giorgia meloni lukoil priolo

COL GREGGIO ALLA GOLA – IL GOVERNO È SPACCATO SULLA CESSIONE DELLA LUKOIL DI PRIOLO AI CIPRIOTI DI GOI ENERGY. IL MINISTRO D’URSO VUOLE CHIUDERE L’AFFARE, MELONI E GIORGETTI SONO MOLTO CAUTI – IL PROBLEMA È CHE DIETRO AL FONDO GUIDATO DA MICHAEL BOBROV ALEGGIANO POSSIBILI LEGAMI CON MOSCA (ANCHE SE I SERVIZI NON HANNO AL MOMENTO “PROVE” UFFICIALI). E GLI STATI UNITI NON VOGLIONO CHE LA QUINTA RAFFINERIA D'EUROPA FINISCA IN MANO A UNA SOCIETÀ CHE, PER WASHINGTON, È SOLO UN PARAVENTO DIETRO CUI SI NASCONDO I RUSSI… – LA PRECISAZIONE DI GOI ENERGY: “NEGHIAMO IN MANIERA ASSOLUTA QUALSIASI COLLEGAMENTO TRA LA SOCIETÀ, IL SUO AMMINISTRATORE DELEGATO, I SUOI AZIONISTI E LA RUSSIA”

LA PRECISAZIONE DI GOY ENERGY

Caro Dago,

in relazione all’articolo “Col greggio alla gola – Il Governo è spaccato sulla cessione della Lukoil di Priolo ai Ciprioti di Goi Energy”, pubblicato il 1° marzo, GOI ENERGY, come già segnalato lo scorso 22 febbraio, nega in maniera assoluta qualsiasi collegamento tra la società, il suo amministratore delegato, Michael Bobrov e i suoi azionisti (diretti e indiretti) e la Russia.

A conferma di ciò va precisato un ulteriore elemento: il Presidente del Cda di Goi Energy è Console per l’Ucraina a Cipro.

Vi chiediamo pertanto di correggere le erronee informazioni riportate.

Ufficio Stampa GOI ENERGY

 

 

Estratto dell'articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”

raffineria lukoil a priolo

La risposta del governo alla proposta del fondo cipriota Goi Energy arriverà presto: c'è chi dice oggi stesso, chi entro la fine del mese, in ogni caso dopo una riunione del comitato golden power. Il motivo di tanta incertezza è perché sul sì alla vendita - così riferiscono fonti di governo - la maggioranza è tuttora divisa. Sono ormai mesi che il governo tenta di trovare una soluzione per l'Isab di Priolo, la quinta raffineria d'Europa che rischia la chiusura a causa delle sanzioni sul petrolio russo. La partita sembrava a un punto di svolta, e invece.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

[…] Isab, di proprietà del gigante Lukoil, dal 5 dicembre non può più raffinare petrolio di provenienza russa. Già prima dell'arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi Mario Draghi aveva iniziato a valutare proposte di acquisto. Benché la scelta spettasse ai russi, le dimensioni dello stabilimento sono tali da costringere il governo a dire la sua: sul tavolo del ministro dello Sviluppo - prima Giancarlo Giorgetti, ora Adolfo Urso - sono transitate almeno una decina di proposte, la più importante delle quali del fondo americano Crossbridge.

 

raffineria lukoil a priolo 2

Dopo lunghe trattative la scelta dei russi (e del governo) è caduta su un investitore con bandiera cipriota, Goi Energy, guidato da un investitore israeliano con passaporto sudafricano, Michael Bobrov. L'offerta di Goi vale un miliardo e duecento milioni di euro, secondo quanto ricostruito più alta di quella degli americani.

 

Quella è la cifra che dovrebbe permettere di salvare tremila posti di lavoro, almeno altrettanti nell'indotto, e la continuità di un'azienda che garantisce la raffinazione di un quinto della benzina venduta in Italia.

 

Prima delle sanzioni europee, Priolo comprava greggio da vari fornitori. Trattandosi di una società controllata da Mosca, la guerra l'ha lasciata senza fornitori che non fossero russi. Temendo le sanzioni, tutte le banche hanno bloccato le linee di credito a Lukoil e dunque le garanzie necessarie per importare petrolio da altri Paesi.

 

MICHAEL BOBROV

[…] Attorno alla società cipriota, creata ad hoc per l'operazione, ci sospetti di legami con Mosca. E in effetti tracce che portano in Russia non mancano. Il partner che dovrebbe garantire il successo dell'operazione è Trafigura, multinazionale del trading energetico con base a Singapore e partner di Rosneft, un altro dei giganti russi dell'energia. Ed è altrettanto noto che il sistema bancario cipriota è la base preferita degli interessi di molti investitori russi.

 

Palazzo Chigi e le strutture di intelligence non avrebbero avuto finora prova di legami concreti fra Mosca e Goi. Fatto è che nel governo ci sono due scuole di pensiero: Adolfo Urso più favorevole al sì, Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti più cauti, in attesa di altri approfondimenti.

 

raffineria lukoil a priolo 3

La questione è delicata anche per ragioni geopolitiche: Priolo dista una cinquantina di chilometri dalla base Nato di Sigonella e non più di venti dal porto di Augusta, nel quale transitano e sostano navi e sottomarini americani. Una fonte di governo sotto la garanzia dell'anonimato rassicura: «Le verifiche del comitato golden power ai compratori di un'azienda in Italia passano da questionari puntuali sulla provenienza dei fondi e dopo lo screening degli apparati di intelligence». […]

 

Articoli correlati

NON SI SCHERZA CON LE RAFFINERIE - A WASHINGTON SONO INCAZZATI PER L'IPOTESI DI CESSIONE DI...

 

 

 

 

 

 

RENATO SCHIFANI CON MICHAEL BOBROVADOLFO URSOadolfo urso giorgia meloni raffineria lukoil a priolo 1

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...