
“L’EUROPA È VECCHIA E STANCA, È ORA DI GUARDARE ALL’AFRICA O ALL’ASIA" - IL CARDINALE SVEDESE ARBORELIUS VUOLE UN PAPA NERO (O ASIATICO) MA SI RENDE CONTO DELLA PENURIA DI "MATERIA PRIMA": "NON SO SE ALLA FINE RIUSCIREMO A TROVARE UN CANDIDATO ADATTO DA QUELLE PARTI DEL MONDO” – “ANDARE AVANTI SULLA STRADA DI PAPA FRANCESCO O RALLENTARE UN PO'? ENTRAMBE LE COSE. IN SVEZIA SE LE PERSONE SANNO QUALCOSA DELLA CHIESA CATTOLICA È CHE È CONTRO L’ABORTO E I MATRIMONI OMOSESSUALI..."
Iacopo Scaramuzzi per repubblica.it - Estratti
L’Europa ormai è «vecchia e stanca» e sarebbe dunque «naturale» che il prossimo Papa venisse «dall’Africa o dall’Asia». Ma non è affatto scontato trovare il «candidato adatto». Lo spiega il cardinale Anders Arborelius, arcivescovo di Stoccolma.
«L’udienza che ha concesso ai pellegrini dei Paesi nordici: è arrivato un’ora in ritardo perché c’era prima un’altra udienza, era molto stanco ma quando ha visto le persone è diventato più vivace. Aveva preparato un testo ma lo ha lasciato da parte e ha fatto un discorso a braccio: voleva ringraziare la Svezia per avere accolto tanti rifugiati dall’America latina. Non ho detto nulla ma nel mio cuore ho pensato che adesso la situazione è cambiata totalmente, perché è vero che in passato avevamo effettivamente le porte aperte per i profughi ma adesso purtroppo non è più così. Solo prima di Pasqua ho battezzato un fedele che poi è stato espulso. La realtà nei nostri Paesi è cambiata. Ma è stato molto commovente vedere il Papa distribuire cioccolatini ai bambini, la gente era molto contenta di vederlo».
(...) Naturalmente non si può ricevere tutto il mondo ma bisogna avere misericordia per i profughi e i migranti, questo è stato messaggio di papa Francesco».
Lei è a capo della Chiesa in un paese molto secolarizzato: che atteggiamento assume quando propone il messaggio cristiano a una società che non sempre lo accetta?
«In Svezia se le persone sanno qualcosa della Chiesa cattolica è che è contro l’aborto e i matrimoni omosessuali. Naturalmente allo stesso tempo dobbiamo mostrare che la Chiesa è aperta a tutti, che è una casa per ognuno, anche se alcune persone non trovano la possibilità di seguirla in tutto il suo insegnamento. Oggi vediamo che ci sono tante idee nella società che sono diverse da quelle della Chiesa. Serve un impegno di pedagogia, bisogna spiegare la nostra visione a coloro che vengono in contatto con noi. Questo può essere difficile ma penso che le persone possono accogliere questo messaggio anche se per loro è difficile accettare che la Chiesa ha un’altra visione rispetto alla società».
Al prossimo conclave ci saranno culture e sensibilità diverse: sarà difficile trovare una sintesi?
«Molto difficile, umanamente forse impossibile! E quindi dobbiamo avere fiducia che lo Spirito Santo ci aiuti. Vedo molta buona volontà, molte idee, tanta speranza tra i cardinali. Ma è vero che è una cosa difficile umanamente trovare un candidato che risponda a tutte le aspettative che abbiamo».
Andare avanti sulla strada di Francesco o rallentare un po’?
«Penso che si possono fare entrambe le cose, perché la personalità e il cuore di Francesco è stato ricevuto in tutto il mondo. Al tempo stesso bisogna unificare la Chiesa, trovare un po’ di tempo per la riflessione e per cercare di vedere i problemi sia interni che esterni. Ad esempio come portare il messaggio della Chiesa in un mondo di conflitti e guerre. C’è tanto da fare. Stiamo aspettando una persona che potrebbe fare tutto».
Da dove verrà geograficamente il prossimo Papa?
«Non lo sappiamo, ma penso che molti si aspettino che venga da fuori Europa, perché ormai il nostro continente è vecchio, stanco, mentre la Chiesa in altre parti del mondo è più dinamica e più vivace. Sarebbe dunque forse più naturale che il prossimo Papa venisse dall’Africa o dall’Asia, ma non so se alla fine riusciremo a trovare un candidato adatto da questa parte del mondo»