gilet gialli

MACRON, COME TI STA IL GILET? - GLI SCONTRI IN FRANCIA INNESCATI DAI “GILET GIALLI”, AUTOMOBILISTI E AUTOTRASPORTATORI INCAZZATI PER L'AUMENTO DELLA TASSAZIONE DEL CARBURANTE, HANNO LASCIATO UN MORTO, 409 FERITI (DI CUI 14 GRAVI) E 282 ARRESTI - MOLTI MANIFESTANTI HANNO TENTATO DI ENTRARE NELLE PREFETTURE CON AZIONI DI VIOLENZA - NEL PAESE CI SONO 2318 BLOCCHI STRADALI, ALMENO 1000 PUNTI DEFINITI “CRITICI” E 120 MILA MANIFESTANTI MOBILITATI

la protesta dei gilet gialli in francia

1 - GILET GIALLI, FERITI SALGONO A 409, NUOVI BLOCCHI. 282 ARRESTI. MINISTRO INTERNO, 'CAOS TOTALE, AZIONI DI VIOLENZA'

(ANSA) - Il bilancio della giornata dei gilet gialli si aggrava, secondo cifre diffuse questa mattina dal ministero dell'Interno francese: un morto, 409 i feriti, di cui 14 gravi, 282 gli arresti. Per il ministro Christophe Castaner "siamo di fronte a una disorganizzazione totale, hanno tentato di entrare nelle prefetture, ci sono state azioni di grande violenza". Intanto, 3.500 gilet gialli sono rimasti in azione tutta la notte. Stamattina i blocchi sono già 40 sulle autostrade.

la protesta dei gilet gialli in francia 7

 

2 - LA LOTTA DEI GILET GIALLI CINGE D' ASSEDIO UN MACRON ALLA FRUTTA

Daniele Capezzone per “la Verità”

 

C' era una volta Emmanuel Macron, da ieri sempre più Micron. La sua Francia è nel caos: tutti contro tutti, anzi tutti contro uno, cioè lui. Già il contesto era quello che era per l' inquilino dell' Eliseo: crollo nei sondaggi, fuggi fuggi dal governo, perfino qualche accenno di distinzione politica nei suoi confronti da parte del primo ministro Edouard Philippe.

la protesta dei gilet gialli in francia 6

Intanto cresce - palpabile - la grande insoddisfazione delle élite che, appena un anno e mezzo fa, avevano «fecondato in vitro» la sua discesa in campo: i bene informati dicono che lo stesso protagonismo del commissario Ue Pierre Moscovici va letto proprio come una potenziale candidatura alternativa a Macron, benedetta dall' establishment.

 

la protesta dei gilet gialli in francia 4

Aggiungete, in ordine sparso: il discredito generato dall' affaire Benalla (il bodyguard personale divenuto un intimo della coppia presidenziale); le voci sulle urla sempre più frequenti della prèmiere dame Brigitte; e soprattutto la bomba del presunto esaurimento nervoso del presidente (La Verità, come ricorderete, aveva dato la notizia un paio di settimane fa, unica tra i giornali italiani).

 

A questo quadro catastrofico vanno aggiunti tre elementi sociali. Primo, la massiccia opposizione di 5 milioni di dipendenti pubblici: un esercito pletorico ma elettoralmente poderoso, inferocito verso Macron. Secondo, l'irritazione nelle forze armate per il progetto di difesa comune Ue: la grandeur francese mal si concilia con una specie di «fusione a freddo» con l'esercito tedesco (così la cosa è percepita in Francia).

 

la protesta dei gilet gialli in francia 5

E soprattutto, terzo, la protesta furiosa di automobilisti e autotrasportatori per l' aumento della tassazione del carburante, con la nascita del movimento apartitico dei «gilet gialli». Dall' inizio del 2019, la tassazione sulla benzina aumenterà infatti di 2,9 centesimi al litro, e quella sul gasolio addirittura di 6,5 centesimi.

 

La rivolta si è materializzata ieri con un superblocco del traffico in tutta la Francia, con numeri impressionanti. Secondo il ministero dell' Interno, 2318 blocchi stradali, almeno 1000 punti definiti «critici», e complessivamente più di 120.000 gilet gialli mobilitati, in un clima tesissimo, tra lanci di lacrimogeni e perfino il tentativo di un manipolo di raggiungere fisicamente l' Eliseo.

 

la protesta dei gilet gialli in francia 12

Ma questi numeri, già enormi, implicherebbero appena una sessantina di manifestanti per ciascun blocco: invece, video e foto mostrano vere maree di «giallo». Dunque, la sensazione è che le cifre della partecipazione vadano assolutamente moltiplicate. Lo stesso ministro dell' Interno, Christophe Castaner, in serata, ha dovuto raddoppiare le stime dei partecipanti.

 

Il ministro, dopo la rituale dichiarazione sul diritto a manifestare, ha inoltre aggiunto: «Il nostro livello di inquietudine è massimo». Caos totale, insomma.

In questa giornata da incubo, era fatale che ci scappasse la tragedia, che si è materializzata in Savoia, a Pont-de-Beauvoisin. Anche lì c' era un blocco, e una donna alla guida di un' auto, presa dal panico (stava accompagnando la figlia piccola dal medico), si è ritrovata con l' auto circondata e colpita dai manifestanti. La donna ha perso il controllo, ha accelerato, e ha travolto una manifestante, rimasta senza vita. La guidatrice, a sua volta sotto choc, è stata fermata dalle forze dell' ordine.

la protesta dei gilet gialli in francia 10

 

Ma attenzione: se questa è una tragedia, non va sottovalutato il bilancio complessivo degli scontri in tutta la Francia, con circa 250 feriti, di cui 6 gravi, circa 70 arrestati e molti denunciati. E non si contano gli incidenti legati al cedimento nervoso degli altri automobilisti, quelli che non volevano lo stop al traffico.

 

Naturalmente, l' iniziativa degli automobilisti ha ricevuto un supporto politico enorme dagli oppositori di Macron, che - va loro riconosciuto - avevano tenuto un comportamento assolutamente «repubblicano», astenendosi da commenti sul vero o presunto stato di salute nervosa del presidente.

 

la protesta dei gilet gialli in francia 3

Ma contro la tassazione del carburante e a favore dei guidatori si sono (giustamente) scatenati tutti: Marine Le Pen a destra, Jean-Luc Melenchon a sinistra, e non pochi tra i Republicains (cioè il centrodestra tradizionale).

 

Ma, al di là del tema di per sé rovente (benzina e tasse), del caos e degli incidenti, la manifestazione sembra politicamente letale per Macron perché mette il dito nella piaga: la rivolta del popolo contro le élite, e della Francia diffusa e rurale contro l' establishment di Parigi. Inutile dire che lo slogan della giornata, corteo per corteo, blocco per blocco, è stato: «Macron démission».

la protesta dei gilet gialli in francia 11

 

Da segnalare infine lo sforzo di molti media italiani di «tenere bassa» la manifestazione. Ma i lettori della Verità possono agevolmente immaginare cosa sarebbe successo se una simile ondata di proteste fosse stata organizzata contro Donald Trump, per fare un esempio a caso.

la protesta dei gilet gialli in francia 8la protesta dei gilet gialli in francia 3la protesta dei gilet gialli in francia 4la protesta dei gilet gialli in francia 5la protesta dei gilet gialli in francia 6la protesta dei gilet gialli in francia 7la protesta dei gilet gialli in francia la protesta dei gilet gialli in francia 9

 

la protesta dei gilet gialli in francia 2

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."