stupro revenge porn violenza sessuale molestia

"TU FARESTI SESSO CON UNA SBRONZA CHE NON CAPISCE NIENTE?" - I VIDEO DELLA SERATA NON SONO BASTATI AL TRIBUNALE DI RAVENNA PER CONDANNARE UN ROMENO E UN SENEGALESE ACCUSATI DI AVER STUPRATO UNA RAGAZZA UBRIACA - "COME PUO' UNA DICIOTTENNE RIDOTTA IN QUELLO STATO AVER DATO UN CONSENSO VALIDO?" - DALLE CARTE DELLA PROCURA E DAI FILMATI APPARE ASSODATO CHE LE CONDIZIONI PSICOFISICHE DELLA GIOVANE FOSSERO PESSIME - I DUE L'AVEVANO PORTATA A CASA DI UN'AMICA PERCHE'...

Fabio Tonacci per "la Repubblica"
 

violenza sessuale

«Ma ci sono i video!». La prima reazione di Adele (nome di fantasia) alla notizia che il Tribunale di Ravenna ha assolto in primo grado il suo presunto violentatore e l'amico che li aveva ripresi col telefonino è stata di lucido sconcerto.
 
In un attimo le sono tornate in mente le carte di un procedimento penale lungo cinque anni, le testimonianze contraddittorie rilasciate ai pm da chi era con lei la notte tra il 5 e il 6 ottobre del 2017, le considerazioni in aula sulle sue condizioni psico-fisiche e su un consenso che è convinta di non aver mai espresso. Soprattutto, i filmati. Alcuni di pochi frame, altri un po' più lunghi. Girati prima e durante il rapporto sessuale avvenuto sul divano di un appartamento nel centro di Ravenna. Sono agli atti. Si vede lei. Si vede lui. Si sentono gli altri.
 

VIOLENZA SESSUALE

«Il fatto non costituisce reato», recita il dispositivo della sentenza emessa l'8 febbraio scorso dal collegio giudicante composto da due donne e un uomo. Ricalca, in sostanza, l'impostazione del Riesame che aveva scarcerato i due ritenendoli inconsapevoli del reale stato in cui si trovava Adele quella notte (allora 18enne) e, comunque, sinceramente convinti che fosse consenziente.
 
Fin qui, un caso giudiziario come altri: la procura che sostiene l'accusa di violenza sessuale di gruppo, i giudici che assolvono. Se non fosse, però, che l'avvocata di Adele, Elisa Cocchi, definisce la sentenza «retaggio patriarcale, secondo cui le condotte dei maschi abusanti vanno giustificate». Anche per lei i filmati «erano inequivocabili e non interpretabili».
 

VIOLENZA SESSUALE

Repubblica ha voluto approfondire la storia, per capire se si tratta solo di uno sfogo per un pronunciamento sfavorevole, oppure se c'è dell'altro. La materia, da qualunque lato la si prenda, è scivolosa.
 
L'antefatto I fatti, nelle carte del processo, sono così ricostruiti. Il 5 ottobre di cinque anni fa Adele è al Prosecco, un locale di Ravenna. È insieme a due amiche e ad alcuni ragazzi. Sono tutti euforici ma Adele esagera con l'alcol. Beve almeno quattro bicchieri di vino e tre drink. Non si regge più in piedi, si addormenta sui divanetti, si sente male. Verso l'una di notte il locale chiude. «L'abbiamo svegliata e l'abbiamo aiutata a rialzarsi perché aveva bevuto abbastanza», mette a verbale Sara, una delle amiche.
 

VIOLENZA SESSUALE

«Non stava sulle gambe, si è appoggiata a qualcuno per scendere le scale». In macchina Adele vomita più volte. Non vuole tornare a casa per paura che i suoi genitori la puniscano, dunque il gruppo va a casa della fidanzata di uno dei ragazzi. Nel cuore della notte, in quell'appartamento vuoto ci sono Adele, Sara, un'altra amica e i due imputati, un 30 enne romeno e un 31 enne senegalese con un passato di calciatore nel Ravenna. Entrambi con precedenti penali.
 
Adele continua a vomitare. Decidono di trascinarla sotto l'acqua gelida della doccia. La scena è ripresa con un telefonino: si vede lei immobile, quasi priva di sensi, seduta sul piatto. La mossa, tuttavia, non funziona, Adele sta ancora male e rimette di nuovo. La portano sul divano del salotto. Si sono fatte le 4 di notte, in casa sono rimasti Adele, Sara e i due uomini.
 

VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO

Il filmato del rapporto Agli atti ci sono due file video che raccontano cosa sia successo su quel divano. Sono tratti dal telefono del senegalese. Nel primo non si vede niente, la registrazione è partita quando lo smartphone era nella tasca. Si sentono le voci. Il romeno è intenzionato ad avere un rapporto sessuale. Adele bofonchia qualcosa, prima un «oh, fermi!», poi a Sara: «ach... diglielo per me...».
 
Sara si rivolge al 30 enne: «Tu faresti sesso con una sbronza che non capisce niente?», aggiungendo «non ho i preservativi, non vi posso aiutare». Adele sembra confusa, con voce impastata chiede a Sara se sia giorno o notte. «Stava ascoltando!», esclama Sara. E uno dei due uomini: «Dobbiamo darle una svegliata...».
 

VIOLENZA SESSUALE

La conversazione va avanti, si intuisce che il rapporto sessuale inizia allora. Viene registrato in un filmato successivo, di pochi secondi, in cui si vede Adele supina sul divano e con lo sguardo nel vuoto.
 
La chat con l'amica Quattro giorni dopo Adele va al pronto soccorso e denuncia di essere stata violentata. Presenta querela al 13. La sua memoria vacilla, non riesce a ricostruire cosa sia successo. Ha dei flash, come documenta la chat su whatsapp con Sara 72 ore dopo l'accaduto. «Non mi ricordo tutto», scrive Adele. «Mi ricordo che lui mi ha fatto qualcosa». E l'amica: «Quello che ti è successo è stato brutto, ma se non bevi più non succede».
 
Sara, però, di quella notte consegnerà ai pm versioni contraddittorie, forse perché è a sua volta imputata di favoreggiamento. Il suo processo è sospeso in attesa della sentenza definitiva per i ragazzi, perché se non c'è stato reato, non ci può essere favoreggiamento. Entro tre mesi leggeremo la motivazione del Tribunale di Ravenna per capire su quali basi si poggi l'assoluzione.
 

violenza sessuale

Dalle carte della procura e dai verbali dei testimoni appare assodato che le condizioni psicofisiche della ragazza fossero pessime. Anche il Riesame, che pure ha scarcerato i due, ha stabilito che era «in un momento di confusione, dovuto al consumo eccessivo di alcool, e inconsapevole del destino dei filmati». A questo punto, è lecito porsi qualche domanda.
 
«Come può una diciottenne in quello stato aver dato un consenso valido?», si chiede l'avvocata Cocchi. Come si può sostenere - aggiungiamo - che i due ragazzi non si fossero accorti della sua ubriachezza, dato che nei video parlano proprio di questo? Le risposte, forse, le avremo tra novanta giorni. 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…