
“TRUMP GIOCA CON L'ECONOMIA COME UN BULLO” – L’ALLARME DEL PREMIO NOBEL ROBERT ENGLE: “I DAZI AL 30% SAREBBERO LA FINE DEL SISTEMA ECONOMICO GLOBALE, UNA RECESSIONE E UN'INFLAZIONE SPAVENTOSI. PER DIVERTIRSI CON LA SUA REPUTAZIONE DI ‘TACO’ MAGARI TRUMP SCENDERÀ AL 20%, MA COMUNQUE IL QUADRO È INSOSTENIBILE. I MERCATI, CHE FINORA HANNO TENUTO, CROLLERANNO ALLA RIAPERTURA” – “QUELLA DI DONALD È UNA STRATEGIA. LUI, I PARENTI E I FAVORITI, GUADAGNANO UN MUCCHIO DI SOLDI OGNI VOLTA CHE FA UNA ‘SORPRESA’ AI MERCATI...”
Estratto dell’articolo di Eugenio Occorsio per “la Repubblica”
«Ormai sembra un quiz televisivo a premi, in cui il confine fra il reale e il paradossale si sta sfumando. È un modo terrificante di interpretare la presidenza di un Paese importante come gli Stati Uniti, un modo di giocare con l'economia mondiale senza precedenti».
Robert Engle ha vinto il premio Nobel per l'economia nel 2003 proprio per i suoi metodi di analisi sulle serie storiche dei comportamenti, delle azioni e reazioni dei mercati rispetto a shock imprevisti. «Non ho mai visto nulla del genere», insiste.
«E non si è mai visto un presidente che decide e dispone sui destini del pianeta dalla sua camera da letto, armato di un cellulare, con un semplice messaggio su un social, a seconda dell'umore con cui si è svegliato».
Engle, nato nello stato di New York nel 1942, PhD al Mit, ha insegnato statistica economica – prima di trasferirsi alla New York University – a San Diego, e da lì ci risponde.
Professore, per Trump è un gioco o ha una strategia politica?
«Sembra la prima ma è la seconda. La posta in palio è uno smisurato potere politico e soprattutto economico. Lui, i parenti e i favoriti, guadagnano un mucchio di soldi ogni volta che fa una "sorpresa" ai mercati.
Quanto al potere politico, ricorda i dittatori del passato con il loro sogno di diventare "padroni del mondo". Le democrazie occidentali devono fare muro, smetterla di affidarsi a improbabili vie diplomatiche e reagire con grinta» […]
Da dove cominciare?
DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN
«Dal Congresso e dalla Costituzione degli Stati Uniti, che per fortuna ancora esistono. Molto è affidato alla Corte suprema: si spera che nelle decisioni che li attendono i giuristi non si facciano sopraffare dall'orientamento politico ma valutino con rigore il diritto vigente.
E riescano a scardinare il meccanismo diabolico che Trump sta oliando. Deve prevalere il principio che la politica commerciale spetta al Congresso: altrimenti lo scivolamento antidemocratico è irreversibile».
[…]
Dal punto di vista economico, sono sostenibili dazi al 30%?
«Assolutamente no. Sarebbe la fine del sistema economico globale, una recessione e un'inflazione spaventosi. Ora si cercherà di rientrare in termini più verosimili ma con Trump non si può mai sapere: per divertirsi con la sua reputazione di "Taco" magari scenderà al 20%, ma comunque il quadro è insostenibile. La lettera segna un prima e un dopo. Senza contare che contiene grossolani errori di merito».
Ad esempio?
LETTERA DI DONALD TRUMP A URSULA VON DER LEYEN CHE ANNUNCIA DAZI AL 30% ALL UE
«Si chiede alla Ue di abbattere i dazi all'entrata: ma questi sono in media dell'1,8%. Dov'è il margine d'intervento? I mercati, che finora hanno tenuto, crolleranno alla riapertura. La lettera è stata pubblicata di sabato per evitare una reazione a caldo che sarebbe stata violentissima: ma due giorni di distanza non fanno la differenza».
LETTERA DI DONALD TRUMP A URSULA VON DER LEYEN CHE ANNUNCIA DAZI AL 30% ALL UE
Robert Engle