vanzina carri armati

“L’ITALIA DI TOTO’ NON FINIRA’ MAI. SIAMO UN PAESE DA COMMEDIA. PER FORTUNA” - ENRICO VANZINA COMMENTA IL CASO DEL CONVOGLIO DI 5 CARRI ARMATI FERMATI LUNGO L'AUTOSTRADA SALERNO-CASERTA (TRE ERANO SENZA CARTA DI CIRCOLAZIONE) – “DA NOI È IMPOSSIBILE PRENDERE SUL SERIO IL REALE: DA UNA PARTE È DISARMANTE, DALL'ALTRA UNA SALVEZZA. QUI DA NOI, QUANDO SI E' DECISO DI AFFRONTARE LE COSE SENZA UMORISMO E' ARRIVATA LA DITTATURA”

Andrea Cappelli per “Libero quotidiano”

 

carro armato

In Italia il confine tra realtà e fantasia è sempre stato labile e in un gioco di specchi e di rimandi anche il dramma diventa ridicolo. A confermare questo assioma è un episodio di cronaca: nella notte tra domenica e lunedì, la polizia stradale di Napoli ha fermato un convoglio di cinque carri armati in viaggio lungo l'autostrada Salerno - Caserta. Con grande sorpresa, gli agenti si sono accorti che i veicoli stavano trasportando un carico d'armi.

 

La notizia si è diffusa rapidamente, tanto da richiedere un intervento dello Stato maggiore della Difesa: «Si precisa che i mezzi trasportati, Pzh2000, provengono dalla base militate di Persano e erano diretti in Germania per una esercitazione.Il trasporto degli stessi era a carico di una ditta privata che non era in possesso di documentazione corretta».

 

Tre carri armati su cinque, difatti, erano sprovvisti della carta di circolazione e con la revisione periodica scaduta. Non solo: uno dei conducenti non aveva l'autorizzazione per guidare mezzi di trasporto eccezionali. È mai possibile che in Italia anche la guerra si tramuti in farsa? Lo chiediamo a Enrico Vanzina (73 anni), che assieme al fratello Carlo (1951 2018) nell'arco della sua lunga e prolifica attività di sceneggiatore, regista e produttore ci ha regalato alcuni tra i più grandi capolavori della commedia all'Italiana.

enrico vanzina foto di bacco

 

Siamo un Paese destinato alla commedia?

«Sì, e non è necessariamente un male. Di fronte a storie come questa mi torna in mente l'auspicio formulato anni fa da uno scrittore francese: "Speriamo che il mondo rimanga ridicolo"».

 

In Italia questo auspicio viene preso molto seriamente...

«Due mesi prima di morire, mio padre Steno (Stefano Vanzina, 19171988, tra i maggiori registi del cinema comico italiano del Novecento, ndr) mi disse: "Ricordati che l'Italia di Totò non finirà mai". A distanza di 70 anni da film come "Totò cerca casa" (1949), "Totò e i re di Roma" (1951) e "Totò e le donne" (1952), l'Italia descritta all'interno di quelle pellicole è rimasta invariata nei suoi tratti fondamentali.

 

carro armato

Totò si confrontava con lo spirito degli italiani, ne aveva colto l'essenza: quel mondo popolato da azzeccagarbugli e fatto di impicci, raccomandazioni e Enrico Vanzina spintarelle lo ritroviamo intatto ancora oggi. Non è un caso che la commedia all'italiana sia stato il genere cinematografico più importante dal dopoguerra ai giorni nostri, quello che più di ogni altro è stato in grado di raccontare il nostro Paese. In Italia è impossibile prendere sul serio il reale».

 

Detta così non sembra una bella cosa.

«Da una parte è disarmante, dall'altra costituisce la nostra salvezza. La risata contiene in sé una forza enorme, capace di abbattere anche il disastro. Occorre sempre tenere presente che qui da noi, quando si è deciso di affrontare le cose senza umorismo, è arrivata la dittatura. Non voglio essere frainteso, stiamo viaggiando sul filo del paradosso: dico solo che questo spazio di libertà ci consente di evitare il baratro».

 

Dobbiamo imparare ad accettare il nostro spirito scanzonato?

enrico vanzina foto di bacco

«Io sono sposato con una tedesca, mi confronto ogni giorno con una mentalità diversa dalla mia. Dopo anni di vita in Italia, mia moglie comincia a rimpiangere una certa serietà teutonica. Anche noi italiani spesso desideriamo essere tedeschi... La verità è che in Germania, così come in Austria o in Inghilterra, i carri armati sono in regola e non vengono fermati al casello, ma quel modello di società presenta altri difetti, altrettanto vistosi».

 

Del tipo?

«Ti racconto una storia: negli anni '90, assieme a mio fratello Carlo, ci trovavamo a Londra per il film "Io no spik inglish" (1995), con protagonista Paolo Villaggio nel ruolo dell'assicuratore Sergio Colombo. Una sera, finito di girare, Paolo voleva andare a mangiare al The Buccaneer, un pub a cui era affezionato. Il locale chiudeva alle 21 e, una volta giunti sul posto, il titolare è stato irremovibile: "Sono le 21.01, non posso farvi entrare".

enrico e carlo vanzina con steno

 

Questo è lo spirito dell'Inghilterra. Una volta respinti dal pub, Paolo ha cominciato a declamare: "Capri, ore 17 di Ferragosto, Antonio sta chiudendo la saracinesca dopo l'ultimo servizio. Arriva un'allegra comitiva. "Antonio, siamo in 15, c'è posto?". "Non c'è problema, dotto'..." risponde Antonio, e in men che non si dica corre a preparare il tavolo per i suoi clienti". Noi italiani siamo così, non siamo dogmatici. E a conti fatti credo sia un bene».

enrico vanzina foto di bacco (2)UN GIORNO IN PRETURA STENO CON CARLO ED ENRICO VANZINAtotò

Articoli correlati

TRE CARRI ARMATI DIRETTI IN UCRAINA E PROVENIENTI DALLA BASE MILITARE SONO STATI FERMATI A NAPOLI...

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…