andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

COME DAGO-DIXIT, IERI ANDREA ORCEL E FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE SI SONO INCONTRATI ALL’ORA DI PRANZO, A MILANO – IL “CRISTIANO RONALDO DEI BANCHIERI”, CHE HA VOTATO A FAVORE DELLA LISTA DI “CALTA” IN GENERALI, STA CERCANDO DI USCIRE DALL’IMPASSE IN CUI L’HA MESSO IL GOVERNO: UN ASSE CON L’EDITORE DEL “MESSAGGERO”, GRADITO ALLA MAGGIORANZA, POTREBBE ESSERGLI UTILE – DELFIN SALE AL 10% DEL LEONE E L’AD DI MPS, LOVAGLIO, SI IMPUNTA CONTRO L’OPA DI MEDIOBANCA SU GENERALI: “NON È CHIARO IL VALORE” (SE È PER QUESTO, NON LO È NEMMENO QUELLO DELLA SUA OFFERTA SU PIAZZETTA CUCCIA)

RISIKO FLASH! - CHE SI RACCONTAVANO DI BELLO, ALL'ORA DI PRANZO, IL BOSS DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, E LO "SCALATORE" FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MENTRE PASSEGGIAVANO IN PIAZZA BORROMEO, A MILANO? AH, SAPERLO....

https://www.dagospia.com/business/risiko-flash-si-raccontavano-bello-all-ora-pranzo-orcel-caltagirone-433926

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

LOVAGLIO, NON CHIARO VALORE PER MEDIOBANCA DI B. GENERALI

(ANSA) - "E' difficile capire se questa operazione" su Banca Generali "genera valore per gli azionisti su Mediobanca" mentre "la nostra offerta" per Piazzetta Cuccia "crea immediatamente valore certo per gli azionisti di Mediobanca".

 

Lo ha detto l'amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, in conference call con gli analisti, sollevando una serie di dubbi sull'operazione tra Mediobanca e Banca Generali. "I vantaggi finanziari dell'offerta su Banca Generali non sono evidenti mentre la nostra offerta è decisamente più allettante come proposta finanziare per gli azionisti di Mediobanca".

 

"Questa operazione consumerà capitale, Mediobanca dice 80 punti base ma per alcuni analisti anche più di 100 e questo significa meno spazio per distribuire dividendi", ha spiegato Lovaglio.

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

"A prima vista l'operazione appare neutra, se non negativa sull'utile per azione, anche considerando le sinergie stimate da Mediobanca per l'acquisizione di Banca Generali" mentre "è difficile capire se genera valore per gli azionisti di Mediobanca in termini di distribuzione di dividendi".

 

Inoltre, ha proseguito l'ad di Mps, "non si è parlato dell'impatto negativo di cancellare il brand Banca Generali" né ci sono indicazioni "sugli effetti economici dell'annunciata partnership strategica di lungo termine nella bancassurance e nell'asset management" tra Mediobanca e Generali "specialmente in confronto con il recente accordo siglato il 17 aprile tra Banca Generali e Generali".

 

MPS MEDIOBANCA

"L'operazione include inoltre diverse aree di attenzione che la rendono incerta in questa fase" e infine "Mediobanca oggettivamente non ha un grande track record nell'integrare con successo un business di questa dimensione" perché Banca Generali "non è una boutique di investment banking"

 

LOVAGLIO, BANCA GENERALI NON OSTACOLA LE NOSTRE AMBIZIONI

(ANSA) - "Voglio essere chiarissimo, l'offerta di Mediobanca su Banca Generali non rappresenta un'alternativa del nostro progetto che è molto più trasformativo. La nostra offerta ha permesso a Mediobanca di tornare a controllare il proprio stato patrimoniale e questa operazione è in linea con le nostre ambizioni di creare il primo istituto finanziario italiano".

 

philippe donnet - andrea sironi

Lo ha detto l'ad di Mps, Luigi Lovaglio, in conference call con gli analisti sottolineando come l'ops su Banca Generali non è percepito "come un ostacolo" all'offerta su Mediobanca di Mps.

 

LOVAGLIO A NAGEL, 'GRAZIE DEI CONSIGLI MA SIAMO GIÀ SVEGLI'

(ANSA) - "Vorrei ringraziare l'amministratore delegato di Mediobanca che stamattina ha suggerito ciò che è meglio per Mps. Vorrei dire che noi siamo già svegli, siamo allerta e vogliamo davvero portare avanti questa operazione trasformativa".

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

Lo ha detto l'ad di Mps, Luigi Lovaglio, in conference call con gli analisti, replicando ai 'consigli' di Alberto Nagel, che stamattina ha indicato come per il Monte sarebbe meglio un matrimonio con un'altra banca commerciale, anziché con Piazzetta Cuccia.

 

LOVAGLIO, SÌ A BANCA GENERALI NON CONFLIGGE CON NOSTRA OPS

(ANSA) - "Sono convinto che gli investitori voteranno a favore dell'operazione" di Mediobanca su Banca Generali nell'assemblea di Piazzetta Cuccia del 16 giugno "perché come ho già detto le due operazioni non sono alternative una all'altra".

 

ALBERTO NAGEL

Lo ha detto l'amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, in conference call con gli analisti. "Non vedo nessun conflitto nel votare l'operazione di Mediobanca su Generali e la nostra operazione".

 

Generali, Delfin oltre il 10% E Caltagirone vede Orcel

Andrea Rinaldi e Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera”

 

Delfin ha superato la soglia del 10% (10,053%) di Generali quattro giorni dopo l’assemblea del 24 aprile che ha rinnovato i vertici della compagnia, confermando il ceo Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi. L’aumento del peso nel Leone si deve al buyback varato dalla compagnia triestina e al successivo annullamento di 19,6 milioni di azioni proprie (pari all’1% del capitale).

 

LUIGI LOVAGLIO MONTE DEI PASCHI DI SIENA

La cassaforte presieduta da Francesco Milleri ha superato quel 9,82% del capitale in portafoglio il 28 aprile. Delfin aveva già superato la soglia del 10% nell’aprile del 2023, sempre dopo un buyback, e aveva avviato l’iter autorizzativo presso l’Ivass per poter restare stabilmente sopra quel livello e non perdere i benefici legati ai dividendi del Leone.

 

[…]  Continua quindi a esserci movimento nel capitale di Generali dove, all’assise di aprile Unicredit si è presentato al voto con il 6,5% del capitale (sul 6,7% posseduto). La banca guidata dal ceo Andrea Orcel ha molte partite aperte, prima fra tutte l’operazione pubblica di scambio lanciata su Banco Bpm a cui il governo ha imposto molte condizioni nell’ambito dei poteri speciali del Golden power.

 

ALBERTO NAGEL

Se in un primo momento la chiusura sembrava totale da parte di Palazzo Chigi, ora pare che qualche spiraglio si sia aperto pur con un dibattito in seno alla maggioranza. Orcel, infatti, aveva scritto al comitato Golden power chiedendo chiarimenti sull’applicazione dei paletti.

 

Sembra anche che un ruolo nella mediazione lo abbiano avuto alcuni advisor legali. In questo contesto c’è da registrare un’apparente sintonia tra lo stesso banchiere e Francesco Gaetano Caltagirone, imprenditore romano vicino al governo. Ieri il sito Dagospia riportava di un incontro tra i due in piazza Borromeo a Milano, crocevia di molti studi legali.

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

Oltre a questo, non bisogna dimenticare che Unicredit ha votato a favore della lista del gruppo Caltagirone alla scorsa assemblea delle Generali, anche per lanciare un segnale all’esecutivo Meloni.

 

Lunedì la banca alzerà il velo sul primo trimestre e dovrebbe decidere se avanzare o meno con l’Ops sul Banco. […]

 

DOSSIER GENERALI, ORCEL VEDE CALTAGIRONE MEDIOBANCA, A MPS SERVONO DUE MILIARDI

Estratto dell’articolo di Giu. Bal. per “La Stampa”

 

NATIXIS

La corsa di Mediobanca oltre i 19 euro per azione complica la partita di Mps. Almeno sulla carta. Lo sconto, alla vigilia dei conti delle due banche, si è allargato al 9 per cento. Tradotto: per pareggiare l'offerta iniziale che includeva un premio del 5% servono quasi due miliardi di euro.

 

Insomma servirà un rilancio perché gli azionisti di Piazzetta Cuccia non tentennino: dalla parte di Siena ci sono già i grandi azionisti, da Caltagirone che ha il 7,6% a Delfin che controlla il 19,9%, fino alla famiglia Benetton con il 2,2%, ma la valutazione dell'Ops sarà cruciale.

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI

Un argomento di cui, probabilmente, avranno parlato ieri, in centro a Milano – riportato dal sito Dagospia, ma non confermato dagli interessati – anche Francesco Gaetano Galtagirone e l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel.

 

Il banchiere all'ultima assemblea di Generali per il rinnovo del cda ha sostenuto la lista dell'imprenditore romano all'insegna di un rinnovamento del management e per fermare la joint venture nel risparmio gestito tra il Leone e i francesi di Natixis. […]

Di certo l'offerta di Mediobanca su Banca Generali ha spiazzato tutti, compreso Orcel che dopo l'ingresso nel capitale di Trieste sembrava interessato all'asset guidato da Gian Maria Mossa.

 

CARLO MESSINA GIAN MARIA GROS PIETRO

Unicredit è coinvolta nel riassetto di Generali, ha lanciato un'Ops su Banco Bpm da cui potrebbe ritirarsi a breve dopo i paletti imposti dal governo con il golden power e di fronte alla resistenza dei soci di Piazza Meda, e controlla il 29,9% della tedesca Commerzbank. La cui scalata rischia di infrangersi sul muro eretto da Berlino.

 

Orcel deve uscire dall'empasse e Caltagirone - insieme a Delfin - nelle vesti di azionista di Mediobanca, Mps e Generali è senza dubbio un interlocutore fondamentale.

 

Sullo sfondo resta Intesa Sanpaolo. L'ad Carlo Messina si chiamato fuori dal risiko «perché c'è troppa confusione», ma l'assemblea di Mediobanca del 16 giugno e il via dell'Ops di Mps aiuteranno a far chiarezza.

LUIGI LOVAGLIOALBERTO NAGEL - FRANCESCO SAVERIO VINCI - LORENZO BASSANI - GIAN LUCA SICHEL ALBERTO NAGEL

Ultimi Dagoreport

trump zelensky meloni putin

DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….