gioielli venezia palazzo ducale mostra

I DUE LADRI CHE HANNO RUBATO I GIOIELLI A PALAZZO DUCALE A VENEZIA, SONO ENTRATI ALLA MOSTRA COME VISITATORI. UNO HA FATTO IL PALO E L’ALTRO E' RIUSCITO AD APRIRE LA TECA - NESSUN ARNESE DA SCASSO, È BASTATO FORZARE UN PO' E LA VETRINA BLINDATA SI È ALZATA - HANNO AVUTO UN’ACCORTEZZA: HANNO PRESO ORECCHINI E SPILLA E LASCIATO LA VISTOSA COLLANA, COSI’ DA NON DARE NELL’OCCHIO. PERCHÉ I DUE HANNO AGITO A COLPO SICURO? 

1 - VENEZIA, UN COLPO ALLA LUPIN RUBATI I GIOIELLI DEI MAHARAJA

Davide Scalzotto Giorgia Pradolin per “il Messaggero”

 

Tesori dei Moghul e dei Maharaja

Il colpo del secolo, alla Diabolik. Un furto da 3 milioni di euro per un bottino di due orecchini e una spilla di diamanti appartenenti al tesoro dei Moghul e dei Maharaja, preziosissimi oggetti realizzati tra il XVI e il XX secolo e conservati nella collezione dello sceicco Hamad bin Abdullah Al Thani, della famiglia reale del Qatar. Un colpo semplice nelle sue modalità, ma con più di qualche zona d' ombra. Due ladri, uno di mezza età e uno più giovane, sono entrati come visitatori qualsiasi a palazzo Ducale nel giorno di chiusura della mostra.

 

SOPRALLUOGO

Tesori dei Moghul e dei Maharaja - I gioielli rubati a Venezia

Sicuramente in precedenza avevano già fatto qualche sopralluogo. Sono saliti al secondo piano nella sala dello Scrutinio, sancta sanctorum dell' esposizione organizzata dalla Fondazione dei musei civici. Il più giovane ha fatto il palo, l' altro, approfittando di un momento di solitudine, ha aperto la teca contenente una collana e altri monili. Nessun arnese da scasso, è bastato semplicemente forzare un po' e la teca si è alzata quel tanto per infilare la mano.

 

Ma con un' accortezza: i ladri hanno lasciato lì la vistosa collana, portando via solo orecchini e spilla. Perché? Perché quando subito dopo è scattato l' allarme (e pare che i due ladri siano riusciti in qualche modo a ritardarne l' entrata in funzione), è accorso un guardasala mentre i due uscivano dalla stanza. Non notando nulla di strano, nessuna teca manomessa e la collana al suo posto, il guardasala deve averci messo un po' a capire.

Tesori dei Moghul e dei Maharaja - I gioielli rubati a Venezia

 

Istanti preziosi ai due malviventi per scappare confondendosi tra gli altri visitatori. Con un' altra accortezza: girare i giubbotti double face che avevano quando sono entrati. Così sono usciti separati e apparentemente vestiti in modo diverso. Ma le telecamere del museo li hanno ripresi. O meglio, ci sono due fotogrammi che ritraggono due sospetti che escono dal museo. La polizia sta lavorando per stabilire se sono effettivamente i responsabili del furto.

 

I TEMPI

Ci hanno messo 5-7 minuti per scendere le scale e uscire su piazza San Marco dalla porta della Carta, per confondersi tra i turisti. Le loro foto sono state mostrate anche al personale dei garage comunali di piazzale Roma, ma in poco tempo hanno fatto perdere le tracce con il loro prezioso bottino.

Tesori dei Moghul e dei Maharaja - I gioielli rubati a Venezia

 

Intanto palazzo Ducale, a buoi scappati, è stato chiuso. I visitatori della mostra sono stati tenuti all'interno per un paio d'ore. Nessuno capiva cosa fosse successo, il primo pensiero è stato l'allarme terrorismo. Ma la voce si è sparsa quasi subito. Verso mezzogiorno palazzo Ducale è stato riaperto, con la ressa dei visitatori che premevano per entrare, mentre la mostra è rimasta chiusa. Sono arrivate le forze dell' ordine, con il questore vicario Marco Odorisio.

 

I DUBBI

Nel frattempo la notizia aveva fatto il giro sui mezzi di comunicazione di mezzo mondo. Con una domanda su tutte: come è stato possibile? E soprattutto, con altri dubbi da chiarire. Ad esempio: perché due ladri, non certo sprovveduti, hanno agito a colpo sicuro, certi di riuscire ad aprire a mani nude la teca di una mostra che era stata presentata come supersicura, visto l' altissimo valore dei tesori esposti?

Tesori dei Moghul e dei Maharaja - I gioielli rubati a Venezia

 

Come ha funzionato la sicurezza e perché, malgrado l' allarme, non è stato possibile catturare i due ladri prima che uscissero? E infine, come mai in un primo tempo si era sparsa la voce di un bottino di magre dimensioni, circa 33mila sterline, poi salito a 300mila euro e infine a 3 milioni? Da Roma sono stati convocati subito esperti per accertare con precisione l' entità del bottino. Refurtiva che non sarà facile piazzare, se non sarà recuperata.

 

Tesori dei Moghul e dei Maharaja

Nessun commento da parte dell' amministrazione comunale. La Fondazione musei civici ha precisato che i preziosi erano custoditi in una vetrina di sicurezza, facente parte dell' allestimento progettato dalla Fondazione Al Thani e già utilizzato in alcune tappe precedenti dell' esposizione. Quindi, tutto era in carico alla fondazione qatariota. Ma per Gabriella Belli, direttrice dei Musei civici, è stato un altro duro colpo dopo il furto del 19 novembre del 2015, quando dal museo di Castelvecchio di Verona, dove lei era direttrice, vennero rubate preziosissime tele poi ritrovate a Odessa.

Tesori dei Moghul e dei Maharaja

 

2 - DALLA GIOCONDA ALL' URLO DI MUNCH QUANDO LA SALA BLINDATA NON BASTA

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

Musei più blindati di Fort Knox? Statue e quadri, gioielli e miniature inavvicinabili e irraggiungibili, dietro sbarramenti, inferriate, allarmi, vetri blindati, vigilantes e adesso, causa terrorismo, pure soldati in assetto di guerra? Figuriamoci. Non c' è museo che non sia stato derubato almeno una volta, i più famosi anche più d' una. Per il gotha dell' arte è quasi un titolo di nobiltà, quello di attirare i ladri. Un po' meno, magari, che riescano davvero a portarsi via il bottino.

 

Eppure è sempre capitato e, si suppone, sempre capiterà. Prendete il Louvre, che peraltro sui furti legalizzati della Rivoluzione e dell' Impero è nato. Perfino inutile citare il furto «patriottico» della Gioconda nel 1911, protagonista l' umile impiegato italiano che voleva riportare Leonardo a casa (e dire che furono sospettati del colpo - e torchiati - nientemeno che Apollinaire e Picasso...). A Parigi, il furto recente più spettacolare è quello del 2010, al Museo d' arte moderna.

Tesori dei Moghul e dei Maharaja

 

Protagonista un ladro tutto di nero vestito che, a sale chiuse, ruppe un vetro, segò un' inferriata, tagliò un lucchetto e se ne andò con cinque tele. Il tutto ripreso dalle telecamere e magari facendo pure ciao con la manina guantata.

 

L' Ermitage di Pietroburgo non è da meno, anzi con un tocco di folle grandiosità tipicamente russa. Nel 2015, il museo dovette ammettere che si erano volatilizzati 221 fra gioielli, smalti e icone, forse fatti sparire dalla stessa esperta che li stava inventariando. Certo, con tre milioni di pezzi nelle collezioni, non è sempre facile accorgersi se sparisce qualcosa. Però nel '94 fu beccato con le mani nella marmellata, anzi su un manoscritto antico, un membro della speciale commissione anticorruzione appena fondata da Boris Eltsin.

 

Tesori dei Moghul e dei Maharaja

Tutti ricordano il furto da urlo dell' Urlo di Munch, nel 2004 dal museo di Oslo, protagonisti tre uomini armati. Tre e armati anche i ladri che, in una brutta domenica del 2008, entrarono al Bührle di Zurigo prendendo in ostaggio prima gli impiegati e poi quattro quadri: poker di Cézanne, Degas, Van Gogh e Monet, valore stimato 161 milioni di dollari. Al Van Gogh di Amsterdam, nel 2002, i ladri entrarono invece da un lucernario e poi si calarono nelle sale con una corda. E tanti saluti alla Chiesa di Noenen e alla Tempesta a Scheveningen dello stesso Van Gogh. Nel '91, sempre da lì, di tele ne erano sparite addirittura venti, compresi i celebri Girasoli , ma almeno furono ritrovati poco dopo.

 

la gioconda

Dall' altra parte dell' Atlantico non va meglio. Il più spettacolare furto d' arte nella storia degli Stati Uniti avvenne nel marzo 1990 al Stewart Gardener Museum di Boston. Due uomini vestiti da poliziotti arrivarono di notte dicendo ai vigilantes di aver ricevuto una chiamata d' emergenza. Poi i ladri vestiti da guardie portarono via quadri per 300 milioni di dollari, compreso un Vermeer e un Rembrandt. Nel 2006 toccò invece al museo Chacara de Ceu di Rio dove, nell' atmosfera euforica di inizio carnevale, fecero irruzione sei banditi armati di granate. Una rapina col botto: Picasso, Monet e Matisse.

 

E in Italia? Modestamente, quanto a saccheggi non ci facciamo mancare nulla. Solo per restare agli ultimi anni: nel '90 sparì un Tiepolo dalle Gallerie dell' Accademia a Venezia; nel '92, un Velazquez dalla Galleria Estense di Modena; nel '98, un Van Gogh e un Cézanne dalla Galleria nazionale d' Arte moderna di Roma; nel 2015, diciassette opere da Castelvecchio, a Verona. Quanto ai gioielli, nella notte di Pasqua del 2013 ne furono rubati 27, valore tre milioni, da Villa Giulia a Roma, poi recuperati. Cosa volete che siano, due ninnoli dei maharaja?

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