padri separati

IL DRAMMA DEI PADRI SEPARATI NEL CORTOMETRAGGIO DI AMEDEO GAGLIARDI, “MAMMA NON VUOLE” (VIDEO) - IL REGISTA ACCUSA: “600 MILA PADRI DIVISI NON VEDONO I LORO FIGLI, VENGONO CONSIDERATI DEI BANCOMAT. LE MENSE DELLA CARITAS SONO PIENE DI EX MARITI RIDOTTI ALLA FAME. IN TRIBUNALE? GIUDICI DONNE…”

 

 

 

Paolo Giovannelli per “la Verità”

 

GIANCARLO GIANNINI E AMEDEO GAGLIARDIGIANCARLO GIANNINI E AMEDEO GAGLIARDI

Ha prodotto, sceneggiato e interpretato il suo cortometraggio. L'ha pure pagato. Mamma non vuole è la denuncia di Amedeo Gagliardi su un fenomeno troppo sottaciuto in Italia: la sofferenza dei padri separati che, per anni, non riescono a vedere i propri bambini o lo fanno fra mille difficoltà.

 

Esistenze infrante da madri che «non vogliono»: dopo la separazione, agli ex mariti non consentono di vivere un rapporto sereno con i figli. In Mamma non vuole Gagliardi, showman di 52 anni, ha interpretato se stesso. Mettendosi a nudo, accanto ad attori come Giancarlo Giannini.

 

Ha girato un cortometraggio sulle sofferenze dei padri separati «sottratti» ai propri figli. Donne e uomini, dopo una separazione, non hanno gli stessi diritti?

AMEDEO GAGLIARDIAMEDEO GAGLIARDI

«Purtroppo no. La legge 54/2006 sull' affidamento condiviso dei figli prevede in maniera chiara il diritto alla parità del tempo trascorso con i propri figli, ma l' applicazione della stessa non è equanime. In Italia prevale una fortissima cultura "mother oriented" che, alla fine, ritiene la madre migliore del padre.

 

I giudici decidono a favore della donna e vedono nella madre l'unico genitore in grado di accudire, di dare affetto, di far crescere. Di garantire, comunque sia, la crescita psicoaffettiva del minore. Almeno nel mio caso, in tutti i procedimenti del contenzioso di separazione, sono stato sempre stato giudicato da donne. Solo in una occasione da un uomo».

 

AMEDEO GAGLIARDIAMEDEO GAGLIARDI

Ha un figlio che non ha visto più per lunghi anni e una figlia, nata da una seconda unione, che un giudice di Venezia le ha però affidato in esclusiva. È stato doloroso raccontare la sua vicenda personale o si è trattato di una catarsi?

«Entrambe le cose. Ho recitato come ologramma di me stesso, con le stesse emozioni, gli identici drammi. Chi vede il cortometraggio si accorge della mia profonda sofferenza, frutto di una finzione che non riesce a superare la realtà. D'altro canto la recitazione è stata parzialmente terapeutica, rendendomi ancora più consapevole di quelli che sono i lutti della separazione da un figlio, da una famiglia, dalle consuetudini quotidiane, dal prendere per mano la propria bambina insieme a sua madre».

 

Per la sua esperienza, esiste la sindrome da alienazione genitoriale (Parental alienation syndrome, il cui acronimo è Pas, ndr), nella quale, ad esempio, il bambino ripete i messaggi di disprezzo del genitore «alienante» verso quello «alienato»?

AFFIDO PADRI SEPARATIAFFIDO PADRI SEPARATI

«Nonostante la schiera dei negazionisti, la sindrome di alienazione genitoriale vissuta dal bambino, così come definita nel 1984 dallo psichiatra americano Richard Gardner e poi, nel 2008, dallo psichiatra americano William Bernet, esiste eccome. Le espressioni di disprezzo nei confronti del genitore alienato sono una sorta di "giusta punizione". Il problema, grave, è che il minore può avere un senso della realtà distorto: è narcisista, non prova simpatia ed empatia, non rispetta l' autorità, è paranoico e può soffrire di psicopatologie legate all' identità di genere».

 

Quanti sono oggi, in Italia, i padri separati estromessi da una normale relazione con i propri figli, dopo la separazione?

«Oltre 600.000 su 4 milioni. Uno su tre non riesce a vedere i figli. Un dramma, dove il soccombente è quasi sempre l'uomo, a causa dell' orientamento prevalente dei giudici a favorire la madre. L' Italia non ci considera ed è, sotto questo profilo, il Paese meno evoluto d' Europa. Nei Paesi scandinavi, il diritto alla parità e alla qualità del tempo trascorso con i figli, c' è ed è pieno».

PADRI SEPARATI FIGLI NEGATIPADRI SEPARATI FIGLI NEGATI

 

Che tipo di sofferenza subiscono questi genitori?

«La prima è quella psicologica, per la perdita della famiglia e della sottrazione del figlio o della figlia minorenne. Poi c' è una sofferenza giuridica, per la lentezza con cui viene amministrata la giustizia e perché sono costretti a rincorrere le denunce faziose di mogli sconsiderate, spesso istigate ad arte dai centri antiviolenza. Le mense della Caritas sono pieni di padri ridotti sul lastrico, in coda per un pasto. Non sono tutti disoccupati, anzi.

 

Ma con il loro stipendio devono mantenere l' ex moglie, anche quando è più ricca, devono pagarsi un affitto poiché spesso la casa viene lasciata in uso gratuito all' ex consorte anche quando questa ha tradito, pure quando la casa è di proprietà esclusiva del marito in regime di separazione dei beni.

 

PADRI SEPARATIPADRI SEPARATI

Spesso questi uomini continuano a pagare anche il mutuo dell' abitazione dove vive l' ex moglie, con i figli che non vuole farti incontrare. I padri separati subiscono molto: dalle false denunce per violenze mai esistite ai figli consegnati in ritardo, quando tocca a loro trascorrere un po' di tempo insieme. Alcuni hanno anche subito violenze fisiche dalle ex mogli».

 

Come è stato finanziato il corto Mamma non vuole?

«Mi è costato circa 100.000 euro. Un grosso investimento per un corto. Ma l' ho fatto volentieri. La mia è una missione».

 

Dove si potrà vedere?

«A giorni sarà disponibile nei migliori store on line, da Itunes ad Amazon. Per vederlo il pubblico pagherà 2,99 euro, necessari per fare poi il film per il cinema. Sul sito mammanonvuole.com c' è ogni informazione sul progetto».

PADRI SEPARATIPADRI SEPARATI

 

Dopo il cortometraggio, lei è diventato il paladino dei padri separati.

«Con il mio corto, ho dato voce a chi non ne aveva. Mi sono incontrato con le associazioni di padri separati, che hanno già visto il mio lavoro. L' Italia deve capire che non siamo dei bancomat, né i visitatori dei nostri bambini. Siamo dei papà, che vogliono amare liberamente i propri figli».

 

Ha trovato donne che stanno dalla sua parte, che condividono il suo messaggio?

«Con mia grande meraviglia, sono la maggioranza. Sono le più appassionate a conferire consenso alla questione affrontata nel film e alle ragioni di noi padri separati».

Forti anche del loro appoggio, avete creato un movimento«Domenica 5 marzo, a Roma, abbiamo fondato un movimento politico e apartitico, il Movimento nazionale per la famiglia, che mi ha eletto presidente.

 

PADRI SEPARATIPADRI SEPARATI

Noi padri separati vogliamo far eleggere in Parlamento dei rappresentanti che difendano davvero i diritti delle famiglie. Il 19 aprile verrà proiettato Mamma non vuole alla Camera dei deputati. Saranno presenti dieci parlamentari, che hanno già firmato una proposta di legge per modificare la normativa sull' affido condiviso e guidati dall' onorevole Tancredi Turco, del gruppo Misto».

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