giuseppe ciarrapico

ARCHEO - L’INTERVISTA DEL 2012 A GIUSEPPE CIARRAPICO: “HO UN FORTE ODIO PE’ I GAY. MI DANNO FASTIDIO, CHE CE POSSO FA’? SO’ COME BERLUSCONI IO, MI PIACCIONO LE DONNE. C’HO LA STESSA MALATTIA DI SILVIO NOSTRO. LA SORCHITE. CHE IN ITALIA È PIÙ DI UNA RELIGIONE” - “DELLA VALLE SEMBRA FRACAZZO DA VELLETRI - BISIGNANI GRANDE AMICO MIO. POTENTE? MACCHÉ, È UNA FARSA. L'UNICO POTERE DI GIGI È ESSERE STATO CON LA SANTANCHÈ” - L’ACQUISTO DELLA FOTO DI ALMIRANTE, IN 500, CON UNA GIORNALISTA CHINATA SU DI LUI…

Malcom Pagani per "Il Fatto Quotidiano" - Gennaio 2012

 

La pistola sul tavolo non c'è più: "Non era una leggenda. La mettevo in vista che ricevessi amici o ospitassi nemici". Con la schiena a pezzi, la lingua feroce e i ricordi da ordinare in un prossimo libro, Giuseppe Ciarrapico non teme per sé: "Ho 77 anni, ma la morte è solo un aspetto della vita. Ho paura della sofferenza fisica, ma intanto vado avanti. Fermo non so stare". Nel giorno in cui le terme di Fiuggi passano agli inglesi, l'uomo che fu anche re delle minerali, apre il rubinetto. Acqua a colori. Acqua in bianco e nero.

ciarrapico letta confalonieri

 

Senatore, il presente italiano?

Monti e Napolitano possono racconta' quello che je pare, ma ogni giorno aumentano benzina, pane e companatico. Il paese non è disperato. È rassegnato, che è peggio. Io il senatore lo faccio seriamente, ogni fine settimana salgo in macchina e batto le province.

 

Incontra rabbia?

Una specie di miracolo. L'unico che tiri, interessi o appassioni è Berlusconi. Lo ritroveremo presto al comando.

 

Per adesso c'è Mario Monti.

Da un momento all'altro je staccano la spina. Qui stanno tutti a perde voti. Lo stesso Pd è in difficoltà, la Camusso li sta a massacra'. Comunque sa quale è il problema del governo Monti?

ciarrapico 2

 

Quale senatore?

Che so' troppo brutti. I tecnici li conosco. Arrivano per l'emergenza, giocano a fare gli umili e poi non se ne vanno più. Monti si candiderà al Quirinale. Garantito. Bisogna vede' come la prende il compagno che occupa quel posto.

 

Il presidente Napolitano?

Siamo in mano a un governo catto-comunista come mai nella storia d'Italia. L'altra notte l'ho rivisto in tv il Presidente, al funerale di Togliatti.

 

Era il 1964.

Un giovane Napolitano che teneva lo striscione "comunisti sempre". Vojo ancora capi' chi dalla nostra parte ha favorito la sua ascesa. Mi dicono Letta, ma non ci credo. Gianni è un uomo prudente e il miglior uomo politico che abbia l'Italia. Io sogno un finale diverso.

Robilotta e Franco Ciarrapico

 

Quale?

Che presidente della Repubblica diventi Letta in gara con Monti sostenuto dai compagnucci. Deve vede' come la Finocchiaro e la banda sua si spellano le mani appena il neo premier pronuncia una vocaletta. Poi c'è Nichi Vendola, che je lo dico a fa'?

 

Ha problemi con Vendola?

Ho un forte odio pe' i gay.

 

Senatore lei è omofobo.

Mi danno fastidio, che ce posso fa'? So' come Berlusconi io, mi piacciono le donne. C'ho la stessa malattia che Lando Fiorini attribuisce a Silvio nostro.

 

Quale malattia, senatore?

La sorchite. Che in Italia è più di una religione . Le racconto una cosa. Nel '76, ai tempi della scissione di Democrazia Nazionale, fummo costretti a comprare una foto compromettente di Almirante. Mario Tedeschi, mio socio, mi chiamò allarmatissimo: ‘Giorgio ha chiuso'.

 

giuseppe ciarrapico 6

Cosa c'era nella foto?

Almirante, in 500, con una giornalista chinata su di lui. Facemmo una colletta, l'acquistammo e gliela consegnammo. Lui fu gelido: ‘Avete sbagliato. Avrei rischiato se mi avessero trovato con un uomo, ma un politico sorpreso a scopare, vince sempre'.

 

Almirante non c'è più.

L'idea non muore, anche se mi manca. Mi ricordo il giorno del funerale, con Montanelli che al passaggio del feretro si tolse il cappello e 40 anni di vita insieme . I moti di Reggio, i golpe da operetta, gli scontri. Grande uomo.

 

I golpe da operetta?

Una barzelletta. Tutti, nessuno escluso, dal '64 in poi. Almirante mi telefonava: ‘Peppe, mi hanno detto che stasera ci sarà il colpo di Stato'. Io dubitavo: ‘Ma Giorgio ancora credi a queste fregnacce?' Poi prendevamo la macchina e andavamo a Tor di Quinto. Attendevamo una mossa dei lancieri di Montebello, ma regolarmente, rimaneva tutto quieto. Si possono prendere sul serio attrezzi come Giannettini e Stefano Delle Chiaie?

 

giuseppe ciarrapico 5

I politici di oggi?

Mi annoio. Ho tre tasti davanti, voto quel che c'è da votare, mi diverto solo quando qualcuno mi dà del fascista. Per me è molto più di una medaglia.

 

Il terzo polo?

Una tristezza che non je so di'. Fini, Rutelli, come se chiama quell'altro str...?

 

Di chi parla senatore?

Di Casini, ma perché non si gode sereno i soldi di Azzurra Caltagirone?

 

Speranze italiane? Ha visto il progetto Della Valle-Montezemolo?

Della Valle sembra Fracazzo da Velletri.

 

Secondo Fini lei non avrebbe dovuto essere eletto.

E infatti sto qui. I rapporti tra noi, sono come si dice a Roma "a cazzo in faccia". Al Senato je lo dissi ‘Chi tradisce una volta tradisce sempre, hai ordinato le kippah per il nuovo partito?'. Lui si vendicò sostenendo che fossi antisemita.

giuseppe ciarrapico 3

 

E lei lo è?

Non scherziamo. Comunque a Fini mi pento di aver fatto rompere solo il naso. Conosce la storia, no?

 

Non proprio Senatore.

Era il '75. Avevano appena ucciso Mantakas a Roma. Duecento ultras, giovani e missini, arrivarono sotto la sede del Secolo d'Italia chiedendo di parlare con Almirante. Fini si agitò e prese qualche cazzotto. Made in Ciarrapico.

 

Se ne vanta?

E certo. Recentemente ha provato a far pace. Andava dagli amici: ‘Perché Peppino fa così con me?'. L'ex sindaco di Latina, Zaccheo, fece da ambasciatore. Ci incontrammo

negli uffici di Fini e lui partì male: ‘Peppino, vorrei invitarti a pranzo ma dovremmo passare per il Transatlantico, non è il caso'.

giuseppe ciarrapico

 

Si vergognava?

Esattamente. Allora ho ribadito: ‘Tu sei un traditore dalla a alla z'.

 

Andreotti per lei era "Il principale".

Per l'odio che pulsava nei confronti di Giulio e Geronzi finii anche in carcere per 40 giorni. L'amico Di Pietro voleva colpirli, pagò Peppino per tutti quanti.

 

Geronzi è tramontato. Se l'aspettava?

L'ho creato io. L'ho inventato io, ma Geronzi è uno che non sa né odiare né amare e cadere, era il minimo che gli potesse capitare. In ogni caso Geronzi sta ancora a galla, carico di soldi, ci sono crepuscoli assai peggiori.

 

Cosa è stata la Dc?

giuseppe ciarrapico e silvio berlusconi

Un'anestesia durata 30 anni.

 

Bisignani lo conosce?

Grande amico mio.

 

Uomo potente?

Macché, è una farsa. L'unico potere di Gigi è essere stato con la Santanchè.

 

Licio Gelli?

Lui era ed è una cosa seria. Sono in ottimi rapporti con il maestro.

 

E la Massoneria?

Ne sento odore da tutte le parti, anche ai piani altissimi del Parlamento. Grembiulini puliti, nuovi di zecca.

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO