arata isozaki

È MORTO A 91 ANNI L’ARCHITETTO GIAPPONESE ARATA ISOZAKI – TRA LE SUE OPERE PROGETTATE IN ITALIA (MA NON TUTTE REALIZZATE) CI SONO LA TORRE “ALLIANZ” DI 202 METRI A MILANO, LA LOGGIA DEGLI UFFIZI DI FIRENZE, LA STAZIONE DI BOLOGNA, IL “PALAOLIMPICO” DI TORINO – L’INFLUENZA CHE HA AVUTO HIROSHIMA SUL SUO LAVORO: “SONO CRESCIUTO IN UN LUOGO RASO AL SUOLO. ERA IN ROVINA, E NON C'ERANO ARCHITETTURE, EDIFICI E NEMMENO UNA CITTÀ. SOLO BARACCHE E RIFUGI. ARCHISTAR? NON MI PIACE COME DEFINIZIONE"

Stefano Bucci per il “Corriere della Sera”

 

arata isozaki

Scomparso ieri a 91 anni, l'architetto giapponese Arata Isozaki è una delle figure che hanno contribuito a disegnare il paesaggio architettonico dei nostri giorni. Lasciando, tra l'altro, un'impronta significativa nel nostro Paese, dal controverso progetto della Loggia degli Uffizi a Firenze alla Torre Allianz a Milano, 202 metri che svettano sopra il nuovo quartiere di CityLife. «Il suo linguaggio astratto e limpido era in parte ispirato dalla sua profonda conoscenza dell'architettura rinascimentale italiana», ha commentato il direttore del museo fiorentino, Eike Schmidt.

 

torre allianz di milano arata isozaki

Isozaki poteva contare su un'ispirazione molto versatile: suoi il Museo d'arte contemporanea a Nagi, gli uffici della Disney a Orlando, l'edificio di Potsdamer Platz a Berlino, lo Zendai Art Museum Hotel a Shanghai. E, soprattutto, su una fatale attrazione per l'Italia: in particolare per Brunelleschi e Palladio.

 

Numerosi i progetti made in Italy (affiancato dall'architetto Andrea Maffei): la nuova stazione ferroviaria di Bologna, il PalaOlimpico di Torino, la Stazione marittima e il Palazzetto dello sport di Salerno, la nuova sede della Provincia di Bergamo, la nuova biblioteca di Maranello (in provincia di Modena), la Torre Allianz a Milano («il Dritto» fra i tre grattacieli di CityLife), per cui aveva scelto come modello la Endless Tower di Constantin Brancusi coniugando però questa ispirazione con l'intera esperienza urbana di Milano, quella della Torre Velasca e del Grattacielo Pirelli.

 

arata isozaki 1

Nato nella prefettura di Oita (nell'isola di Kyushu) il 23 luglio 1931, Isozaki aveva studiato e si era laureato nell'Università di Tokyo, lavorando poi con Kenzo Tange dal 1954 al 1963, anno in cui aveva aperto il suo studio (Arata Isozaki Atelier).

 

Anticipata dall'interesse per il tema delle rovine (un'eco delle distruzioni di Hiroshima è l'Electric Labyrinth esposto alla Triennale di Milano del 1968), la sua prima fase di attività è caratterizzata, secondo i critici, da progetti «utopico-programmatici» in linea con le posizioni del gruppo inglese Archigram e con le proposte del gruppo giapponese Metabolism.

 

loggia progettata per gli uffizi da arata isozaki 1

«Sono cresciuto - aveva detto nel 2008 in un'intervista al "Corriere della Sera" - in un luogo raso al suolo. Era in rovina, e non c'erano architetture, edifici e nemmeno una città. Solo baracche e rifugi. Quindi, la mia prima esperienza di architettura è stata il vuoto dell'architettura, e ho iniziato a considerare come le persone potrebbero ricostruire le loro case e città».

 

Tra le sue realizzazioni più note: il Centro medico di Oita (1961-66); il Piano di espansione della città macedone di Skopje (1965-66) cui ha lavorato come esponente dello staff di Tange; una serie di sedi della Banca Sogo di Fukuoka (sede centrale, Tokyo, Nagasumi, Saga, Ropponmatsu) eseguite tra il 1968 e il 1973; il Museo d'arte moderna della Prefettura di Gumma (1972-74); il Museo d'arte e la Biblioteca Centrale della città di Kitakyushu (1972-74); il Centro generale per esposizioni del Giappone occidentale (1975-77); il municipio di Kamioka (1976-78); il Centro audiovisivo di Oita (1977-79); l'edificio della Nippon Electric Glass Co.Ltd a Otsu (1977-80); il Museo d'arte contemporanea di Los Angeles (1981-86); il palazzo dello sport Sant Jordi a Barcellona (1984-90); l'Art Tower a Mito-Ibaragi (1986-90); il centro di conferenze di Kitakyushu (1987-90). Aveva sposato la scultrice Aiko Miyawaki, peraltro autrice delle sculture all'ingresso del Palau Sant Jordi, che simboleggiano un giardino di alberi.

 

arata isozaki 3

A proposito delle archistar (di cui faceva comunque parte), teneva a precisare: «Non mi piace come definizione, piuttosto penso che una certa spettacolarizzazione della figura dell'architetto sia il frutto di quella evoluzione generazionale che ha catapultato il progettista al centro dell'attenzione mediatica».

 

Drastico il giudizio sullo stato attuale dell'architettura: «Ci siamo allontananti dall'idea più classica, quella della tradizione, e i giovani oggi vogliono occuparsi soprattutto di design, hanno perso quell'idea di progetto classico, alla Brunelleschi che non a caso costruiva i propri edifici guardando alla classicità e direttamente sul cantiere» (in un suo libro aveva stabilito «affinità elettive» tra il Quattrocento italiano e il Giappone).

arata isozaki 2

 

Quando nel 2019 il premio Pritzker era tornato a celebrare la lezione dei maestri, aveva scelto di conferire il riconoscimento proprio al grande (e schivo) Arata Isozaki. Con una motivazione che aveva apprezzato: «Un progettista capace di superare la struttura dell'architettura per sollevare domande che trascendono le ere e i confini».

 

loggia progettata per gli uffizi da arata isozaki

E di confrontarsi «con una modernità sempre più complessa». Un architetto che, spiega il collega Andrea Maffei (nel 2005 hanno fondato a Milano l'Arata Isozaki & Andrea Maffei Associati), «ha sempre voluto essere cittadino del mondo».

palaolimpico torino arata isozaki stazione di bologna arata isozaki

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…