occhionero

FRATELLI (SPIONI) D’ITALIA - GLI “OCCHIONEROS” HANNO PROVATO A DISTRUGGERE LE PROVE E A SCAPPARE ALL’ESTERO - L' INGEGNERE SCRISSE ANCHE AL PAPA - TRA I BERSAGLI DELL’HACKERAGGIO ANCHE DIVERSE BANCHE - DI PIETRO: "DISSI SI’ AL PROGETTO PER IL PORTO DI TARANTO MA GIULIO OCCHIONERO L’AVRO’ VISTO 3-4 VOLTE"

Edoardo Izzo per la Stampa

Francesca OcchioneroFrancesca Occhionero

 

Gli Occhionero volevano scappare all' estero, lui a Londra e lei negli Usa. Pensavano di sottrarsi in questo modo alle conseguenze delle intrusioni informatiche ai danni di importanti personalità.

 

La mattina dell' 8 ottobre, tre giorni dopo essere stato sottoposto a perquisizione, Giulio riceve dalla Tim la conferma che sulla linea è stata attivato il pacchetto che comprende traffico telefonico e telematico da utilizzare in Europa. «Tale attivazione - ritengono gli inquirenti - alla luce della particolare circostanza temporale in cui è avvenuta fa ritenere reale il pericolo che possa darsi alla fuga recandosi all' estero». La stessa considerazione è formulata nell' informativa della polizia per quanto riguarda Francesca, che negli Stati Uniti è nata 49 anni fa.

 

MEL SEMBLER GIULIO OCCHIONERO  MEL SEMBLER GIULIO OCCHIONERO

L' allarme rosso per i due fratelli era scattato 4 giorni prima, precisamente alle 14,41 del 4 ottobre scorso, quando l' ingegnere aveva dato inizio a un' attività sistematica di «distruzione degli elementi di prova a suo carico, cancellando - spiega il rapporto - dati che erano presenti sia sul suo pc locale che su alcuni dei server remoti».

 

Sia Giulio che la sorella sanno di essere oggetto di indagini della Postale e, quando ricevono la visita degli agenti a casa, mettono in atto lo stesso copione, bloccando i loro computer in modo che credono definitivo.

 

Nel corso della perquisizione effettuata nell' abitazione della madre Marisa Ferrari, ad esempio, è stato rinvenuto un pc acceso e bloccato sulla schermata di login: alla richiesta di fornire la password di accesso Francesca ha digitato più volte una password errata causando il blocco definitivo della smart card.

MARISA FERRARI OCCHIONEROMARISA FERRARI OCCHIONERO

 

L' inchiesta arriva in un momento già complicato delle loro esistenze. In un' intercettazione di agosto, ad esempio, Giulio comunica a Francesca che ad un negozio della Tre non gli hanno accettato la carta di credito ricaricabile. I due sono in affanno con i liquidi.

 

Giulio ripete alla mamma e alla sorella che sta per essere assunto da una grande banca (Deutsche Bank, Ubs o Hsbc, addirittura con la posizione di vicepresidente, con una retribuzione «tra le 90 e le 160 mila sterline l' anno più bonus» ovvero «50 euro all' ora per 7 ore al giorno dal lunedì al venerdì e facendo un calcolo saranno 8 mila euro e rotti al mese per 5 mesi»).

ALFREDO  DANESI GIULIO OCCHIONERO ALFREDO DANESI GIULIO OCCHIONERO

 

In questo contesto, tra le righe dei rapporti della Polizia postale al pm Albamonte, viene evocato più volte il nome di Papa Francesco, come destinatario di una lettera che l' ingegnere aveva affidato a sua mamma affinché la facesse pervenire attraverso una sua amica. Passano i mesi e dal Vaticano non arriva nessun cenno di risposta, ma Marisa Ferrari assicura al figlio: la lettera è stata consegnata, «e, se l' ha letta, il Papa perlomeno sa chi».

 

Agli atti c' è una telefonata, dell' agosto scorso, in cui emerge come l' ingegnere nucleare fosse preoccupato per l' iniziativa del presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi di chiedere, nel corso dell' audizione di Stefano Bisi (Gran Maestro del Goi, il Grande Oriente d' Italia che sarà ascoltato dalla commissione il 18 gennaio) l' elenco delle oltre 20mila persone iscritte. «La Bindi pubblicherà gli elenchi della loggia sui giornali - dice Occhionero - poiché la Commissione Parlamentare ha chiesto l' acquisizione degli elenchi a seguito della storia della Calabria». Secondo Occhionero, «la Bindi sembrerebbe intenzionata a passarli ai giornali».

FRANCESCA OCCHIONEROFRANCESCA OCCHIONERO

 

Intanto dalle indagini sui file degli Occhionero emerge che, tra i bersagli dell' hackeraggio, ci fossero anche molte banche: da Mediolanum a Intesa, da Fineco a Unicredit.

 

2. DISSI SI’ AL PROGETTO PER IL PORTO DI TARANTO

 

E.I. per la Stampa

 

Chi è veramente Giulio Occhionero? I primi a chiederselo, tra le righe dei loro rapporti al pm Albamonte, sono gli uomini della Ps, che riscontrano insieme agli uomini politici e ai quadri dello Stato una lunga lista di professionisti, soprattutto avvocati, notai, commercialisti, oltre a una quindicina di banche, come destinatari dei virus informatici che servivano a spiare.

 

Quanto basta per confermare come l' attenzione dei due fratelli fosse rivolta anche a carpire notizie riservate da utilizzare per speculazioni finanziarie.

 

DI PIETRODI PIETRO

Le intercettazioni raccontano anche che Giulio puntava a farsi largo all' interno della loggia massonica di Fiumicino. E la sua apprensione per l' azione di Rosy Bindi nella Commissione, per la richiesta ufficiale, al Grande Oriente d' Italia, dell' elenco delle oltre 20 mila persone iscritte.

 

Ma nelle carte dell' inchiesta ci sono elementi anche su una vicenda di 10 anni fa che riguardava il porto di Taranto, dalla quale gli "Occhioneros", come si chiamavano tra loro in una chat familiare, pensavano di poter trarre ancora vantaggio con un' azione di responsabilità a carico dell' allora presidente dell' Autorità Portuale Michele Conte, che aveva impedito loro l' affare della vita, un investimento di 800 milioni di dollari per realizzare quanto previsto sia nella Finanziaria che nel Piano Regolatore Portuale: l' allargamento del Molo ovest e la realizzazione di un terminal container. Occhionero parlava di occupazione per cinquemila addetti e aveva millantato finanziamenti da investitori Usa.

 

francesca maria occhionerofrancesca maria occhionero

Conte aveva tentato di verificare la solidità finanziaria dell' iniziativa ma non aveva trovato traccia dei capitali ipotizzati da Occhionero. L' ingegnere, tuttavia, aveva ottenuto il beneplacito dell' allora ministro dei Lavori Pubblici, Antonio Di Pietro, che oggi spiega: «Quell' impianto di stoccaggio dei container e l' automazione del trattamento delle merci erano necessari. Sono ancora oggi convinto che a Taranto sarebbe importante che si realizzasse una struttura per il passaggio mare-terra. Taranto è un punto strategico per il traffico navale verso il Medioriente».

 

Ma lei si fidava di Occhionero?

«Giulio Occhionero l' avrò visto 3 o 4 volte nella mia vita, e ogni volta era insieme ad altre 30 persone. Posso dire però che il Progect Financing era finalizzato a un servizio necessario per lo stoccaggio veloce via mare e via terra. E l' iniziativa avrebbe portato nuovi posti di lavoro. Era un progetto serio. Chi presentava il progetto aveva garanzie».

 

Eppure il presidente dell' Autorità Portuale si mise di traverso e riuscì a fermare tutto

«Non significa che da parte ministeriale ci fossero state scorrettezze. La norma era necessaria ieri e lo è anche oggi.

francesca maria occhionerofrancesca maria occhionero

 

Avrebbe portato a un rilancio grazie a imprenditori privati. In ogni caso, dopo l' approvazione al Cipe, si sarebbe fatta una regolare gara con un bando. Per quanto mi riguarda io non ho mai fatto pressioni su nessuno perché i lavori fossero dati a Giulio Occhionero, nè a sua sorella che neanche conosco. Il comma in questione, approvato con la Finanziaria, serviva soprattutto per creare posti di lavoro e poteva essere il via libera per esperienze successive».

 

Ma chi hanno dietro gli "Occhioneros"?

«Non lo so, ma certamente non Antonio Di Pietro».

 

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