano anche agli organici del quotidiano La Repubblica e
del settimanale L'Espresso.

I sindacati sono allerta. Nei giorni scorsi
hanno avuto un primo incontro con i vertici, che hanno garantito
investimenti anche sul digitale. E hanno lasciato intendere che fino a metà
2013 non interverranno in maniera drastica. Resta il fatto che al quotidiano
sono 40 i giornalisti a rischio prepensionamento e un'altra dozzina sono in
lizza al settimanale.

L'altra grande sfida di Mondardini è raddrizzare la
rotta di Sorgenia, che soffre per la riduzione della domanda elettrica e che
per mantenere alto il livello degli investimenti continua a indebitarsi
(1,93 miliardi). La manager, insieme con Rodolfo De Benedetti e Massimo
Orlandi, ad del gruppo energetico, si concentrerà sulle cessioni. Che
potrebbero riguardare i megawatt di solare in Italia, l'eolico in Romania,
la partecipazione nella joint venture con Kkr in Francia, l'attività di E&P
e la partecipazione in Tirreno Power, che fa gola agli alleati di Gdf Suez
Italia e a Edison.

Insomma, l'agenda di Mondardini è zeppa di impegni. Non
resta che partire. E attendere la sentenza della Cassazione sul Lodo
Mondadori, attesa per aprile 2013, che potrebbe assegnare definitivamente al
gruppo dell'Ingegnere il tesoretto di 564 milioni.

 

Rodolfo De BenedettiAMMINISTRATORE DELEGATO REPUBBLICA MONICA MONDARDINICARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIOde benedetti passera

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