1. VOCI SEMPRE PIÙ INSISTENTI CIRCOLANO NELLA COMUNITÀ FINANZIARIA SU UN DOSSIER, GIÀ CONFEZIONATO, IN CUI SI SUGGERISCE LA NECESSITÀ DI SALVARE IL MONTE DEI PACCHI DI SIENA ATTRAVERSO LA FUSIONE CON BNP PARIBAS PRESIEDUTA DA LUIGI ABETE 2. PER QUALE MOTIVO I DIECI ILLUSTRI CONSIGLIERI DI FINMECCANICA HANNO DIMENTICATO LA PAGINA 12 DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE DA LORO STESSI APPROVATO IN CUI SI PARLA CHIARAMENTE DEI DELITTI TENTATI E DEI REATI COMMESSI ALL’ESTERO? 3. A SFILARE A MARIO CANZIO LA POLTRONA RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO POTREBBE ESSERE UNA DONNA, ALESSANDRA DAL VERME 4. DOPO MONTEPACCHI: COL COMMISSARIAMENTO DELLA POPOLARE DI SPOLETO LA BANKITALIA DI VISCO HA BATTUTO UN COLPO PER DIMOSTRARE CHE LA VIGILANZA ESISTE

1. VOCI SEMPRE PIÙ INSISTENTI CHE CIRCOLANO NELLA COMUNITÀ FINANZIARIA SU UN DOSSIER ,GIÀ CONFEZIONATO, IN CUI SI SUGGERISCE LA NECESSITÀ DI SALVARE LA BANCA DI SIENA ATTRAVERSO LA FUSIONE CON BNP PARIBAS
Luigino Abete ha smesso di sudare. Tutto ciò che sta avvenendo nella politica sembra dargli ragione a cominciare dai consigli che aveva dato a Luchino di Montezemolo per non farsi oscurare dal grigiore di una brutta campagna elettorale. E nessun rimpianto sembra avere per il Campidoglio anche se ha coltivato a lungo l'idea di essere l'alternativa migliore al sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno.

Adesso la sua attenzione è interamente concentrata sulla BNL, la banca che presiede dal 1998 e che nel febbraio 2006 è passata nelle mani dei francesi di Bnp Paribas. Nel suo ufficio di via Veneto l'ex-tipografo romano ha dedicato le ultime settimane alla campagna di comunicazione che durerà tutto l'anno per festeggiare i 100 anni della banca che in origine si chiamava Istituto nazionale di credito per la cooperazione e nel '92 è stata privatizzata.

Per celebrare l'evento sono state avviate numerose iniziative tra cui un logo di buona fattura disegnato dalla agenzia milanese FilmMaster in cui si vedono cinque parentesi di colore acciaio che dovrebbero indicare il ponte tra il passato e il futuro. Non a caso il logo scelto da Luigino e dall'amministratore delegato Fabio Gallia è accompagnato dal playoff "Ogni giorno è futuro", ed è lo stesso che si può già vedere nel filmato di 100 secondi del regista Emanuele Crialese. Anche in questo spot si ritrovano i toni caldi che hanno caratterizzato la campagna pubblicitaria con cui l'Enel l'anno scorso ha celebrato i suoi 50 anni.

Protagonisti sono gli italiani, uomini, donne, bambini e nascituri. Quando Luigino lo ha visto in una saletta della banca si è commosso e ha dimenticato di colpo il putiferio che si è scatenato intorno al sistema bancario dopo le vicende di MontePaschi.

Questa distrazione può essere interpretata con il fatto che Abete gioca un ruolo sovrastrutturale rispetto alla gestione del suo istituto dove l'amministratore alessandrino Fabio Gallia ha le responsabilità più grandi. Sarebbe però opportuno che Luigino tenesse conto delle voci sempre più insistenti che circolano nella comunità finanziaria su un dossier ,già confezionato, in cui si suggerisce la necessità di salvare la banca di Siena attraverso la fusione con Bnp Paribas.

A quanto si capisce il progetto è in fase molto avanzata ed è sostenuto dalla tesi che MontePaschi non ce la farà a sopravvivere senza un matrimonio con un'altra grande banca. Durante l'ultimo intervento televisivo nella trasmissione di Lilli Gruber, Alessandro Profumo si è dichiarato convinto che la banca ce la farà da sola attraverso una riduzione dei costi di 600 milioni e l'intervento dei Monti bond per i quali MontePaschi dovrà pagare entro l'anno interessi mostruosi al Tesoro.

Nella stessa occasione l'ex-boyscout ,che ha portato il suo zainetto da Unicredit a Siena, ha picchiato in testa alla nomina di Peppiniello Mussari per la presidenza dell'Abi, poi ha concluso il suo intervento esclamando: "la politica non entrerà fino al 2015". Nessuno crede onestamente che prima di quella data MontePaschi possa camminare sulle sue gambe e anche se la politica non entrerà a Palazzo Sansedoni, sarà indispensabile trovare un socio di livello internazionale che possa dar vita al terzo polo bancario italiano.
Se il partner sarà la francese Bnp Paribas ,Luigino Abete potrà celebrare il centenario di BNL nel modo migliore.


2. PER QUALE MOTIVO I 10 DI FINMECCANICA CONSIGLIERI HANNO DIMENTICATO LA PAGINA 12 DEL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE DA LORO STESSI APPROVATO IN CUI SI PARLA CHIARAMENTE DEI DELITTI TENTATI E DEI REATI COMMESSI ALL'ESTERO?
Gli uscieri di Finmeccanica stanno aiutando i commessi a spolverare le sedie per il consiglio di amministrazione di oggi pomeriggio alle 18 che nominerà Alessandro Pansa e il generale Venturoni per la soluzione ponte in vista dell'Assemblea di aprile.

Mentre svolgono queste incombenze fanno battute salaci sulle esternazioni con cui il pallido ministro Grilli e Mario Monti hanno cercato di scrollare dalle spalle le responsabilità sulle vicende di Orsi. E la loro ironia coinvolge anche Corradino Passera che come ministro dell'industria avrebbe dovuto affondare le mani nel dossier Finmeccanica, ma è rimasto paralizzato dalla sua totale incompetenza.

Agli uscieri poi non è piaciuto affatto il contenuto delle registrazioni tra l'ex-comandante supremo Orsi e Carlo Maria Fenu, il giornalista in odore di Opus Dei che insieme a un plotone di centurioni della comunicazione e di portaborse ha dovuto fronteggiare le polemiche di questi mesi.

La lettura delle conversazioni telefoniche è un pessimo esempio di come il manager piacentino abbia trattato i rapporti con la stampa, ma ciò che fa più impressione sono le risposte con cui il povero Fenu da soldatino obbediente e zelante cerca di arginare le direttive ambigue e imperiose del suo Capo.

Nel testo pubblicato dal quotidiano "Il Fatto" il povero Fenu per sei volte ripete le parole "ok", "bene", "perfetto" dimostrando di non essere in grado di contenere le paure mediatiche del suo capo. E anche quando quest'ultimo accenna a un milione di euro da utilizzare con i giornali compiacenti e a 20 giornalisti, le risposte di Fenu sono sempre laconiche e imbarazzate.

Gli uscieri ,che adesso vorrebbero entrare nell'ufficio di Fenu al settimo piano di piazza Monte Grappa per portargli una rabarbaro di solidarietà, sono sorpresi per questo tono servile dell'uomo che Orsi ha voluto accanto a sé dopo aver liquidato Angelo Bonerba e Stefano Soprani, i due collaboratori che curavano la comunicazione finanziaria e l'ufficio stampa.

A sostituirli fu proprio Fenu e questa scelta fu dettata probabilmente dal desiderio di Orsi di avvicinarsi al "groviglio armonioso" di Gotti Tedeschi e dell'Opus Dei mettendo accanto al mite Marco Forlani ( che adesso si tiene alla larga dalle polemiche), un uomo della comunicazione funzionale alla tela dei suoi rapporti.

Mentre riflettono sullo stile militare di Orsi che al telefono umiliava il povero Fenu, gli uscieri fanno un pensierino anche sul ruolo che nell'ultimo anno hanno avuto i membri del consiglio di amministrazione della società. Questa sera arriveranno con le penne abbassate perché forse qualcuno di loro comincia a sentire che il silenzio di questi mesi potrebbe interessare anche la magistratura.

Quando succedono vicende simili al terremoto di questi giorni è inevitabile ricordarsi della legge numero 231 che definisce il perimetro delle responsabilità per gli amministratori e prevede in caso di inadempienze sanzioni rigorose fino all'esclusione dalle gare pubbliche e internazionali. Ora c'è da chiedersi la ragione per cui i 10 consiglieri abbiano totalmente dimenticato il documento di 276 pagine che approvarono nella seduta del 31 luglio 2012 quando alla luce della legge 231 fu definito il Modello di organizzazione, gestione e controllo di Finmeccanica.

Forse se lo chiederanno anche il generale Venturoni oppure quel Paolo Cantarella, ex-Fiat fino al 2002, che viene indicato come il futuro amministratore delegato e un pensierino potrebbe farlo anche Invanhoe Lo Bello, l'imprenditore siciliano famoso nella sua terra e in Confindustria per le battaglie condotte contro la corruzione.

Per quale motivo i 10 consiglieri hanno dimenticato la pagina 12 del Modello di Organizzazione da loro stessi approvato in cui si parla chiaramente dei delitti tentati e dei reati commessi all'estero? È una bella domanda alla quale gli uscieri vorrebbero una risposta precisa e meno deferente dei tacchi sbattuti dal povero Fenu davanti al suo comandante supremo.


3. A SFILARE A MARIO CANZIO LA POLTRONA RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO POTREBBE ESSERE UNA DONNA, ALESSANDRA DAL VERME
Al ministero del Tesoro dove in queste ore si ride a crepapelle per il comunicato con cui il pallido Grilli ha cercato di tirarsi fuori dalla vicenda Finmeccanica, c'è un alto funzionario che soffre.

È Mario Canzio, il baffuto grand commis salernitano che nel 2005 è stato nominato Ragioniere generale dello Stato. Alle donne che lavorano nel ministero questo personaggio è sempre piaciuto per la sua intelligenza e soprattutto per i baffetti seducenti che ha coltivato con cura partenopea.

All'età di 66 anni sente avvicinarsi l'ora della pensione, ma soprattutto teme che la scadenza sia anticipata dalle decisioni del futuro governo. Dopo essere entrato al ministero nel 1972 Canzio è diventato dopo il ministro l'uomo chiave della spesa pubblica, la barriera contro la quale tutti i titolari dei ministeri hanno dovuto misurarsi. Nei mesi scorsi è stato protagonista di uno scontro al calor bianco con la ministra delle lacrime Elsa Fornero per colpa degli esodati sui quali isuoi calcoli di non tornavano affatto rispetto a quelli della professoressa torinese.

Prima ancora ha dovuto digerire l'arrivo di Enrico Bondi, il tagliatore di teste al quale Monti ha affidato la spending review. Con la sua aria sorniona l'alto funzionario ha fatto buon viso e non ha avuto nulla da ridire, ma ha tirato un sospiro di sollievo quando a gennaio "Mister Forbici" è stato chiamato da Monti a fare lo screening dei 2mila candidati per il partitello civico.

Adesso salta fuori la notizia che a sfilargli la poltrona potrebbe essere una donna, Alessandra Dal Verme che al ministero guida l'Ispettorato generale degli affari economici del Tesoro. A parlarne per primo è stato ieri il giornalista Roberto Sommella che ha ricordato come questa signora alla quale rispondono ben 11 uffici dell'Ispettorato sarebbe la carta segreta di un governo Pd intenzionato a liquidare l'ingombrante Ragioniere.
Per quest'ultimo sarebbe un colpo durissimo che arriva dopo oltre 40 anni di servizio e con la rinuncia agli oltre 500mila euro dello stipendio.


4. COL COMMISSARIAMENTO DELLA POPOLARE DI SPOLETO LA BANCA D'ITALIA HA BATTUTO UN COLPO PER DIMOSTRARE CHE LA VIGILANZA ESISTE.
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che la Banca d'Italia ha battuto un colpo per dimostrare che la Vigilanza esiste.

Lo ha fatto ieri alla Popolare di Spoleto, la più importante banca umbra che è stata commissariata al termine di due anni di ispezioni. Questa decisione arriva a stretto giro dopo le dichiarazioni del Governatore al Forex che si è tenuto sabato scorso a Bergamo in cui Visco ha lamentato l'impotenza di via Nazionale a incidere sulle decisioni degli istituti e a rimuovere gli amministratori.

La botta sulla Popolare di Spoleto non cade solo sugli amministratori, ma colpisce Pierfurby Casini perché prima di ieri al vertice del piccolo Istituto l'ultimo presidente era il professor Alberto Brandani, una vecchia volpe andreottiana che fino al 2010 ha fatto parte del consiglio di amministrazione di MontePaschi e poi è entrato nel grembo dell'Udc".

 

LOGO CENTENARIO BNLEMANUELE CRIALESE FABIO GALLIA LUIGI ABETEmussari arriva in tribunale Profumo Alessandro GIUSEPPE ORSI IN AUTO VERSO IL CARCERE jpegCARLO MARIA FENUMONTI GRILLI GUIDO VENTURONIALESSANDRO PANSAETTORE GOTTI TEDESCHIcantarella paoloIVANHOE LO BELLO mario canzio ALBERTO BRANDANI ALBERTO BRANDANI E FABRIZIO PALENZONA PIER FERDINANDO CASINI INTERVISTATO FOTO ANDREA ARRIGA

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)